Anteprima
Vedrai una selezione di 11 pagine su 49
Uomo: chi è e da da vove viene? Pag. 1 Uomo: chi è e da da vove viene? Pag. 2
Anteprima di 11 pagg. su 49.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Uomo: chi è e da da vove viene? Pag. 6
Anteprima di 11 pagg. su 49.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Uomo: chi è e da da vove viene? Pag. 11
Anteprima di 11 pagg. su 49.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Uomo: chi è e da da vove viene? Pag. 16
Anteprima di 11 pagg. su 49.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Uomo: chi è e da da vove viene? Pag. 21
Anteprima di 11 pagg. su 49.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Uomo: chi è e da da vove viene? Pag. 26
Anteprima di 11 pagg. su 49.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Uomo: chi è e da da vove viene? Pag. 31
Anteprima di 11 pagg. su 49.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Uomo: chi è e da da vove viene? Pag. 36
Anteprima di 11 pagg. su 49.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Uomo: chi è e da da vove viene? Pag. 41
Anteprima di 11 pagg. su 49.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Uomo: chi è e da da vove viene? Pag. 46
1 su 49
Disdici quando vuoi 162x117
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Il relativismo conoscitivo e psicologico su cui si basa il pensiero di Pirandello si scontra con il

conseguente problema dell' incomunicabilità tra gli uomini: dato che ogni persona ha un

proprio modo di vedere la realtà e dunque una propria verità, non può esistere una

comunicazione che abbia basi oggettive e condivise. L'incomunicabilità produce quindi un

sentimento di solitudine ed esclusione dalla società e persino da se stessi, poiché proprio la

crisi e frammentazione dell'io crea diversi io discordanti ("Il nostro spirito consiste di

frammenti") che non risolvono la frammentazione se non facendo scoprire al personaggio di

non essere poi nessuno.

Il personaggio di conseguenza avverte un sentimento di estraneità dalla vita che lo fa sentire

forestiere della vita[14], nonostante la continua ricerca di un senso dell'esistenza e di

un'identificazione di un proprio ruolo, che vada oltre la maschera, o le diverse e innumerevoli

maschere, che compaiono al prospetto della società come delle persone più vicine.

Il tema dell'incomunicabilità è ben espresso dal personaggio di Vitangelo Moscarda del

romanzo Uno, nessuno e centomila e dalla commedia Sei personaggi in cerca di autore.

La reazione al relativismo

Reazione passiva

L'uomo accetta la maschera, che lui stesso ha messo o con cui gli altri tendono a

identificarlo. Ha provato sommessamente a mostrarsi per quello che lui crede di essere ma,

incapace di ribellarsi o deluso dopo l'esperienza di vedersi attribuita una nuova maschera, si

rassegna. Vive nell'infelicità, con la coscienza della frattura tra la vita che vorrebbe vivere e

quella che gli altri gli fanno vivere per come essi lo vedono. Accetta alla fine passivamente il

ruolo da recitare che gli si attribuisce sulla scena dell'esistenza. Questa è la reazione tipica

delle persone più deboli come si può vedere nel romanzo Il fu Mattia Pascal.

Reazione ironico – umoristica

Il soggetto non si rassegna alla sua maschera però accetta il suo ruolo con un atteggiamento

ironico, aggressivo o umoristico. Ne fanno esempio varie opere di Pirandello come: Pensaci

Giacomino, Il gioco delle parti e La patente. Il personaggio principale di quest'ultima opera,

Rosario Chiàrchiaro, è un uomo cupo, vestito sempre in nero che si è fatto involontariamente

la nomea di iettatore e per questo è sfuggito da tutti ed è rimasto senza lavoro. Il presunto

iettatore non accetta l'identità che gli altri gli hanno attribuito ma comunque se ne serve. Va

dal giudice e, poiché tutti sono convinti che sia un menagramo, pretende la patente di

iettatore autorizzato. In questo modo avrà un nuovo lavoro: chi vuole evitare le disgrazie che

promanano da lui dovrà pagare per allontanarlo. La maschera rimane ma almeno se ne

ricava un vantaggio.

Reazione drammatica

L'uomo vuole togliersi la maschera che gli è stata imposta e reagisce con disperazione. Non

riesce a strapparsela ed allora se è così che lo vuole il mondo, egli sarà quello che gli altri

credono di vedere in lui e non si fermerà nel mantenere questo suo atteggiamento sino alle

ultime e drammatiche conseguenze. Si chiuderà in una solitudine disperata che lo porta al

dramma, alla pazzia o al suicidio come accade ad esempio per i personaggi dei drammi

Enrico IV, dei Sei personaggi in cerca d'autore e Il gioco delle parti, o al protagonista di Uno,

nessuno e centomila.

