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Sintesi
Sintesi Tesina sulla Musica, anima del mondo


Per definizione, La musica è l'arte e la scienza dell'organizzazione dei suoni nel tempo e nello spazio. Si tratta di arte in quanto, attraverso norme pratiche adatte a conseguire determinati effetti sonori, il musicista riesce ad esprimere la propria interiorità e a condividerla con l’ascoltatore. Si tratta invece di scienza poiché, Il generare suoni avviene mediante il canto o strumenti musicali che, attraverso i principi dell'acustica, provocano la percezione uditiva e l'esperienza emotiva voluta dall'artista. Nel corso della storia, la musica, seguendo un processo di evoluzione e ramificazione, si è adattata ai gusti, per così dire, dell’epoca e ha influenzato tutti gli altri ambiti.
Nella seguente tesina di maturità ho deciso d’affrontare, in questa tesi, l’argomento “musica”, non per il semplice e scontato motivo che, essendo un musicista, io sia coinvolto “emotivamente” nella materia, ma semplicemente perché, da quando sono entrato in contatto con questa arte magistrale, ho deciso di farne il frutto dei miei studi.



Collegamenti

Tesina sulla Musica, anima del mondo


Latino:Sant'Agostino e il " De Musica ".
Italiano: Leopardi e la sua concezione di musica; D'Annunzio e " La pioggia nel pineto ".
Inglese: Music and epiphanies in James Joyce: "Eveline" & "The dead"
Filosofia: Schopenhauer: La musica come metodo di liberazione; Niezsche: " Nietzsche contra Wagner ".
Storia dell'arte: L'astrattismo di Kandinsky e la musica.
Storia:La musica nel regime nazista: La nuova musica tedesca; la musica nel regime nazista: Il "La" corista a 440hz.
Fisica: L'onda sonora; i pick-up degli strumenti musicali elettrici cordofoni.
Geologia: L'AlNiCo e il Cobalto.
Scienze: La Musicoterapia.
Estratto del documento

salmastre ed arse,

piove sui pini

scagliosi ed irti,

piove su i mirti

divini,

su le ginestre fulgenti

di fiori accolti,

su i ginepri folti

di coccole aulenti,

piove su i nostri volti

silvani,

piove su le nostre mani

ignude,

su i nostri vestimenti

leggeri,

su i freschi pensieri

che l’anima schiude

novella,

su la favola bella

che ieri

t’illuse, che oggi m’illude,

o Ermione.

Ascolta, Ascolta. L’accordo

delle aeree cicale

a poco a poco

più sordo

si fa sotto il pianto

che cresce;

ma un canto vi si mesce

più roco

che di laggiù sale,

dall’umida ombra remota.

Più sordo e più fioco

s’allenta, si spegne.

Sola una nota

ancor trema, si spegne,

risorge, trema, si spegne.

Non s’ode su tutta la fronda

crosciare

l’argentea pioggia

che monda,

il croscio che varia

secondo la fronda

più folta, men folta.

Ascolta.

La figlia dell’aria

è muta: ma la figlia

del limo lontana,

la rana,

canta nell’ombra più fonda,

chi sa dove, chi sa dove!

E piove su le tue ciglia,

Ermione.

Piove su le tue ciglia nere

sì che par tu pianga

ma di piacere; non bianca

ma quasi fatta virente,

par da scorza tu esca.

E tutta la vita è in noi fresca

aulente,

il cuor nel petto è come pesca

intatta,

tra le palpebre gli occhi

son come polle tra l’erbe,

i denti negli alveoli

son come mandorle acerbe.

E andiam di fratta in fratta,

or congiunti or disciolti

( e il verde vigor rude

ci allaccia i melleoli

c’intrica i ginocchi)

chi sa dove, chi sa dove!

E piove su i nostri volti

silvani,

piove su le nostre mani

ignude,

su i nostri vestimenti

leggeri,

su i freschi pensieri

che l’anima schiude

novella,

su la favola bella

che ieri

m’illuse, che oggi t’illude,

o Ermione

È forse la poesia più famosa del D’Annunzio, tratta da Alcyone, il poema

del Sole e dell’Estate in cui il D’Annunzio trasfigura e rappresenta

liricamente momenti e sensazioni, dell’estate del 1902 trascorsa in

Versilia. Esso fa parte della sua opera lirica più vasta e più celebre, Le

laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi, insieme a Maia, Elettra e

Merope . Ritornando alla poesia, il tema è la pioggia estiva, mentre il

poeta e la donna amata varcano le soglie della pineta e vi si inoltrano. La

prima impressione che si ricava leggendola è quella di una straordinaria

abilità letteraria del poeta, capace di percepire con l’acutezza dei sensi, e

di riprodurre con l’armonia delle parole, i suoni diversi che la pioggia

suscita cadendo sulla fitta vegetazione.

