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Sintesi
Introduzione Memoria, ricordo tesina


Tesina sul funzionamento della memoria e sulla interpretazione di essa in base ad un progetto di volontariato con malati di Alzheimer.

Collegamenti


Scienze : come funziona la memoria, cosa si ricorda meglio e perchè
Filosofia: Bergson ; memoria ricordo e percezione; tempo della scienza e della coscienza.
Inglese: J.Joyce - Eveline - the Memory living
Italiano: Non recidere, forbice, quel volto - analisi poesia Eugenio Montale
Fisica: Critica al concetto di Simultaneità.
Estratto del documento

Fattori che si riferiscono al soggetto. Uno stato di stanchezza o dolore ostacola

• l'apprendimento. Viceversa, la motivazione interiore, la novità del materiale da

memorizzare, l'interesse per l'argomento favorisce l'apprendimento.

Fattori relativi al materiale da memorizzare. Si ricorda più facilmente e più a lungo

• un materiale dotato di significato, organizzato, raffigurante oggetti concreti .

Fattori riguardanti la pratica o all'esercizio. Vi sono, in questo campo, varie tecniche

• operative per la memorizzazione:

Il ricordo (o rievocazione) è la fase in cui il soggetto recupera quanto appreso e

conservato, allo scopo di riprodurre la situazione presentata al momento

dell'apprendimento. È proprio in questa fase che vengono alla luce quelle modifiche operate

nei riguardi del materiale memorizzato e conservato.

Si possono distinguere diversi tipi di memoria:

La memoria a breve termine che si distingue a sua volta in memoria primaria e memoria

lavoro.

La memoria primaria mantiene passivamente le informazioni tali e quali, ad esempio

quando dobbiamo comporre un numero di telefono che abbiamo appena letto, mentre la

memoria lavoro le mantiene e le elabora contemporaneamente. Questo tipo di memoria è

coinvolta in compiti complessi quali la comprensione dei testi, il ragionamento e la

risoluzione dei problemi. La memoria a breve termine primaria non subisce sostanziali

cambiamenti con il trascorrere del tempo, la memoria di lavoro purtroppo ne risente.

Secondo alcuni dati sembra che il suo declino inizi intorno all’età di 25 anni. La

compromissione di questa parte della memoria, si traduce nella vita di tutti i giorni nella

sensazione che invecchiando perdiamo agilità e prontezza mentale e diventiamo più lenti

nell’apprendere.

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Una volta che le informazioni sono state mantenute ed elaborate dalla nostra memoria a

breve termine, passano nella memoria a lungo termine, un magazzino dalla capacità molto

più ampia che può contenere informazioni anche per moltissimi anni, potremmo dire per

tutta la durata della nostra vita.

La memoria a lungo termine è composta da più sistemi:

Ciascuno di noi possiede una memoria autobiografica che mantiene i ricordi degli

• episodi della nostra vita. Questo tipo di memoria è molto resistente al processo

d’invecchiamento, più della memoria episodica che è quella parte della nostra

memoria che conserva ricordi di eventi con specifiche coordinate spazio-temporali.

Nell’invecchiamento fisiologico la memoria semantica si rivela particolarmente

• robusta. Nelle prove che valutano questo tipo di memoria, come ad esempio il

vocabolario, gli anziani ottengono punteggi più alti dei giovani-adulti. Ciò significa

che l’istruzione e la cultura sono un investimento a lungo termine che si mantiene

pressoché intatto nel corso degli anni.

Abbiamo anche una memoria procedurale che ci permette di conservare una serie di

• apprendimenti automatizzati, come ad esempio rifare il letto, andare in bicicletta,

lavorare a maglia…Tutte azioni che non richiedono una sforzo cosciente di

rievocazione da parte nostra nel momento in cui dobbiamo eseguirle. Questo tipo di

memoria è molto resistente, non solo nel normale processo d’invecchiamento, ma

anche a processi neurodegenerativi, come ad esempio la demenza di Alzheimer.

Infine esiste una memoria prospettica, che è quella parte della memoria che ci

“ricorda di ricordare”, cioè ci permette di programmare le azioni future e di eseguirle nel

momento opportuno.

Per concludere, la nostra memoria non invecchia in maniera omogenea. Con il passare degli

anni dobbiamo aspettarci un peggioramento della memoria di lavoro, della memoria

episodica e della prospettica. Si mantengono sostanzialmente stabili la memoria a breve

termine, quella autobiografica e quella procedurale. Può addirittura migliorare con

l’avanzare dell’età la memoria semantica. Quindi il nostro patrimonio di conoscenze e la

nostra esperienza non possono che trarre giovamento dal trascorrere del tempo. La

conoscenza della nostra memoria e del suo funzionamento smentisce il pregiudizio che

l’invecchiamento sia caratterizzato solo da perdite. Gli studi in questo settore ci confermano

l’esistenza di un cambiamento compatibile con l’acquisizione di nuove conoscenze e con

l’intima soddisfazione di avere ancora un ruolo attivo e responsabile nella nostra vita e nella

nostra crescita personale.

