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Sintesi

Introduzione Musica, tesina



La seguente tesina di maturità tratta del tema della musica.
Attraverso questa tesina voglio intraprendere un viaggio “in chiave di violino” che mi permette di spaziare dai fenomeni naturali, parlando ad esempio della musica prodotta dal moto dei pianeti sino ad arrivare al sentimento, alle emozioni e alla poesia che essa produce e che fa vibrare l’animo di tutti gli uomini.

Collegamenti


Musica, tesina



ASTRONOMIA: LA MUSICA NEI PIANETI
ITALIANO: LEOPARDI - L'INFINITO - TEORIA DEL SUONO
FILOSOFIA: SCHOPENHAUER - NIETZSCHE E WAGNER
STORIA DELL'ARTE: KLIMT - ALLEGORIA DELLA MUSICA
STORIA: HITLER E WAGNER
INGLESE: JOYCE - THE DEAD
LATINO: AGOSTINO - DE MUSICA
Estratto del documento

SIMONA SURIANO – LICEO SCIENTIFICO SANTI SAVARINO – V E A.S. 2013/2014

UN VIAGGIO IN CHIAVE DI VIOLINO: TRA FENOMENI NATURALI E VIBRAZIONI

DELL’ANIMO

Il tema centrale che ho scelto per il mio percorso è la musica, in quanto essa

rappresenta per me […]. Come si evince dal titolo, attraverso questa tesina voglio

intraprendere un viaggio “in chiave di violino” che mi permette di spaziare dai

fenomeni naturali, parlando ad esempio della musica prodotta dal moto dei pianeti

sino ad arrivare al sentimento, alle emozioni e alla poesia che essa produce e che fa

vibrare l’animo di tutti gli uomini.

Il concetto di musica delle sfere risale a Pitagora (VI secolo a.C.) che per primo udì la

sinfonia planetaria ma tale idea venne maggiormente approfondito da Keplero nel suo

Harmonices Mundi in cui dimostrò che dallo studio delle velocità angolari dei pianeti

era possibile ricavare dei rapporti musicali che tradusse in spartiti, uno per pianeta,

ma non attribuì loro delle singole note, bensì degli intervalli (la cui ampiezza è

direttamente proporzionale all’eccentricità dei pianeti) in quanto, variando

costantemente la velocità nel loro moto, l’effetto generato sarebbe un glissato, ovvero

un insieme di note; si può notare che a un moto lento (come quello di Saturno)

corrispondono note gravi, ad un moto quasi costante (quale quello di Venere)

corrisponde una sola nota fissa mentre ad una grande variazione di velocità (tipica di

Mercurio) corrisponde una scala molto estesa. Tutti questi suoni prodotti dai pianeti

risulterebbero formare nel loro insieme un’armonia, da qui il concetto di armonia delle

sfere, per la cui realizzazione il Sole è indispensabile poiché corrisponde alla nota

centrale che congiunge i due tetracordi, ossia due scale composte ognuna da quattro

note. Keplero sostiene che questa musica suonata dai pianeti non viene udita

dall’uomo non perché si tratti di una sorta di rumore di fondo che questi non sa più

cogliere, bensì perché viene percepita dall’intelletto e non dall’orecchio. Infatti scrive:

“I movimenti celesti […] non sono nient’altro che un canto ininterrotto per molte voci

percepito non dall’orecchio, ma dalla mente, una melodia figurata che traccia dei punti

di riferimento nell’incommensurabile fluire del tempo.” Harmonices Mundi)

(Keplero –

Quindi da qui si evince come questo canto percepito dalla mente tracci dei punti di

riferimento nell’incommensurabile fluire del tempo, lo stesso procedimento che

sottende a “L’infinito” di Leopardi in cui la voce del vento stimola sensisticamente nel

poeta la percezione dell’eternità.