“Il poeta descrive la pioggia estiva nella pineta, cogliendola nei vari

momenti e nella diversa orchestrazione dei suoni: quando inizialmente è

rada, quando poi s’infittisce, quando infine diventa scrosciante. Il poeta e

la donna amata si abbandonano con gioiosa voluttà alla freschezza della

pioggia, imbevendosi dello spirito stesso del bosco, fino a sentirsi come

trasformati in piante e frutti, in elementi della natura vegetale”.

Il motivo vero in questa poesia non è quello della descrizione della

pioggia, ma il panismo del poeta, la percezione di sentirsi intimamente

fuso con la natura e di ritornare alle sorgenti primordiali della vita.

I tre motivi principali di questa lirica sono:

quello mimetico, che conferisce alla poesia le caratteristiche di una

 ricostruzione fonosimbolica dei suoni generati dalla pioggia che

cade sulla vegetazione della pineta versiliana: alla pioggia si

uniscono e rispondono altre voci, corali (le cicale, del v.42) o isolate

(la rana del v.92);

quello della metamorfosi, tipico delle liriche di Alcyone, collegato al

 vitalismo panico;

quello della poesia come musica, o meglio di un’arte ritmica che

 Verlaine aveva già ipotizzato in Art Poétique.

In questa lirica domina la tecnica della ripetizione: interi gruppi di versi

vengono infatti ripetuti, così come le parole chiave della lirica, come

piove, pianto.

ripetuto ben 10 volte, e il suo sinonimo

Il ritmo viene creato grazie all’enumerazione delle piante. Assonanze,

consonanze, rime interne, sinestesie, accanto ad allitterazioni e

parallelismi fonici, creano una virtuosistica musica verbale, il cui

significato ultimo è cogliere le voci della natura nel loro mistero, le parole

non umane che provengono dalle piante. A questo proposito assumono

un rilievo particolare i verbi Taci ed Ascolta: il poeta infatti invita la

compagna a tendere i sensi così da cogliere il misterioso e allusivo

linguaggio che la natura rivolge a chi sa intenderlo e decifrarlo.

La peculiarità di questo brano, infatti, è la similitudine con la

struttura dei movimenti di una sonata di musica classica.

LETTERATURA INGLESE

The theme of music in English literature. James Joyce. Music in: “ Eveline ” &

“ The dead “

The theme of music can be found in two short stories from

"Dubliners", "Eveline" and " The Dead " by James Joyce.

In "Eveline" music has got a very important role in the

protagonist's existence and in her choice of future life. The

story ends with an epiphany, that is a sense of sudden

revelation the protagonist has in the end. After hearing

the street organ recalling back her dying mother,

she has a flashback. As she approaches the time of

departure the violent aspect of his father's character

becomes of secondary importance. Eveline's motivation for

her behaviour and indecision is not clearly expressed, but

we realise that her sense of duty to her father and her

promise to her dying mother to look after the house, are

the main factors that prevent her from leaving . Eveline's

inability to board the ship, her failure to find a way out is

the epiphany in the story. It is a symbolic, apparently banal

incident, the music of the street organ, which makes the

character become suddenly aware of the innermost aspects

of her own nature . In "The Dead" music starts Gabriel's

long painful process of self-awareness, through epiphany,

of the futility of his own life as well as those of the men and

women whose company he has just left at his aunts' party

in Dublin. While Gabriel and Gretta are going to leave,

Gretta suddenly hears a song from upstairs ,"The Lass of

Aughrim". Gabriel is impatient to be alone with her in the

hotelroom. As he and Gretta are walking home, he is filled

with love and desire for his wife and remembers the happy

moments in their courtship and married life. While Gabriel

is excited, Gretta is intensely upset by the song she has

heard. But once they reach the intimacy of their hotel

bedroom, he realizes, to his astonishment, that his wife is

weeping. He tries to comfort her and he is shocked to find

out that an old Irish song sung at the party, brought back

to her some thoughts, in particular the memory of a young

man, Michael Furey, who had been in love with her and had

died for her at the age of 17. After Gretta has fallen asleep,

Gabriel lies awake and thinks of the events of the night, of

his own fatuous complacency, his silly irritation and weak

desires and the futility of the lives that surround his life.

The final section of the story describes the moment of

vision that Joyce calls "epiphany". It is also at this point

that we understand that the title "The Dead" refers not

so much to the young 17 year old boy who died for

Gretta, as to Gabriel himself, to his aunts, to all the

guests at the party and on a larger scale, to all the

people of Ireland. After his wife's story in fact Gabriel

sees the events of the evening in a new light. The

"epiphany" has a double effect on him: the first is to

make Gabriel realize that he has lived with a woman,

his wife, without suspecting what passion and love

and what secret regret she concealed in her heart.

