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Ordine e caos
Ordine e Caos M.Lantieri 2
“ La curiosità è madre della scienza “
Leonardo da Vinci
“ La filosofia è scritta in questo grandissimo libro
che continuamente ci sta aperto innanzi
a gli occhi (io dico lo universo). […] Egli è scritto
in lingua matematica, e i caratteri son
triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche “ Galileo Galilei
“ Una geometria non può essere più vera di
un’altra; può solo essere più comoda “
Jules - Henri Poincaré
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Indice
Presentazione . . . . . . . . . pag. 4
Introduzione . . . . . . . . . . . 5
I frattali: caratteristiche fondamentali . . . . . . . . 8
Un primo esempio di caos: l’equazione logistica . . . . . . 8
Lo spazio delle fasi ed il concetto di attrattore . . . . . . 11
Le curve mostruose . . . . . . . . . . 12
Gli insiemi di Julia e l’insieme di Mandelbrot . . . . . . 13
Una generalizzazione di Mandelbrot con i quaternioni. . . . . . 17
Caos nel metodo di Newton . . . . . . . . . 18
Il tempo atmosferico . . . . . . . . . . 19
Instabilità nel sistema solare . . . . . . . . . 22
L’attrattore di Hénon . . . . . . . . . . 24
I sistemi di funzioni iterate . . . . . . . . . 26
La crescita dei cristalli . . . . . . . . . . 28
Chimica e caos . . . . . . . . . . . 30
La goccia che fa traboccare il vaso . . . . . . . . 32
Computer, arte e tecnologia: la “ Computer Art “ . . . . . . 34
Referenze delle immagini . . . . . . . . . 37
Bibliografia . . . . . . . . . . . . 37
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Ordine e Caos M.Lantieri 4
Presentazione
Da sempre interessato al mondo della scienza nei suoi diversi ambiti, coniugando gli
aspetti matematico–scientifici con quelli filosofico–epistemologici, ho scoperto nella
teoria del caos un nuovo modo di guardare l’universo.
Dalla “Grande Macchia Rossa” di Giove ad una foglia di felce, dall’andamento della
crescita delle popolazioni animali alle celle di convezione per giungere alla crescita
dei cristalli: tutto questo è casualità, “rumore”, disordine apparente che cela dietro di
sé strutture ordinate, imprevedibili e sempre nuove.
La matematica dei frattali, nata e sviluppatasi con l’avvento dei computer, ha
permesso una rilettura di antichi problemi mai del tutto risolti o accantonati poiché
troppo spinosi e apparentemente poco interessanti. Mandelbrot, Barnsley, Julia,
Lorenz sono solo alcuni dei grandi artefici di questa rivoluzione che dagli ultimi
trent’anni sta scuotendo il panorama scientifico nel senso più largo del termine.
Non possiamo più negare o diffidare, come è stato fatto in passato, della validità
scientifica di tali teorie: i polmoni, il battito cardiaco, il sistema circolatorio ed il
nostro stesso cervello devono proprio alla loro natura essenzialmente frattale le
incredibili caratteristiche ed il loro quasi perfetto funzionamento.
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Introduzione
"Noi dobbiamo riguardare il presente stato dell'universo come l'effetto del suo stato
precedente e come la causa di quello che seguirà. Ammesso per un istante che una
mente possa tener conto di tutte le forze che animano la natura, assieme alla
rispettiva situazione degli esseri che la compongono, se tale mente fosse
sufficientemente vasta da poter sottoporre questi dati ad analisi, essa abbraccerebbe
nella stessa formula i moti dei corpi più grandi dell'universo assieme a quelli degli
atomi più leggeri. Per essa niente sarebbe incerto ed il futuro, così come il passato,
sarebbe presente ai suoi occhi."
da Essai philosophique sur les probabilites di P. S. de Laplace
Questo passo racchiude in sé l’essenza stessa del determinismo che raggiunge l’apice
della sua espressione proprio con Pierre Simon de Laplace (filosofo e matematico
francese 1749 – 1827). Conoscendo tutto il mondo in un determinato istante, noi
potremo prevedere quale sarà lo stato dell’universo nel futuro e come lo è stato in
passato con assoluta esattezza e precisione, raggiungendo cioè una conoscenza totale
ed onnicomprensiva dell’universo.