Infatti dal punto di vista letterario la musica diventa una costante nella cultura

romantica. Uno dei maggiori poeti che seppe scrivere opere intrise di grande

musicalità è Leopardi. Nella sua produzione la musica compare nelle liriche, numerosi

sono i riferimenti al canto, al suono, al vento e ai rumori vaghi e indefiniti di cui è

ignota la fonte, basti pensare alla Teoria del Suono definita nello Zibaldone. “L’infinito”

è l’opera che ho scelto di analizzare poiché ritengo che in essa si realizzino più

compiutamente questi aspetti. Questo idillio, rappresentazione poetica di

un’avventura dell’animo che nasce da un esperienza concreta, scritto nel 1819 sul

monte Tabor a Recanati, inizia con l’esclusione dell’orizzonte alla vista del poeta che

gli consente di immaginare ‘interminati spazi’ e ‘sovrumani silenzi’; e ancora così

comparando la ‘voce’ del vento a ‘quello infinito silenzio’ gli ‘sovvien l’eterno’, quindi

si evince come la sensazione uditiva stimoli la percezione dell’eternità. E’ evidente in

questi versi il riferimento alla Teoria del Suono presente nello Zibaldone, un diario

poetico in cui egli annotava sistematicamente tutti i pensieri, dove afferma che sentire

un suono proveniente da lontano stimola l’immaginazione, poiché l’origine del suono

non chiaramente definita e vaga è molto suggestiva e rievoca immagini. Inoltre egli in

un'altra pagina scrive: “Le altre arti imitano ed esprimono la natura da cui si trae il

sentimento, ma la musica non imita e non esprime che lo stesso sentimento in

persona”, quindi afferma il primato della musica così come aveva fatto Schopenhauer.

Dal punto di vista filosofico infatti Schopenhauer, che condivide con Leopardi la visione

della vita come dolore, trova nelle arti una via, seppur momentanea, di liberazione da

esso e attribuisce alla musica il primato poiché rappresenta l’essenza di tutto ciò che

esiste.

“La musica oltrepassa le idee, è del tutto indipendente anche dal mondo fenomenico,

semplicemente lo ignora, e in un certo modo potrebbe continuare ad esistere anche se

il mondo non esistesse più: cosa che non si può dire delle altre arti. […] La musica,

dunque, non è affatto come le altre arti, l’immagine delle idee, ma è invece immagine

della volontà stessa; le altre arti esprimono l’ombra, mentre la musica esprime

l’essenza, l’in sé del mondo.” Il mondo come volontà e rappresentazione)

(A. Schopenhauer –

Un altro filosofo che rivolge particolare interesse alla musica è Nietzsche, di cui

celebre è l’aforisma “Senza musica la vita sarebbe un errore”. Nietzsche, nella prima

fase della sua produzione, ritiene centrale la figura dell’artista e i suoi autori di

riferimento sono Schopenhauer e Wagner. Ne “La nascita della tragedia dallo spirito

della musica” egli mette in discussione il modo di interpretare la cultura greca da

parte dei filologi di stampo classicista perché presentavano la Grecia classica come

un’epoca in cui prevale l’armonia poiché pensavano fosse proprio lo spirito greco ad

essere così, ma egli contesta questa visione poiché ritiene che tipico dello spirito

greco sia la compresenza del dionisiaco e dell’apollineo, due forze che trovano la

loro massima espressione nella tragedia Attica di Sofocle e di Eschilo. Egli parte dalla

concezione tragica schopenhaueriana della vita per la quale la vita è caos vitale,

nella misura in cui la vita è volontà di vivere, ossia un elemento irrazionale

dell’esistenza, quindi la vita è essenzialmente dionisiaca, irrazionale e l’apollineo,

altro elemento principale della tragedia greca, rappresenterebbe il tentativo di

mettere ordine nel caos vitale, un tentativo di ridare un senso all’esistenza che di

per sé nasce caotica e irrazionale. Nietzsche inoltre dà così tanta importanza alla

musica perché, secondo lui, è l’unica capace di mostrare pienamente i sentimenti

umani ed è inoltre espressione del dionisiaco, ovvero dell’irrazionalità. Nella prima

fase della sua produzione, oltre all’influenza schopenhaueriana, vi è quella di

Wagner in cui egli vede il genio, l’artista in grado di recuperare il senso

dell’esistenza e di annunciarlo; per Nietzsche l’artista è Wagner poiché la musica

rappresenta l’immediato fluire della vita.

