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Prima Guerra Mondiale
1912-1913
I primi focolai di guerra furono alcuni conflitti
nati all’interno della regione dei Balcani.
Nel 1912 la Russia si mise a capo di una Lega
balcanica, alla quale aderirono Grecia, Serbia,
Bulgaria e Montenegro i quali dichiararo9no
guerra alla Turchia.
Il conflitto, che prese il nome di prima guerra
balcanica, si concluse repentinamente,
concludendosi con la perdita per la Turchia dei
territori balcanici. Ma successivamente alla
ripartizione dei territori fra i Paesi vincenti
XIII
nacquero dei conflitti. Difatti ,
improvvisamente la Bulgaria attaccò la Grecia
e la Serbia, precedenti alleate in seguito al
mancato accordo sulla ripartizione della
Macedonia. Ma al conflitto, ossia la seconda
guerra balcanica, non parteciparono sono la
Bulgaria, la Serbia e la Grecia ma entrarono
nel conflitto anche la Romania, rimasta fuori
nel primo conflitto e la stessa Turchia. La
guerra si concluse con la perdita per la
Bulgaria anche di quei territori che aveva
conquistato nel primo conflitto.
1914 Foto di un gruppo di soldati di Lavarone pronti a partire 1914.
Ma la motivazione più diretta che fece
scatenare la prima
guerra mondiale fu
l’attentato a
Sarajevo dell’erede
al trono austriaco,
Ferdinando
Francesco
d’Asburgo, il quale
venne ucciso a colpi XIV
di pistola, insieme alla moglie Sofia, nel 1914.
L’attentato avvenne per mano del nazionalista
serbo Princip. Così l’Austria dichiarò guerra
alla Serbia. A questo punto,
sul piano di guerra troviamo
due tipi di alleanza: la
Triplice Intesa con la Francia,
la Russia e l’Inghilterra; la
Triplice Alleanza con l’Italia,
la Germania e l’Austria.
Così, al fianco della Serbia si
introdusse nel conflitto la Russia, di risposta il
1 Agosto la Germania dichiara guerra
all’Austria come previsto dalla Triplice
alleanza. A rispetto della Triplice Intesa, la
Francia entra nel conflitto al fianco della
Russia. La Germania così decide di
impadronirsi dei confini Francesi iniziando
l’avvicinamento verso il Lussemburgo e il
Belgio. Così la Gran Bretagna entrò in aiuto
della Francia. L’Italia, il giorno stesso
dell’intervento dell’Inghilterra, decise di
dichiarare la sua neutralità in quanto era
legata alla Germania in seguito alla Triplice
Alleanza, e legata alla Francia in seguito alla
politica estera di Giolitti, il quale volle
risanare i rapporti oltre che mediante la
Triplice Alleanza, anche con la Francia e
l’Inghilterra.
Mentre la Germania penetrava nei territori
francesi impadronendosi del Lussemburgo e
del Belgio, nacquero polemiche nella politica
interna italiana: difatti le forze politiche
XV
italiane, di fronte al conflitto si divisero in
Interventisti e Neutralisti. Alla fine il capo del
governo deciso di firmare in segreto il Patto di
Londra in cui l’Italia si impegnava ad entrare
in guerra a favore dell’Intesa. Così iniziarono
le spedizioni militari, guidate da Luigi
Cadorna, contro l’Austria.
Ma mentre l’Italia si trovava in difficoltà a
fronteggiare la potenza austriaca , la Francia
e la Germania diedero luogo a Verdun, nel
febbraio del 1916, ad una sanguinosa
guerriglia che causò la morte di ben 700.000
soldati.
1917
il 1917 fu l’anno di crisi per i Paesi all’interno
del conflitto. L’anno indicò il ritiro delle truppe
tedesche attaccate molteplici volte dai
francesi e dagli inglesi. In Italia, l’esercito
guidato da Cadorna decise di mettere in atto
nuove offensive austriache, le quali presero il
nome di decima, undicesima e dodicesima
guerra dell’Isonzo. Ma la dodicesima segnò il
XVI
ritiro delle truppe italiane in seguito ad una
manovra d’aggiramento da parte degli
austriaci.
Così, il nuovo capo del governo Vittorio
Emanuele Orlando decise di sostituire Luigi
Cadorna con Armando Diaz, il quale iniziò a
fronteggiare l’esercito austriaco anche grazie
alla leva fatta sui giovani in guerra
denominati i “Ragazzi del ‘99”.
