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I bambini che arrivavano ad
Auschwitz-Birkenau avevano solo due
destini possibili: passare entro pochi
minuti entro la camera a gas oppure
diventare cavie per esperimenti
medici.
Nella parola Shoah, voce
biblica che significa
“catastrofe, disastro”, è
implicito che quanto è
accaduto non ha alcun
significato religioso,
contrariamente a ciò che
richiama il termine
olocausto, spesso usato, che
rinvia a un’idea di sacrificio
e di espiazione. La Shoah è
piuttosto un genocidio,
ovvero un’azione criminale
che, attraverso un
complesso e preordinato
insieme di azioni, è
finalizzata alla distruzione
di un gruppo etnico,
nazionale, razziale o
religioso.
Ben sei milioni di ebrei (secondo fonti tedesche), giovani, vecchi, neonati e adulti,
furono uccisi dalla violenza nazista.
La furia violenta del nazismo si scagliò però non solo contro gli ebrei, ma anche
contro: i tedeschi dissidenti); gli zingari ; i Testimoni di Geova ; i prigionieri di guerra ;
i partigiani ; gli omosessuali ; i portatori di handicap.
Bisogna però ricordare che, mentre ebrei e zingari furono vittime dello sterminio
sistematico di interi gruppi familiari, colpevoli solo di esistere, tutti gli altri vennero
perseguitati perché avversari del regime al potere o non adatti al nuovo ideale nazista
di “uomo tedesco”. 9
La Shoah si sviluppò in cinque diverse fasi:
I. la privazione dei diritti civili dei cittadini ebrei;
II. la loro espulsione dai territori della Germania;
III. la creazione di ghetti circondati da filo spinato, muri e guardie armate nei territori
conquistati a est dal Terzo Reich, dove gli ebrei furono costretti a vivere separati dalla
società ed in precarie condizioni sanitarie ed economiche;
IV. i massacri delle Einsatzgruppen (squadre di riservisti incaricate di eliminare ogni
oppositore del nazismo nei territori conquistati dell’Ucraina e della Russia) durante le
azioni di rastrellamento;
V. la deportazione nei campi di sterminio in Polonia dove, dopo un’immediata
selezione, gli ebrei venivano o uccisi subito con il gas o inviati nei campi di lavoro e
sfruttati fino all’esaurimento delle forze, per essere poi comunque eliminati.
Queste tappe possono essere suddivise in due periodi storici:
- dal 1933 al 1940, quando il nazismo vide la soluzione della questione ebraica
nell’emigrazione;
- dal 1941 al 1945, quando venne attuato lo sterminio.
Se questo è un uomo
Primo Levi
Breve biografia :
Primo Levi (Torino 1919-1987), romanziere, saggista e poeta italiano. Studiò
chimica all'università di Torino dal 1939 al 1941 e successivamente, mentre
lavorava come ricercatore chimico a Milano, decise di unirsi a un gruppo di
resistenza ebraica formatosi in seguito all'intervento tedesco nel Nord d'Italia nel
1943. Catturato e deportato al campo di sterminio di Auschwitz - Birkenau,
sopravvisse perché impiegato in attività di laboratorio. Riprese il suo lavoro
come chimico industriale nel 1946, ma si ritirò nel 1974, per dedicarsi
interamente alla scrittura. I profondi strascichi psicologici dell'internamento nel
campo di sterminio furono probabilmente la causa del suo suicidio, avvenuto nel
1987.
Periodo storico in cui si svolgono i fatti :
I fatti si svolgono tra il 1944 e il 1945, durante la seconda Guerra Mondiale iniziata nel
1939 con l'invasione della Polonia da parte della Germania nazista. In risposta
all'aggressione, Francia e Inghilterra dichiararono guerra ai tedeschi e il conflitto si estese
fino a interessare molti paesi e aree geografiche del pianeta. Più che in qualsiasi altra
guerra precedente, il coinvolgimento delle nazioni partecipanti fu totale e l'evento bellico
interessò in modo drammaticamente massiccio anche le popolazioni civili. La sua
conclusione nel 1945 segnò l'avvento di un nuovo ordine mondiale incentrato sulle due
superpotenze vincitrici, gli Stati Uniti d'America (USA) e l'Unione delle repubbliche socialiste
sovietiche (URSS).
