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Sintesi
Introduzione Tesina su Adriano Olivetti


Questa tesina vuole testimoniare la mia passione per l’elettronica e l’Informatica, ma soprattutto la mia ammirazione per uomini che si sanno distinguere dalle masse e cosi facendo creano qualcosa di grande. In particolare mi riferisco ad Adriano Olivetti, uomo di grande capacità, valore, lungimiranza e capace di autentico cambiamento.
Negli ultimi anni si segnalano alcuni lavori specialistici, anche pregevoli, ma è e sarà importante studiare la storia dell’Olivetti con una visione d’insieme, per capire come sarebbe potuta andare la modernizzazione dell’Italia (la biforcazione tra progresso e sviluppo) e cosa possiamo imparare da quella esperienza. Al centro di quella storia, anche cronologicamente, c’è Adriano Olivetti.
Una tale personalità si distingue maggiormente nella società odierna, in cui convergono sfiducia profonda nell’agire umano, fatalistica accettazione del presente, radicato pessimismo generato dall’idea che ogni tentativo di cambiamento sia tragicamente impossibile. Nelle vie delle moderne metropoli, o nelle aule dei nostri Atenei, sembrano riecheggiare, paradossalmente, «I motti degli antichi» del mondo rurale di Verga: «Chista è la vita» (Così va il mondo), «Munnu è statu e munnu è» (il mondo come stato così continua a essere). Una visione, quella sull’attuale condizione lavorativa in Italia, più metafisica che storica; un’indignazione e un pessimismo più universali che contingenti. E si sa, proprio come accade ai personaggi di Verga, più avanza il fato più indietreggia la Provvidenza; se così è, non resta che arrendersi all’«ideale dell’ostrica»: soltanto quelli che si adattano alla propria condizione potranno salvarsi.
Non è per tutti così, e non deve essere così. Occorrerebbe far memoria – oggi più che mai – di uomini, anche italiani, capaci di autentico cambiamento, perché dotati di grande fiducia nell’agire umano e nell’azione della divina provvidenza nel tempo.
Quanti italiani conoscono la vita di Steve Jobs, e quanti sanno, invece, che il nostro Adriano Olivetti inventò la prima macchina da scrivere portatile, uscita nel 1932 con il nome di MP1? Comunque, Olivetti non fu solo questo. Basterebbe visitare il sito della Fondazione Adriano Olivetti, per rendersi conto che fu uno dei più grandi innovatori del Novecento, non solo in campo industriale e imprenditoriale; si occupò di problemi di urbanistica, di architettura, di cultura, di riforme sociali e politiche che costituiscono la base programmatica del Movimento Comunità fondato nel 1947. Tra le tante attività, già prima della guerra, Olivetti fondò la casa editrice NEI (Nuove Edizioni Ivrea), trasformata, nel 1946, nelle più celebri Edizioni di Comunità.Egli si distinse per i suoi innovativi progetti industriali basati sul principio secondo cui il profitto aziendale deve essere reinvestito a beneficio della comunità. La mia tesina di maturità inoltre permette anche di creare un collegamento con la materia scolastica di Inglese.

Collegamenti

Tesina su Adriano Olivetti


Informatica - La creazione dei primi PC italiani, con O.S. Nativo e lo sviluppo hardware.
Inglese - L'articolo di giornale.
Estratto del documento

A.Olivetti: l’innovatore.

La Storia di un Grande Uomo.

Tesina di Maturità – Indirizzo Informatica Anno Scolastico 2012/2013

Daniele Ferri

1. Adriano Olivetti: la storia di un

Grande Uomo.

a) Le origini – il Padre e la Famiglia

Camillo Olivetti nasce nel 1868 in una famiglia di origini

ebraiche, il padre è agricoltore e mediatore di terreni. Sposatosi

nel 1899 con la figlia di un pastore valdese, Camillo ha 6 figli.

