Sintesi
“La Bellezza è una forma del Genio, anzi, è più alta del Genio perché non necessita di spiegazioni.” (Oscar Wilde)

Molti letterati si sono interrogati sul potere della Bellezza e hanno cercato di fare della loro vita una vera e propria opera d’arte. Uno di questi è appunto Oscar Wilde.
Oscar Wilde was born in Dublin and he is known as a fashionable dandy for his extraordinary wit and his extravagant way of dressing. He was a great speaker and his presence became a social event. He wrote a lot of short stories and novels, but most of them have been considered as immoral and obscene. His most important novel is The Picture of Dorian Grey, where he talks about the theme of eternal beauty. The protagonist, Dorian Grey, is a beautiful young man who wants to stay always young and beautiful. Dorian’s beauty fascinates a painter, Basil Hallward, who decides to paint his portrait. The portrait satisfies the young man’s desires, including that of eternal youth. The signs of age, experience and vice appear on the portrait. Dorian lives only for pleasure, making use of everybody. When the painter sees the corrupted image of the portrait, Dorian kills him. Later, Dorian wants to free himself of the portrait and stabs it, but in doing so he mysteriously kills himself. In the very moment of his death, the picture returns to its original purity. The moral of the novel is that every excess must be punished and reality cannot be escaped.

Come per la letteratura inglese, il tema della bellezza è stato affrontato anche in quella francese.
En effet, en France il y avait un mouvement d’écrivains, le Parnasse, connu aussi comme le mouvement de l’Art pour L’art. Le nom de ce group vient de la mythologie grecque: le Parnasse est en fait une montagne de Grèce près de Delphes où les Anciens situaient le séjour des Muses et d’Apollon, et par conséquent de la poésie. Le mouvement a été crée par Théophile Gautier et les thèmes principaux sont: le culte de la beauté (L’Art ne vise que le Beau et ne se préoccupe pas d’être utile; ainsi l’Art est éternel) et la perfection stylistique (fruit d’un travail conscient et laborieux sur la langue). Les principes des parnassiens ont été repris par Charles Baudelaire, qui a vu dans la beauté le seul moyen pour échapper du Spleen. Cette beauté n’est pas liée à la morale. L’Art est la seule façon de transcender la laideur pour atteindre la Beauté. Et donc la seule morale est celle de l’esthétique. Baudelaire fait aussi des travaux minutieux sur la langue, comme les parnassiens. Il se soumet aux règles classiques, il étudie minutieusement ses vers et ses phrases, il cultive les formes fixes et brèves comme le sonnet, il pratique volontiers l’alexandrin. Sa vie même a été vécu dans l’esprit de l’Art et de la Beauté.

La vita di Baudelaire, in effetti, è molto simile a quella di Gabriele D’Annunzio.
Gabriele D’Annunzio è uno dei più importanti esponenti della corrente del decadentismo. È nato a Pescara e ha vissuto la sua vita nello spirito dell’arte e della bellezza, viaggiando a Roma, a Napoli e in Francia. La sua vita è una sorta di opera d’arte, vissuta obbedendo soltanto al supremo principio del piacere. D’Annunzio infatti ha avuto numerose relazioni; la sua attività politica esprime una retorica esibizionistica, fatta per sedurre più che convincere, per colpire più che indurre a riflettere. La Bellezza per lui è al di sopra di tutto, è un valore assoluto. Questa visione edonistica della vita emerge soprattutto nel romanzo “Il Piacere”, il primo romanzo di D’Annunzio. Il protagonista è Andrea Sperelli, che rappresenta l’alter ego dell’autore e l’eroe dell’estetismo. La vita stessa per lui viene concepita come arte. Andrea vive nel palazzo Zuccari a Roma e passa da un’avventura galante all’altra, immerso nella vita frivola della mondanità. Si innamora di una donna, Elena Muti, la cui bellezza e la cui forte personalità hanno turbato Andrea. La donna però fugge e sposa un altro uomo. Andrea conosce allora Maria Ferres, una donna tutto il contrario di Elena, dolce e sensibile. Cerca di instaurare una relazione con lei, sebbene sia già sposata, ma non riesce a dimenticare Elena. Un giorno mentre è abbracciato a Maria, Andrea pronuncia senza volerlo il nome di Elena, e Maria lo lascia. La conclusione registra il fallimento del protagonista e del suo progetto di esteta.

