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FISICA
ALBERT EINSTEIN
Vita
Albert Einstein nacque ad Ulm, in Germania, nel 1879, studiò matematica e
fisica al Politecnico di Zurigo, subendo l'influenza di matematici come
Minkowski, di fisici come Helmholtz, Maxwell ed
Hertz e di filosofi come Mach.
Te r m i n a t i g l i s t u d i u n i v e r s i t a r i , r i m a s e a l a v o r a r e i n
S v i z z e r a , p r e s s o l ' U ff i c i o F e d e r a l e d e i B r e v e t t i , m a
continuò a dedicarsi a ricerche di fisica. Nel 1905
pubblicò tre memorie, una sulla fisica quantistica, una
sulla struttura atomica della materia ed una terza,
intitolata “Sull'elettrodinamica dei corpi in
movimento”, contenente la formulazione della
relatività "ristretta" o "speciale". Rientrato in
Germania nel 1914, Einstein fu nominato professore di
fisica nell'università di Berlino, dove formulò una
nuova teoria della relatività, detta "generale", resa
pubblica nella memoria “I fondamenti della teoria della relatività generale”,
e divulgata poi, insieme con la precedente, nel saggio “Sulla teoria della
relatività speciale e generale” e nel volume “Il significato della relatività”
in quattro lezioni tenute a Princeton.
Nel 1922 gli fu conferito il premio Nobel per la fisica come riconoscimento
p e r l a s c o p e r t a d e l l ' e ff e t t o f o t o e l e t t r i c o . N e l 1 9 3 3 , a l l ' a v v e n t o d e l n a z i s m o ,
Einstein, che era di origine ebraica, emigrò negli
Stati Uniti, dove proseguì le sue ricerche
nell'Institute for Advanced Studies di Princeton,
intravedendo la possibilità di realizzare la fissione
nucleare. Rendendosi conto che questa scoperta
avrebbe potuto avere importanti applicazioni militari,
ne diede notizia al presidente Roosevelt in una
lettera del 1939, con la quale lo mise in guardia
contro la possibilità che la Germania potesse
c o s t r u i r e u n a b o m b a p o t e n t i s s i m a . Ta l e b o m b a , c i o è
la "bomba atomica", fu realizzata negli Usa nel 1945
ma Einstein fu sempre contrario al suo uso.
Continuò inoltre ad occuparsi della teoria della relatività, tentandone una
generalizzazione che risolvesse i problemi posti dalla fisica quantistica, la
quale fu pubblicata nell'articolo “Generalizzazione della teoria relativistica
della gravitazione”. Infine Einstein si dedicò a riflessioni filosofiche sulla
scienza, scrivendo le raccolte “Idee e opinioni” e “Dai miei ultimi anni”.
Morì a Princeton nel 1955.
LA TEORIA DELLA RELATIVITA’
Introduzione
Siamo in un periodo in cui si pensava che in fisica fosse stato scoperto
tutto, soprattutto grazie alle leggi di Newton.
Ci si accorse che queste leggi valevano limitatamente (solo per oggetti
grandi e che viaggiano con basse velocità).
Quella di Newton è detta MECCANICA CLASSICA.
Non vale per i corpi piccoli. È qui che Plank e Compton introducono la
meccanica quantistica. Descrive il moto di particelle piccole, sub-atomiche.
P e r l e q u a l i v a l e i l p r i n c i p i o d ’ i n d e t e r m i n a z i o n e d i H e i s e m b e rg ( s e s i h a n n o
informazioni sulla velocità, non si hanno informazioni sulla posizione).
P l a n k d i s s e c h e l ’ e n e rg i a v i a g g i a i n p i c c o l e p a r t i c e l l e c h i a m a t e f o t o n i .
Ad ogni particella è associabile un’onda e ogni onda può essere trattata
come un insieme di particelle.
La relatività di Einstein riguarda particelle che si muovono molto
8
velocemente (velocità dell’ordine di quella della luce). 3*10 m/s
La teoria della relatività è scritta da Einstein all’età di ventisei anni (1905).
Lavorava all’ufficio brevetti di Berna da dove, per scarsità di lavoro, se ne
va per dedicarsi ai suoi studi.
L a t e o r i a d e l l a re l a t i v i t à r i s t re t t a p a r l a d i c o s a s u c c e d e a u n o g g e t t o
quando si muove con velocità prossima a quella della luce. Riguarda solo
oggetti che si muovono di moto uniforme .
E l a b o r a , p o i , l a t e o r i a d e l l a re l a t i v i t à g e n e r a l i z z a t a . R i g u a r d o o g g e t t i c h e
si muovono di moto accelerato .