Dopo gli studi di Ingegneria al Politecnico di Torino passa un

periodo a Londra e negli Stati Uniti dove è assistente di

elettrotecnica alla Stanford University. Nei primissimi anni '20, Camillo Olivetti con la moglie

Luisa Revel (seduti al centro) e i sei figli (da sinistra, in

Rientrato in Italia si dedica prima alla realizzazione di strumenti piedi: Massimo, Laura, Elena, Adriano; seduti: Dino,

Silvia) sullo sfondo dei boschi di Monte Navale a Ivrea.

elettrici, poi il 29 Ottobre 1908 fonda la "Ing. C. Olivetti e C."

per realizzare macchine da scrivere.

Il maggiore dei figli maschi, Adriano, nasce ad Ivrea l’11 Aprile 1901.

Egli è stato un imprenditore, ingegnere e politico italiano.

Camillo nel 1911 presenta all’Esposizione universale di Torino la sua

prima macchina da scrivere, la M1. Nell’azienda lavorano circa 20

persone, preparate personalmente da Camillo, che producono 23

macchine la settimana.

b) Durante la prima guerra mondiale – Adriano finisce gli studi ed inizia

l’apprendistato con il Padre

la Olivetti produce materiali per l’esercito e l’aviazione. Terminato il conflitto l’azienda ritorna al prodotto

originale con l’introduzione, nel 1920, del nuovo modello M20.

Adriano si laurea in ingegneria chimica nel 1924 al

Politecnico di Torino e successivamente inizia il suo

apprendistato in azienda lavorando come operaio. Il

padre lo manda tra l’agosto 1925 e il gennaio 1926 in

viaggio studio negli Stati Uniti, dove visita numerose

fabbriche. Adriano si immerge in una realtà sociale ed

industriale molto lontana da quella dell’Italia dell’epoca.

La sua esperienza americana influirà notevolmente sia

sul futuro dell’azienda che sul suo impegno sociale e

culturale.

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Già nel 1927 Adriano, al fianco del padre, inizierà una ristrutturazione che trasforma una azienda

sostanzialmente artigianale in una realtà industriale. L’azione di riorganizzazione porta anche nel 1929 alla

creazione del primo stabilimento estero in Spagna.

Camillo era vicino al socialismo e anche Adriano ne rimase affascinato. In gioventù conobbe in prima persona

i maggiori esponenti dell’antifascismo italiano: Piero Gobetti, Carlo Rosselli, Ferruccio Parri e Filippo Turati,

che nel 1926 aiutò a fuggire all’estero.

c) Gli anni 30 – Adriano da direttore a presidente dell’Olivetti.

Adriano dal 1932 è direttore dell’azienda.

Nel 1932 la presentazione della MP1, la prima

macchina da scrivere portatile, che in breve

tempo rappresenterà una considerevole fetta

della produzione.

Dal 1934 iniziano gli studi per la realizzazione La MP1

di una addizionatrice che porteranno alla

commercializzazione, nel 1940, della MC4

Summa.

L’azienda si dedica inoltre dal 1937 alla realizzazione di telescriventi, con il

modello T1, e successivamente di mobili per ufficio (la famosa linea Synthesis).

Nel 1938 Adriano sostituirà il padre, ormai settantenne, alla carica di

presidente.

Olivetti non fu estraneo a contatti con il fascismo: prese la tessera del Partito Nazionale Fascista, ottenne un

colloquio con Mussolini, dal quale uscì molto deluso. Tuttavia, la promulgazione delle leggi razziali prima e

l’entrata dell’Italia in guerra poi rappresentarono gli elementi decisivi per cui l’imprenditore non esitò a

schierarsi decisamente con gli antifascisti. Costretto a riparare in Svizzera nel 1943 in seguito a mandato di

cattura, rientrò in Italia dopo la fine della guerra.

d) Il periodo bellico – morte del padre. Adriano

fonda Casa Editrice NEI.

Durante il conflitto l’Olivetti non fermerà mai

la sua produzione ma vedrà mancare dalla sua

guida i suoi massimi esponenti. Camillo,

ebreo, dopo l’8 settembre 1943 si nasconde

in una casa di contadini nel biellese. Ma le sue

condizioni di salute precipitano e morirà

nell’ospedale di Biella il 4 dicembre 1943.

