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“Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguire virtute
e canoscenza.”
Dante Alighieri Firenze,Loggiato degli Uffizi (1840)
3
L’approccio a uno dei testi letterari più ammirati del panorama artistico mondiale
sin dai primi canti il genio dell’autore, sorprendente considerato il contesto
rivela dell’epoca. In questo quadro bene s’inserisce una delle caratteristiche
culturale
peculiari della Commedia: la polisemia,
ossia la ricchezza inesauribile di significati
collegati alla stretta interpretazione del
che in un qualunque
testo. È pacifico
altro testo non letterario a prevalere sia la
denotazione, cioè il significato letterale.
Invece, la Commedia rappresenta il non
plus ultra del genere, nell’opera letteraria,
il testo assume un ruolo connotativo,
richiamando l’insieme di ulteriori
con
significati che sovente non coincidono
quelli letterari ma sono più importanti e
che di tanto in tanto possono essere
evocati da piccoli elementi del testo stesso.
La connotazione rappresenta una tra le
tante chiavi interpretative che ci
consentono di penetrare nel microcosmo
della letteratura, che può apparire
estraneo alla dimensione della vita pratica,
ma in realtà esprime l’essenza più
dell’uomo, ossia il suo mondo
autentica
spirituale. Andrea del Castagno, ritratto di Dante
4
1.1 Numerologia
“L’incendio suo seguiva ogni scintilla Ed
eran tanto che ‘l numero loro più che ‘l
doppiar delli scacchi s’immilla”
(Dante, 33° canto paradiso)
Sono molteplici gli studi dedicati all’analisi
presenza della matematica nelle opere
sulla
di Dante e nella Divina Commedia in
particolare. La Commedia, infatti, segnò il
destino di Dante scrittore e quello nostro:
del grande pubblico di lettori ed interpreti a
cui egli stesso si rivolgeva nella sua opera.
Nel tempo in cui visse Dante l’aspetto
veniva studiato
matematico dell’universo
soprattutto come ramo della filosofia. Ecco alcuni numeri che costituiscono la
struttura dell’opera dantesca:
1 e 3 sono numeri di fondamentale importanza, i quali si riconducono
a Dio, all’assoluto e alla perfezione. Il 3 rimanda alla Trinità
naturalmente
cristiana. Ma tripartito è anche il male, il peccato, l’inferno e quindi il fiume
Acheronte. A parte il primo canto, che è il prologo dell’opera, seguono 33+33+33
canti divisi in 3 cantiche scritti in terzine.
Il 9 era considerato un numero sacro nel medioevo e rappresenta la rinascita, il
rinnovamento, l'invenzione e la crescita attraverso l'ispirazione divina, poiché
quadrato del numero 3. I canti sono 100, numero perfetto perché potenza di 10, a
sua volta connesso all’1 Divino.
Il 4 è il numero che rappresenta gli elementi primari da cui tutte le cose sono
create: aria, acqua, terra e fuoco. Inoltre 4 sono le morti simboliche di Dante
nella Divina Commedia: sviene nella Selva Oscura, precipita al piano
corpo morto cade”
dell’Acheronte, cade “come davanti agli spiriti di Paolo e
5
vinto,
Francesca, cade infine, nel Purgatorio prima del Lete. Vi sono 4 terremoti, 4
ruine e 4 fiumi. Anche 4 sono le volte in cui sorride Virgilio.
Il 5 viene utilizzato da Dante per indicare gli aspetti maligni delle cose: la Luna
compie 5cicli prima che Ulisse coli a picco e 5 sono gli eretici dalle laide colpe.
Il 7 è il numero della perfezione umana, il numero dei giorni della settimana (sei
dies dominicus),
giorni più il dei sacramenti, ma anche in connotazione negativa il
numero dei sette vizi capitali.
Il 70, per concludere, è il numero della vita perfetta (da cui la perifrasi dantesca che,
nel primo verso del poema, indica i trentacinque anni di età del poeta).Questi sono
soltanto alcuni piccoli riferimenti della presenza corposa di numeri nascosti tra le
terzine dantesche.