Passa come una teoria matematica e non fisica osservazione e poi legge
_________________________________________ (metodo scientifico.)
La teoria della relatività è matematica perché è fisica teorica. Einstein parte
da leggi che non derivano da un’osservazione della natura, derivano da
un’astrazione. Riguardano oggetti che si muovono a velocità prossime a
quella della luce.
Prende via, così, la fisica moderna fisica che si occupa del molto veloce.
Fisica che si occupa del molto piccolo.
LA TEORIA DELLA RELATIVITÀ RISTRETTA
La teoria della relatività ristretta si basa su due semplici postulati.
Le leggi della fisica sono le stesse in tutti i sistemi di riferimento
inerziali :
1. Sistemi in cui vale il principio d’inerzia (formulato da Galileo) (più in
generale le leggi del moto di Newton.) Un corpo persevera nel suo
stato di quiete (moto rettilineo uniforme) fino a che non intervengono
su di esso forze esterne.
2. Moto non accelerato (accelerazione nulla)
3. Con “leggi della fisica” s’intendono anche quelle della termologia,
dell’elettromagnetismo.
Costanza della velocità della luce [c]
1. Se tu sei fermo e un raggio di luce ti viene incontro, va, rispetto a te,
8
a 3*10 m/s. 8
2. Se tu gli vai incontro o ti allontani da esso, si muove ancora a 3*10
m/s rispetto a te.
E F F E T TO D O P P L E R L a s o rg e n t e è f e r m a , i o l e v a d o i n c o n t r o s e n t o i l
suono con una frequenza maggiore. 8
La velocità della luce c nel mezzo considerato è constante: vale 3*10 m/s .
E i n s t e i n a ff e r m a c h e l ’ e t e r e n o n e s i s t e ; l e o n d e d i c o n s e g u e n z a s i m u o v o n o
nel vuoto .
Sostanza trasparente che permeava lo spazio; essa doveva consentire il
passaggio delle onde elettromagnetiche, luminose, … ”horror vacui” di
Aristotele il vuoto non esiste.
L’ e t e r e d o v e v a e s s e r e u n a s o s t a n z a r a r e f a t t a p e r i l m o v i m e n t o d e i p i a n e t i ,
rigida per consentire il veloce passaggio delle onde luminose, trasparente
per consentire la visibilità delle stelle e degli altri corpi celesti.
Caratteristiche che non potevano coesistere contemporaneamente.
L A D I L ATA Z I O N E D E L T E M P O
Un uomo sale su un treno che viaggia a velocità prossime a quella della luce
e guarda il proprio orologio che funziona normalmente. Se io sono fermo e
guardo il treno su cui è salito l’uomo, noto che gli eventi che accadono su di
esso avvengono più lentamente rispetto al normale (come ad esempio lo
scorrere delle lancette dell’orologio).
La dilatazione del tempo viene spesso dimostrata ricorrendo al cosiddetto
"orologio a luce". Si tratta di un orologio costituito da una lampada che
emette brevi impulsi di luce verso uno specchio posto sopra la lampada
stessa. i OROLOGIO IN QUIETE
s p e c c h
d i s 2 d
= =
∆ t 0 v c
A B
→ t e m p o p ro p r i o ( l ’ o r o l o g i o è
v solidale con l’osservatore)
Cioè fermo rispetto
all’osservatore.
i
d s p e c c h
d i OROLOGIO IN MOVIMEN TO
∆t
=c
s ∙
A B l 2
∆t
=v
s ∙
o 2 AB=v ∙ ∆ t
Lo spazio percorso dall’orologio è:
Infatti mentre il raggio di luce si sposta, anche l’orologio si muove.
Ora applichiamo il teorema di Pitagora a questo triangolo:
( ) ( )
2 2
∆t ∆t
2
+d =
v∙ c ∙
2 2 ∆t
E ricaviamo il tempo :
2 d 1
∆ t= ∙ √
c 2
v
1− 2
c
2 d =∆t
c ∆ t 0
∆ t= √ 2
v
1− 2
c
Dalla formula che abbiamo ottenuto, possiamo notare che:
Se si va più veloci della luce, il tempo scorrerebbe all’indietro; non è
p o s s i b i l e p e r c h é l ’ a rg o m e n t o d e l l a r a d i c e s a r e b b e n e g a t i v o .
√ 1
S e v = c i l t e m p o s i f e r m e r e b b e =∆t =∞
∆ t 0 0 2
v
La dilatazione del tempo è rilevante quando è considerevole.
