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Introduzione Schiavitù, tesina
Questo approfondimento cerca di tracciare la storia della schiavitù, dall’età antica fino ai nostri giorni. Non vuole essere esauriente, ma si soffermerà su alcuni momenti storici, per inquadrare cause, condizioni di vita, ruoli nella società e nell’economia, teorie e reazioni alla schiavitù. Prenderà in considerazione lo status dello schiavo nel mondo greco e romano, con particolare riferimento alla realtà di Roma ed Atene. Benché le fonti antiche non permettano di avere un quadro completo di quelle che sono state definite “società schiavistiche”, alcune opere letterarie possono aiutare a delinearlo: le orazioni, i vari Economici, che danno preziose informazioni sulla gestione delle aziende agricole da parte dei proprietari terrieri latini e greci, le commedie, in cui lo schiavo ha sempre un ruolo di primo piano, e le riflessioni filosofiche di pensatori quali Aristotele e Seneca; anche il controverso “Satyricon” di Petronio fornisce uno spaccato sulla condizione della particolare categoria dei liberti, cioè gli schiavi liberati, in età imperiale.
Collegamenti:
Schiavitù, tesina
Greco - la condizione degli schiavi (in particolare Menandro, Lisia-l'Apologia per l'uccisione di Eratostene).
Latino - la condizione degli schiavi (Petronio), la riflessione di Seneca.
Filosofia - Hannah Arendt e la necessità della schiavitù.
Italiano - Thallusa (Pascoli).
Inglese - Walt Whitman e la schiavitù negli USA.
Schiavitù
Legalità condivisa o illegalità nascosta?
Schiavi in una miniera greca-tavoletta d’argilla
Bambino in una piantagione di cacao in Costa d’Avorio 1
Sommario ................................................................................................................... 3
Introduzione ............................................................................................................ 4
Mappa concettuale ............................................................................................ 5
Essere schiavi nel mondo antico
...................................................................................................................... 5
I nomi degli schiavi
.......................................................................................................................... 6
La servitù ilotica .................................................................................................................. 6
L’origine degli schiavi ............................................................ 7
Lavori da schiavi, e rapporti con il padrone: la situazione ad Atene
............................................................... 8
L’organizzazione del lavoro servile: Roma e lo schiavo in affari
.................................................................................. 9
Uscire dalla schiavitù: tra ribellioni e liberazioni
............................................................................................................................. 9
La liberazione ................................................................. 11
La riflessione sulla schiavitù: tra filosofia e narrativa
............................................................................ 11
La vita activa: l’interpretazione della Arendt ῷό
Sfera privata e sfera pubblica: homo laborans e ................................................................... 11
...............................................................12
Oggetti di consumo e beni d’uso: homo laborans e homo faber
L’opinione dei liberi sugli schiavi...................................................................................................13
........................................................................................................13
Seneca: tra schiavitù e libertà ..............................................................................................14
Gli schiavi protagonisti: la commedia
..................................................................................................................................14
Thallusa ................................................................................................ 16
Walt Whitman and slavery
From the end of ancient slavery to the Atlantic slave trade.....................................................................16
.......................................................................................................................16
Slavery in the US ...............................................................................17
Whitman position on slavery and the fugitive law
.............................................................................................................. 19
Modern slavery ........................................................................................................19
Qatar: 2022 FIFA World Cup
Ivory Coast: the dark side of chocolate.............................................................................................20
.................................................................................................................20
Italia: il processo Sabr
.................................................................................................................. 21
Bibliografia 2
Introduzione
“Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù; la schiavitù e la tratta degli schiavi
saranno proibite sotto qualsiasi forma.”