1.2 La sestina lirica
Verso la fine del secolo XII il poeta provenzale Arnaut Daniel introdusse la sestina
lirica. Si tratta di un componimento poetico composto da sei strofe di sei versi
ognuna, le stanze, chiuse da un congedo di tre versi. La sua caratteristica
principale è l’adozione, a fine verso, di parole-rima. Le parole-rima della prima
strofa sono prese e permutate nelle altre strofe secondo una regola ben precisa: si
riscrive ogni volta la sequenza prendendo in ordine successivo l’ultima parola-rima
della stanza precedente, poi la prima, poi la
penultima, poi la seconda, ecc. Scelte quindi le sei
parole-rima, che indichiamo con A, B, C, D, E, F,
queste vengono poste a fine di ogni verso della
prima stanza. Nelle stanze successive, le stesse
parole-rima si ripresentano a fine verso secondo lo
schema della figura. Nelle stanze si scelgono, quindi,
6
sei particolari permutazioni, delle 6! = 720 possibili, delle parole-rima. Nella
poesia italiana la sestina lirica è stata utilizzata soprattutto da Petrarca (che
Canzoniere),
ne compose otto più una sestina doppia, tutte presenti nel ma anche
da Dante e da Ungaretti.
1.7 La letteratura combinatoria
“L’ispirazione, che consiste nell’ubbidire ciecamente ad ogni impulso, è in
realtà una schiavitù. Il classico che scrive la sua tragedia osservando un
certo numero di regole che conosce è più libero del poeta che scrive quel che
gli passa per la testa ed è schiavo di altre regole che ignora.”
(Raymond Queneau)
Con il termine letteratura combinatoria il matematico francese François Le
Lionnais, definì, nel 1961, l’ambito in cui si collocano opere letterarie la cui
originalità creativa risiede nelle caratteristiche strutturali che le hanno prodotte.
dalle diverse possibili
Si tratta di composizioni letterarie potenziali, generate
combinazioni degli elementi da cui l’opera trae origine. Tale composizione
letteraria si sviluppa seguendo precisi schemi stabiliti a priori. sonetti con le
stesse rime e con una struttura grammaticale tale che ogni verso di ciascun
è interscambiabile con un altro verso situato nella stessa posizione. Per
sonetto
ciascun verso si ottengono così dieci possibili scelte indipendenti e, poiché i versi
sono 14, i sonetti possibili in totale sono : centomila miliardi di poesie.
7
1.3 I tarocchi: una macchina narrativa
“Uno dei commensali tirò a sé le carte sparse […] prese una carta e la
posò davanti a sé. Tutti notammo la somiglianza tra il suo viso e quello
della figura, e ci parve di capire che con quella carta egli voleva dire
“io” e che s’accingeva a raccontare la sua storia.”
Il castello dei destini incrociati)
(Italo Calvino,
Italo Calvino ”1923/1985”, intellettuale di grande impegno politico, civile e
culturale, è stato forse il narratore italiano più importante del secondo novecento.
Frequentò tutte le principali tendenze letterarie, dal Neorealismo al Postmoderno
ma restando sempre ad una certa distanza da esse e
svolgendo un proprio coerente percorso di ricerca.
Nel 1947 esordisce come scrittore pubblicando il
il sentiero dei nidi di ragno ,
romando collocabile
dentro il movimento Neorealista; narrato dal punto di
vista di Pin, protagonista , in modo del tutto oggettivo
senza mai sfociare in pura cronaca restando sempre in
una dimensione mitico - fiabesca che permette
all’autore di intravedere la verità sotto forma di un
sogno.
Intorno agli anni 60’ Calvino aderisce ad un nuovo modo di fare letteratura,
letteratura combinatoria
definita nei nostri giorni come pubblicando i due
Il castello dei destini incrociati La taverna dei destini incrociati
e
romanzi
contenuti nella raccolta dei meridiani. Italo Calvino ricava delle storie dalla
le parti del libro le
“successione delle misteriose figure dei tarocchi”. In entrambe Castello dei
prime 6 storie si dispongono come in un cruciverba. Per esempio, nel
destini incrociati i commensali, privati della voce da un incantesimo, pongono sul
tavolo le carte dei tarocchi per narrare ognuno una storia. Le sequenze di carta si
e le diverse storie si ottengono dando diverse interpretazioni della figura.
