Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
di
Fiardi Salvina
Classe 5°F – Indirizzo Tecnologico
Liceo Scientifico “Donato Bramante”
Magenta 22
SOMMARIO
INTRODUZIONE 2
MAPPA CONCETTUALE 3
CHIMICA: ESPRESSIONE DEL DISORDINE GRAZIE ALL’ENTROPIA 4
I 5
NTRODUZIONE E DEFINIZIONE
L , 7
EGAME TRA ENTROPIA ENTALPIA ED ENERGIA LIBERA
V 8
ARIAZIONI DI ENTROPIA IN SISTEMI COMPLESSI
V 9
ARIAZIONI DI ENTROPIA NELLE REAZIONI CHIMICHE
MATEMATICA: LO STUDIO DEI FRATTALI 10
I 11
NTRODUZIONE E DEFINIZIONE
L 11
A PROPRIETÀ CHE CARATTERIZZA LE FIGURE FRATTALI
A 13
LGORITMI METAMATICI PER LA COSTRUZIONE DI FIGURE FRATTALI
F K 13
IOCCO DI NEVE DI OCH
T S 14
RIANGOLO E TAPPETO DI IERPINSKI
I M 15
NSIEME DI ANDELBROT
L 18
A DIMENSIONE DELLE FIGURE FRATTALI
FISICA: LA CORRENTE ELETTRICA COME MOTO ORDINATO DI CARICA 20
I 21
NTRODUZIONE E DEFINIZIONE
C 22
AMPO ELETTRICO E INTENSITÀ DI CORRENTE
L O 23
EGGI DI HM
I O 24
NTERPRETAZIONE ATOMICA DELLE LEGGI DI HM
C 28
ALCOLO DELLA VELOCITÀ DI DERIVA
FILOSOFIA: L’ORDINE MENTALE NELLO STUDIO DELLA PSICOANALISI 30
I 31
NTRODUZIONE E DEFINIZIONE
L 32
A NASCITA DELLA PSICOANALISI
L’ 33
APPARATO PSICHICO
I CONFLITTI PSICHICI E LA TERAPIA ANALITICA
CONCLUSIONE 37 22
BIBLIOGRAFIA 38
INTRODUZIONE
“E’ nel grande ordine che vi è
un piccolo disordine.”
(Gottfried Leibniz)
Il caos e l'ordine sono due concetti da sempre messi in
contrapposizione, opposti l'un l'altro ed è proprio per questo
che hanno attirato la mia attenzione. Ogni giorno, nella vita
quotidiana, ne sentiamo parlare ma forse non abbiamo mai
approfondito l’opposizione che lega questi termini.
In questa tesina ho voluto sottolineare la presenza di
entrambi i concetti, se pur opposti, in ambiti di interesse
comune, spaziando da trattazioni di carattere umanistiche
fino a argomentazioni di tipo scientifico. È quindi inevitabile
cercare di separare i due concetti: in ogni modo ognuno è
riconducibile all’altro.
Il disordine è qualcosa che l’uomo non conosce
razionalmente, qualcosa di indefinito, di imprevedibile nel
futuro e che, quindi, l’uomo non è in grado di dominare. È
indispensabile parlare di entropia, l’espressione chimica per
indicare lo stato di disordine verso cui evolve un sistema e,
infine, ma non sicuramente meno rilevante, lo studio dei
frattali, quelle figure geometriche, studiate
approfonditamente negli ultimi anni, grazie alle tecnologie
messe a disposizione dai computer.
L’ordine è qualcosa di razionale, un tentativo dell’uomo di
dominazione per cercare di riordinare tutto ciò che gli
sembra caotico. L’ordine è rappresentato ad esempio dal
moto che la corrente compie, come flusso di carica, o lo
studio svolto dalla psicologia come ricerca di un ordine
mentale, al fine di rendere razionale ciò che non lo è. 22
MAPPA CONCETTUALE 22
22
INTRODUZIONE E DEFINIZIONE
Ispirandosi all’esperienza quotidiana è possibile fare
osservazioni sullo svolgimento di un processo, associando
alle considerazioni di tipo energetico, i concetti di ordine e
disordine. Essi infatti possono dare un contributo alla
previsione della direzione verso la quale un sistema si
evolve.
Quando si mescola un mazzo di carte è altamente
improbabile che esse si dispongano secondo una sequenza
prestabilita. È più comune e normale invece che esse si
distribuiscano in modo del tutto casuale.
Gli stati di aggregazione della materia sono contraddistinsi
dall’ordine o dal disordine delle particelle, come accade nei
solidi e nei liquidi. Nei primi le particelle si trovano allo stato
altamente ordinato, nei secondi le particelle sono in uno
stato di disordine.
