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Tesina di maturità basata sulla funzione della maschera in diversi autori e personaggi del tempo e le sue conseguenze; la liberazione dalla maschera e altri aspetti.
Italiano - La poetica delle maschere di Pirandello
Filosofia - Schopenhauer e il velo di maya
Storia - Il doppio volto di Giolitti
Diritto - Imprenditore occulto e prestanome
Scienze Umane - Erving Goffman " La vita quotidiana come rappresentazione"
Inglese - Elizabeth Bishop "The acceptance of the mask"
Scienze Motorie - Parole e gesti, espressioni creative
Fisica - Le onde sonore nella comunicazione
In pratica l’imprenditore occulto non attua la spendita del nome, evitando così:
divieti di legge nei suoi confronti
•Eventuali conseguenze legali ed economiche se l’impresa fallisce o è in debito
•Eventuali
In alcuni tipi di impresa esiste dunque un imprenditore occulto e un imprenditore
apparente, in pratica un prestanome, nullatenente, o una società di comodo, cioè una
società S.r.l o S.p.a con un capitale irrisorio.
L’imprenditore apparente, anche detto mandatario, si limita ad eseguire le decisioni del
mandante, l’imprenditore occulto, e viene pagato tramite uno stipendio fisso mensile. Tra
mandato senza rappresentanza.
di loro esiste un accordo, detto
Il principale problema di questa forma di gestione aziendale deriva dal fatto che quando
un’impresa è in debito nei confronti dei creditori, chi paga le spese non sarà mai
l’imprenditore occulto, e tantomeno il prestanome, poiché nullatenente. Quindi chi
subirà le conseguenze maggiori saranno i creditori stessi.
C’è chi sostiene che, poiché l’imprenditore occulto gode degli utili che derivano
dall’impresa, deve partecipare anche alle sue perdite.
Inoltre sempre a favore di una responsabilizzazione dell’imprenditore occulto, si sostiene
che quando fallisce una società, falliscono tutti i soci e dunque anche colui che non si
sapeva facesse parte di tale impresa.
Chi sostiene la tesi contraria afferma che l’imprenditore occulto non può pagare per il
fallimento dell’impresa in quanto i creditori, non essendo al corrente della sua esistenza,
non hanno fatto affidamento sui suoi beni.
Inglese: Elizabeth Bishop
“The acceptance of the mask”
The mask represents a specific social role, it's a symbol for something we have to perform
to carry on surviving. In Pirandello it's escape whereas in Elizabeth Bishop is painful
acceptance. This act of surviving is quite visible in the poem we studied by Elizabeth
Bishop. The art of losing is the art of surviving. When you learn to lose, you accept life in
all its difficulties.
In this poem the poet, who was always interested in using formal techniques, uses the
villanelle to convey her thoughts on loss. The form requires that the first and third lines
of the first stanza be used alternately as third-line refrains for the succeeding stanzas
until the last stanza, which contains four lines, the last two of which repeat the refrain
lines.
The line length is commonly iambic pentameter and the rhyme scheme for each triplet is
aba. As with many writers of villanelles, Bishop alters some of the repeated lines instead
of repeating precisely. Throughout much of the poem, her voice is serious about the ease
with which things get lost, things ranging from keys to time. In the fourth stanza,
however, as she notes that she lost her mother’s watch and a loved house, she sounds
less willing to accept the loss. In the fifth, she says that losing two cities and an entire
continent (probably a reference to her leaving Brazil) still was not a disaster, although
such losses sound enormous to the reader. The last stanza is often taken to refer to the
suicide of Bishop’s Brazilian lover, Lota de Macedo Soares, the “you” the speaker says
she has lost. However, when the speaker says that this shows that the art of losing is
“not too hard to master,” her understatement suggests the opposite, as the poem
concludes that the loss “may look like (Write it!) like disaster.” The parenthetical “Write
it!” suggests one way to cope with disastrous losses—through art.
L’ACCETTAZIONE DELLA MASCHERA
La maschera rappresenta un ruolo sociale specifico, si tratta di un simbolo di qualcosa
che dobbiamo fare per sopravvivere. In Pirandello è fuga mentre in Elizabeth Bishop è
dolorosa accettazione. Questo atto di sopravvivenza è molto visibile nel poema che
abbiamo studiato di Elizabeth Bishop. L'arte di perdere è l'arte di sopravvivere. Quando
si impara a perdere, si accetta la vita in tutte le sue difficoltà.
In questa poesia il poeta, che era sempre interessati a utilizzare tecniche formali, utilizza
il villanelle a trasmettere i suoi pensieri sulla perdita. Il modulo richiede che la prima e la
terza linea della prima strofa siano utilizzate alternativamente come ritornelli per le strofe
successive fino all'ultima strofa, che contiene quattro linee, gli ultimi due dei quali
ripetono le linee ritornello.
La lunghezza della linea è comunemente pentametro giambico e lo schema di rima per
ogni tripletta è ABA.
Come nel caso di molti scrittori di villanelle, Bishop altera alcune delle linee ripetute
invece di ripeterle con precisione. In gran parte della poesia, la sua voce è seria circa la
facilità con cui le cose si perdono, le cose che fanno da chiavi del tempo.
Nella quarta strofa, tuttavia, come fa notare che ha perso l'orologio di sua madre e una
casa amata, lei suona meno disposta ad accettare la perdita.
Nella quinta, dice che la perdita di due città e un intero continente (probabilmente un
riferimento alla sua partenza Brasile) ancora non è stato un disastro, anche se tali
perdite suonano enormemente per il lettore.