incrociano
La disposizione delle carte, e quindi l’intersecarsi delle storie, viene illustrato oltre
che verbalmente, attraverso la loro produzione nei margini del libro. Il fascino e
l’originalità dell’opera risiedono negli intrecci combinatori del gioco, ma anche
8
nella particolare scelta dei mazzi di tarocchi. Le
Castello dei
figure che ispirano le trame del
destini incrociati sono i Tarocchi viscontei,
Tarocchi risalenti al XV secolo che hanno dato
La
mentre per
origine ai mazzi classici,
Taverna dei destini incrociati si tratta di
tarocchi del ‘700 di Marsiglia, così chiamati per
la città della Francia che ha goduto di una
posizione di monopolio nella produzione di
questo tipo di carte pur non avendole
inventate; sebbene i primi mazzi conosciuti
risalgano al XVII secolo, lo stile delle carte a
semi italiani fa propendere per l'origine latina di questo tipo di mazzo,
Le storie che ne
probabilmente diffusosi dalla Lombardia in territorio francese.
dalla ineguagliabile fervida fantasia di Calvino sono per lo più
scaturiscono
drammatiche e vissute personalmente dai personaggi che le raccontano assumendo
di volta in volta la fisionomia dei tarocchi stessi. Anche Calvino, come Raymond
Queneau, ha fatto parte dell’OuLiPo "officina di letteratura potenziale". Si tratta di
un gruppo di scrittori e di matematici che cercano di elaborare nuovi schemi per la
con vincoli utili per stimolare idee ed ispirazioni.
letteratura 9
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2.1 Bertrand Russell
Bertrand Russell nacque in Gran Bretagna il 18 maggio 1872.
Dopo gli studi compiuti a Cambrige, dove si interessò
soprattutto di matematica e di filosofia, fu docente del
Trinity College dal 1895. La curiosità per la matematica e la
logica lo portarono ad interessarsi di Leibniz, in cui trovava
espressa la tesi secondo la quale i principi della matematica
sono deducibili da principi logici tramite mezzi strettamente
Principles of mathemathics,
logici. Nel 1903 pubblicò i divisa
tre volumi, una vera e propria “bibbia” della logica moderna. Durante la prima
in
guerra mondiale fu costretto ad abbandonare l’insegnamento causa delle sue idee
pacifiste. Da allora si dedicò ad un intensa attività di divulgazione ed impegno
etico - politico. Nel 1950 ricevette il premio Nobel per la letteratura. Dopo la
seconda guerra mondiale dedicò il suo impegno alle tematiche del pacifismo e nel
1966 istituì un tribunale contro i crimini di guerra,noto come “Tribunale Russell”.
Morì nel 1970.
“
L
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c
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l a g i u s t a l u c
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r e d d a e a u s t e r a
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o m e q u e l l a d e
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a . ”
2.2 Logica delle proposizioni
L’atomismo logico è una concezione filosofica che viene elaborata nell’opera
Principles of mathemathics. Fino alla fine dell’Ottocento, ogni discorso sulla logica
alla logica delle classi di stampo
implicava necessariamente un riferimento
aristotelico. Questa logica stabilisce delle relazioni tra i vari enti mentali (concetti):
ad esempio, collega il concetto (o classe) uomo a quello di mortale. Lavorando per
10
oltre un decennio, a cavallo tra ottocento e
novecento, Russell giunge ad identificare una
logica delle proposizioni che si interessa alla
relazione di implicazione che si stabilisce tra due o
più proposizioni. Russell pensa che con la sua
logica sia possibile spiegare sia la logica delle classi
aristotelica sia quella delle proposizioni: a suo
infatti, quest’ultima contiene e quindi
parere, Principles of mathemathics
supera la logica di Aristotele. Nei Russell sostiene che
la matematica non è disciplina a sé, ma un ramo della logica, poiché è possibile
fondare l’intera aritmetica su un determinato numero di postulati dedotti da
nozioni puramente logiche. Russell denomina logica matematica o simbolica questo
progetto di ricerca tendente a provare che tutta la matematica pura tratta di
definibili sulla base di un piccolo numero di concetti logici fondamentali.
concetti
2.3 La natura degli enunciati
Principia
I di Russell interessano la matematica per un altro aspetto molto