2
c
2
v
→ 0
Se v è una velocità bassa e quindi ci riportiamo alle leggi
2
c
s
=
∆ t=∆t
n e w t o n i a n e : 0 v
I L PA R A D O S S O D E I G E M E L L I
Un esempio della dilatazione del tempo è dato dal paradosso dei gemelli
(anche se in realtà non si tratta di un "paradosso", poiché viene spiegato
completamente nei due postulati della teoria della Relatività Ristretta). Ci
sono due gemelli, inizialmente nello stesso posto e dotati di due orologi
u g u a l i , s i n c r o n i z z a t i . U n o d e i d u e g e m e l l i r i m a n e a Te r r a , m e n t r e l ' a l t r o
parte per un viaggio interstellare a bordo di un'astronave, la cui velocità
r a g g i u n g e l ' 8 0 % d i q u e l l a d e l l a l u c e . A l s u o r i t o r n o a Te r r a , l ' o r o l o g i o d e l
gemello astronauta segna che son trascorsi 30 anni (di tempo "proprio")
d a l l a p a r t e n z a , m e n t r e q u e l l o d e l s u o g e m e l l o , r i m a s t o a Te r r a , n e s e g n e r à
50 dalla partenza dell'astronave.
Poiché nell’astronave, in movimento ad alte velocità, tutti i fenomeni
scorrono più lentamente, anche l'invecchiamento avverrà con un ritmo più
l e n t o . Te o r i c a m e n t e , d u n q u e , l a R e l a t i v i t à f a v o r i s c e l ' e s p l o r a z i o n e c o s m i c a ,
in quanto nell'arco della propria vita un astronauta potrebbe intraprendere
u n v i a g g i o v e r s o u n a s t e l l a l o n t a n a p e r p o i r i t o r n a r e s u l l a Te r r a .
Einstein dimostra che il tempo non è una grandezza assoluta. Galileo e
Newton vengono smentiti: dicevano che qualsiasi sistema di riferimento
prendiamo in considerazione il tempo scorre nello stesso modo.
Un altro aspetto della dilatazione del tempo è il fatto che osservatori diversi
s o n o i n d i s a c c o r d o s u l l a S I M U LTA N E I TA’ . P e r e s e m p i o , s u p p o n i a m o c h e
l’osservatore A noti che due eventi in posizioni diverse avvengono nello
stesso istante. Per l’osservatore B, che si muove a velocità v rispetto
all’oss. A, questi due eventi non sono simultanei. Perciò la relatività non
cambia solo il modo di fluire del tempo, ma cambia anche l’intervallo che
separa due eventi.
LA CONTRAZIONE DELLE LUNGHEZZE
G l i o g g e t t i i n m o v i m e n t o s i a c c o r c i a n o n e l l a d i re z i o n e d e l m o t o . I n
pratica, un corpo che viaggi a velocità prossime a quella della luce
tenderebbe a contrarsi fino a scomparire.
Questa stupefacente conseguenza
ricalca la relatività del tempo
rispetto alla costante della velocità
della luce: spazio e tempo sono
correlati tra loro, Einstein infatti
parla di dimensione spaziotemporale.
Se la costante è infatti la velocità
della luce, le due grandezze
rimanenti non sono più assolute, ed
anche lo spazio risulta diverso per i diversi osservatori. All'aumentare della
velocità, quindi, non solo si modifica la struttura del tempo, ma si modifica
necessariamente anche la struttura dello spazio.
Dunque all'aumentare della velocità di un corpo il tempo rallenta e lo spazio
s i c o n t r a e . Q u e s t ’ e ff e t t o n o t o c o m e l a c o n t r a z i o n e d e l l e l u n g h e z z e è u n
e ff e t t o c h e n o n p u ò e s s e r e m i s u r a t o d i r e t t a m e n t e , c i o è n o n p u ò e s s e r e
v e r i f i c a t o , a d i ff e r e n z a d e l l a d i l a t a z i o n e d e l t e m p o , c h e p u ò e s s e r e
quantificata sperimentalmente in vari modi.
√ 2
v
=∆t
∆ t ∙ 1−
L=v ∙ ∆ t 0 2
c
0
=v
L ∙ ∆ t
0 √
L
Se v=0 L = .
2
v
0 L=L 1−
A l c r e s c e r e d i v, l a c o n t r a z i o n e a u m e n t a .
0 2
c
Se v=c L=0 il corpo è così contratto che scompare.
2
v
Se v è una velocità bassa → 0 e quindi ci riportiamo alle leggi
2
c
newtoniane:
=v
L=L ∙ ∆t
0 L’ E Q U I VA L E N Z A T R A M A S S A E D E N E R G I A
La meccanica ci insegna che la forza necessaria a muovere una determinata
massa è proporzionale alla sua accelerazione e alla sua massa (F = ma), e
che per accelerare di un metro al secondo un oggetto che si muove a velocità
di 5m/s è necessaria la stessa forza che serve ad un altro che si muove a