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L’oblio, cioè la dimenticanza, costituisce il risvolto della memoria. Per conservare le nozioni

apprese è altrettanto utile rimuovere costantemente le informazioni inutili, quasi come un

meccanismo di difesa a fronte dell’enormità delle stimolazioni continuamente ricevute. La

smemoratezza è pertanto elemento indispensabile della memoria, specie quando si tratta di

dimenticare le informazioni spiacevoli. La lenta e progressiva perdita di memoria che

accompagna l’invecchiamento fisiologico ha anche la finalità di evitare la consapevolezza del

progressivo declino fisico, almeno fino a quando non si configuri come incapacità a svolgere

le comuni attività quotidiane dell’esistenza.

 

Il morbo di Alzheimer

La   malattia   (o   morbo)   di   Alzheimer,   definita   come   quel   “processo   degenerativo   che   distrugge  

progressivamente   le   cellule   cerebrali   rendendo   a   poco   a   poco   l’individuo   che   ne   è   affetto   incapace   di  

una   vita   normale”,   è   contraddistinta   da   perdita   di   memoria   e   confusione   mentale.   Si   manifesta   come  

demenza   caratterizzata   da   deficit   cognitivi.   Inizialmente   si   verificano   disturbi   della   memoria   a   breve  

termine   e   della   memoria   prospettica.   Man   mano   il   deficit   aumenta   la   perdita   della   memoria   arriva   a  

colpire  anche  la  memoria  episodica  retrograda  e  la  memoria  semantica.  Col  progredire  della  malattia,  le  

persone   diventano   anche   deficitarie   nelle   funzioni   strumentali   e   possono   presentare   disturbi  

neurologici;   pertanto   i   pazienti   richiedono   continua   assistenza   personale.   La   malattia   è   causata   dalla  

distruzione   di   neuroni,   dovuta   alla   betamiloide:   sostanza   neurotossica   in   grado   di   depositarsi   sulle  

membrane   cerebrali   in   grosse  placche  che   inibiscono   le   sinapsi,   ovvero   i   collegamenti   tra   i   neuroni,   i  

quali   finiscono   per   morire.   La   malattia   è   accompagnata   da   una   forte   diminuzione   di   acetilcolina   nel  

cervello  (un  neurotrasmettitore  fondamentale  per  la  comunicazione  tra  i  neuroni).  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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                                                             Henri  Bergson  

Tempo,  Memoria,  ricordo-­‐immagine  e  percezione  

 

Bergson approfondisce il tema centrale della relazione tra il corpo e lo spirito e soprattutto tra

cervello e mente nel saggio ‘Materia e memoria’ e articola il suo discorso distinguendo tra:

Memoria

o Ricordo

o Percezione

o

La Memoria è la stessa coscienza, che registra automaticamente tutto ciò che accade,

anche ciò di cui non abbiamo consapevolezza. La memoria Pura si identifica con il nostro

passato. Alcuni dei nostri ricordi sono, infatti, coscienti e di essi ci serviamo per interagire

immediatamente con la realtà. Della maggior parte dei ricordi invece non siamo consapevoli

e riemergono solo in determinate circostanze. Essi conservano tutte le nostre esperienze

passate e il loro insieme costituisce la nostra coscienza. Bergson definisce questa

dimensione ricordo puro, indipendente dal ricordo che evochiamo in vista dell’azione.

Il Ricordo è la materializzazione di un’immagine, operata dal cervello, di un evento del

passato. Questa materializzazione non avviene sempre, e ciò spiega in che senso la

coscienza, non sia necessariamente ricordo. Infatti, quello che noi chiamiamo “memoria”

(ricordo-immagine) è solo una piccola parte della memoria complessiva (memoria pura). Il

ricordo è l’attenzione che noi poniamo a parte della nostra memoria: siamo portati a fare

attenzione al presente e utilizzare del passato quello che ci serve per la circostanza attuale;

il ricordo, per la sua forma mentale, viene anche chiamato “immagine”. Quest’operazione è

compiuta da tutti noi in modo continuo e automatico; la maggior parte del nostro passato,

quello che non ci è utile nella circostanza presente, si mantiene nell’inconscio, ma è pronto

ad emergere ogniqualvolta fosse richiesto.

Da un lato sentiamo le cose e agiamo su di esse mediante il corpo, dall’altro abbiamo una

dimensione indipendente dalle cose, la coscienza. Queste due polarità sono la percezione e

la memoria.

La Percezione agisce come un filtro che seleziona i dati in vista delle esigenze dell’azione.

Bergson, però, sottoli

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