La vita vissuta nello spirito dell’arte, come quella di questi autori (Oscar Wilde, Charles Baudelaire, Gabriele D’Annunzio) può essere intesa come la vita dello stadio estetico, pensata dal filosofo Søren Kierkegaard. Secondo Kierkegaard l’esistenza umana non è qualcosa di necessario e garantito, ma un insieme di possibilità che pongono l’uomo di fronte a una scelta e che implicano una componente ineliminabile di rischio. Kierkegaard considera tre diversi stadi fondamentali dell’esistenza (modi di vivere e di concepire l’esistenza): la vita estetica, la vita morale e la vita religiosa. Lo stadio estetico è la forma di vita di chi esiste nell’attimo, fuggevolissimo e irripetibile. L’esteta è colui che vive poeticamente, cioè nutrendosi di immaginazione e riflessione insieme. Si rapporta alle diverse situazioni della vita concreta come se fossero il frutto dell’immaginazione poetica, costruendo per se stesso un mondo luminoso, da cui bandisce tutto ciò che è banale, insignificante e nel quale vive in un stato di permanente ebbrezza intellettuale. La vita estetica conduce però necessariamente alla noia e, in ultimo, alla disperazione. Tale disperazione è il sintomo dell’ansia dell’esteta per una vita diversa, per la possibilità di un’alternativa esistenziale differente. Lo stadio etico implica una stabilità e una continuità che la vita estetica esclude. La caratteristica della vita etica è costituita dalla scelta che l’uomo fa di se stesso: si tratta di una scelta assoluta, perché non è la scelta di una determinazione finita, ma la scelta della libertà, cioè, della scelta stessa.
L’emblema dello stadio etico è il matrimonio e il lavoro. L’individuo non può rinunciare a nulla della propria storia, neanche agli aspetti di essa più dolorosi e crudeli; e nel riconoscersi in questi aspetti si pente. Il pentimento, ossia il riconoscimento della propria colpevolezza, perfino di ciò che si è ereditato, costituisce l’ultima parola della vita etica. In ultimo c’è lo stadio religioso. Il filosofo raffigura la vita religiosa rifacendosi ad Abramo e alla sua vicenda. Abramo riceve da Dio l’ordine di uccidere il figlio Isacco, infrangendo così la legge per la quale è vissuto. L’affermazione del principio religioso, quindi, sospende interamente l’azione del principio morale. La fede non è un principio generale, ma un rapporto privato tra l’uomo e Dio, un rapporto assoluto con l’assoluto.

Nella letteratura tedesca non abbiamo esempi lampanti di autori che vivono la vita all’insegna del piacere. Abbiamo però molte opere in cui viene trattato il tema della bellezza. Una di queste è la poesia “Die Loreley”, di Heinrich Heine.
Das Gedicht Die Loreley, das Heine 1824 schrieb, gehört zum Buch der Lieder und wurde im Jahr 1827 veröffentlicht. Das Gedicht ist noch heute eine der populärsten deutschen Volksdichtungen.
Es besteht aus sechs Strophen mit Kreuzreime und es wird von einem lyrischen Ich erzählt.
Es basiert auf einer Sage. Der Sage nach sitzt auf dem Felsen eine Seejungfrau, die durch ihre Schönheit und ihren schönen Gesang die vorbeifahrenden Seefahrer anlockt und deren Tod verursacht. Das Gedicht beschreibt diese Seejungfrau, die eine böswillige und verführerische Frau verkörpert. Das Thema ist die Angst des Mannes vor der Frau und vor der Verlockung, die die Frau für den Mann darstellt.
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