Il fu Mattia Pascal

Il fu Mattia Pascal è un celebre romanzo di Luigi Pirandello che apparve dapprima a puntate

sulla rivista "Nuova Antologia" nel 1904 e pubblicato, nello stesso anno, in volume. Fu il

primo grande successo di Pirandello, scritto in un momento difficile della sua vita.

Trama

Mattia Pascal vive nell'immaginario paese ligure di Miragno dove il padre, che si era

arricchito con i traffici marittimi e il gioco d'azzardo ha lasciato in eredità alla moglie e ai due

figli una discreta fortuna. A gestire l'intero patrimonio è un avido e disonesto amministratore,

Batta Malagna. Egli, dopo la morte della moglie, sposa Oliva, ragazza che Mattia conosce

bene, per avere un figlio. Ma l'uomo non riesce ad avere eredi, e crede che sia colpa di Oliva,

non pensando che invece sia lui il problema. L'amico Pomino dice al protagonista che ha

parlato con una serva, e ha scoperto che Malagna sta tramando qualcosa con la cugina,

Marianna Dondi, vedova Pescatore: questa gli avrebbe detto che gli sta bene che non riesca

ad avere un figlio, dato che si è rifiutato di sposare Romilda, figlia della vedova e nipote di

Malagna, di cui Pomino è innamorato. Ora lo zio si sarebbe pentito di non aver accontentato

la nipote. Mattia e Pomino temono che l'uomo stia complottando con la cugina per avere un

figlio da Romilda. Pascal aiuta l'amico, e, giusto per stordirlo un po', gli dice che, per salvare

la giovane, Pomino potrebbe sposarla. Con la scusa di una cambiale, Mattia si reca a casa di

Marianna Dondi, dove trova anche Malagna. Conosce Romilda. Si trattiene poco a casa della

vedova Pescatore, per poter tornare ancora da Romilda e dalla madre, che, però, non sembra

contenta dell'annuncio di una sua prossima visita. Nonostante il giovane le parli di Pomino,

Romilda si innamora di Mattia, e lui ricambia l'amore. Un giorno, la ragazza, rimasta sola con

lui dopo che la madre si è allontanata, gli chiede di portarla via. Romilda, viene messa

incinta da Mattia, e lui, in seguito a quel loro incontro, pensa come preparare la madre alla

notizia del suo inevitabile matrimonio. Ma riceve una lettera da Romilda, in cui lei gli dice che

non devono più vedersi. Mattia non comprende il motivo che ha spinto la giovane a

chiedergli una cosa simile. Oliva si reca a casa sua per sfogarsi con la madre di lui per la

disperazione cagionatale dal marito. Batta Malagna ha annunciato il prossimo arrivo del suo

tanto atteso figlio. Mattia, compresa la ragione per cui Romilda gli ha detto che non

avrebbero dovuto più vedersi, si sente ingannato da lei. Si reca a casa di Oliva, e le mostra la

lettera. La ragazza capisce che Malagna non è il vero padre del bambino che aspetta

Romilda, ma Mattia le dice che lei deve far credere al marito che lui può veramente avere un

figlio. Pascal ingravida anche Oliva; Malagna scopre il tradimento della moglie, va da Mattia e

gli dice che ha disonorato la nipote e che deve rimediare a quello che ha fatto. Il

protagonista capisce che Romilda non ha fatto nulla di male per far credere a Malagna di

essere il padre del bambino che lei aspetta. La ragazza, infatti, sostiene che, quando ha

rivelato alla madre l'amore che ormai la legava indissolubilmente a Mattia, Marianna Dondi è

andata su tutte le furie, e le ha detto che non avrebbe mai acconsentito a farla sposare con

uno «scioperato». Giunto Batta Malagna, la vedova Pescatore ha lasciato sola Romilda con

lui. La giovane gli ha rivelato la sciagura che le è capitata, e gli ha chiesto di opporsi alla

madre e indurla a più giusti consigli, dato che lei voleva restare fedele a Mattia. L'uomo si è

intenerito, ma non troppo; le ha detto che, essendo Romilda minorenne, è ancora sotto la

potestà della madre, che potrebbe anche agire giudiziariamente contro Pascal. Batta

Malagna ha rimediato accettando come suo il figlio che sarebbe nato da Romilda. Ma ora che

anche la moglie è incinta, dovrà fare da padre al bambino che Oliva aspetta da Mattia.

Mattia è costretto a sposare Romilda e a convivere con la suocera, la vedova Pescatore, che

non manca di manifestare il suo disprezzo per il genero, considerato un inetto. Romilda,

invidiosa del figlio che sarebbe nato ad Oliva tra gli agi, al contrario del suo, che verrà al

mondo nell'incertezza del domani, "non può vedere Mattia". Per salvare il podere della Stia

col mulino, si devono vendere le case, e la madre del protagonista va a vivere con il figlio.