Così recita l’articolo 4 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, firmata il 10 dicembre 1948. Questo
approfondimento cerca di tracciare la storia della schiavitù, dall’età antica fino ai nostri giorni. Non vuole
essere esauriente, ma si soffermerà su alcuni momenti storici, per inquadrare cause, condizioni di vita, ruoli
nella società e nell’economia, teorie e reazioni alla schiavitù. Prenderà in considerazione lo status dello
schiavo nel mondo greco e romano, con particolare riferimento alla realtà di Roma ed Atene. Benché le fonti
antiche non permettano di avere un quadro completo di quelle che sono state definite “società schiavistiche”,
alcune opere letterarie possono aiutare a delinearlo: le orazioni, i vari Economici, che danno preziose
informazioni sulla gestione delle aziende agricole da parte dei proprietari terrieri latini e greci, le commedie, in
cui lo schiavo ha sempre un ruolo di primo piano, e le riflessioni filosofiche di pensatori quali Aristotele e
Seneca; anche il controverso “Satyricon” di Petronio fornisce uno spaccato sulla condizione della particolare
categoria dei liberti, cioè gli schiavi liberati, in età imperiale.
Sulla necessità della schiavitù nel mondo antico si interroga anche la filosofa tedesca Hannah Arendt, che
1
riflettendo sull’agire umano definisce lo schiavo antico “un servo della necessità” . Un esempio di poesia sulla
situazione degli schiavi nel mondo romano è invece il carmen Thallusa di Giovanni Pascoli, che narra il
dramma vissuto da una schiava romana privata del figlio.
Dopo la fine di quella antica, la schiavitù riprende vigore dal XVI secolo, con la tratta degli schiavi e il
commercio triangolare: viene analizzata in particolare la situazione americana e l’atteggiamento del poeta
statunitense Walt Withman all’interno della lotta per l’abolizionismo, che si concluderà con la guerra civile
americana e l’abolizione della schiavitù in quella nazione.
Infine, alla luce di recenti eventi di cronaca, si fa accenno alla situazione attuale e si prendono in esame tre tra
i numerosi esempi di schiavitù moderna: lo sfruttamento dei lavoratori immigrati in Qatar in vista dei
Campionati Mondiali di Calcio del 2022; l’utilizzo dei bambini nelle piantagioni di cacao in Costa d’Avorio;
l’impiego degli immigrati clandestini nelle coltivazioni del sud d’Italia, che ha portato nel 2012 all’arresto di
sedici persone per “riduzione in schiavitù”.
HANNAH ARENDT, Vita Activa, Milano, Bompiani, 2014, p. 48
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Mappa concettuale
Roma
Atene La commedia Thallusa (G. Pascoli)
Quotidianità Narrativa
Gli schiavi Seneca e
l’uguaglianza
antichi Teoria Hannah Arendt
Legalità e la necessità
condivisa Abolizio₌ Walt Whitman e la
SCHIAVITÙ schiavitù negli Stati Uniti
nismo
Illegalità
nascosta Cacao in Costa
d’Avorio
Gli schiavi
moderni
Il processo I mondiali di
Sabr-Lecce calcio in Qatar 4
Essere schiavi nel mondo antico ὰὶώ
“ Περιστερὰ ἕν τινι περιστεροτρϕείῳ τρεϕομένη ἐπὶ πολυτεκνίᾳ ἐϕρυάττετο. Κορώνη δὲ ἀκούσασα αὐτῆς τῶν λόγων
ἔφη· <<Ἀλλ᾿, ὦ αὕτη, πέπαυσο ἐπὶ τούτῳ ἀλαζονευομένη· ὅσῳ γαρ ἂν πλέονα τέκνα σχῇς, τοσούτῳ περισσοτέρας
δουλείας στενάξεις.>>
Οὔτω καὶ τῶν οἰκετῶν δυστυχέστατοι εἰσιν ὅσοι ἐν τῇ δουλείᾳ τεκνοποιοῦσιν.”
La colomba e la cornacchia
“Una colomba cresciuta in una piccionaia andava orgogliosa della sua fecondità. Ma una cornacchia, che aveva udito i suoi
discorsi, le disse: <<Cara mia, smettila di vantarti per questa ragione, perché, quanti più figli avrai, tanti più schiavi dovrai
piangere>>.
Così anche tra i servi sono ben disgraziati quelli che danno alla luce dei figli in servitù.”