La funzione termodinamica che misura il grado di disordine
di un sistema è chiamata entropia ed è indicata con S.
Nel Sistema Internazionale si misura in joule su kelvin (J/K).
In base a questa definizione si può dire che quando un
sistema passa da uno stato ordinato ad uno disordinato la
sua entropia aumenta; questo fatto fornisce indicazioni sulla
direzione in cui evolve spontaneamente un sistema.
In una reazione chimica un aumento di entropia si verifica
quando:
Reagenti solidi o liquidi formano prodotti gassosi
Il numero delle molecole dei prodotti è maggiore di
quello dei reagenti.
La variazione di entropia di un sistema è indicata con ∆S ed
è uguale alla differenza tra la somma delle entropie dei
prodotti e quella delle entropie dei reagenti. 22
∆S = ∑S prodotti - ∑S reagenti
In base a tale definizione si può dire che:
nelle reazioni o nei processi in cui l’entropia dei prodotti è
maggiore di quella dei reagenti, si verifica un aumento di
disordine del sistema e ∆S > 0, mentre quando l’entropia dei
prodotti è minore di quella dai reagenti lo stato finale del
sistema è meno disordinato di quello iniziale e quindi ∆S <
0.
L’entropia può essere studiata attraverso l’uso di un
diagramma: il diagramma entropico. È un diagramma
cartesiano ad assi ortogonali nei quali compare in ascissa il
valore dell'entropia e in ordinata quello della temperatura
assoluta espressa in kelvin. Mette, quindi, in relazione la
variazione di temperatura assoluta con la variazione di
entropia. 22
LEGAME TRA ENTROPIA,
ENTALPIA ED ENERGIA LIBERA
La spontaneità di una reazione però non dipende soltanto
dal valore di entropia, ma bensì da altri due valori: l’entalpia
e l’energia libera.
L’entalpia è una funzione di stato che esprime la quantità di
energia che un sistema può scambiare con l'ambiente nel
corso di una trasformazione isobara, cioè durante un
processo che avviene a pressione costante. L’entalpia è
indicata con la lettera H e per il calcolo si essa, all’interno di
una reazione, è sufficiente applicare la seguente formula:
∆H = ∑H prodotti - ∑H reagenti
L’energia libera, indicata con G, è la capacità di produrre
lavoro da parte di un sistema isolato considerato nel suo
complesso. L’energia libera permette quindi di correlare tra
di loro le altre funzioni di stato, nel seguente modo:
∆G = ∆H – T ∆S
dove T è la temperatura espressa in Kelvin.
VARIAZIONI DI ENTROPIA IN SISTEMI COMPLESSI 22
Finora si è considerato solo trasformazioni in cui l'energia del
sistema non cambia, ma viene semplicemente ridistribuita.
In pratica, e specialmente in situazioni di interesse chimico,
le trasformazioni comportano una liberazione o un
assorbimento di energia. Ad esempio, per mescolare due
liquidi si devono distruggere le forze che tengono insieme le
molecole nelle due sostanze pure e crearne di nuove tra le
molecole dell'una e le molecole dell'altra. Il bilancio può
essere positivo o negativo.
Se una trasformazione libera energia, e se questo avviene in
condizioni di temperatura costante, l'energia in eccesso
viene ceduta all'ambiente circostante sotto forma di calore.
Siccome in questo caso il contenitore con le sostanze non è
isolato termicamente, il principio che prevede l'aumento
dell'entropia non si può applicare al solo contenitore. Però si
può sempre individuare una parte di spazio un po' più estesa
del contenitore (ad esempio, il laboratorio) sufficientemente
grande da potere assumere che attraverso le sue pareti non
ci sia flusso di calore. Possiamo cioè considerare come
sistema isolato l'insieme contenitore + ambiente: è in
questo insieme che si deve realizzare l'aumento di entropia.
La variazione totale di entropia sarà dovuta a due
contributi:
1. La variazione di entropia del contenitore (quella che è
stata considerata fin dall’inizio)
2. La variazione di entropia dell'ambiente, dovuta al flusso
di calore da o verso il contenitore. L'entropia dell'ambiente
aumenta se il calore fluisce dal contenitore verso l'ambiente.
Non è detto che questi due contributi vadano nella stessa
direzione. Ci sono reazioni chimiche in cui l'entropia delle
sostanze coinvolte aumenta, e allo stesso tempo si libera
calore aumentando l'entropia dell'ambiente; ma ce ne sono
altre in cui aumenta l'entropia delle sostanze ma la reazione
assorbe calore dall'esterno, facendo quindi diminuire quella
dell'ambiente.
