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Estratto del documento

Al patto di alleanza stipulato tra

Italia, Germania e Giappone (Asse

Roma-Berlino-Tokio) segue il Patto

d’acciaio tra Mussolini e Hitler

(1939) e il patto di non

aggressione fra Germania e

Unione Sovietica.

Fu a questo punto che Hitler,

contando su diversi fattori quali, il

possesso di armi più moderne,

soldati più disciplinati ed una

nuova tattica militare (uso combinato del carro armato, il

panzer,

famoso e dell’aereo bombardiere, il tecnicamente

stuka)

avanzato e, non ultime, le difficoltà reciproche dei

suoi nemici, decide l’invasione della Polonia (1°

settembre 1939). Il 3 settembre Inghilterra e Francia

dichiarano guerra alla Germania, dando inizio, così, alla

seconda guerra mondiale.

I Russi, in base all’accordo con la Germania, invadono la

parte orientale della Polonia e successivamente, per

rendere più sicuri i propri confini, una parte della

Finlandia.

Nell’aprile del 1940 la Germania occupa la Danimarca e

la Norvegia. Il 24 maggio, attraverso un’azione militare,

nota come “guerra lampo”, dopo avere attaccato Olanda,

Belgio e Lussemburgo, le truppe naziste, nel giro di poco

più di un mese, aggirano la linea Maginot e colgono alle

spalle l’esercito francese sbaragliandolo. A prezzo di

gravi perdite, la marina britannica riesce, in dieci giorni,

ad imbarcare a Dunkerque 235.000 Inglesi e 115.000

francesi. La facilità con

cui le difese alleate

crollavano davanti alla

travolgente avanzata

tedesca convince il duce

Mussolini che la guerra

sta ormai per concludersi

e che si debba

Francesi e Inglesi tratti in salvo sulla spiaggia di Dunkerque 10

intervenire: il 10 giugno 1940 l’Italia dichiara guerra alla

Francia e alla Gran Bretagna. Quattro giorni più tardi i

Tedeschi entrano a Parigi. Il maresciallo Pètain, forma un

nuovo governo e firma con la Germania e l’Italia un

armistizio, in base al quale il territorio francese viene

diviso in due parti: una zona occupata militarmente dai

Tedeschi e una zona amministrata dal governo del

generale Pétain, chiaramente filotedesco.

La Francia aveva capitolato e l'Inghilterra era rimasta

sola a contrastare la Germania; nonostante ciò il nuovo

ministro Winston Churchill non accettò la proposta di

resa che nel 1941 fece Hitler.

La Germania progettò allora l'invasione dell'Inghilterra,

mentre già aveva iniziato i bombardamenti delle città

“leone marino”

inglesi. L'operazione prevedeva

l'invasione dell'isola dal mare preceduta dalla

devastazione, ad opera dell'aviazione nazista, di tutte le

difese collocate sulla costa, di tutti gli impianti industriali

e degli aeroporti dopo avere stremato la popolazione

civile con i bombardamenti.

La difesa antiarea inglese, grazie all’ausilio del radar che

i Tedeschi non conoscevano, inflisse all'aviazione nazista

gravi perdite. La battaglia d’Inghilterra, durata tre mesi

(agosto-ottobre del 1940) rappresentò il primo fallimento

nazista dall'inizio della guerra ed ebbe una grande

importanza, a livello psicologico, per gli avversari poiché

infrangeva il mito dell'invincibilità della Germania.

Il 27 settembre 1940 a Berlino viene firmato un patto

tripartito fra la Germania, l’Italia e il Giappone, che

assegnava alla prima la supremazia sull’Europa

continentale, alla seconda il dominio del Mediterraneo e

al terzo il controllo dell’Asia meridionale e insulare.

La tappa successiva della guerra italiana fu l'Africa, dove

Mussolini ordinò di attaccare gli inglesi; fortificato da

una fase di iniziale successo, Mussolini decise di

attaccare anche la Grecia, ma alla fine del 1940 tutti e

due i fronti si erano rivelati un fallimento. In entrambi i

casi la situazione fu rovesciata a vantaggio dell'Italia solo

11

grazie all'intervento della Germania che nel 1941 diede

inizio alla campagna contro la Grecia e la Jugoslavia e

contro l'Africa britannica. I nazisti vinsero rapidamente

in Grecia e in Jugoslavia; in Africa, l’arrivo di due

divisioni motocorazzate tedesche salvò per il momento

gli Italiani dal disastro. Le comandava il generale

Rommel, che per la sua abilità strategica fu detto “la

volpe del deserto”. Sotto la sua guida le truppe italo-

tedesche riconquistarono i territori perduti e nel 1942

penetrarono in Egitto fino ad 80 km. da Alessandria.