Tranne per l’apologo finale, probabilmente aggiunto in età più tarda, questa favola di Esopo è stata scritta verso
il VI secolo a.C. Di Esopo non si sa molto, e la sua figura è avvolta nel mito: forse schiavo, frigio o trace, e forse
liberato, ci ha lasciato testimonianza di una cultura popolare che a fatica emerge dall’aristocratica letteratura
greca. Ma soprattutto, ci ha lasciato un barlume di un altro punto di vista sul mondo, che affianca e completa
quello dei grandi tragediografi, storici e oratori greci: quello delle classi subalterne. Tuttavia la voce dei servi e
dei poveri è nascosta dietro le maschere degli animali, forse per non sovvertire troppo quell’ordine sociale così
rigidamente costituito (sembra addirittura che Esopo sia stato linciato dalla popolazione di Delfi); ma la
rassegnazione e l’etica del buon senso (che esorta ad accontentarsi di quel che si ha e ad agire sempre con
prudenza) rimangono in ogni caso il lascito più significativo di questa visione “dal basso”. D’altronde pure il
suo corrispettivo latino, Fedro, anch’egli schiavo, liberato dall’imperatore Augusto, svolse una simile attività di
velata denuncia, al punto da essere perseguitato da Seiano, prefetto del pretorio di Tiberio.
Dunque una cornacchia ricorda ad una colomba, felice per i figli che genererà, che ha ben poco di cui vantarsi,
perché metterà al mondo solo degli schiavi. Gli schiavi vengono spesso dimenticati quando si parla della storia
antica in generale e greca in particolare: si loda Atene come patria della democrazia, come luogo in cui la libertà
di parola ed espressione generò una cultura straordinaria, ma spesso si dimentica che quelle libertà
appartenevano ad una fetta ristretta di persone, cioè ai cittadini, mentre meteci, donne e schiavi ne erano
completamente esclusi. E la società schiavistica fu una costante anche del mondo romano.
Ma chi erano gli schiavi, da dove venivano, come diventavano asserviti, quali erano i loro ruoli? E ancora: la
loro condizione era considerata congenita, o frutto del caso? Purtroppo, a causa della scarsità di dati e di
informazioni, non è facile rispondere alle prime domande, soprattutto per il mondo greco; mentre riguardo ai
quesiti di natura teorica si aprì, tra le classi elevate, un dibattito che portò alla definizione di due correnti di
pensiero molto differenti.
I nomi degli schiavi
In primis, è opportuno tenere presente che non c’era, nella lingua greca, un termine unico e univoco per indicare
lo schiavo, ma ve n’erano anzi molti e variavano a seconda del luogo e dell’epoca, oppure erano intercambiabili;
in latino la varietà linguistica era minore, e in alcuni casi affiancabile al greco: 5
νδράποδον
: letteralmente “essere dai piedi umani” (infatti sono gli “esseri a quattro
Τὸ τὰ τετράποδα
zampe) indica lo schiavo in quanto oggetto facente parte del bottino di guerra, al neutro come
mancipium, che si riferisce in origine al modo di acquisizione, e poi all’oggetto stesso.
il più frequente in epoca classica, indica lo schiavo in quanto contrapposto al libero
Ὁ δοῦλος (ἡ δούλη):
, spesso usato anche in senso figurato; servus è invece il termine più ricorrente in latino.
ἐύς)
(ὁ
, lo schiavo in quanto parte dell’ , cioè della “famiglia”, del padrone, e quindi spesso
Ὁ οἰκετής οἶκος
associato agli schiavi domestici, come famulus e famula, il servitore o la domestica che fanno parte della
familia, parola che prima ancora di designare il nucleo familiare indicava l’insieme degli schiavi;
servitore generico (usato spesso per il femminile, che manca in
Ὁ θεράπων (ἡ θεράπαινα), οἰκετής);
Altri termini più generici come , o semplicemente o (puella, ancilla).
παῖς e puer ἄνθροπος γυνή
Ovviamente gli schiavi avevano dei nomi propri (di solito accompagnati dal genitivo del nome del padrone),