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Sorridere è un gesto apparentemente spontaneo, ma in realtà
carico di intenzionalità e volere. Se sorridiamo a qualcuno sarà
pronto a ricambiare; e quella risposta, quella prova di contagio,
sarà sufficiente per farci comprendere che nella vita, in fondo,
vale sempre la pena sorridere.
Credo che nessuno sia così ricco da poterne fare a meno, né
così povero da non poterlo donare.
Quando incontri qualcuno che non ti offre un sorriso, sii
generoso e offri il tuo, perché nessuno ha tanto bisogno di un
sorriso, come colui che non sa darlo.
3
Con il IV sec a.C. si consumò il definitivo e irreversibile tramonto
polis. 1
della civiltà della
In relazione a questo cambiamento politico, si verifica anche un
cambiamento di tutta la letteratura.
Dei grandi generi letterari che erano stati trattati nel V sec.
l’unico che ritroviamo è la commedia. Una commedia diversa
commedia
nelle forme e nei contenuti, che si può definire:
nuova.
La situazione politica è cambiata, e di conseguenza cambiano
anche le tematiche nella commedia: viene meno la tematica
politica e subentra la sfera del privato, del sentimento
personale, la realtà privata.
Il sentimento che predomina è l’amore.
I personaggi sono la donna, la famiglia, la casa, quindi
tematiche quotidiane. commedie borghesi”,
Queste commedie vengono definite “
borghese ad indicare una realtà tranquilla, quotidiana, proprio
del mondo borghese.
La comicità della commedia antica era una comicità esagerata,
aggressiva e che si serviva di doppi sensi; ora questo tipo di
comicità scompare e alla risata sguaiata subentra un sorriso
composto e commosso.
Storia e testi della letteratura greca 3 (I),
M. Casertano e G. Nuzzo, G.B. palombo editore, pag.
1
31 4
L’unico autore pervenutoci della commedia nuova è Menandro.
Accantonati il dibattito assembleare e le grandi questioni
politiche che per tutto il V secolo avevano costituito incredibile
fonte di ispirazione della commedia attica, lo spazio teatrale,
ora libero, viene riempito da vicende nelle quali è rilevante la
presenza dell’elemento psicologico, e il cui maggiore grado di
interesse risiede nella complessità di una trama
sostanzialmente ripetitiva ed esile, ma tuttavia vivacizzata da
colpi di scena, equivoci e rivelazioni. Menandro pone al centro
del suo teatro l’uomo, un uomo qualunque, calato in una
normale quotidianità, disinteressato alle vicende e ai grandi
temi della vita politica.
Le vicende proposte dal teatro di Menandro appartengono alla
sfera del privato, mentre l’intreccio prende l’avvio da eventi
quotidiani, quali un banale equivoco, uno scambio di persona, il
sospetto di un inesistente adulterio, la presenza di un possibile
rivale amoroso del protagonista. In queste trame l’autore vuole
2
creare un effetto di verosimiglianza.
Menandro, nelle sue commedie, fa suscitare nei confronti
dell’agire umano un sorriso benevolo, cioè una sottile ironia
lontana dalla risata sguaiata di Aristofane.
Menandro introduce il concetto di che limita la possibilità
τυχη,
dell'uomo di cambiare la realtà. Questa limitatezza dell'agire
umano si rispecchia nel fatto che le commedie contengono un
susseguirsi di azioni che si incastrano tra loro, facendo sì che
non tutto dipenda dall'uomo e consentendo allo stesso tempo lo
scavo psicologico.
Le commedie di Menandro finiscono tutte in maniera positiva,
per due motivi : la necessità di rispettare le regole della
Storia e testi della letteratura greca 3 (I),
M. Casertano e G. Nuzzo, G.B. Palombo editore, pag. 34
2 5
commedia e la fiducia estrema che Menandro ripone nella bontà
umana dell'uomo. 6
Fra il 40 e il 30 a.C. Orazio si dedica alla composizione delle
satire, raccolte e pubblicate in 2 libri, il primo pubblicato nel 35
a.C. e il secondo nel 30.a.C.
Orazio non le chiama satire, ma “sermones” che significa
conversazioni, discorsi.
E lui infatti le considera discorsi amichevoli, conversazioni
bonarie. satura tota nostra est:
Secondo il giudizio di Quintiliano, egli
cioè non riusce a indicare autori greci che sono serviti come
punto di riferimento agli autori di questo genere letterario.
