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Sintesi
La nevrosi
Estratto del documento

descritti, potendo rimanere pura, libera fluttuante (nevrosi d’angoscia) oppure coagularsi su un oggetto o su una

situazione (nevrosi fobica) o dar luogo a fenomeni di conversione nel corpo (nevrosi isterica).

In sintesi, tutti questi elementi sembrano configurare nel loro insieme, più che una vera e propria malattia, una

particolare modalità di essere e di porsi nel mondo.

La teoria freudiana e la psicoanalisi costituiscono oggi il principale sistema interpretativo delle nevrosi; ed anche le

scuole ad indirizzo comportamentista insistono sul carattere psicologico, e non organico di questo tipo di disturbo.

Secondo l’indirizzo psicoanalitico, le nevrosi sono essenzialmente delle situazioni di disagio psichico nascenti dalla

rimozione di desideri su base istintuale, operata attraverso istanze repressive interiorizzate di tipo morale; secondo le

scuole di orientamento comportamentista, le nevrosi sono invece condizionamenti sfavorevoli, o errori di

apprendimento.

Le cause delle nevrosi sono complesse e multifattoriali e non sempre accertabili in ogni singolo caso. In molti casi è

possibile confermare il classico schema freudiano: la nevrosi trova le proprie radici nell’infanzia, e precisamente nel

conflitto edipico, la cui incompleta risoluzione blocca lo sviluppo psicosessuale ad un livello di incompleta maturità. In

altri casi lo schema si allarga, ed è possibile risalire ad una situazione conflittuale più complessa che contrappone

bisogni affettivi e desideri ancora immaturi con istanze repressive di tipo etico-disciplinare fatte proprie dal soggetto.

Ma raramente il conflitto nevrotico è schematico: quasi sempre si lega ad una catena di eventi psicologici inconsci che

hanno origine nel passato più o meno remoto. In altri casi il conflitto nevrotico può concernere i rapporti attuali con i

genitori o con i figli, il rapporto con il proprio lavoro e così via. Le cause lontane e vicine delle nevrosi possono essere

conclusivamente riconosciute, secondo Freud, nella convergenza di vari fattori, quali: alla vita sessuale hanno una parte

A) la radice sessuale.«Bisogna ammettere che le condizioni collegate funzionalmente

importante nell’eziologia di tutte le nevrosi, e questo avviene a causa del grande significato psichico che questa

funzione soprattutto nel sesso femminile»

B) un fattore organico ereditario predisponente, il quale in alcuni momenti particolari genera, in rapporto a situazioni

vissute del soggetto, delle idee patogene non perfettamente trattate né rimosse in maniera riuscita.

C) il trauma.

D) l’affaticamento intellettuale.

2.2 Sintomatologia generale

È possibile delineare un quadro d’insieme comune a tutti i tipi di sofferenza nevrotica. Questa è sempre in connessione

con le difficoltà di affrontare e superare l’ansia che si genera dalle situazioni di conflitto tra l’Es ed il Super-io. A

partire da questa matrice ansiosa, alcuni sintomi sono derivati dal tentativo, mai completamente riuscito, di controllarla;

altri si esprimono attraverso l’attivazione di diversi meccanismi di difesa che sono rappresentati dai sintomi nevrotici

stessi (fobie, ossessioni, ipocondria, etc.). Ma ci sono alcune caratteristiche praticamente onnipresenti: sul piano

psicologico si osservano, oltre ad iper-emotività, un sentimento costante d’insoddisfazione ed avvilimento, vissuto

come inevitabile. Per contro affiora un sentimento di sordo rancore verso i genitori, gli altri, il destino, come di chi

debba essere risarcito di un torto ingiustamente patito. Il soggetto, come già detto, ha consapevolezza del carattere

abnorme di queste sue esperienze, ma non riesce a mettere in relazione i propri disturbi ad una causa psicologica

interna.

