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epoche. Nelle religioni, sono frequenti le triadi divine come la Trinità del Cristianesimo. Da
qui la sua importanza durante il Medioevo, basti pensare alla Divina Commedia, dove il
tre e i suoi multipli hanno un valore simbolico. Siccome Dio è uno e trino e dieci sono i suoi
comandamenti, i numeri 1, 3 e 10 con i loro multipli sono considerati numeri sacri e
perfetti.
Filosofia:
Perché il pessimismo di Schopenhauer?
La volontà di vivere è causa di sofferenza per tutti gli esseri conoscenti, e in special modo
per l'uomo, la cui maggiore razionalità rende infinitamente più dolorosa la sua vita rispetto
a quella degli altri animali (infatti a differenza di essi l'uomo sa di dover morire, e si
rappresenta anche dolori passati ed ansie future).
La volontà di vivere produce incessantemente nell'uomo bisogni che richiedono
soddisfazione come i desideri, che sono dunque reazione ad un senso di mancanza, di
sofferenza. Difficilmente però tutti i desideri si realizzano, e la mancata realizzazione di
alcuni di essi causa un'ulteriore, più acuta sofferenza. Ma, anche quando un desiderio
viene soddisfatto, il piacere che ne deriva risulta essere solo di natura negativa, soltanto,
cioè, un alleviamento della sofferenza provocata da quel prepotente bisogno iniziale;
bisogno che subito riappare in altra forma, pronto a pungolare con nuovi desideri
l'affannata coscienza umana. E quando pure l'uomo non viva nel bisogno fisico e nella
miseria, quando nessun effimero desiderio (invidia, vanità, onore, vendetta) gli riempia i
giorni e le ore, subito la noia, la più orrenda e più angosciosa di tutte le sofferenze, si
abbatte su di lui. La vita umana è quindi un alternarsi di dolore e di noia, passando per la
momentanea sensazione meramente negativa del piacere.
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Perché le illusioni ottiche riescono ad ingannarci?
Illusioni ottiche
Non c'è dubbio che le illusioni siano uno strumento potente per insegnare come funziona
la mente. Direi che il motivo principale sta nel fatto che vanno contro le nostre aspettative
ingenue. Ad esempio, tutti noi pensiamo al colore come a una proprietà intrinseca e più o
meno costante degli oggetti. E in effetti di solito gli oggetti hanno un colore che rimane
quello che è, anche se cambiano le condizioni di illuminazione o la nostra posizione
nell'ambiente. Ma in alcune condizioni, questa regole generale viene violata, e può
accadere che un oggetto che normalmente viene visto come nero appaia bianco; o
viceversa che un oggetto bianco appaia nero.
Questi errori percettivi ci stupiscono e ci fanno capire che la percezione non è qualcosa
che possiamo dare per scontato, ma il risultato di una complicata sequenza di eventi
attraverso i quali la mente in un certo senso "costruisce" l'esperienza diretta. Non bisogna
dimenticare però che questa attività è pur sempre un processo biologico, che ha un valore
adattivo. Se la percezione fosse continuamente in errore sarebbe ben difficile interagire
con il mondo che ci circonda. Per questo motivo, gli errori della percezione sono
interessanti anche perché ci danno informazioni sulle condizioni limite che caratterizzano
processi che normalmente danno informazioni corrette.
Ma cos'è una illusione ottica?
Una illusione ottica è una qualsiasi illusione che inganna l'apparato visivo umano,
facendogli percepire qualcosa che non è presente o facendogli percepire in modo scorretto
qualcosa che è presente.
Un’ illusione, a sua volta, è una distorsione di una percezione sensoriale, causata dal modo
in cui il cervello normalmente organizza ed interpreta le stesse. Le illusioni possono
coinvolgere i vari sensi, ma quelle visive sono le più famose e conosciute, dal momento
che la vista spesso prevale sugli altri sensi.
Le illusioni ottiche possono manifestarsi naturalmente o essere dimostrate da specifici
trucchi visuali che mostrano particolari assunzioni del sistema percettivo umano.
