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La tesina affronta il tema del suicidio nel pensiero dei filosofi letterati. ha anche riferimenti molto attuali come l'eutanasia o il suicidio sportivo. Nel corso dei miei studi sono stata attratta da svariati argomenti, ma quello che mi ha maggiormente incuriosita è stato il suicidio. Lo reputo un atto che nasconde mille misteri, mille perché, mille ragioni. Bisogna riconoscere che per attuare “la morte di sé stessi” si deve essere davvero convinti e coraggiosi.
Approfondendo tale tema nella mia tesina di maturità, ho constato che i più grandi filosofi, letterati e psicologi si sono cimentati a definire il fenomeno e a studiarlo nei minimi dettagli,servendosi di strumenti adeguati, archivi, statistiche e grafici. Il filosofo e scrittore latino Seneca, dopo aver studiato il tema, si preoccupa di trasmettere le proprie idee a Lucilio grazie alle epistole. Il poeta Leopardi e il filosofo Schopenhauer ne hanno studiato cause ed effetti e hanno stilato una teoria filosofica per spiegarne i motivi.
Che il suicidio sia un “estremo atto d’amore” lo hanno pensato i due innamorati per eccellenza Romeo e Giulietta e la regina d’Egitto Cleopatra.
Per molte persone uccidersi è l’unico modo per porre un termine al male di vivere come fa Van Gogh o per non ammettere di essere stato distrutto da qualcun altro, come nel caso di Hitler. Nella società attuale una causa diffusa di suicidio è la depressione, come ad esempio quella generata dalla Prima Guerra Mondiale in Gran Bretagna,
In Medio Oriente il suicidio è considerato l’atto che permette di difendere la propria patria, generando così il terrorismo. Anche l’eutanasia è suicidio considerato come fine della propria esistenza oramai troppo dolorosa e difficile da condurre. Attualmente si sente parlare, sempre più frequentemente, di suicidio all’interno dello sport. Infatti, molti atleti scelgono di togliersi la vita per non subire l’ umiliazione della sconfitta.
Molte persone considerano il suicidio come porta d’accesso per raggiungere un luogo sconosciuto che desta tanta curiosità. Penso che tale porta si presenti a tutti, almeno una volta nella vita, nei momenti di difficoltà,di buio e di confusione. Quando ci si è dinnanzi bisogna scegliere se varcarne la soglia o meno. È del tutto evidente che i fattori sociali hanno grande influenza sulla scelta ma l’ individuo deve saper scegliere perché non è possibile avere una seconda possibilità.
Italiano: Leopardi e il riferimento a Cleopatra nelle opere di Dante Alighieri.
Latino: Seneca.
Filosofia: Schopenhauer.
Storia: Il terrorismo suicida.
Scienze: L'eutanasia.
Educazione fisica: Il suicidio per lo sport.
Storia dell'arte: Vincent Van Gogh.
Inglese: The consequences of the First World War.
filosofo distinse le lettere filosofiche dalla comune pratica
epistolare , prendendo come esempio Epicuro, il quale,
nelle lettere agli amici, seppe realizzare quel rapporto di
formazione e di educazione spirituale che Seneca istituì
con Lucilio. Le lettere volevano essere uno strumento di
crescita morale.
Il genere epistolare si rivela appropriato ad accogliere un
tipo di filosofia privo d sistematicità e incline alla
trattazione di argomenti e aspetti etnici. Gli argomenti sono
svariati e tra i tanti è presente quello del suicidio di Catone
Uticense, all’interno dell’ Epistola 24:
Quidni ego narrem Catonem ultima illa nocte Platonis
librum legentem posito ad caput gladio? Duo haec in rebus
extremis instrumenta prospexerat, alterum ut vellet mori,
alterum ut posset. Compositis ergo rebus, utcumque
componi fractae atque ultimae poterant, id agendum
existimavit ne cui Catonem aut occidere liceret aut servare
contingeret; et stricto gladio quem usque in illum diem ab
omni caede purum servaverat: “Nihil” inquit “egisti,
fortuna, omnibus conatibus meis obstando. Non pro mea
adhuc sed pro patriae libertate pugnavi, nec agebam tanta
pertinacia ut liber, sed ut inter liberos, viverem: nunc
quoniam deploratae sunt res generis humani, Cato
deducatur in tutum.” Inpressit deinde mortiferum corpori
vulnus.