I comportamenti nevrotici sono testimonianza di una generica immaturità affettiva e quindi di una reale incapacità

d’investimento libidico, di un’impossibilità di abbandono e di relazione. Anche le funzioni vegetative sono

profondamente coinvolte. Possono così verificarsi disturbi del sonno, dell’appetito, e delle funzioni viscerali. La vita

sessuale è sempre in qualche modo perturbata. Questa alterazione può esprimersi in una precisa condotta inadeguata

sotto forma di masturbazione, alternativa alla soddisfazione sessuale. Tale autoerotismo è sovente una condotta segreta

che il soggetto nasconde accuratamente come una vergognosa e colpevole macchia. In altri casi possiamo osservare

disturbi della potenza sessuale sotto forma di eiaculazione precoce o ritardata, di difficoltà all’erezione fino

all’impotenza. Nella donna frequenti sono il vaginismo e la frigidità. Inoltre l’impossibilità di provare un autentico

piacere sessuale non si esprime in un sintomo chiaramente definito, ma si traduce con un distacco dalla sessualità talora

razionalizzato con motivazioni etiche, oppure in un’impossibilità ad un autentica partecipazione al coito. Pure frequente

è l’astenia, testimonianza diretta del sovraccarico energetico indotto dalla dinamica conflittuale. Vanno ancora

ricordate le turbe funzionali inerenti ad un inadeguato sviluppo psicomotorio, quali l’enuresi (incontinenza), la balbuzie,

i movimenti ticcosi. In senso ancora più generale, sono spesso osservabili atteggiamenti posturali o tonici che si

traducono in una motricità rigida, goffa, disordinata, in un’inadeguatezza gestuale e mimica, talora con effetti

sgradevoli o grotteschi in cui è evidente l’intenzione latente autosvalutativa.

La sintomatologia è sempre dominata, come si è detto, da un disturbo fondamentale: l’ansia. Questa non si manifesta

però sempre con le stesse caratteristiche. Può essere ansia fluttuante, cioè stato di attesa spiacevole, tensione

immotivata, apprensività; oppure ansia somatizzata, avvertita non come disagio psicologico, ma come minaccia

corporea, sotto forma di disturbi soggettivi vaghi, apparentemente riferita a disfunzioni somatiche; o ancora conversione

isterica, quando la somatizzazione dell’ansia procura un’incapacità funzionale a carico di qualche organo o apparato.

Da questa varietà di sintomi né deriva la classica distinzione fra i vari tipi di nevrosi. La nevrosi d’ansia, caratterizzata

dalla presenza dominante dell’apprensività, dall’ansia fluttuante, dall’insonnia e da eventuali crisi d’allarme. La nevrosi

fobica, caratterizzata dalla produzione dominante di fobie (fobie per i luoghi chiusi, per quelli aperti, per le malattie, per

i viaggi, ecc.). La nevrosi isterica, quando il soggetto produce inconsciamente sintomi ed incapacità che simulano una

specifica malattia.

Il meccanismo psichico della formazione dei sintomi può essere descritto, nella sua dinamica strutturale, come:

A) Un impulso inconscio di natura sessuale,

B) Che si scontra con il contesto delle regole sociali (contesto culturale) introiettate dal paziente attraverso

l’educazione (che riconosce A come «perverso».

C) La rimozione dell’impulso, frenato nell’inconscio.

D) Una situazione o una serie di situazioni traumatiche che portano al limite la tensione inconscia tra A e B in un

tempo troppo breve ed ad un livello troppo acuto perché possa tentarsi ottimalmente una riorganizzazione psichica

reattiva dell’io.

E) Impressione penosa: (si parla di scacco). Il conflitto viene congelato, imbottigliato, come una carica esplosiva

innescata, lungo esiti inconsci simbolici.

F) In questo modo, pur rimanendo coperto nella forma originaria dall’amnesia di rimozione, il conflitto mette in atto

la sua potenziale attività.

G) Ed in al fallimento della rimozione l’impulso dilagante, ma corretto, tenderà ad esprimersi parzialmente, per quanto

possibile, in forma comunque compromissiva, nel comportamento del soggetto, attraverso meccanismi di

sostituzione, condensazione, di spostamento (ad esempio argomenti che si riferiscono alla parte inferiore del corpo

vengono a livello cosciente riferiti alla parte superiore), attraverso memorie di copertura, parole di scambio (sulle

quali fa perno l’altro discorso inconscio, oppure nei sintomi nevrotici e nei sogni.

