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inglese-james joyce,the dead
filosofia-bergson e il ricordo puro come sintesi tra percezione pura e ricordo puro
storia-giornata della memoria
latino-quintiliano,tecniche di memorizzazione dall'isitutio oratoria
fisica-capacità di memorizzazione sostanze ferromagnatiche e ciclo d'isteresi
geografia astronomica-capacità di memorizzazione dei minerali ferromagnetici come prima prova della deriva dei continenti
Il ricordo
Come tema centrale del mio percorso ho scelto il ricordo,un termine utilizzato per definire ciò che è
volto a riportare alla mente un evento,una persona o un luogo,.Un piccolo oggetto della nostra
mente,un segno,un’orma di ciò che è stato,che può fungere da ancora di salvezza e cullarci se esso è
piacevole e rimanda ad un evento del passato positivo,o talvolta rappresenta l’incubo peggiore di
una persona,un macigno che porta dentro di sé e che può condizionare per sempre la sua esistenza.
Esempio di quest’ambivalenza di valore è fornito da due autori della letteratura,uno italiano ,l’altro
britannico, e con un diverso modo di affrontare nelle loro opere questo tema.
Dunque per quanto riguarda italiano ho deciso di portare Leopardi,il cui atteggiamento è di
nostalgia nei confronti del passato,e in cui il tema della rimembranza è presente in molte delle sue
opere,come “La sera del dì di festa”,”l’Infinito”,ma maggiormente in “A Silvia”, che si apre con il
termine chiave Rimembri,tanto caro al poeta,poiché legato ad un’attività a lui altrettanto cara,il
ricordare:ogni rimembranza per lui è piacevole tanto più quanto più il ricordo è lontano e
vago;addirittura nella sua ottica anche la memoria di eventi spiacevoli acquista un alone
positivo,per l’indefinitezza che lo circonda(teoria del piacere). Come egli dice nello “Zibaldone”
«un
oggetto qualunque, per esempio un
luogo, un sito, una campagna, per bella
che sia, se non desta alcuna rimembranza, non è poetica punto a vederla.
La medesima, ed anche un sito, un oggetto qualunque, affatto impoetico in sé,
sarà poeticissimo a rimembrarlo.
La rimembranza è essenziale e principale
Nel sentimento poetico,se non altro perché il presente, qualch’egli sia, non può
esser poetico; e il poetico, in uno o in
altro modo,si trova sempre consistere
nel lontano, nell’indefinito, nel vago».Quindi il ricordo è legato all’indefinito,ed è fonte di poesia,in
quanto secondo lui la poesia non può nascere da una mera osservazione e descrizione della
realtà,poiché i contorni netti e definiti privano le immagini delle illusioni,essenziali per la poesia. Il
ricordo è il tema portante di “A Silvia”,è ciò che si oppone all’apparir del vero,che porta alla morte
delle illusioni. Esso dà il via alle immagini della prima giovinezza,il tempo delle illusioni,per lui,per
Silvia,per tutti gli uomini. Abbiamo in apertura della poesia il ricordo della fanciulla,negli anni della
sua adolescenza,ma anche di Leopardi nella più bella età,associata nella poesia ad immagini
primaverili,e raccontata attraverso suoni dolci che sottolineano come siano piacevoli i ricordi.
All’improvviso però l’armonia si rompe,e arriva il vero,e con lui il dolore di doversi rendere conto
della realtà,e della tremenda contrapposizione che c’è tra il presente e il passato,che il poeta ricorda
così piacevolmente. E dunque tutta una serie di interrogative disperate che si oppongono alla
dolcezza del rimembrar,e sottolineano come le speranze di quella gioventù,così care al ricordo siano
svanite,e come la realtà si presenti all’uomo nella sua crudeltà. La vita è crudele,e lo sa
Silvia,strappata dalla vita in tenera età,e lo stesso autore,il cui destino è simile a quello di lei,poiché
anche a lui fu negata la giovinezza,non per morte precoce,ma per la morte della speranza del vago
avvenire.Dunque la speranza viene personificata ,confondendosi con la fanciulla,entrambe
compagne di giovinezza del poeta,entrambe destinate a morire e a lasciar il posto al vero.