Sul piano figurativo, Klimt visualizza in chiave allegorica il primato della musica

nell’opera “Allegoria della Musica”, un quadro realizzato nel 1895. Protagonista del

quadro è la suonatrice di cetra, figura di ispirazione greca che è affiancata da una

scultura raffigurante una sfinge, metà donna e metà leone che unisce in se stessa il

mondo animale e quello spirituale, e da una maschera di Sileno, simbolo della

conoscenza dionisiaca; alle spalle della suonatrice spiccano delle sfere dorate,

queste rappresentano i pappi della pianta del tarassaco, simboli della diffusione

delle nuove idee poiché, al minimo soffio di vento, si spargono ovunque. Il quadro è

quindi definibile una summa delle teorie formulate da Schopenhauer, Nietzsche e

Wagner e in parte influenzato da Nietzsche per il suo interesse verso la mitologia

greca, anche protagonista come abbiamo visto della sua maggior opera “La nascita

della tragedia dallo spirito della musica”, che compare più volte nell’opera klimtiana.

Dal punto di vista storico vediamo come Wagner abbia molto influenzato Hitler. Egli

non fu solo un compositore ma anche un autore di molti scritti politici portatori dei

principi di antisemitismo; arrivò perfino ad invocare “la distruzione totale degli

ebrei” che riteneva “demoni della rovina dell’uomo”; venne definito da molti storici il

maestro di Hitler. Durante la seconda guerra mondiale vennero allestiti, per opera di

Hitler, diversi campi di concentramento nella Germania orientale e in Polonia in cui

vi erano presenti anche molti musicisti; si vennero a creare in questi diverse

orchestre e complessi minori che avevano principalmente la funzione di scortare a

ritmo di marcia i Kommandos (le squadre di lavoro) oppure di rallegrare l’intervallo

della domenica pomeriggio. Queste esecuzioni musicali rientravano comunque

nell’ordine degli scambi, della lotta per sopravvivere; ad esempio i musicisti avevano

forse qualche possibilità in più di non far parte del successivo contingente di fucilati.

Questi canti, dalle ninne nanne dell’infanzia, ai canti di resistenza, ai canti del

folklore tedesco imposti agli uomini a forza, rimarranno profondamente radicati nella

memoria di questi uomini. Scrive P. Levi in “Se questo è un uomo”: “Esse giacciono

incise nelle nostre menti, saranno l’ultima cosa del Lager che dimenticheremo.”

Now I would talk about music as a power that can awake paralyzed people. In a

world in which people are paralyzed both physically and morally, the music

represents the most effective power that can awakes them. In particular James

Joyce, in “Dubliners” , a collection of short stories, shows how ordinary people doing

ordinary things can reverse their situation thanks to the listening of a song. They

have their epiphany that means manifestation, remembering the showing of the

Christ child to the Magi. Epiphany takes on fundamental role in Joyce: it indicates the

moment when a simple object or fact suddenly flash out with meaning and makes a

person realize his/her condition. This aspect is mostly present in “The dead”, a short

story that tells about a couple, Gabriel e Gretta. At the end of a Christmas party in

Dublin, Gabriel is downstairs, ready to leave when he sees is wife at the top of the

stairs. She is extraordinarly impressed by a song that one of the guests is singing;

Gretta becomes sad because this song reminds Michael Furey, a young boy who

became sick to see her one last time. She thought, and still thinks, that this caused

his death: “I think he died for me.” So Gabriel understands that he couldn’t love her

as Michael gave his life for her. The story ends with the sweet sound of snowflakes

descending on Dublin.

Per quanto riguarda il latino ho voluto esaminare il De Musica di Agostino, un

trattato scritto tra il 387 e il 391 d.C. a seguito della sua conversione che si compone

di sei libri e si sviluppa sotto forma di dialogo tra un Maestro (Agostino) e un

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