In base al meccanismo che ne è causa, quindi, si hanno tre categorie di illusioni:
ottiche, quando sono causate da fenomeni puramente ottici e pertanto non dipendenti dalla
fisiologia umana;
percettive, in quanto generate dalla fisiologia dell'occhio.
cognitive, dovute all'interpretazione che il cervello dà delle immagini. Un caso tipico sono
le figure impossibili e i paradossi prospettici.
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Ora andiamo ad analizzare le strutture coinvolte principalmente in questo “problema”.
L’occhio
L’occhio dei vertebrati ha un tipo di organizzazione che viene spesso paragonata ad una
macchina fotografica. È costituito da diverse strutture.
è la membrana esterna trasparente che ricopre la parte anteriore dell’occhio; al
La cornea l’iride , un muscolo circolare colorato, al centro del quale c’è un
di sotto di essa si trova L’iride può dilatarsi o contrarsi a seconda dell’intensità luminosa,
foro chiamato pupilla.
regolando in questo modo (proprio come una macchina fotografica) la quantità di luce che
entra nell’occhio. Dietro l’iride si trova una lente, il cristallino che, grazie alla contrazione
dei muscoli ciliari, può variare la sua curvatura permettendo la messa a fuoco delle
immagini. l’umor vitreo,
Posteriormente al cristallino ci sono una sostanza gelatinosa trasparente
che riempie la parte centrale dell’occhio, e tre membrane: la retina, la coroide e la
sclerotica.
La retina è formata da 3 strati di cellule, il primo dei quali è costituito da fotorecettori che
catturano l’energia luminosa; queste cellule foto recettrici sono i coni e i bastoncelli.
I bastoncelli sono responsabili della visione notturna, i coni della visione a colori. I
bastoncelli non hanno un potere di risoluzione elevato quanto quello dei coni, ma sono
sensibili anche alla luce fioca. È proprio perché la luce debole non stimola i coni che di
notte il mondo ci appare senza colori.
Gli animali notturni hanno retine fatte quasi esclusivamente di bastoncelli e perciò non
sono quasi in grado di distinguere i colori, mentre alcuni animali diurni, come alcuni rettili
e scoiattoli, hanno quasi esclusivamente coni. I primati superiori, compreso l’uomo, hanno
sia i coni che i bastoncelli.
il secondo strato della retina è formato da cellule bipolari di associazione che si
connettono da una parte ai fotorecettori e dall’altra alle cellule gangliari, le quali
costituiscono il terzo strato; gli assoni di queste cellule si riuniscono poi in un fascio che
esce dal globo oculare formando il nervo ottico.
L’area ella retina in cui si forma l’immagine più nitida è nota come fovea.
Gli individui miopi e ipermetropi hanno un bulbo oculare in cui la messa a fuoco avviene,
rispettivamente, davanti e indietro la fovea: in entrambi i casi l’immagine risulta sfuocata.
L’encefalo
L’encefalo ha una consistenza molle ed è, in assoluto, la struttura più sofisticata e
organizzata di questo pianeta. Le sue funzioni sono essenziali non solo per integrare e
controllare la moltitudine di attività fisiologiche che hanno luogo in tutto il corpo umano,
ma anche per quei processi che identifichiamo con la “mente”, cioè l’attività cosciente, la
provenienti dall’ambiente esterno, il
percezione e la comprensione delle informazioni
pensiero, la memoria, la varietà delle emozioni che caratterizzano l’essere umano.
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L’encefalo ed il midollo spinale sono avvolti, protetti e nutriti da 3 membrane, le
meningi. La più esterna è più resistente è la dura madre; al di sotto di essa si trova
l’aracnoide, percorsa da numerosi canali comunicanti ripieni di un liquido in cui il
sistema nervoso galleggia e che rappresenta un’ottima protezione contro gli urti. Infine
abbiamo la terza membrana: la pia madre. Il sistema nervoso centrale è costituito da
sostanza bianca (tratti formati da fibre di colore bianco per la presenza di guaine
mieliniche ricche di lipidi) e da sostanza grigia (contenente corpi cellulari dei neuroni e
numerose cellule gliali).
L’encefalo è poi suddiviso in 3 regioni: romboencefalo, mesencefalo e prosencefalo.