Dopo la vittoria sulla Francia, Hitler aveva sempre meno

interesse a mantenere in piedi il patto nazi-sovietico e,

anzi, intendeva estendere il suo controllo sull'area

balcanica. Già dal dicembre 1940, Hitler progettò un

attacco rapido all'URSS per conquistare quello “spazio

vitale” per la popolazione tedesca. L'attacco cominciò più

tardi, il 22 giugno 1941, dopo che la Germania nazista

era intervenuta in Grecia e Jugoslavia: l'operazione era

stata denominata Barbarossa e doveva svolgersi nei

progetti di Hitler in modo estremamente rapido. Egli

riteneva, infatti, che le dotazioni militari sovietiche

fossero esigue e che l'esercito nemico sarebbe crollato

rapidamente. Il piano prevedeva l'attacco sia con carri

armati sia con l'aviazione. Inizialmente le favorevoli

condizioni del terreno e l'insufficienza tattica delle

truppe sovietiche sembrarono dargli ragione: l’esercito

tedesco appoggiato dalle truppe alleate (anche italiane)

penetrò a fondo nel territorio

russo giungendo a Leningrado

e a Mosca. L'esercito sovietico

si affrettò a riorganizzarsi e

riuscì a trasformare la guerra

lampo in guerra di usura: gli

impianti industriali vennero

spostati nelle zone più

orientali del paese per

garantire i rifornimenti ed 12

evitare che cadessero nelle mani nemiche, le bande

partigiane collaborarono con l'esercito.

Frattanto il Giappone, incoraggiato dai successi tedeschi

decide di agire per la conquista dei territori asiatici e,

per eliminare la minaccia degli Stati Uniti che avendo

forti interessi in Asia si sarebbero opposti, decide un

attacco di sorpresa a Pearl Harbour, porto delle isole

Hawaii (7 dicembre 1941).

Il bombardamento dura due ore e produce danni

ingentissimi alla flotta navale americana e molte perdite.

Il giorno dopo il Congresso americano vota l'ingresso in

guerra degli USA contro il Giappone. Nei mesi successivi

il Giappone conquista facilmente nell’Oceano Pacifico un

immenso impero.

Alla fine del 1942 Germania, Giappone e Italia

raggiungono la loro massima espansione.

Negli anni di guerra si realizza il più grave crimine del

nazismo: lo sterminio degli ebrei, un genocidio detto

anche Olocausto. Esso viene attuato nei campi di

concentramento, costruiti proprio per eliminare quelle

che Hitler considerava razze inferiori.

Contro l’oppressione del nazifascismo, in tutta l’Europa

sorgono movimenti di lotta clandestina che danno luogo

alla cosiddetta Resistenza: in Polonia insorge il ghetto di

Varsavia; in URSS l’esercito regolare è appoggiato dai

partigiani; in Iugoslavia il comandante Tito guida la

riscossa contro le truppe tedesche; in Grecia la

resistenza deve combattere addirittura contro tre

eserciti, tedesco, italiano e bulgaro; in Francia il

generale Charles De Gaulle, rifugiatosi in Inghilterra,

guida le formazioni clandestine che operano nei territori

francesi occupati dai tedeschi.

Tra la fine del ’42 e gli inizi del ’43 cominciano a

registrarsi le prime sconfitte della Germania e dei suoi

alleati.

La prima fu la lunga battaglia aereonavale ingaggiata

dagli USA contro il Giappone per la conquista dell’isola

di Guadalcanal e il controllo del Pacifico. 13

La seconda grande battaglia si svolse in Africa.

Alla fine di ottobre del 1942 le truppe inglesi, guidate dal

generale Montgomery, sconfissero l’esercito italo-tedesco

comandato da Rommel, costringendolo a ripiegare in

Libia. Agli inizi di novembre le forze anglo-americane

sbarcano in Marocco, conquistano l’Algeria e

costringono, nel maggio 1943, Tedeschi e Italiani ad

abbandonare l’Africa.