Il 1917, il 15 dicembre, segnò la data anche
per il ritiro dal conflitto della Russia, in
seguito a dei conflitti esterni, denominati
come Rivoluzione d’Ottobre, iniziata dai
Bolscevichi i quali si opposero al governo
provvisorio guidato da Kerenskij. La
rivoluzione interna impose alla Russia di
firmare l’armistizio con gli imperi centrali.
1918
ma l’armistizio firmato non pose fine agli
attacchi inflitti alla Russia: difatti la Germania
inviò le proprie truppe verso il governo russo,
il quale dalla sede a Pietrogrado, dovette
spostarsi a Mosca.
Così il 3 marzo 1918 fu firmata la pace di
Brest-Litovsk con cui la Russia dovette cedere
alla Germania la Polonia, l’Estonia, la Lettonia
e la Lituania, mentre l’Ucraina ottenne
l’indipendenza.
Sul fronte occidentale l’anno segnò dei
successi sia alla Germania, sia alla Francia ,
all’Inghilterra e all’America. Gli ultimi due
XVII
Paesi imposero una pesante sconfitta
all’esercito germanico ad Amiens.
Tale sconfitto costrinse la Germania a liberare
il Belgio.
Il 1918 fu un grande anno anche per l’Italia: le
velleità belliche
dell’Austria si
sgretolarono
quando l’Italia,
nella leggendaria
battaglia di Vittorio
Veneto sconfisse
definitivamente gli
austriaci
costringendoli a
firmare l’armistizio di Villa Giusti.
Contemporaneamente la situazione interna
della Germania peggiorava sempre di più fino
ad arrivare all’insurrezione di Monaco e di
Berlino che portarono alla caduta della
monarchie e la proclamazione della
Repubblica. Il nuovo governò firmo l’armistizio
di Rethondès, con il quale si pose fine alla
“Grande Guerra”.
1919
È l’anno caratterizzato dai trattati di pace. Tra
i principali riconosciamo:
il Tratto di Versailles: dettava le condizione di
pace alla Germania, la quale venne messa in
una seria condizione di difficoltà economica; la
Germania dovette cedere al Belgio l’Eupen e
Malmèdy, alla Polonia il così detto Corridoio
XVIII
Polacco che garantisce lo sbocco sul Baltico e
inoltre perse tutte le colonie.
Il Trattato di Saint Germain en Laye: che
dettava le condizione all’Austria la quale
dovette riconoscere l’indipendenza della
Cecoslovacchia, della Jugoslavia e Ungheria.
Istria e Trieste vennero ceduti all’Italia e
vennero dati territori anche alla Polonia e alla
Romania. L’Austria venne così ridotta ad una
piccola Repubblica.
Il Trattato di Neully sur Seine: il quale impose
alla Bulgaria la cessione della Macedonia alla
Jugoslavia e la Tracia occidentale alla Grecia.
LA QUESTIONE DI FIUME
Quella ottenuta al termine della Grande Guerra era
considerata, dal popolo italiano, come una vittoria
mutilata. Il generale malcontento fece scatenare i
ribelli italiani i quali decisero di partire, erano circa
2600 italiani, verso Fiume, città della Dalmazia sul
XIX
golfo del Quarnaro, capeggiati dal poeta Gabriele
D’Annunzio. L’anno successivo all’entrata di
D’Annunzio e dei suoi uomini, l’Italia e la Jugoslavia
firmarono il trattato di Rapallo: la città di Fiume
venne riconosciuta come Stato indipendente e
l’Italia dovette cedere alla Jugoslavia la Dalmazia in
cambio di Zara e di alcune isole. Ma il popolo
italiano non accetto i termini del patto e il
malcontento scatenò la reazione del governo
italiano. Così, nel 1924, con il trattato di Roma,
firmato da Benito Mussolini, l’Italia procedette
all’annessione di Roma.
>>>O<<<
Il Superuomo Di Nietzsche
Un punto fondamentale
del pensiero
nietzschiano, rimasto
vivo nell’arco della
storia, è soprattutto il
concetto di “oltre-uomo”
o “Superuomo”. Una
banale, nonché
scorretta lettura del
concetto di superuomo e
di volontà di potenza ha
fatto sì che la filosofia
nietzschiana diventasse
il pretesto teorico per regimi dittatoriali come quello
della Germania di Hitler.
XX
Il carattere peculiare del superuomo è la “volontà di
potenza” che rende finalmente l’uomo libero e
soggetto alla realizzazione di sé.
La volontà di potenza è l’unica volontà esistente,
alla quale va riportato ogni accadere; è la forza che
opera negli individui e in generale in tutti gli esseri
viventi.
