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L'argomento che tratterò oggi nella mia tesina di maturità riguarda la multiculturalità, e in particolare le reazioni che ogni uomo ha nei confronti di una nuova cultura. Nella mia tesina ho scelto di parlare della multiculturalità, ossia della presenza di più culture in uno Stato e della loro influenza nella vita di un uomo perché avendo avuto l’opportunità di vivere fuori dall’ Italia, ho potuto rapportarmi con altre culture e tradizioni e ho capito quanto gli scambi interculturali siano importanti per crescere ed arricchire le proprie conoscenze sulle tradizioni, sulle religioni e sulla gastronomia di Paesi diversi. Personalmente mi sono posta l’obiettivo di non giudicare le altre culture, bensì di adattarmi ad esse. Nella tesina ho anche effettuato dei collegamenti con altre discipline di studio.
Storia: Gli anni ruggenti.
Geografia: Repubblica Sudafricana.
Italiano: Italo Svevo.
Francese: Vallée d'Aoste.
Inglese: England.
Educazione fisica: Le Olimpiadi.
MULTICULTURALITÀ : Le reazioni al “diverso”.
L'argomento che tratterò oggi riguarda la multiculturalità, e in particolare le reazioni
che ogni uomo ha nei confronti di una nuova cultura. Ho scelto di parlare della
multiculturalità cioè della presenza di più culture in uno stato e della loro influenza
nella vita di un uomo perché avendo avuto l’opportunità di vivere fuori dall’ Italia, ho
potuto rapportarmi con altre culture e tradizioni e ho capito quanto gli scambi
interculturali siano importanti per crescere ed arricchire le proprie conoscenze sulle
tradizioni, sulle religioni e sulla gastronomia di paesi diversi. Personalmente mi sono
posta l’obiettivo di non giudicare le altre culture, bensì di adattarmi ad esse.
Spesso invece chi si sposta
verso un paese diverso dal proprio tende a criticare le usanze del posto, giudicandole
“strane”, ma dall’altra parte, anche il paese che ospita uno straniero ha dei pregiudizi
su di esso. Prova ne è l’ostilità diffusasi in America negli anni venti nei confronti degli
stranieri. Quel periodo fu caratterizzato da numerose forme di intolleranza e xenofobia
(= paura /odio per gli stranieri). Si diffuse il ku klux klan un club che promulgava gli
ideali razzisti, a cui potevano aderire solo i WASP cioè i bianchi, anglosassoni e
protestanti. Questi uomini non disprezzavano solo i neri, ma anche gli ebrei, i cattolici
e i socialisti che ritenevano fossero dei pericolosi sovversivi, che mettevano in
discussione il modo di vita americano e ne minavano le fondamenta morali. L’ episodio
più eloquente di questo clima avvelenato dai pregiudizi fu la condanna a morte di
Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, due anarchici italiani immigrati negli USA. Nel
1921 essi vennero accusati di avere ucciso due persone durante una rapina. Anche se
nel corso del processo la loro innocenza venne dimostrata, Sacco e Vanzetti furono
ugualmente condannati a morte. Agli occhi della popolazione americana, il semplice
fatto che fossero stranieri e anarchici, li aveva automaticamente trasformati in
elementi antiamericani e in pericolosi delinquenti. Questa forma di intolleranza verso
lo straniero caratterizzò anche la Repubblica Sudafricana, in cui a partire dal 1948
venne introdotto l’ apartheid: una politica di segregazione razziale praticata dalla
popolazione bianca nei confronti dei neri e degli immigrati asiatici, che prevedeva l’
emarginazione dei neri, imponendo aree residenziali differenziate per le diverse
comunità e riservando ai bianchi l’accesso a determinate professioni, cariche, scuole,
trasporti, locali pubblici, inoltre erano vietati i matrimoni misti. Ai neri furono affidate
le terre più povere ed aride chiamate bantustan dalle quali uscivano trasportati da
autobus a loro riservati per andare a lavorare le terre dei bianchi solo se dotati di un
pass che veniva loro rilasciato. Nonostante la fine dell’ apartheid nel 1992 e la nomina
di un presidente nero: Nelson Mandela, uomo simbolo della lotta per la parità dei
diritti, ancora oggi è percepibile una netta differenza economica e sociale tra bianchi e
neri. Ma se da una parte abbiamo due Stati che rifiutavano di accogliere nuove
culture, dall’ altra abbiamo un uomo che della propria biculturalità ne fece una
caratteristica. Quest'uomo è Ettore Schmitz che decise di cambiare il proprio nome in
Italo Svevo proprio per omaggiare i due Stati a cui apparteneva. Il padre era un
commerciante tedesco e la madre una donna italiana. Svevo venne indirizzato dal
padre a studiare il tedesco ed altre materie utili per l’attività commerciale, ma la sua
vera passione era quella di scrivere romanzi. Il suo stile letterario fu influenzato dalle
varie conoscenze acquisite nel corso della sua vita e in particolare dall’uso del
plurilinguismo: accostando termini scientifici e bancari ad espressioni dialettali in
tedesco, e ad un uso scorretto delle preposizioni. Per la letteratura di Svevo la
conoscenza di più lingue fu un aspetto negativo, perché non riuscì a conciliarle nel
modo giusto, creando così molta confusione. Ma in genere il bilinguismo è una
caratteristica molto importante che permette di poter relazionare con persone di altri