La terza battaglia fu quella che costò alla Germania le

perdite maggiori; si svolse in Russia, nei pressi di

Stalingrado che i Tedeschi intendevano conquistare. I

combattimenti a Stalingrado proseguono dal luglio 1942

al febbraio 1943, teatro degli scontri fu ogni singola via

della città. I tedeschi subirono gravi perdite di uomini e

di mezzi e alla fine del novembre 1942 furono attaccati

da una controffensiva sovietica che costrinse il nemico a

ripiegare e successivamente lo respinse. Si trattava della

prima grande sconfitta che l'esercito nazista subiva

dall'inizio del conflitto. L'armata impegnata a

Stalingrado, comandata dal maresciallo Von Paulus,

venne costretta da Hitler a una strenua resistenza che si

tradusse poi in un'inevitabile capitolazione. Nel marzo

del 1943 l'armata capitolò e Hitler proclamò quattro

giorni di lutto nazionale. Si era trattato della più grande

battaglia della storia umana che aveva distrutto le

ambizioni tedesche della costruzione di un impero. Anche

i soldati italiani dell’ARMIR (Armata italiana in Russia),

mandati da Mussolini a sostenere i Tedeschi, pagarono

duramente la sconfitta. Male armati ed equipaggiati, non

14

riuscirono a sostenere gli attacchi delle truppe sovietiche

né il rigido inverno russo. Dei 230.000 che erano partiti,

circa 90.000 risultarono morti o dispersi, mentre 40.000 i

feriti.

A metà 1943 la situazione dell’Italia è molto difficile: le

truppe italiane e tedesche subiscono gravi sconfitte e

hanno perso il controllo dell’Africa, il malcontento contro

il fascismo cresce di giorno in giorno, aumentano le

difficoltà economiche

degli italiani, alcuni

bombardamenti aerei

e navali sulle città

provocano gravi

danni.

La situazione

precipita quando, il

10 luglio 1943 gli

Alleati (Inglesi e

sbarcano in Sicilia.

Americani)

Alcuni giorni dopo (25 luglio) il Gran Consiglio del

fascismo, in una difficile riunione notturna, invita

Mussolini a dimettersi. Il re, Vittorio Emanuele III, per

evitare che la caduta del fascismo potesse danneggiare

anche Casa Reale, fa arrestare il duce, dichiarando di

farlo per proteggerlo da eventuali attentati.

Il Re incarica il maresciallo Pietro Badoglio di formare un

nuovo governo.

Il popolo italiano accoglie con sollievo la fine della

dittatura sperando che questo significhi anche la fine

della guerra. Ma, nel primo proclama, Badoglio annuncia

che “la guerra continua”. Il nuovo governo, da un lato

rassicura i Tedeschi che manterrà fede all’alleanza,

dall’altro dà inizio a trattative segrete con gli Alleati per

giungere alla pace. I Tedeschi tuttavia, resi più sospettosi

dagli ultimi avvenimenti, inviano in Italia le proprie

truppe, in apparenza per aiutare gli italiani a difendersi

dall’invasione alleata. 15

Mentre gli anglo-americani, occupata la Sicilia, sono

giunti in Calabria, il 3 settembre, viene firmato

l’armistizio che Badoglio annuncerà alla nazione solo l’8

settembre. Il governo e la famiglia reale, abbandonata

Roma, si rifugiano a Brindisi.

I Tedeschi occupano gran parte della penisola italiana

mentre l’esercito italiano, colto di sorpresa dalla notizia,

demoralizzato e senza ordini chiari si sbanda: alcuni

reparti isolati vengono sterminati dai Tedeschi, molti

soldati vengono deportati in Germania, altri si uniscono a

partigiani.

formare i primi gruppi di

Subito dopo Mussolini viene liberato da un gruppo di

paracadutisti tedeschi calatisi sul Gran Sasso, dov’era

prigioniero.

L’Italia resta così divisa in due parti: a sud il governo

legittimo con sede a Brindisi e gli Alleati ormai giunti a

Napoli; a nord la Repubblica Sociale Italiana, fondata nel

frattempo da Mussolini, e sostenuta dai Tedeschi che

ostacolano tenacemente l’avanzata alleata. Infatti gli

Alleati vengono fermati sulla linea di Cassino dai

Tedeschi fino al maggio 1944.

In questo periodo è notevole l’azione dei

gruppi di partigiani che hanno dato

inizio alla lotta armata contro i Tedeschi

e contro il fascismo. Essi fanno capo ad

un organo centrale C.L.N. (Comitato di

liberazione nazionale) che è composto

dai rappresentanti di tutti i partiti

antifascisti che si vanno riorganizzando

(comunista, socialista, d’azione,

repubblicano, democristiano, liberale).

Tra i partiti del C.L.N. naturalmente non mancano

contrasti e discussioni sul come organizzare e sviluppare

la lotta della Resistenza nonchè su quello che sarà il tipo

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