Quindi vediamo come Leopardi dia moltissima importanza al ricordo,che oltre a rappresentare
l’indefinito,la speranza,ciò che di buono rimane davanti alla crudele realtà,rappresenta lo spunto
attraverso il quale arriva ad esprimere l’essenza del suo pensiero,di cui questa poesia è esempio.
L’autore che ho scelto della letteratura inglese,è James Joyce,che sviluppa la tematica del ricordo
nella sua raccolta di short stories, i “Dubliners”,costituita di 15 storie di cui l’ultima,”The Dead”,
rappresenta il climax delle precedenti,in quanto sviluppa le stesse tematiche attraverso un
linguaggio più denso ed elaborato,e in cui il tema del ricordo rappresenta l’improvvisa rivelazione
della paralisi interiore che vive la protagonista,Gretta,la cui vita è condizionata fortemente da un
amore passato,di cui erano protagonisti lei ed un giovane che è morto…..The novel took place on a
winter night in Dublin. Every year, Kate and Julia Morkan, two old ladies of the middle class and
their niece Mary Jane organized a Christmas party for relatives and friends.
The protagonists are Gabriel Conroy and his wife Gretta. Gabriel taught at the university and wrote
the literary column in the "Daily Express"; he was Kate and Julia's nephew and he had to have a
look of Freddy Matines, who often got drunk and to pronounce the final speech. He was an ordinary
and quiet man and did all this with kindness and assiduity, while watching his wife, who seemed
more detached.
The party succeded. Never once had it fallen flat: guests spoke a lot about music and there was also
a popular tenor, however he didn't want to perform, whereas Miss Julia sang with feeble voice in a
funny way.
When it was time to come back, Gabriel was ready to go to the hotel, because their home was far
away from there, but suddenly Gretta stopped on the stairs: the tenor started to sing " the Lass of
Aughrim", an old Irish song; Gretta was on the verge of crying. They reached the hotel they
discussed about it.
Gretta told him about a young man, who once loved her and sang that Irish song. When she was
young she had lived with her grandma and had had to break this relationship off, in order to come
here in Dublin. Michael( that was his name), despite being very ill, had spent a whole day under the
rain waiting for her and had confessed that he would have preferred the Death without her. Micheal
Furey died for her love when he was seventeen years old.
This is the memory that influenced Gretta for all her life, that makes her unable to live, to love her
husband.
The memory in this short story is the mental paralysis that bounds Gretta to her past, that had
destroyed her life.
Micheal Furey represented a shadow that influenced her.
So this last short story represented the “Dubliners’ “climax, in which there the best example of
paralysis, that is the most used Joyce’s narrative technique, whose purpose is to show the condition
of Dubliners, depicted as afflicted people, unable to react against the British supremacy.
Not only the paralysis itself, but also its revelation to the characters is important. This sudden
revelation, called “Ephipany”, lead the character to a realisation about him/herself, or about the
situation around him/her. In the Dead the Gretta’s paralysis, represented by her first love memories ,
is at the same time an epiphany for Gabriel, that feels himself unloved, and meaningless for his
wife.
The sense of death dominates the end of the story, when Gabriel looks out of the window crying,
and sees the snow.
The snow is the death and paralysis ‘ symbol, because like the memory represented a standstill.
Gretta is frozen by her memories, her heart is recovered by “snow”, her life is ended with Micheal
Furey
Essendo un contenuto psicologico,legato dunque all’azione della nostra mente,che come un
“registratore” fissa tutto ciò che avviene nel corso della nostra vita,ogni nostro ricordo modifica il
nostro essere,lo condiziona,e fa sì che ogni nostra esperienza sia unica nel suo genere,diversa dalle
altre,perché nel frattempo il nostro essere è stato modificato da tutto ciò che è stato. Il ricordo
rappresenta la chiave di volta della filosofia di Bergson,che in questo modo sigilla la sua distinzione
di tempo interiore ed esteriore,di tempo della coscienza e della scienza,ma soprattutto supporta la
distinzione tra cervello e mente Prima di parlare di come Bergson consideri il ricordo,bisogna
chiarire come egli arrivi a parlare di ricordo e memoria,ripercorrendo delle tappe fondamentali della
costruzione del suo pensiero. Il punto di partenza della filosofia di Bergson è rappresentato dalla
distinzione che egli fa tra tempo spazializzato e tempo come durata.