Nell'ultima strofa è preso in riferimento il suicidio dell'amante brasiliana di Elizabeth,
Lota de Macedo Soares, il "tu" che il lettore ha perso. Tuttavia, quando il lettore dice che
questo dimostra che l'arte di perdere "non è troppo difficile da padroneggiare", il suo
eufemismo suggerisce il contrario, come la poesia conclude che la perdita "può apparire
(scrivilo!) Come il disastro". Il tra parentesi "Write it!" suggerisce un modo per far fronte a
perdite disastrose attraverso l'arte.
Scienze Umane: Erving Goffman
“La vita quotidiana come rappresentazione”
L'idea pirandelliana che le istituzioni sociali impongono all'individuo di indossare delle
maschere, viene ripresa dal sociologo canadese Erving Goffman.
micro-sociologia
Goffman è un sociologo canadese che si occupa di (una materia
fondata da lui stesso), che si occupa delle relazioni tra gli individui, relazione-interazione.
Per Goffman comunicare è una forma di recitazione e ognuno dentro di noi ha mille
"facce". L'interazione sociale secondo lui muta a seconda del caso e gli individui non
hanno un Io più profondo. Pirandello,
Goffman viene spesso associato a ma a differenza di Pirandello che crede che
sotto le maschere c’è personalità, per Goffman la personalità dell’uomo non esiste e se c’è
non influisce.
Goffman studia le interazioni faccia a faccia, esse infatti non avvengono a caso ma
rituale dell'interazione,
seguono precisi codici e rituali, infatti, ci parla proprio di cioè il
comportamento delle individui a seconda della situazione.
vita quotidiana come rappresentazione”
Nell'opera “La il tema centrale è quello delle
rappresentazioni che vengono messe in scena nel contesto della vita sociale,
recita.
concettualizzata quest’ultima, come una vera e propria
Il termine è usato dall’autore per indicare tutte quelle attività che
RAPPRESENTAZIONE
un individuo mette in atto quando si trova in presenza di un particolare gruppo di
osservatori, attività che hanno una certa influenza su di essi.
Secondo Goffman, quando siamo in presenza di uno o più osservatori cerchiamo di
trasmettere loro le impressioni che preferiamo, mettiamo in scena una
rappresentazione, impiegando una serie di tecniche di controllo delle impressioni che la
sociologia ha il compito di studiare. In modo intenzionale o non intenzionale, noi
facciata.
costruiamo sempre una
L'interazione umana è simile ad una rappresentazione teatrale e ad un sistema
cerimoniale.
La vita di un teatro, però, non si svolge tutta sulla scena. Per Goffman, noi disponiamo di
retroscena,
un nel quale possiamo allentare la tensione che ci procura il fatto di dover
recitare sul nostro palcoscenico quotidiano.
Nel suo studio "l’individuo è stato implicitamente diviso in due parti fondamentali: è stato
attore,
considerato come un affaticato fabbricante d’impressioni, immerso nel fin troppo
umano compito di mettere in scena una rappresentazione, ed è stato considerato come
personaggio, una figura per definizione dotata di carattere positivo, il cui spirito, forza e
altre qualità eccezionali debbono essere evocati dalla rappresentazione."
L’individuo, pure impegnato e assorbito dai gesti e dai comportamenti imposti dal ruolo
che è chiamato a interpretare, può continuare a trasmettere informazioni su di sé
ruolo
manifestando, verbalmente o no, il suo atteggiamento nei confronti del che lo
assorbe.
Scienze Motorie: Parole e gesti, espressioni
creative
Costruirsi una maschera può essere d'aiuto per l'essere umano in determinate situazioni,
ma quando entrano in merito le emozioni tutto ciò che è costruito può crollare.
Il linguaggio del corpo esprime i sentimenti più veri attraverso lo sguardo, il volto e la
postura: rivela chiaramente gli stati d'animo della persona, che sia la tristezza, la gioia,
l'angoscia o il dolore.
Esso coinvolge totalmente la sfera affettiva, psichica e motoria.
Come racconta una citazione del filosofo Umberto Galimberti noi possiamo conoscere o
esprimere un universo che è dentro o fuori di noi attraverso la voce, il movimento, le
espressioni e la fisiologia del corpo.
Il linguaggio gestuale è più immediato di quello verbale. Le attività espressive (esperienze
teatrali, di lettura, danza) sono quelle che sviluppano maggiormente le forme gestuali.
Qualsiasi esperienza motoria espressiva può permettere di guardare a fondo nelle cose
con stupore e interesse. Qualsiasi sport, ad esempio, è espressione e mezzo di
comunicazione degli adolescenti e dei ragazzi di oggi attraverso degli sport di gruppo.
Questi servono prima di tutto per la socializzazione tra loro e per la comunicazione.
L'espressione trova la sua massima esaltazione in un clima sereno e di fiducia, è quindi
fondamentale poter effettuare tentativi senza che siano oggetto di giudizio. Inoltre
l'espressione non va mai forzata: non è tanto importante saper fare quel gesto, quanto lo
è farlo con gioia.
I gesti sono manifestazioni del corpo che rinforzano la comunicazione.
Comunicare significa trasmettere, propagare, diffondere messaggi.
Nella comunicazione orale la trasmissione di un messaggio è effettuata da un mittente
verso un ricevente. Il messaggio ha un contenuto e una forma che viene espressa in un
certo modo