Contenuto dell’opera (sintesi) 10
Nel libro viene descritto il periodo di prigionia compreso fra due terribili inverni nord
europei, inverni durante i quali il narratore vede numerosi suoi compagni morire di stenti a
causa delle proibitive condizioni ambientali, del precario stato igienico-sanitario del campo,
del lavoro massacrante. Levi si trova dinnanzi a un sistema, il lager, organizzato e
finalizzato all’annientamento della dignità umana. Dentro questo folle progetto di
distruzione, l’uomo non riesce più a provare pietà, non conosce più l’amicizia, la ribellione,
la speranza: si cura solo, assurdamente, di non morire e per questo lotta; combatte per
mantenere in piedi quel mucchietto di ossa, senza altro scopo che non sia quello di
aggiungere sofferenza alla propria condizione.
Tematica gli argomenti e i problemi fondamentali trattati nel libro)
(
Primo Levi si è sentito in dovere di raccontare la propria storia per tramandare
ai suoi lettori la testimonianza della brutalità del regime nazista, l’avidità di
potere che ha indotto la “razza ariana” a voler schiacciare gli ebrei, una “razza
inferiore”.
L’autore ci vuole proporre lo spaccato di un mondo in cui la lotta per la vita,
ridotta al suo meccanismo primitivo, si riconosce come uno spietato processo di
selezione naturale, dove l’unico elemento di differenziazione tra gli uomini è
determinato solo dalla loro capacità di imporsi, di dominare al fine
di sopravvivere. “ Nella storia e nella vita pare talvolta di discernere una legge
feroce che suona ; “ a chi ha, sarà dato; a chi non ha, a quello sarà tolto “. Nel
Lager, dove l’uomo è solo e la lotta per la vita si riduce al suo meccanismo
primordiale, la legge iniqua è apertamente in vigore,il mesaggio che l’autore ci
vuole trasmettere è quello di non dimenticare, di non
scordarci ciò che è successo per non ripeterlo in futuro…il bisogno di raccontare
agli “altri” e di fare gli “costoro” partecipi, aveva assunto, il carattere di un
impulso immediato e violento, tanto da rivaleggiare con gli altri bisogni
elementari: il libro è stato scritto per soddisfare a questo bisogno; in primo luogo
quindi a scopo di liberazione”.
Bibliografia essenziale
- Se questo è un uomo Primo Levi 11
ASPETTO STORICO-ATTUALE
Anche se lo stato d'Israele dichiarò la propria indipendenza il 14 maggio del 1948, la storia
moderna della nazione ha avuto inizio con il movimento sionista, fondato ufficialmente da
Theodor Herzl a Basilea nel 1897 e sostenuto dalla diaspora ebraica.
ASPETTO FISICO
Posizione geografica
Israele si trova nell'Asia sudoccidentale, sulla costa orientale del Mar Mediterraneo e
confina a nord con il Libano, a nord-est con la Siria, ad est con la Giordania, a sud-ovest
con l'Egitto e ad ovest con il Mar Mediterraneo. La punta più meridionale d’Israele
raggiunge il Golfo d’Aqaba, un'insenatura del Mar Rosso. Ha una superficie di 21.946 km².
12
Morfologia del territorio
Israele può essere diviso in cinque zone topografiche principali: la regione montuosa della
Galilea, la Piana di Esdraelon, le pianure costiere, i monti della Giudea e della Samaria ed
il Negev. I colli della Galilea dominano la parte settentrionale di Israele e si estendono
verso est per 40 km circa da una stretta pianura costiera fino al Lago di Tiberiade (anche
noto come Mare di Galilea).
A sud della zona montuosa della Galilea si trova la Piana di Esdraelon, lunga 55 km e
larga 25 km circa, che attraversa Israele dalle vicinanze di Haifa sulla costa mediterranea
fino al fiume Giordano. La valle, che in precedenza era una palude, è stata bonificata ed è
attualmente una regione agricola densamente popolata e produttiva.
I Monti della Giudea e, a nord, le colline della Samaria formano una barriera che
attraversa da nord a sud quasi tutto Israele.
Il Negev è una regione desertica che si estende a sud del Golfo di Aqaba fino a una linea
che va dall'estremità meridionale del Mar Morto al Mediterraneo, passando appena a sud
di Be'er Sheva.