Il problema che la “volontà di potenza” pone è se il
soggetto di questa volontà sia un’élite che la
esercita sugli altri, oppure tutta l’umanità. Dalla
filosofia di Nietzsche si supporrebbe la seconda, ma
alcune affermazione fanno pensare che in realtà il
soggetto fosse la prima.
Tale interpretazione, come già detto all’inizio, ha
condotto ad una sbagliata lettura della sua opera
offrendo l’opportunità di legittimazione le posizioni
di superiorità e oppressione verso gli
inferiori.
Così parlò Zarathustra
In “ ”
Nietzsche traccia le linee
fondamentali della sua nuova filosofia.
Zarathustra è il profeta iranico che
annuncia l’avvento del superuomo il
quale, pienamente consapevole del
nuovo orizzonte che si è aperto, saprà
indirizzarsi verso un nuovo cammino
all’insegna del coraggio, della libertà, della forza e
della creatività.
Nietzsche afferma che l’uomo è come una corda
tesa tra il superuomo e la bestia, dunque l’uomo
deve essere superato. Ma il passaggio da uomo a
superuomo non è un passaggio evoluzionistico bensì
è una presa di coscienza, una maturazione filosofica
sulla nuova realtà. Il superuomo va ad escludere
qualsiasi elemento che rappresenti per lui la
rinuncia alla sua vera ed unica dimora, la terra.
Quest’ultima assume un valore divino, il nuovo
XXI
sacrilegio è andare contro ad essa. Dunque la nuova
filosofia va ad esaltare la terra, la forza e la gioia
della vita. Il simbolo della nuova prospettiva è
Dionisio, il dio dell’ebbrezza.
Per raggiungere la meta del superuomo, l’uomo
deve sottoporsi a tre Metamorfosi: cammello, leone
e fanciullo.
Cammello: dovrà sopportare come un cammello il
fardello della vita;
Leone: aver la forza di affrontare il cammino della
nuova strada e vincere la morale;
Fanciullo: in quanto dovrà vedere le cose come se
fosse la prima volta.
Per Nietzsche, il momento in cui emerge la figura
La Gaia
del superuomo, indica l’esposizione, ne “
Scienza ”, della verità più terribile e
sconvolgente: l’annunzio della morte di Dio,
morte per mano dell’uomo stesso.
Tale annunzio è posto in bocca ad un folle in quanto
solamente un folle può sopportare l’enorme peso
della verità, difficile da sopportare dal momento che
trasferisce sulle spalle dell’uomo tutta la
responsabilità della sua esistenza.
L’annunzio della morte di Dio rappresenta il culmine
della critica morale e religiosa.
Per Nietzsche Dio è il simbolo di ogni prospettiva
che si prefiguri contro la vita stessa, il simbolo di
una vita ultraterrena contro quella terrena. Inoltre
rappresenta la personificazione di tutte le credenze
metafisiche e religiose che in ogni tempo sono
servite, mediante la menzogna, a dar sollievo ad
una vita caotica e dolorosa. Dunque, per il filosofo,
la figura di Dio non è nient’alto che la più antica fra
le bugie e rappresenta la paura dell’essere umano di
fronte alla verità. XXII
Ma alla morte di Dio, Nietzsche, comprende di dover
ricostruire una nuova scala di valori. Tale compito,
arduo e lungo, sarà sicuramente degno di spiriti
liberi ai quali si presenta un nuovo orizzonte.
In “Così parlo Zarathustra”, Nietzsche adopera
un’altra immagine, oltre alle tre metamorfosi, per
chiarire la prospettiva del superuomo: per imparare
ad essere oltre-uomini bisogna prima imparare a
camminare, poi a danzare ed infine a volare. Si
dovrà imparare a camminare perché finora il
cammino compiuto ha percorso vie non degne
dell’uomo, si dovrà imparare a danzare perché
l’uomo finalmente impari a controllare il suo corpo
ed esprimere così la
sua gioia; infine,
libero dal peso dei
vecchi fardellipotrà
volare, librarsi dal
suolo ed essere fiero
della sua leggerezza.
Per vecchi fardelli
Nietzsche intende le
leggi, le morali e le
religioni.
“…vi scongiuro fratelli,
rimanete fedeli alla terra e non
credete a quelli che vi parlano
di sovra terrene speranze! Lo
sappiamo o no: costoro
esercitano il veneficio.
Dispregiatori della vita essi
sono, moribondi e avvelenati
XXIII
essi stessi, hanno stancato la
terra: possano scomparire!”
[da “Così
parlò Zarathustra”]
Nietzsche E L’arte
XXIV
La prima opera del filosofo Nietzsche fu “la
nascita della Tragedia”.Il termine “tragedia”,