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A.Olivetti: l’innovatore.

La Storia di un Grande Uomo.

Tesina di Maturità – Indirizzo Informatica Anno Scolastico 2012/2013

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Adriano fonda una casa editrice e cerca di influenzare la scena culturale e politica con le sue idee sul

futuro della società. Questa attività lo porterà fino al carcere, nel luglio del 1943, e poi in esilio in Svizzera

da dove si mantenne in contatto con la Resistenza.

Il Movimento Comunità è stato un partito politico italiano di orientamento liberal-democratico nato in Piemonte nel

secondo dopoguerra come movimento culturale, e trasformato in organizzazione politica dall'imprenditore

progressista Adriano Olivetti.

Per simbolo aveva una campana adornata da un nastro.

Il movimento cominciò dapprima a competere nelle elezioni amministrative con un programma volto ad opporsi

alla partitocrazia e allo stato centralista di impostazione giacobina, supportando il federalismosulla base di libere comunità

locali.

In occasione delle elezioni politiche del 1958, il movimento decise di presentarsi insieme al Partito dei Contadini d'Italia e

al Partito Sardo d'Azione: la lista ottenne 173.227 voti e lo 0,59%, portando alla Camera dei deputati il proprio fondatore.

Olivetti morì però improvvisamente d'infarto nel corso del mandato, comportando l'oblio delle sue proposte nel dibattito

politico italiano per quasi trent'anni.

Alla fine del 1945 pubblicò il suo libro "L'ordine politico delle comunità" nel quale sono espresse quelle

idee che supporteranno il Movimento Comunità fondato nella città di Torino nel 1948. Nello stesso anno

entrò a far parte del Consiglio direttivo dell'Istituto Nazionale di Urbanistica, cui aveva aderito dieci anni

prima. Nel 1937 aveva, inoltre, partecipato ad una serie di studi su un piano regolatore della Valle d'Aosta.

Tutto questo per cercare di costruire una società a “misura d’uomo” «unita nella consapevolezza della

centralità dei valori dello spirito e di quelli della cultura», e in cui le opportunità del progresso tecnologico

sono indirizzate alla costruzione di «un mondo materialmente più realizzato e spiritualmente più elevato»:

era questo il progetto –contemporaneamente politico, economico e culturale – di Adriano Olivetti. Un

programma che traspare già dal primo scritto pubblicato da Edizioni di

Comunità, dal titolo «Ai lavoratori», dedicato a due importanti discorsi

che Olivetti fece agli anziani della sede di Ivrea (1954), alle cosiddette

«Spille d’Oro», e agli operai di Pozzuoli, per l’apertura dello

stabilimento (1955).

Nel 1958 Adriano trasforma il movimento di Comunità in partito e

partecipa alle elezioni politiche. I risultati sono però molto deludenti,

anche se Adriano è eletto. Lo stesso anno Adriano abbandona l’azienda,

ma per poco tempo.

e) Il dopoguerra – espanzione internazionale dell’Olivetti

Terminato il conflitto Adriano rientra dal suo esilio in Svizzera e

riprende le redini dell’azienda. Alterna inizialmente l’impegno in

Olivetti con il tentativo di farsi spazio in politica, ma senza riuscire ad

ottenere considerazione dai partiti di Roma.

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Il primo dopoguerra è caratterizzato da una forte espansione commerciale,

nel 1947 viene creata la British Olivetti a cui fa seguito nel 1950 la Olivetti

Corporation of America.

Egli aveva già maturato la convinzione che per un’impresa moderna non

bastassero né il positivismo né il socialismo, né il liberalismo, né il fordismo,

ma occorresse un’elaborazione completamente nuova ed originale.

Prenderà così vita, nel 1948, il Movimento Comunità, una miscela di

autonomie locali, democrazia diretta, federalismo, e una buona dose di

utopia.