2.3 Accenno ad alcuni tipi di nevrosi

La nevrosi d’ansia

La nevrosi d’ansia può essere intesa come una sorte di tronco comune a tutte le nevrosi che si può esprimere in modo

monosintomatico, attraverso le varie declinazioni del vissuto angoscioso, o attraverso l’evolvere verso strutture più

elaborate nelle altre forme di nevrosi.

La nevrosi d’ansia insorge generalmente in età giovanile (dai 17 ai 35 anni), è più frequente nelle donne ed ha un’alta

familiarità. Le cause di questa nevrosi, oltre alle alterazioni genetiche, sono una meiopragia( diminuzione dell’attività

funzionale e delle capacità reattive di un organo) -o ipoattività del sistema nervoso- e l’intervento di fattori psicologici

e sociali che possono predisporre ai disturbi d’ansia.

La nevrosi d’ansia ha un’evoluzione molto variabile. In alcuni casi si ha un sensibile miglioramento o addirittura la

guarigione spontanea. Più spesso tende a diventare cronica, e si esprime con sentimenti di insicurezza, timore, dubbio, e

si traduce nell’incapacità di prendere qualsiasi decisione.

La complicanza più temibile ed è anche abbastanza frequente è l’evoluzione verso forme nevrotiche più stabili e

strutturate, attraverso l’attivazione dei meccanismi di difesa dell’io che permettano di contenere la tensione interiore.

La nevrosi d’ansia può trasformarsi così in una nevrosi fobica, ossessiva o isterica.

Un’altra possibilità è l’insorgere di una malattia psicosomatica, per cui l’ansioso diventa un asmatico, un ulceroso o un

iperteso, e l’angoscia generalmente si attenua, come se le scariche ansiose non controllate venissero per così dire

drenate dal sintomo somatico.

Pertanto in ogni caso di nevrosi d’ansia, è assolutamente necessario attuare un trattamento psicoterapeutico e/o

farmacologico, tempestivo che, in un buon numero di soggetti, consente di ottenere la guarigione o un sensibile

miglioramento, e comunque, costituisce un importante trattamento di prevenzione nei confronti delle possibili

complicanze.

L’ansia è la diretta conseguenza del conflitto fra le pulsioni profonde dell’Es e le istanze inibitorie del super-io; ha

quindi la funzione di segnalare all’io le necessità di esigere difese psicologiche.

Il primo meccanismo di difesa a cui ricorrere è la rimozione che consente nel respingere e mantenere a livello inconscio

le pulsioni pericolose, ovvero vengono respinti i pensieri e sentimenti fonte di ansia, e determina, se efficace, un ritorno

all’equilibrio psichico senza la formazione di sintomi. Se la rimozione non risulta del tutto efficace, l’io ricorre ad

ulteriori difese quali la conversione (in cui il conflitto psichico viene trasformato in sintomi motori –paralisi, per

esempio- o sensoriali –dolori localizzati, formicolii, anestesie-), che determina una riduzione dell’ansia e la formazione

dei sintomi caratteristici delle relative nevrosi (isterica, fobica, ecc.).

La nevrosi d’ansia si verifica in una situazione intermedia fra le due precedenti: la rimozione non funziona ma non

vengono messi in atto altri meccanismi di difesa, per cui l’ansia diviene molto intensa, superando il livello proprio della

sua funzione di segnale, ed emerge come unico sintomo.

La nevrosi fobica

Si contraddistingue per una paura drammatica concentrata su specifiche persone, oggetti, situazioni, che di per se stessi

non rappresenterebbero un pericolo reale, ma che diventano causa di un terrore paralizzante (fobia). Il soggetto ha una

piena consapevolezza del carattere irrazionale del suo panico, ma non può sottrarvisi, in quanto ogni tentativo di

superarlo da luogo a crisi di ansietà esagerata. Egli è pertanto in un clima di costante attesa a mettere in atto tutta una

serie di misure di evitamento della situazione, una presa di distanza che viene appunto denominata fobica.

La nevrosi fobica può essere considerata un’evoluzione della nevrosi d’ansia in quanto i meccanismi di difesa si

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