Il romboencefalo presiede alle funzioni fisiologiche essenziali e comprende il midollo
allungato, sede del controllo del ritmo respiratorio e cardiaco, del riflesso della
deglutizione e del vomito, il ponte, nel quale passano numerose fibre nervose che
che regola l’equilibrio e
collegano il midollo spinale ai centri superiori, e il cervelletto,
coordina tutti i movimenti muscolari di grande precisione.
Il mesencefalo, con il ponte ed il midollo allungato formano una struttura detta tronco
cerebrale.
Il prosencefalo si suddivide in diencefalo e telencefalo.
Quest’ultimo forma i due emisferi cerebrali, sinistro e destro, collegati tra loro da una
massa molto compatta di fibre nervose dette corpo calloso. La superficie esterna dei due
emisferi è costituita dalla corteccia cerebrale, un sottile stato di sostanza grigia
corrispondente alla regione dell’encefalo.
Il diencefalo è una regione in cui transita la maggior parte degli impulsi diretti al cervello;
esso è costituito da 2 parti il talamo, formato da 2 masse ovoidali di materia grigia, e
l’ipotalamo, che si trova proprio sotto il talamo e contiene quei neuroni che regolano le
attività associate alla fame alla sete alla rabbia e al piacere.
La corteccia cerebrale
la corteccia risulta suddivisa in 2 emisferi che assumono dimensioni tali da
Nell’uomo
ricoprire tutte le altre strutture encefaliche, a parte il cervelletto.
Ciascuno dei due emisferi cerebrali è diviso in 4 lobi: frontale, occipitale, parietale e
temporale.
La divisione è determinata soprattutto dalla presenza di due profondi solchi: il solco
centrale, o scissura di Rolando e il solco laterale, o scissura di Silvio.
L’area del lobo frontale è la corteccia motoria, quella del lobo parietale la corteccia
sensoriale, quella del lobo temporale la corteccia uditiva,quella del lobo occipitale la
corteccia visiva.
Encefalo destro ed Encefalo sinistro
Da più di 100 anni è noto che un danno inflitto al lato sinistro dell’encefalo provoca una
riduzione o la perdita del linguaggio, mentre un danno al lato destro non ha le stesse
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conseguenze. Grazie a lunghi studi sono state riconosciute due aree nell’encefalo sinistro:
l’area di Broca e l’area di Wernicke.
Un danno all’area di Broca o l’impossibilità di
causa un linguaggio lento e faticoso,
parlare, ma non influisce sulla capacità di comprensione.
Un danno all’area di Wernicke, invece, causa un linguaggio molto fluido, ma spesso
insensato, e quindi una riduzione della comprensione del linguaggio sia scritto che orale.
Si pensa che l’encefalo sinistro, dato che controlla il linguaggio e la mano più usata, sia
più importante di quello destro, ma non è affatto vero. In realtà essi svolgono un lavoro
armonico, infatti l’emisfero sinistro è in grado di decodificare gli elementi della frase e di
analizzarne i rapporti per capire il senso immediato della frase; quello destro invece
consente di effettuare una comprensione non letterale della frase, ma di capirne gli
eventuali doppi sensi.
Aree dell’encefalo
Le diverse regioni che partecipano all’elaborazione delle informazioni vengono
denominate aree della corteccia associativa o più appropriatamente aree di
elaborazione intrinseca.
La formazione reticolare è un ammasso di tessuto, composto da una diffusa rete di
interneuroni, che corre lungo il tronco cerebrale.
La formazione reticolare ha un interesse particolare in quanto è responsabile dello stato di
veglia e di quello stato detto “della consapevolezza” o “dell’essere cosciente”.
Praticamente se stiamo nella dormi-veglia sentiamo un rumore, questa struttura capisce se
questo rumore è importante o meno, come una porta che si apre, un treno che passa o un
bambino che piange, e quindi svegliarci improvvisamente o farci continuare a dormire.
Sistema limbico: è una rete di neuroni che formano anse che mettono in connessione
l’ipotalamo e la corteccia cerebrale. Sia pensa che sia il circuito mediante il quale impulsi
ed emozioni, come la fame, la sete, il desiderio sessuale, vengono tradotti in azioni