Tale visione, che ebbe notevole importanza durante tutta la durata dell’Ottocento,
presuppone una cieca fiducia nei poteri della scienza, che, tramite una concatenazione
di eventi collegati l’uno all’altro da rapporti di causa – effetto, porta l’uomo a
conoscere il fenomeno intero. Le radici del determinismo, ricordiamolo, affondano
tuttavia nel Seicento: Galilei e Newton ne furono i padri fondatori. Proprio Galileo
amava dire che l’essere umano riesce ad eguagliare Dio nell’ambito della conoscenza
intensiva (benché sia nettamente inferiore in quella estensiva).
Quale è la matematica che porta questi grandi della storia della scienza a tali
affermazioni?
L’algebra lineare, cioè quella che si basa su equazioni che non superano il primo
grado: www.matematicamente.it
Ordine e Caos M.Lantieri 6
f (t+1) = k · f (t) (1)
La (1) ne è un esempio: analizzandola scopriamo che il ragionamento filosofico di
Laplace le si adatta perfettamente. Infatti, se nella funzione f posta ad un istante t
racchiudiamo tutta la conoscenza dell’universo, potremo, risolvendola, conoscere
l’universo al nuovo istante t+1, come pure, compiendo il ragionamento inverso,
all’istante precedente t–1. Sono equazioni di questo tipo che ci permettono di
prevedere la prossima eclissi piuttosto che il passaggio della cometa di Halley o altri
fenomeni che mostrano regolarità e prevedibilità.
Purtroppo però questo modello che annuncia possibilità sconfinate all’uomo, entra
inevitabilmente in crisi con i primi anni del Novecento. La fisica quantistica e la
relatività di Einstein segnano la fine della visione deterministica del mondo, per dare
spazio invece ad un punto di vista probabilistico della realtà (almeno nel mondo
dell’«infinitamente piccolo»). Celeberrimo a tale proposito è il principio di
indeterminazione di Heisenberg che afferma l’impossibilità di conoscere
contemporaneamente con accuratezza la velocità e la posizione delle particelle nel
mondo atomico e subatomico (principio osteggiato al tempo da Lorentz e dallo stesso
Einstein).
Le teorie del caos, alla luce di questo discorso, infliggono il colpo definitivo al
determinismo laplaciano. Le leggi deterministiche (le medesime utilizzate da
Laplace), in certe condizioni, mettono in luce il loro carattere assolutamente
imprevedibile. Grazie ad esse è infatti possibile descrivere la complessità insita nella
natura: montagne, nuvole, piante o le volute che il fumo di una sigaretta produce,
volteggiando nell’aria.
La storia di tali teorie è estremamente recente (gli ultimi trent’anni) e solo in alcuni
rari casi vi sono stati lavori precedenti (i primi risalgono alla fine Ottocento grazie
agli studi di Poincaré ed altri). www.matematicamente.it
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La personalità più di spicco è sicuramente Benoit Mandelbrot, l’inventore del termine
frattale (i frattali sono gli oggetti che descrivono il caos) e lo scopritore dell’oggetto
più bello e complesso della matematica che da lui prende nome. Negli anni settanta
egli riprese i lavori compiuti da due matematici francesi pressoché sconosciuti (Pierre
Fatou e Gaston Julia), li ampliò e rese noti i suoi risultati nel suo libro The fractal
geometry of nature, pietra miliare per gli studi successivi.
Pochi anni prima, Edward Lorenz, un meteorologo con
una spiccata passione per la matematica, riuscì a
descrivere in modo semplificato ma molto efficace i moti
convettivi presenti nell’atmosfera.
Michel Hénon, astronomo presso l’osservatorio di Nizza,
rilevò per primo dinamiche caotiche nei moti di alcuni
oggetti celesti.
Figura 1. Benoit Mandelbrot
Negli anni seguenti moltissimi altri studiosi e ricercatori trovarono una strada per la
soluzione dei loro problemi (fossero essi biologi, fisici, chimici o economisti) nelle
dinamiche caotiche: libri, conferenze ed immagini hanno cominciato a diffondersi un
po’ ovunque, «colonizzando» ogni angolo di Internet.