The second effect is to make Gabriel look at himself

as he is and not as he would like to be. He can see

lucidly that he is a pitiable man, a sentimentalist who has

had a poor part in his wife's life and who for the first time

he understands that "such a feeling must be love". These

two revelations create an effect on the reader too, who

after sharing the narrator `s ironic portrait of Gabriel, is led

towards a sympathetic understanding of Gretta. The climax

of the short story coincides with Gretta`s words referring to

the day she heard that Michael was dead, and Gabriel,

being shy of intruding into her grief, walking to the window.

Gretta's recalling Michael starts in Gabriel a process of self-

revelation :he slowly discovers himself as if in a mirror.

Compared to the young boy's devastating passion, he

realizes his own deficiency and how his own identity has

faded out into a grey world of respectability and mediocrity.

He also feels the striking contrast between his own

prudence, and indecision and Michael's courage. What

Joyce wanted to be a chapter in the moral history of

his country, becomes a chapter in the history of the

modern world, since Gabriel seems to have been

overtaken by that death in life, that is paralysis,

which is shared by many people in his time.

FILOSOFIA

Schopenhauer: la musica come metodo di liberazione.

Le riflessioni di Arthur Schopenhauer sulla musica,

sono contenute ne "Il mondo come volontà e

Rappresentazione", e nei "Parerga e

Paralipomeni". Nel sistema filosofico di

Schopenhauer, si distingue la volontà, ossia il

principio unico e originario del reale, dalla

rappresentazione, vale a dire la molteplicità dei

fenomeni. La volontà è una sorta di energia vitale

che può essere colta intuitivamente (e non

intellettivamente). Il compito dell'uomo, risiede nella

liberazione dall'illusione fenomenica, fino a

raggiungere una dimensione ascetica, che supera i

bisogni e i desideri individuali. È qui che l'arte ha un

ruolo fondamentale, e in quanto "l'individuo si

sottrae alla dura catena del desiderio, e diventa un

puro soggetto contemplante, che ha dinnanzi a se,

non fenomeni, ma idee, le pure essenze interposte

tra l'energia creativa della volontà e il mondo della

rappresentazione". Schopenhauer dedica le

ultime parti della sua estetica alla

delineazione delle caratteristiche delle

funzioni delle singole arti, che, in ordine

ascendente rispetto alla loro relazione con le

idee e la volontà, vanno dall'architettura fino

al culmine rappresentato dalla musica, che

gode di uno stato di assoluta eccezionalità

rispetto alle altre arti. Le arti sono quelle attività

degli artisti con le quali vengono comunicate,

tramite i prodotti artistici, le idee percepite

intuitivamente durante l'esperienza estetica del

passaggio dalla volontà alla nolontà. Posto a sé

occupa la musica. Mentre l'arte in generale è

l'oggettivazione della Volontà di vivere, la

musica è rivelazione immediata o diretta della

stessa Volontà di vivere. Infatti scrive: "La musica

è dell'intera Volontà oggettivazione ed immagine

tanto diretta quant'è il mondo; o anzi come sono le

idee, il cui fenomeno moltiplicato costituisce il

mondo dei singoli oggetti. La musica non è quindi,

come altre arti, l'immagine delle idee, bensì

l'immagine della Volontà stessa, della quale

sono oggettività anche le idee." La musica,

sostiene, essendo immagine della stessa Volontà di

vivere ha un effetto tanto più insinuante e potente di

quello delle altre arti. La musica, dandoci l'essenza

del Principio cosmico, detiene il primato sulle altre

arti che invece ne danno solo il riflesso. Al pari delle

altre arti la musica è in grado di sottrarci

momentaneamente alla sofferenza, ma non solo.

Vista la sua natura è in grado d'influire sulla volontà,

riproducendo in noi gli infiniti moti di quest'ultima, il

suo incessante ciclo d'"insoddisfazione e

appagamento". Non è tuttavia da ritenere che per

questo motivo perda il suo potere catartico. Infatti

non è in grado di farci soffrire veramente essendo

solo pura, distaccata, rappresentazione. Come tutte

le arti anche la musica esige che "la volontà resti

fuori dal gioco e che noi ci limitiamo ad essere puro

soggetto conoscente" "Quando, invece, nella realtà

con i suoi orrori, è la volontà stessa ad essere

sollecitata ed angosciata, non abbiamo più a che

fare con suoni e rapporti numerici, ma siamo noi in

persona adesso la corda tesa, pizzicata e vibrante"

Nietzsche e Wagner

Nietzsche contra Wagner (o Nietzsche contro Wagner) è un

saggio critico di Friedrich Nietzsche, scritto nel suo ultimo anno di

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