Traduzione:
E perché non dovrei raccontarti che in quella famosa ultima
notte [Catone] leggeva un libro di Platone con la spada
posata vicino alla testa? Si era procurato in quel momento
supremo questi due strumenti: uno che rafforzasse la sua
decisione di morire, l'altro che la rendesse possibile.
6 Disposte le sue cose come meglio poteva in quelle
circostanze terribili ed estreme, decise di agire in modo che
nessuno potesse uccidere Catone, o gli toccasse di salvarlo;
e afferrata la spada che fino a quel giorno non aveva mai
macchiato di sangue, disse: "Fortuna, non hai ottenuto
nulla contrastando i miei tentativi. Fino ad oggi non ho
lottato per la mia libertà, ma per quella della patria e non
agivo con tanta determinazione per vivere libero, ma per
vivere tra uomini liberi: ora, poiché la condizione del
genere umano è disperata, possa Catone mettersi al
sicuro." Poi si inferse la ferita mortale.
2.GIACOMO LEOPARDI
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Leopardi, pur giudicando irrazionale il rassegnarsi alla vita
e ragionevole il suicidio, inteso come liberazione dalla
sofferenza, tuttavia ritiene che l’ uccidersi sia atto
inumano, poiché non tiene conto del dolore altrui sebbene
sia proprio del sapiente non piegarsi al sentimento e non
lasciarsi vincere dalla pietà, tale forza d’ animo deve essere
usata per sopportare la triste condizione umana, usarla per
rinunciare alla vita ed alla compagnia delle persone care è
un abuso , non soffrire al pensiero di lasciare nel dolore le
persone care è indegno del saggio. Il suicidio è un atto d’
egoismo, poiché il suicida cerca solo la propria utilità,
disprezzando l’ intero genere umano ed agisce come un
disertore,che abbandona i compagni impegnati in una lotta
impari contro la Natura nemica. Il problema della legittimità
del suicidio, tormenta Leopardi fin dalla crisi esistenziale,
ma dopo si notano nel poeta le prime affermazioni sul
dovere di subire il destino con animo forte, trovando
conforto nella bellezza delle creazioni dello spirito umano.
Infine Leopardi difende il suicidio sostenendo che, la Natura
destina ‘ uomo al dolore, se tutto ciò che esiste è male, l’
uomo ha diritto di sottrarvi, scegliendo la morte volontaria.
L’ evoluzione spirituale di Leopardi lo conduce a posizioni
più equilibrate , infatti l’ uomo è condannato alla
8 sofferenza, ma la legge della Natura vuole che viva
nonostante tutto. Solo pochi si rendono conto della realtà,
tutti gli altri combattono vanamente contro la Natura. Tale
lotta deve rendere più uniti gli uomini, quindi il suicidio è
una diserzione inammissibile.
Inoltre afferma: “La vita è degna di essere vissuta non
perché sia felice, ma perché sia spiritualmente elevata. L’
uomo deve prendere coscienza della sua vita interiore”
3.ARTHUR SCHOPENHAUER
9 Dire che l’ essere è la manifestazione di una Volontà
infinita, secondo Schopenhauer equivale a dire che l’
essere è dolore. Infatti volere significa destinare e
desiderare vuol dire trovarsi in uno stato di mancanza,
ossia di dolore. L’ uomo risulta quindi il più bisognoso e
mancante degli esseri, destinato a non trovare mai un
“appagamento “ definitivo. Ciò che gli uomini chiamano
piacere è solo una cessazione momentanea di dolore,
momento cui succedono inevitabilmente nuovi desideri e
nuovi dolori oppure la noia. Infatti il filosofo afferma:”La
vita è come un pendolo che oscilla tra il dolore e la noia,
passando attraverso l’ intervallo fugace del piacere e della
gioia”
L’ esistenza risulta essere una cosa che si impara poco per
volta a non volerla. Tuttavia il sistema di Schopenhauer non
mette capo ad una filosofia del suicidio universale, anzi
rifiuta e condanna il suicidio per due motivi:
10 E’ un atto di forte affermazione della volontà
stessa in quanto il suicidio “vuole la vita ed è solo
malcontento delle condizioni che gli sono toccate”,
perciò, anziché negare la volontà, egli nega
piuttosto la vita.