Idrografia
Il fiume principale di Israele è il Giordano, che nasce dal Monte Hermon, sul confine libano-
siriano, raggiunge il Lago di Tiberiade, a 209 m circa sotto il livello del mare ,e sfocia nel
Mar Morto a 408 m circa sotto il livello del mare, la più bassa altitudine sulla superficie
terrestre. 13
Clima
Il clima di Israele è generalmente subtropicale, con precipitazioni limitate principalmente ai
mesi invernali. Le precipitazioni non sono distribuite equamente
Flora e fauna
La vegetazione spontanea, tipicamente mediterranea lungo la costa, assume i caratteri
della steppa procedendo verso l'interno, mentre al sud, nel Negev, è di tipo desertico. Sono
presenti circa 2500 diverse specie di piante, per lo più xerofile, cioè piante che vivono in
ambienti aridi; a partire dal 1948 sono stati piantati oltre 200 milioni di alberi e, a tutt'oggi,
le aree rimboschite coprono circa il 6% del territorio. Le specie animali sono numerose e
comprendono la lontra, il lupo, la mangusta e lo sciacallo, oltre a gazzelle e porcospini.
Alcune zone vengono invase periodicamente dalle locuste.
L’ambiente
Israele ha un'alta densità di popolazione, comunque è un Paese ben sviluppato, con un’
efficiente rete di acqua potabile e un buon sistema fognario. L'acqua è la risorsa naturale
che più condiziona la vita in questi luoghi e le riserve in prossimità dei confini nazionali
hanno dato origine a conflitti. Malgrado questo, Israele ha avuto una crescita agricola
sostenuta, in parte grazie a misure di conservazione dell'acqua come l'irrigazione a
gocciolamento.
Israele si trova alla congiunzione geografica di tre importanti zone climatiche ed ecologiche
e presenta una ricca biodiversità, nonostante le dimensioni relativamente piccole. Il deserto
del Negev copre oltre la metà del Paese, ma lungo la costa del Mediterraneo vi sono ampie
distese di macchia mediterranea e di vegetazione sempreverde. Le foreste si trovano
perlopiù alle elevazioni più alte. Il 4,9% (1995) del Paese è coperto da foreste, delle quali
circa il 37% è foresta naturale.
Barriere coralline contornano il breve tratto di costa israeliano del Mar Rosso.
ASPETTO DEMOGRAFICO
La popolazione
Israele conta circa 5.300.000 abitanti (1994), con una densità media di 242 unità per km2.
La popolazione è prevalentemente urbana (90,6%; 1995) e, anche se composta per l'83% da
ebrei, presenta caratteristiche etniche e culturali assai diversificate. Anche i cosiddetti
sabra (gli ebrei nati in Israele, che costituiscono oltre la metà della popolazione ebraica),
hanno origini differenti dacché i loro immediati progenitori provenivano da oltre cento paesi
e parlavano circa 85 diverse lingue e dialetti. Nei raggruppamenti principali sono inclusi gli
ashkenaziti, che discendono da popolazioni che abitavano aree slave e balcaniche; i
sefarditi, i cui antenati popolavano la penisola iberica, e altre genti che raggiunsero Israele
dal Nord Africa e da altri paesi dell'Asia sudoccidentale. Circa il 17% della popolazione è
araba.
Lingua e religione
Circa l'82% della popolazione professa l'ebraismo, e le festività ebraiche e il Sabbath sono,
per legge, osservati in tutto il paese. La minoranza più numerosa è costituita da
musulmani (13% circa), ma sono presenti anche cristiani (di diverse confessioni) e drusi. A
partire dal 1991 si è aggiunta anche una discreta comunità di falascià, provenienti 14
dall'Etiopia. La lingua ufficiale è l'ebraico, ma è molto diffuso anche l'arabo, usato nelle
scuole e in politica. Molti parlano l'inglese, l'yiddish, il russo e un considerevole numero di
altre lingue europee.
ASPETTO POLITICO
Ordinamento dello stato
Israele è una Repubblica parlamentare; non esiste una Costituzione scritta, ma un insieme
di leggi approvate dal Parlamento regola l'attività del governo. Il presidente della
Repubblica (che possiede poteri limitati) viene eletto dall'Assemblea nazionale ogni 5 anni.
L'organo esecutivo principale è un Gabinetto composto da circa 25 membri, guidati dal
primo ministro; questi rimangono in carica tramite il voto di fiducia del legislativo. A partire