Orazio stesso indica Lucilio l’inventore del genere. Agli occhi di
Orazio, Lucilio era colui che ha fissato i tratti costruttivi della
poesia satirica; e a lui risaliva un elemento fondante : la scelta
dell’esametro come forma metrica della satira. Ma soprattutto
Lucilio partica questo genere letterario come strumento
dell’aggressione personale, della critica mordace. L’aggressività
pare a Orazio un elemento tanto caratteristico che egli si
sentiva di mettere Lucilio in collegamento con i poeti della
3
commedia greca antica (Aristofane).
Nelle satire di Lucilio grande parte hanno l’aggressività e
4
l’attacco personale, rivolti a cittadini potenti e influenti ; in
Letteratura latina 3,
G.B. Conte, E. Pianezzola, Le Monnier, pag. 175
3 Aere Perennius, Le Muse, pag. 6
4 7
Orazio l’attacco personale è sempre collegato con una
intenzione di ricerca morale. Al piacere gratuiti dell’aggressione
Orazio sostituisce l’esigenza di analizzare i vizi mediante
l’osservazione critica e la rappresentazione comica delle
5
persone.
La critica di Orazio è costruttiva, il tono è bonario, e prevale un
sorriso autoironico.
Nelle sue satire la franchezza e l’acume della critica si
combinano a uno spirito mordace e divertito; la poesia satirica
risponde pienamente all’intenzione del poeta di “ dire la verità
“ridentem dicere verum”( Sat. 1,1, 24). 6
ridendo”,
Orazio, nelle satire, mantiene la critica dei costumi, che
troviamo anche in Lucilio, ma toglie la carica aggressiva e
sorride. Prende di mira non delle singole persone, ma dei tipi
umani che rappresentano dei comportamenti che lui vuole
criticare.
Secondo Orazio la morale da percorrere è una vita che si basa
sull’autàrkeia metriotes.
e sulla
L’autàrkeia, metriotes,
intesa come autosufficienza interiore, la
invece, è la moderazione e il giusto mezzo.
Letteratura latina 3,
G.B. Conte, E. Pianezzola, Le Monnier, pag. 175
5 Aere Perennius, Le Muse, pag. 7
6 8
Marte ha un periodo di rotazione quasi uguale e un’inclinazione
dell’asse simili a quelli terrestri, per questo su Marte si
alternano vere e proprie stagioni, come sulla Terra. Esse sono
più lunghe di quelle terrestri, a causa della maggiore durata
dell’anno, e in media più fredde, per via della maggiore
lontananza dal Sole. La temperatura media superficiale si
aggira intorno ai -46°C. L’atmosfera è assai rarefatta e contiene
principalmente biossido di carbonio e piccole quantità di azoto.
Sono evidentemente riconoscibili nel paesaggio di Marte i segni
dell’azione erosiva di acque correnti. Si ritiene che su Marte in
passato ci fossero grandi quantità di acqua circolante, che oggi
potrebbe essere trattenuta allo stato solido nel suolo in una
sorta di permafrost e nelle calotte polari, sotto lo strato di
ghiaccio secco. La superficie di Marte mostra i segni di una
passata attività vulcanica e tettonica, in particolare nelle zone
dell’emisfero settentrionale. Su Marte si trova il più grande
edificio vulcanico del sistema solare: il Monte Olympus (24km).
L’atmosfera di Marte è spesso
perturbata da grandiose tempeste di
polvere, la polvere che resta a lungo
sospesa nell’aria conferisce a Marte
9
una caratteristica colorazione rossastra. Marte ha due piccoli
7
satelliti: Fobos e Deimos.
Recentemente è comparso uno “smile” sulla superficie di Marte.
Il pianeta rosso è di buonumore: sorride. Ad accorgersene sono
stati gli astronomi, quando si sono trovati davanti un'immagine
proveniente dallo spazio: quel cerchio sulla superficie di Marte
assomiglia effettivamente a uno "Smile" (la celebre faccina
gialla). Il sorriso si è "materializzato" in un cratere del pianeta.
Per gli esperti è un effetto ottico dovuto all'erosione o
8
all'impatto di qualche meteorite.