Nel 1949 viene formata la Olivetti-Bull, che distribuirà in Italia le macchine

meccanografiche dell’azienda francese. Anche la produzione si espande fuori dall’Italia, con la creazione in

Argentina di un nuovo stabilimento.

Sono gli anni del design dalle linee rotonde di Nizzoli e dei prodotti che hanno fatto la storia dell’Olivetti,

come la Lexicon 80 (del 1948) e la portatile Lettera 22 (del 1950), che resterà in produzione per 12 anni.

Ma sono soprattutto gli anni della Divisumma 14, prodotta dal 1948, innovativa calcolatrice

elettromeccanica nata dalla matita di Natale Capellaro. Il prodotto, prima calcolatrice scrivente al mondo ad

eseguire le quattro operazioni, ottenne un grande successo e generò ingenti profitti. La storia si ripeterà nel

1956 con la Divisumma 24, sempre di Capellaro.

Olivetti è riconosciuta come un punto di riferimento nel design industriale ed ottiene numerosi

riconoscimenti.

Nel 1952 il museo di arte moderna di New York ospita i prodotti Olivetti. Due anni più tardi, a poca distanza,

sulla Fifth Avenue, sarà aperto uno show room, simbolo del prestigio mondiale dell’azienda.

f) Gli anni cinquanta – la nuova elettronica e il pensiero urbanistico olivettiano

Nel 1950 espose la sua visione del primato in campo politico

dell'Urbanistica e della Pianificazione. L'urbanistica fu solo una

delle tante passioni di Olivetti che si interessò di storia, filosofia,

letteratura ed arte. È al suo personale rifinanziamento che si deve

la rinascita della rivista "Urbanistica".

Segnano anche l’inizio dell’avventura dell’Olivetti nell’elettronica,

fortemente voluta da Adriano.

Nel 1954 partecipa con l’università di Pisa alle prime fasi di

progettazione di un calcolatore elettronico e l’anno successivo

decide di creare in zona un gruppo di ricerca autonomo al quale

sarà affidato il compito di realizzare un calcolatore elettronico. Il lavoro si concretizzerà con la presentazione

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alla fiera di Milano del 1959 del primo calcolatore italiano: Elea 9003.

La gamma dei calcolatori elettronici si amplierà negli anni successivi con prodotti indirizzati ad applicazioni

tecnico scientifiche ed a quelle commerciali.

Nel 1956 fu eletto sindaco di Ivrea e due anni dopo ottenne due seggi in Parlamento candidandosi con il

Movimento Comunità. Il suo voto fu rilevante per la fiducia al governo Fanfani. Nel 1957 la National

Management Assosiation di New York premiò l'attività di direzione d'azienda internazionale di Olivetti.

Già nel 1959 torna in Olivetti e decide di acquisire l’americana Underwood, grande produttore americano

di macchine da scrivere. Lo scopo è quello di utilizzarne le potenzialità produttive e acquisirne la rete

commerciale. L’operazione della piccola azienda italiana che acquisisce il

colosso americano desta sui mercati mondiali un forte stupore.

Ma l’acquisizione si rivelerà eccessivamente gravosa. La Underwood è

fortemente indebitata e con impianti produttivi antiquati, la cui

ristrutturazione richiederà un ingente impegno finanziario.

Ma il destino interrompe la vita di questa persona eccezionale. Il 27

febbraio 1960 morì improvvisamente durante un viaggio in treno da

Milano a Losanna a causa di una trombosi cerebrale: sotto la sua guida

l’Olivetti aveva raggiunto una dimensione mondiale, sia dal punto di vista

produttivo che commerciale, e contava circa 36000 dipendenti.

Ricordando Camillo Olivetti che cominciò con 20 dipendenti nel 1908.

g)Il (anni ’60)

dopo Adriano

Alla guida del gruppo viene nominato Giuseppe Pero, che si occupa da tempo della parte amministrativa ed

è persona molto vicina alla famiglia Olivetti.

Sono anni caratterizzati da una crisi economica internazionale, e la Olivetti deve affrontare una situazione

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