Il nostro discorso non ha certamente la pretesa di indagare il caos nei suoi aspetti
matematici più raffinati quanto piuttosto di enuclearne le idee fondamentali che ne
stanno alla base e, soprattutto, le sue possibili applicazioni nelle più differenti
discipline, mostrando gli esempi più significativi che hanno fatto del caos una unova
rivoluzione scientifica. Non ultimo è lo scopo di far apprezzare le meravigliose
immagini dei protagonisti del caos di cui parleremo ampiamente nel corso della
trattazione, che hanno dato linfa vitale non solo alla matematica ma anche all’arte
(dove il computer si sta configurando come nuovo mezzo per creare).
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I frattali: caratteristiche fondamentali
I frattali, gli oggetti che descrivono il caos, sono equazioni o sistemi di equazioni non
lineari (di grado superiore al primo) che, iterate migliaia di volte, di dare origine a
forme particolarmente complesse, frastagliate ed irregolari.
Il loro nome è stato coniato da Benoit Mandelbrot negli anni settanta, facendolo
derivare dal termine latino fractus cioè frammentato, frastagliato, irregolare.
Una delle loro più importanti caratteristiche è l’auto - somiglianza, in altre parole
l’immagine iniziale si ripete infinite volte a scale sempre più piccole: tale peculiarità
è presente molto spesso in natura, ecco perciò il motivo della loro vasta applicazione
nella descrizione di montagne piuttosto che di piante o di nuvole. Altro elemento
degno di nota è la loro dimensione frazionaria, essi stanno infatti «a metà» tra una
certa dimensione e la sua successiva. Ciò a prima vista potrebbe sembrare strano, in
realtà anche questo comportamento è tipico di alcuni oggetti che appartengono al
nostro mondo quotidiano. Pensiamo, per esempio, ad un gomitolo di lana: esso non è
altro che un filo che si avvolge in una certa regione di spazio ma che non occupa
interamente: esso possiede una dimensione compresa tra 2 e 3.
Un primo esempio di caos: l’equazione logistica
Per dare un primo esempio di quanto detto analizziamo quella che viene chiamata
equazione logistica, utilizzata per spiegare la crescita di popolazioni animali che
hanno un elevatissimo tasso di natalità e, al tempo stesso, una vita molto breve come
accade per molte specie di insetti. Essa è la seguente:
P (t+1) = R · P(t) · ( 1 – P(t) ) (2)
dove con P si è indicato la numerosità della popolazione all’istante t ed R il fattore di
crescita. www.matematicamente.it
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Figura 2. L’equazione logistica
Il fattore 1 – P(t) riassume in sé ciò che può frenare (o meglio regolare) la crescita
della popolazione di insetti (mancanza di cibo, condizioni climatiche meno
favorevoli,…) ed è pertanto chiamato fattore di retroazione.
Questa equazione, come potete ben notare, non è nient’altro che una parabola con la
concavità rivolta verso il basso, un’equazione di secondo grado, non lineare dunque.
Armandoci anche di una semplice calcolatrice tascabile (come aveva
precedentemente fatto Feigenbaum che per primo osservò tale fenomeno), possiamo
verificare un fenomeno alquanto interessante, che mette in luce l’estrema dipendenza
dei risultati ottenuti dai valori iniziali.
Prendiamo come valore iniziale P (0) = 0.4 e osserviamo che cosa accade iterando la
(2) per valori diversi di R. www.matematicamente.it
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√5
t (tempo) R = 2 R = 4
R = 1 +
0.4000000000 0.4000000000 0.4000000000
0 0.4800000000 0.7766562960 0.9600000000
1 0.4992000000 0.5613325250 0.1536000000
2 0.4999987200 0.7968439275 0.5200281600
3 0.5000000000 0.5238665890 0.9983954912
4 0.5000000000 0.8089732544 0.0064077373
5 0.5000000000 0.5000874618 0.0254667128
6 0.5000000000 0.8090169502 0.0992726372
7 0.5000000000 0.5000000268 0.3576703229
8 0.5000000000 0.8090169750 0.9189690520
9 0.5000000000 0.5000000268 0.2978597337
10 0.5000000000 0.8090169750 0.8365572510
11 0.5000000000 0.5000000268 0.5469168673
12 0.5000000000 0.8090169750 0.9911952303
13 0.5000000000 0.5000000268 0.0349089831
14 0.50000000000 0.8090169750 0.1347613840
15
Tabella 1.