Ma questo non basta. Pascal cerca di trovare un'occupazione, ma non ci riesce. La vedova

Pescatore e Romilda non si dimostrano gentili con la madre di Mattia, e lui teme che, irritate

dalla guardia che il giovane fa alla madre, la trattino male. La zia Scolastica la porta via. Un

giorno, verso sera, Pascal incontra per caso Pomino. Lui ce l'ha con Mattia per il suo

tradimento, ma il protagonista cerca di convincerlo che è stato Pomino a tradirlo, dato il

sacrificio che deve compiere vivendo con Romilda e la vedova Pescatore. L'amico gli trova un

lavoro: suo padre, entrato nel municipio, dice che la biblioteca di Boccamazza è in misere

condizioni, e colui che se ne occupa è fisicamente debole. Grazie a Pomino, Mattia diventa

bibliotecario. Un giorno, gli vengono a dire che la moglie sta per dare alla luce il bambino. Lui

si precipita a casa, dove Marianna Dondi gli dice di andare a cercare un medico. Dopo aver

girato invano, Mattia, esausto, torna a casa, e vi trova il dottore. Pascal vede che sono due

bambine quelle che Romilda gli sta dando: una è già nata, l'altra sta per venire al mondo.

Una delle figlie muore a pochi giorni, l'altra quando ha quasi un anno. Con la piccola viene a

mancare anche la madre di Mattia, nello stesso giorno e quasi nella stessa ora. Una notte

intera Mattia vaga per il paese e le campagne, e alla fine si ritrova nel podere della Stia,

presso la gora del mulino. Viene aiutato da un vecchio mugnaio di nome Filippo, che lo fa

sedere sotto un albero e gli parla della madre e del padre del protagonista. L'uomo lo

consola, gli dice che non deve piangere e disperarsi così, perché la figlia è stata accolta nel

«mondo di là» dalla sua nonna, che le parlerà sempre di lui e non la abbandonerà mai. Dopo

una delle solite scene con Romilda e la vedova Pescatore, che dopo la morte della sua

bambina e della madre lo disgustavano, non riuscendo più a resistere alla sua miserabile

vita, Mattia fugge dal paese. Strada facendo, pensa di recarsi a Marsiglia, da cui partirebbe

per l'America. Ma giunto a Nizza si ferma davanti ad una bottega, dove sono esposti opuscoli

che rappresentano la roulette. All'inizio si allontana dalla bottega, ma poi vi entra e, per

curiosità, compra un opuscolo. Quindi parte per Montecarlo. Arrivato qui, si ferma a giocare

alla roulette, e, con sua sorpresa, vince. Mattia continua a vincere e diventa ricco. Dati i suoi

colpi fortunati, una donna gli propone di giocare con lei, ma il giovane Pascal la respinge.

Anche uno «spagnuolo» gli porge la stessa richiesta, e lui, dopo averci parlato, se ne

allontana. La mattina del dodicesimo giorno, Mattia viene a sapere che qualcuno si è ucciso:

è un giovinetto che il protagonista conosceva, avendo entrambi giocato una volta allo stesso

tavolino. Pascal ne copre il viso con un fazzoletto. Fugge e ritorna a Nizza per partirne il

giorno stesso. Deciso a ritornare a casa per riscattare la sua proprietà e vendicarsi dei

soprusi della suocera, un altro fatto muta il suo destino. Mentre è in treno legge per caso su

un giornale che a Miragno è stato ritrovato nella roggia di un mulino il cadavere di Mattia

Pascal, scomparso da molti giorni, uccisosi per dissesti finanziari.

Sebbene sconvolto, comprende presto che, credendolo tutti ormai morto, può crearsi un'altra

vita. Così, con il nome inventato di Adriano Meis inizia a viaggiare prima in Italia e poi

all'estero. Infine, decide di stabilirsi a Roma in una camera ammobiliata. Si innamora,

ricambiato, di Adriana, la dolce e mite figlia del padrone di casa, Anselmo Paleari, e sogna di

sposarla e di vivere un'altra vita, ma presto si rende conto che la sua esistenza è fittizia.

Infatti, non essendo registrato all'anagrafe, è come se non esistesse e pertanto non può

sposare Adriana, non può denunciare il furto subito da Terenzio Papiano, un losco individuo

penetrato nella sua stanza per rubare del denaro, e non può svolgere alcuna delle normali

attività quotidiane, poiché privo di identità. Finge così un suicidio e, lasciato il suo bastone e

il suo cappello vicino a un ponte del Tevere, ritorna a Miragno come Mattia Pascal.

Sono intanto trascorsi due anni e arrivato al paese, Mattia viene a sapere che la moglie si è

Dettagli
Publisher
49 pagine
173 download