Proprio negli ultimi giorni la sonda Phoenix è atterrata su Marte,
dopo un viaggio nello spazio di
680 milioni di chilometri
cominciato con il lancio da Cape
Canaveral nell'agosto 2007. La
sonda americana ha toccato il
suolo di Marte la notte tra il 25 e il 26 maggio , dopo un viaggio
durato quasi dieci mesi. Fin da subito la sonda ha iniziato a
registrare le prime immagini, inviate al centro spaziale di
Pasadena che, due ore più tardi le ha trasmesse al resto del
mondo. Secondo la Nasa, la sonda si è posata con successo al
polo nord del pianeta rosso e già quindici minuti più tardi il
centro spaziale di Pasadena ha iniziato a ricevere i primi
segnali. Strutture poligonali sul suolo del polo nord di Marte
sono state fra le prima immagini inviate alla Terra dalla sonda
americana. Come i responsabili della missione si aspettavano,
la zona in cui si è posata Phoenix è una distesa piatta costellata
da qualche ciottolo e priva di grandi rocce e ghiaccio in
Pianeta tre,
I. Neviani, C. Pignocchino Feyles, SEI, pag. 63-64
7 http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/08_febbraio_04/marte_smile_foto_e8b22860-d339-11dc-
8
8916-0003ba99c667.shtml 10
A volte il sorriso si ritrova costituire una sorta di
“anteprima” del riso.
La stessa etimologia italiana della parola sorridere, cioè
sub-ridere, ci suggerisce l’idea di un riso lieve.
superficie. Confermata anche la presenza delle fenditure
poligonali osservate in passato da altre sonde in orbita attorno
al pianeta rosso. Strutture simili si trovano anche sulla Terra,
nelle zone artiche, e sono un indice della presenza di terreno
9
ghiacciato ed estremamente compatto, il permafrost.
http://www.tgcom.mediaset.it/tgtech/articoli/articolo415099.shtml
9 11
Le riflessioni di Bergson sulla natura
della comicità sono racchiuse nel libro:
Il riso. Saggio sul significato del
comico(1900).
Secondo il filosofo francese il riso ha
una funzione sociale. Bergson espone
le proprie idee partendo dal
riconoscimento classico del riso come
proprio dell’uomo: rovesciando il
"non vi è nulla di comico al di
principio tradizionale, afferma che
fuori di ciò che è propriamente umano 10
" . Segue poi la
considerazione che il riso è accompagnato sempre da un
atteggiamento di “insensibilità”: il comico agisce solo quando
manca l’emozione e si afferma un senso di sostanziale
indifferenza nei confronti dell’oggetto fonte di comicità. Secondo
lui, anime veramente sensibili, in accordo con la vita e con
l’universo, non comprenderebbero il riso; ma, d’altra parte, noi
"Il riso cela
non gusteremmo il comico se ci sentissimo isolati.
sempre un pensiero nascosto di intesa, direi quasi di complicità,
con altre persone che ridono, reali o immaginarie che siano" 11 .
"Il "comico" nasce quando uomini riuniti in un gruppo dirigono
l'attenzione su uno di loro, facendo tacere la loro sensibilità, ed
esercitando solo la loro intelligenza" 12
.
“Sembra che il riso abbia bisogno di un’eco. Il nostro riso è
sempre quello di un gruppo di persone” 13 . Ma cos’è che
scaturisce il riso? E’ la percezione di un meccanismo rigido
nell’esistenza quotidiana, che impedisce all’individuo di
percepire gli ostacoli che gli si frappongono, e che lo costringono
Il riso. Saggio sul significato del comico,
Henri Bergson, Editori Laterza, pag. 4
10 Il riso. Saggio sul significato del comico,
Henri Bergson, Editori Laterza, pag. 6
11 Il riso. Saggio sul significato del comico,
Henri Bergson, Editori Laterza, pag. 7
12 Il riso. Saggio sul significato del comico,
Henri Bergson, Editori Laterza, pag. 6
13 12
a bruschi e goffi mutamenti di attitudine. Si afferma così la
prospettiva del comico come denuncia di una specie di
“inadeguatezza”, che si manifesta nei componimenti maldestri e
nella incapacità di fronteggiare in modo corretto la quotidianità.
Bergson vede il comico come una sorta di "castigo sociale" con
cui la comunità (intesa come specie) individua, respinge e
corregge una serie di comportamenti percepiti come contrari allo
'slancio vitale' con cui si identifica la vita stessa. Questi
comportamenti sono quelli meccanici, monotoni che, nell'aderire
cieco alla regola, non sanno cogliere, ed anzi soffocano, la
fluidità, l'intrinseca libertà autocreatrice della vita: infatti lo