Sopprime unicamente l’ individuo, ossia una
manifestazione fenomenica della volontà di vivere.
Riconosce, inoltre, tre motivazioni del suicidio:
1. Chi è oppresso dal peso della vita
2. Chi vorrebbe e afferma la vita, ma ne
disprezza i tormenti
3. Chi non riesce a tollerare il duro destino
Schopenhauer afferma che non si deve sperare una
liberazione che venga dalla morte e la salvezza non può
venire del suicidio. L’ individuo muore ma il sole continua
ad ardere senza interruzione in eterno e non importa che
nascono e periscono nel tempo gli individui. Il suicidio
appare quindi un’ azione inutile e stolta. Infatti la
negazione della volontà di vivere, unico atto di libertà
possibile al fenomeno,costituisce la metamorfosi e nulla si
allontana da essa quanto il suicidio.
Il suicida non rinuncia alla volontà di vivere, ma alla vita,
distruggendone il singolo fenomeno.
4.CLEOPATRA
“…Piangene ancor la triste Cleopatra,
che fuggendoli innanzi, dal colubro
11 la morte prese subitana e atra”
DIVINA COMMEDIA, CANTO VI, PARADISO.
Cleopatra, regina d‘ Egitto, dopo la sconfitta di Azio(31 a.
C) e il suicidio di Antonio, si diede una morte atroce
facendosi mordere da un aspide.
La sua morte volontaria è stata sempre considerata come
una conseguenza del suicidio di Antonio, ma questo non è
del tutto veritiero perché Cleopatra può essere giunta a
togliersi la vita anche per la sconfitta di Azio che l ‘avrebbe
condotta direttamente nelle mani di Ottaviano. All’ interno
della Divina Commedia; Cleopatra è presente anche nell’
Inferno come dannata lussuriosa.
5.VINCENT VAN GOGH
12 Vincent Van Gogh, uomo istintivo, dai sentimenti forti e
violenti,che,forse solo il fratello Theo seppe capire e amare
di un amore dolce e incondizionato, fu un artista particolare
all’ interno della Storia dell’ Arte.
La consapevolezza di essere incompreso, l’ ansia di capire
se stesso e di trovare i modi attraverso cui esprimere la
propria interiorità, la ricerca di un ben definito ruolo umano
e professionale seguite dai numerosi insuccessi,, dai rifiuti,
dall’ isolamento, lo fecero piombare dapprima in una
profonda depressione e in un secondo tempo, lo
condussero a una forma di alienazione mentale che gli
procurava tremende crisi durante le quali perdeva ogni
contatto con la realtà e che lo portò al suicidio nel luglio
1890.
Vincent Van Gogh si sentì sempre prigioniero
impossibilitato a infrangere le barriere che lo separavano
dalla vita degli altri uomini e allo stesso tempo, incapace,
di uscire dal groviglio di pensieri cupi.
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Tuttavia a momenti di morte interiore si alternavano in lui
periodi anche di esaltazione , di spensieratezza in un
bilanciamento di sentimenti e di sensazioni dall’ equilibrio
molto precario.
Anche nei momenti di calma, spesso solo apparente ,
Vincent; continuava a rimuginare sulla sua condizione alla
quale si ribellava.