Il tempo spazializzato è il tempo che si può quantificare,il tempo delle scienze,mentre la durata è
invece propria degli stati di coscienza , nei quali sensazioni successive si compenetrano dando
luogo ad un’esperienza vissuta. Mentre il tempo spazializzato è omogeneo e reversibile,per esempio
una sequenza di note rimarrà sempre tale,e ogni nota avrà sempre la stessa durata,il tempo della
coscienza è come un gomitolo che si arrotola su se stesso ,dove ogni segmento è diverso dall’altro
perché è unito già al filo arrotolato(tempo individuale).Ogni stato di coscienza infatti è unico e
irripetibile perché un’eventuale esperienza simile ma successiva si inserisce in un contesto diverso e
provoca effetti diversi.
La durata è l’elemento che caratterizza la coscienza,poiché è diverso provare un sentimento più o
meno a lungo,in quanto esso influenza direttamente la coscienza. Uno stato d’animo è modificato
dalla durata e non è fatto di momenti successivi indifferenti. Per esempio io posso reagire ad una
stessa circostanza in modo diverso da come ho reagito in passato .Questo perchè ogni stato di
coscienza influenza il nostro essere ed è irripetibile. Per questo il modo di reagire di un
individuo,una sua scelta,non può mai essere prevista,perché la sua coscienza non può sottostare a
leggi di causa effetto,che invece sono alla base del determinismo e del tempo della scienza. La
nostra azione è dunque libera,non deve sottostare ad alcuna legge.
La differenza che c’è tra tempo spazializzato e di coscienza è importante soprattutto per le
conseguenze che comporta,in quanto rimanda a quella più generale tra coscienza e realtà e tra mente
e cervello,risolta dall’epifenomenismo considerando il pensiero come funzione del cervello,e dal
parallelismo ,sostenendo che mente e cervello sono la stessa cosa vista da due prospettive diverse.
Bergson vuole invece dimostrare che la realtà spirituale è indipendente da quella fisica,ma ad essa
legata non tramite semplici rapporti di corrispondenza. Per lui la materia è un insieme di
immagini,un qualcosa che sta a metà strada tra la cosa e la rappresentazione( un contenuto della
nostra mente). Il mondo non è altro che un insieme di immagini,a cui conferiamo un’entità
ontologica,lo consideriamo un qualcosa al di fuori di noi,ma che corrisponde al modo in cui lo
possiamo conoscere. Noi interagiamo con queste immagini mediante il nostro io,e in noi ci sono
due polarità:da un lato sentiamo le cose e agiamo su di esse mediante il corpo,dall’altro abbiamo
una dimensione indipendente dalle cose,la coscienza. L’interazione con le cose avviene attraverso la
percezione,ossia in modo attivo,intesa non solo come conoscenza ma anche come azione sulle cose
stesse. La memoria è un modo di interagire con gli oggetti complesso. Essa è l’insieme dei nostri
ricordi ,dei quali alcuni sono coscienti,e ci serviamo di essi per interagire con la realtà. Della
maggior parte non siamo invece consapevoli e riemergono invece solo in determinate circostanze.
Essi conservano tutte le nostre esperienze passate e il loro insieme costituisce la nostra coscienza.
Bergson definisce questa dimensione ricordo puro,ossia indipendente dal ricordo che evochiamo in
vista dell’azione. Tra la percezione e il ricordo puro di inseriscono i ricordi-immagine,cioè i ricordi
attualizzati per agire sulle cose. La nostra vita psicologica non è né ricordo puro,né semplicemente
percezione,e l’individuo percorre in modo dinamico i diversi piani che separano le due cose. Ogni
percezione comunque è legata ad un intervento della memoria,è una sintesi di percezione pura e
ricordo puro.Essa è intrisa di ricordi,non è una semplice reazione meccanica ad uno stimolo,e sono