VARIAZIONI DI ENTROPIA NELLE REAZIONI CHIMICHE 22
L'entropia cambia anche quando avviene una reazione
chimica. Consideriamo ad esempio una reazione tra gas, la
dissociazione dell'ammoniaca in azoto e idrogeno:
2NH ―> N + 3H
3 2 2
Dato che da due molecole se ne formano quattro, ci si
aspetta che l'entropia aumenti. Un aumento di entropia,
infatti, si verifica quando il numero di molecole dei prodotti è
maggiore di quello dei reagenti. È necessario considerare
anche l'aumento di entropia dell'ambiente dovuto all'energia
prodotta nella reazione (necessaria per rompere i legami
nell'ammoniaca e creare azoto e idrogeno). Questa reazione
è endo-termica, cioè assorbe calore: quindi l'entropia
dell'ambiente diminuisce.
DISSOCIAZIONE DELL'AMMONIACA IN AZOTO E IDROGENO
Se la reazione avviene o no, dipende dalla temperatura.
Mentre l'aumento di entropia delle sostanze è fisso, la
diminuzione di entropia dell'ambiente è uguale al calore di
reazione diviso per T: ad alte temperature è trascurabile in
confronto al primo termine, ma a temperature più basse
(sotto i 180 °C) diventa preponderante rispetto ad esso, e la
reazione non avviene più. 22
INTRODUZIONE E DEFINIZIONE 22
Il frattale è una figura geometrica derivante dal
frazionamento e dalla successiva ripetizione, in dimensioni
ridotte, di una forma iniziale. Il frazionamento e la ripetizione
possono essere fatti infinite volte, cosicché le dimensioni
delle singole forme diventano infinitesime, mentre il confine
della figura complessiva tende ad assumere una dimensione
infinita.
LA PROPRIETA’ CHE CARATTERIZZA
LE FIGURE FRATTALI
La geometria frattale può essere considerata una nuova
geometria intesa a interpretare, descrivere e riprodurre una
particolare proprietà delle figure della natura. Ciò ha
incominciato a delinearsi nella seconda metà del ventesimo
secolo, soprattutto ad opera di B. Mandelbrot.
La proprietà alla quale ci si vuole riferire è la cosiddetta
proprietà denominata invarianza rispetto al cambiamento di
scala o autosomiglianza.
Si osservino i seguenti esempi:
Nel primo caso viene ingrandita una porzione di
una linea continua.
Successivamente viene ingrandita una porzione del
precedente ingrandimento, e così via. È possibile
osservare la perdita di forma nel procedere con gli
ingrandimenti.
Tale linea, quindi, non gode dell’invarianza rispetto
al cambiamento di scala, non essendo infatti una
linea di tipo frattale. 22
Nel secondo caso vengono via via ingranditi, con
lo stesso procedimento descritto prima,
INSIEME
frammenti del contorno del così detto
DI MANDELBROT.
Gli ingrandimenti evidenziano, in questo caso,
però, un’invarianza di forma rispetto al
cambiamento di scala:
l’insieme di Mandelbrot è infatti una figura
frattale.
Alle figure frattali non viene attribuita una dimensione
intera, come avviene nella geometria euclidea, (dove i punti
hanno dimensione 0, le linee dimensione 1, le superfici
dimensione 2 e i solidi 3), ma una dimensione espressa da
numeri decimali. Nella geometria frattale la dimensione non
intera delle figure, il cui contorno è sempre frastagliato,
rappresenta una sorta di misura del grado di irregolarità, del
disordine appunto. 22
ALGORITMI MATEMATICI PER LA COSTRUZIONE
DI FIGURE FRATTALI
Al fine di poter esprimere gli elementi che costituiscono le
immagini frattali è necessario ricorrere all’uso di algoritmi,
da ripetere all’infinito, essendo le figure prese in esame di
difficile rappresentazione grafica, visto appunto il grado di
disordine che le caratterizza.
FIOCCO DI NEVE DI KOCH
Da un triangolo equilatero, si divide ciascun lato in tre parti
uguali e su ognuna delle parti centrali si costruisce,
esternamente al triangolo, un altro triangolo equilatero, e
così via, fino all’infinito.
Il procedimento e il risultato sono rispettivamente
evidenziati nelle figure sottostanti.
Risultato: 22
TRIANGOLO E TAPPETO DI SIERPINSKI
Dato un triangolo equilatero, si suddivide in 4 triangoli
congruenti e si asporta quello centrale. Ripetendo il
procedimento per ciascuno dei triangoli rimasti, fino
all’infinito, si determina una figura che viene denominata
appunto Triangolo di Sierpinski.
Il medesimo algoritmo, applicato a un quadrato suddiviso in