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Ogni giorno siamo circondati da una miriade di suoni: alcuni di essi
non li sentiamo, altri riescono ad infastidirci, altri ancora riescono
ad avere effetti positivi sul nostro umore; altri suoni, invece,
riescono a stimolare la nostra fantasia o a rievocare ricordi più o
meno sopiti.
Ciò accade perché ognuno di noi, anche se non intenzionalmente,
finisce inevitabilmente per attribuire potere alla musica: quelle
melodie che ci rilassano, quelle che abbiamo legato ai ricordi più
belli, quelle che ci hanno tenuto compagnia nei momenti difficili,
costituiscono la colonna sonora che fa da sottofondo musicale alla
nostra vita: quelle canzoni che conosciamo a memoria e che
riascoltiamo ogni volta con piacere, sono quelle che portiamo nella
nostra anima.
La musica diviene, così, una compagna nel viaggio della nostra vita:
come ha affermato Wystan Hugh Auden la musica è, infatti, “il
mezzo migliore per sopportare il tempo”.
Non c’è un motivo oggettivo per il quale, quando ascoltiamo per la
prima volta una canzone alla radio, essa ci colpisca e finisca per
piacerci più di altre perché, in fondo, essa altro non è che un
insieme di onde radio che il nostro orecchio percepisce allo stesso
modo di tutte altre. Alcune canzoni, però, hanno un qualcosa in più,
un potere che le rende speciali, uniche.
E così, alcune canzoni riescono a farci sorridere, rendendo positivo il
nostro umore, mentre altre ci ricordano di quando il nostro umore
era negativo e, in virtù, di quel ricordo, ci strappano una lacrima:
questa canzoni fanno parte della nostra musica, di quella che per
noi è la musica del sorriso e del pianto. Sono un po’ per noi ciò che
la derivata seconda è per la funzione, che le fa rivolgere la
concavità verso l’alto quando essa è positiva, verso il basso quando
è negativa.
Se chiudiamo gli occhi quando ascoltiamo la “nostra” musica, le
note intorno a noi prendono forma e colore. L’artista V. Kandiskij è
riuscito a riprodurre sulla tela i colori della musica: i colori venivano,
infatti, da lui avvertiti come un “coro” da fissare sulla tela. "In
generale il colore è un mezzo che consente di esercitare un influsso
diretto sull'anima. Il colore è il tasto, l'occhio il martelletto, l'anima il
pianoforte dalle molte corde. L'artista è una mano che toccando
questo o quel tasto mette in vibrazione l'anima umana....".
La sintonia che si crea tra la nostra musica e la nostra anima è tale
da farle muovere all’unisono, come se fossero una cosa unica:
questo movimento sincronizzato è come quello per il quale la Luna
ruota intorno alla Terra volgendo verso di essa sempre la stessa
faccia.
Il potere della musica, di quella musica che ci portiamo nell’anima,
dunque, è enorme, tanto da riuscire a dare maggior intensità ai
nostri pensieri e, come ha sostenuto Agostino dicendo che “chi
canta due volte prega”, anche alle nostre preghiere. Egli ha
legittimato la musica agli occhi della Chiesa, ma la cosa più
interessante è che lo ha fatto attraverso un tormento interiore che
Confessioni,
non ha avuto paura di illustrare nelle un tormento tutto
mediato dal rapporto con la madre. Agostino inizia, infatti, ad
apprezzare la musica, per la precisione il canto liturgico, ascoltando
la madre. Da quel momento, per lui, l'ascolto della musica, la
riflessione sulle strutture ritmiche del verso e del canto, alle quali
De musica
dedicherà un intero libro, il appunto, sono indisgiungibili
dal profondo rapporto che intrattiene con sua madre.
Il potere della musica ci viene testimoniato anche dalla storia: nel
1968 la musica divenne vera e propria comunicazione, espressione
d protesta contro la guerra e contro le ingiustizie del mondo. Il
modello musicale ke faceva + presa tra i giovani era il rock’n’roll
una musica k si proponeva come una reazione antitradizionalista
anticonformista intenzionata a mettere al bando la musica melodica
e sentimentalista .Tra i maggiori interpreti del rock’n’roll abbiamo
Elvis Presley.Dagli inizi degli anni 70 si iniziò a diffondere la musica
beat , un genere nato in Inghilterra k voleva allontanare il + pox i
givani dal perbenismo degli adulti. Saranno soprattutto i beatles a
travolgere la maggior parte dei giovani e a “segnare “ l’epoca cn il
loro stile.
Un esteta cm d’annunzio nn poteva ke rimanere affascinato dalle
bellezze della musica. Il rapporto tra Gabriele D'Annunzio e la
musica fu caratterizzato da un legame intenso, che in ogni caso non
intaccò il primato delle lettere, ma forse si affiancò alla naturale
propensione per la poesia, superando le conoscenze e l'interesse
per le arti figurative. D’Annunzio era soprattutto un appassionato,
un amante della musica e in particolare di quella di Beethoven. Egli
comprese che la musica diviene compagna nel viaggio della nostra
vita soprattutto nei momenti di silenzio e, a tal proposito, scrisse
“Ricercando il mio silenzio, nn ritrovavo se nn la mia musica”
Il vero valore della musica è racchiuso nella frase di Friedrich
Nietzsche “Senza musica la vita sarebbe un errore”. Il filosofo ebbe
un rapporto intimo e continuo cn “Lei” e ritenne che avesse un
ruolo preminente fra le arti. La musica viene, infatti, vista, non solo
da lui, come fusione piena di ritmo,danza,gesto,mimica,parola
dispiegamento espressivo delle potenzialità del corpo umano.
La musica ,dal mio punto di vista,rappresenta qualcosa di
speciale,UN DONO perché nessuno è in grado d trasmettere le
emozioni che ci regala,arrivando dritta alla nostra anima…Queste
emozioni non possono essere descritte con le semplici parole ma