Vincent Van Gogh nacque in Olanda nel marzo 1853 da una
modesta famiglia. Nel 1880 si recò a Bruxelles dove studiò
anatomia e seguì corsi di disegno prospettico. Entrò poi in
contatto con i grandi artisti dell’ epoca come Monet e
Degas. Nel 1887 iniziò l ‘amicizia con Gauguin, conclusasi
tragicamente dopo due mesi di coabitazione ad Arles. Le
differenti opinioni dei due uomini erano oggetto di continue
liti che culminarono in un gesto autopunitivo di Van Gogh
che si tagliò parte di un orecchio.
Da qui fu ricoverato più volte in ospedale per eccessi di
follia e volle egli stesso fasi internare in una clinica per
alienati mentali. Il 27 luglio 1890, senza che nessuno si
fosse accorto del precipitare degli eventi: Vincent si suicidò
sparandosi al cuore; morì due giorni dopo, fra le braccia del
fratello Theo.
Poco prima di suicidarsi Van Gogh aveva dipinto la rabbia,
la disperazione,la solitudine e la dolcezza che ancora aveva
nel cuore in CAMPO DI GRANO CON VOLO DI CORVI.
Una tempesta, quasi un presagio di lutto, si sta per
abbattere su un campo di grano tagliato d tre viottoli
bordati di verde e di quali si leva, in un basso volo
scomposto, uno stormo di corvi neri.
14 Il dipinto è stato realizzato con una violenza mai usata
prima da Van Gogh. Il campo di grano, forse scosso dal
vento, è trattato con frustate di giallo e il cielo è incupito
dal nero delle nubi minacciose.
La luminosità del cielo azzurro e l’ oro lucente del grano
stanno per soccombere, vinti da un colore scuro che
inesorabilmente li copre. L’ artista sembra guardare
impotente l’ evento che si copie sotto i suoi occhi e se ne
sta immobile.
6.THE CONSEQUENCES OF WORLD WAR I
The consequences of the first world war were dramatic.
15 Most of the poets who fought exposed the cruelty and
meaninglessness of the fighting, attacking the ideals of
nationalism and heroism.
A Pacifist movement grew round such figures as the
philosopher Russell and the intellectuals of the so- called
“Bloomsbury Group”.
In 1918 all men aged twenty- one, and woman over thirty,
were allowed to vote.
In 1906 election the Labour Party had won 29 seats. In
1924 the first Labour government was created . The family
began to collapse. Families became smaller; as both
parents worked. Divorces too became more numerous.
The battle for the right to vote was fought, especially by
“Suffragettes” or Women’s Suffrage Movement. Its most
famous leader was Mrs Emmeline Pankhurst and her two
daughters, Sylvia and Christabel.
Suffrage was finally granted to women over thirty in 1918,
and to those over twenty-one in 1928.
The economic decline of the 1920s led to widespread
unemployment, and the Wall Street Crash, contributed to
the so-called Great Depression. This was felt most severely
in Britain from 1929to 1933, when over three million people
were unemployed.
A fundamental influence an artists and intellectuals were
the new theories about the structure and working of the
Human mind, know as Psychoanalysis. Its founder was
Freud , an Austrian doctor who developed a treatment for
the hysteria and neurosis.
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For Freud the unconscious was considered a dynamic force
originating in instinct, and repressed desires. Freud showed
that the human mind has many layers, some of which are
hidden. His theories reveled that, consciously or
unconsciously, human behavior was in accordance with
universal patterns. This was of enormous importance to
writers, since it gave them something to hold on to in the
chaos and apparent, irrationality of modern life.
Between all these events and changes, the man went into
crisis and unable to react, often he commits suicide.
7.IL TERRORISMO SUICIDA IN MEDIO ORIENTE
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Già alla fine degli Novanta, ma soprattutto nella fase della
“seconda Intifada”, lo scenario medio-orientale vide l’
esplodere di un fenomeno nuovo, il terrorismo suicida
islamico, che mise a segno una serie impressionante di
attentati contro civili e militari israeliani. Le radici di questa