Anteprima
Vedrai una selezione di 8 pagine su 32
Tesina maturità - geometra Pag. 1 Tesina maturità - geometra Pag. 2
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesina maturità - geometra Pag. 6
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesina maturità - geometra Pag. 11
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesina maturità - geometra Pag. 16
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesina maturità - geometra Pag. 21
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesina maturità - geometra Pag. 26
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesina maturità - geometra Pag. 31
1 su 32
Disdici quando vuoi 162x117
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Sintesi

Tesina di maturità per geometra



1. ITALIANO
1.1 GABRIELE D’ANNUNZIO : LA VITA
1.2 LA POETICA
1.3 ALCYONE : LA PIOGGIA NEL PINETO
2. STORIA
2.1 L’INTERVENTO IN GUERRA DELL’ITALIA
2.2 L’IMPORTANZA DELLA PROPAGANDA
3. COSTRUZIONI
3.1 LE VERIFICHE NEI MURI DI CONTENIMENTO
3.2 ESEMPIO APPLICATIVO DI UN MURO DI SOSTEGNO A GRAVITA’
4. DIRITTO
4.1 LE ESPROPRIAZIONI PER PUBBLICA UTILITA’
4.2 FUNZIONE SOCIALE DEL DIRITTO DI PROPRIETA’
5. TOPOGRAFIA
5.1 CURVE DI LIVELLO
5.2 IL TRACCIOLINO NEL PROGETTO STRADALE
5.3 LE SEZIONI TRASVERSALI
5.4 ELEMENTI FONDAMENTALI DI UNA CURVA
6. TECNOLOGIA DELLE COSTRUZIONI
6.1 LA CARTOGRAFIA
6.2 CENNI SULLA STORIA DELLE CARTOGRAFIA
6.3 CLASSIFICAZIONE DELLE CARTE SECONDO LA SCALA DI RAPPRESENTAZIONE
7. EDUCAZIONE FISICA
7.1 IL GIOCO DEL TENNIS
7.2 I MUSCOLI E IL GOMITO DEL TENNISTA
Estratto del documento

Gabriele D’Annunzio (1863-1938)

L’attività di cronista mondano che proseguì con ‘’Fanfulla della domenica’’ e del ‘’Capitan

Fracassa’’, che gli aprì i salotti letterari e aristocratici della capitale. La loro frequentazione, la

diffusione delle proprie avventure amorose attraverso la stampa, contribuirono a farne un mito che

impose l’immagine di una vita inimitabile, costruita sul culto della bellezza e sul successo

personale.

Intanto i suoi primi romanzi riscossero successo. Negli anni successivi D’Annunzio scoprì le

opere di Nietzsche, relative al mito del superuomo.

La scoperta ebbe conseguenze anche sulla vita di D’Annunzio, che da allora in poi iniziò

un’intensa carriera politica.

Negli anni successivi abbandonò Roma per trasferirsi a Settignano (vicino Firenze), mentre

proseguiva la sua relazione, con la grande attrice Eleonora Duse.

Nel 1910 fu costretto ad abbandonare l’Italia per debiti. Si rifugiò in Francia, da dove rientrò

in patria nel maggio del 1915, per tornare a impersonare la figura di superuomo-tribuno, e

partecipare alla guerra.

Il mito di D’Annunzio si arricchì del ‘’bel gesto’’, in un misto in cui azione politica, impresa

militare e letteratura si confondevano continuamente. Esempi di ‘’bei gesti’’ furono il volo su

Vienna, nel 1918, per lanciare i manifestini a favore delle terre irredente , e l’occupazione di Fiume,

nel 1919, secondo D’Annunzio ingiustamente sottratta all’Italia, alla fine della prima guerra

mondiale.

Si spiega così la sua adesione al fascismo, non tollerava il nazismo, secondo lui movimento

volgare.

Gli ultimi diciassette anni della sua vita li trascorse in una sorta di museo privato, il

‘’Vittoriale degli Italiani’’, a Gardone sula lago di Garda. Qui, circondato da oggetti d’arte e da

preziosi arredamenti, ossessionato dalla continua necessità di creare e poter ammirare cose belle,

visse gli ultimi anni e morì nel marzo del 1938.

1.2 LA POESIA

La poesia e la prosa di D’Annunzio approdarono a una fase di Estetismo. Per questa corrente

di pensiero l’arte era il valore principale dell’esistenza. La vita stessa doveva uniformarsi al bello,

essere creata e costruita come un’opera d’arte. Da ciò derivo un vero e proprio culto religioso

dell’arte e della bellezza, che divennero l’unica fede dell’esteta. Questi era un individuo che si

isolava dalla società borghese, meschina e ipocrita, per rinchiudersi in un mondo raffinato; era un

artista che godeva di prestigio e di privilegio rispetto agli altri uomini.

D’Annunzio tradusse in pratica questa figura. Scrisse romanzi di successo, si servì della

pubblicità che gli derivava dagli scandali, dagli amori, dai duelli; visse in un lusso ostentato e senza

misura. Scritto autografo di Gabriele D’Annunzio

D’Annunzio scoprì ben presto che la figura dell’esteta non aveva la forza di opporsi a una

società borghese, nella quale l’artista era relegato.

Dopo un periodo di incerte sperimentazioni, con i romanzi Giovanni Episcopo e

L’innocente, D’Annunzio approdò alla lettura dell’opera del filosofo tedesco Nietzsche. Da questa

lettura ricavò e fece propria l’ideologia del superuomo con volontà ad affermarsi a ogni costo sul

mondo, anche con l’aggressività e la violenza.

Il superuomo era come condannato a soddisfare la propria intelligenza, che era superiore a

quella degli altri.

La bellezza diveniva strumento per pochi eletti a dominare sulla realtà. Non si fuggiva più

dal mondo circostante, ma si cercava di modificarlo, di trovare soluzioni che potessero contrastare

la società contemporanea.

Dopo il romanzo Forse che sì, forse che no, egli abbandonò la struttura romanzesca e

sperimentò nuove forme di prosa. Si tratta di opere autobiografiche, ricordi d’infanzia, confessioni.

1.3 ALCYONE : LA PIOGGIA NEL PINETO

Alcyone è il titolo di una raccolta di liriche ed è considerato il terzo libro delle Laudi

del cielo, del mare, della terra e degli eroi. in cui D’Annunzio vuole celebrare l’estate e il suo

valore simbolico. Per D’Annunzio, l’estate corrisponde al periodo più rigoglioso della vita di un

uomo e all’energia dell’ispirazione artistica.

Alcyone è suddiviso in cinque sezioni per un totale di 88 testi. ogni sezione è caratterizzata dal

riferimento a un momento stagionale e ad un ambiente naturale-paesaggistico, nonché da

un corrispondente stato d’animo.

La pioggia nel pineto, pubblicata nell'Alcyone, descrive una passeggiata in pineta durante

la quale il poeta e la donna che è con lui vengono colti da un violento acquazzone. La poesia è

pervasa da una grande sensualità, da una sorta di meravigliosa ebbrezza che afferra i due

personaggi quando la pioggia si abbatte su di loro. Si osservi la prima parola della poesia "Taci ,un

invito a creare l'atmosfera di silenzio e di ascolto, " : con essa il poeta invia Ermione (la donna che

è con lui) ad abbandonarsi completamente alla vita naturale, ad ascoltarne in silenzio il suono; poco

dopo più avanti dirà "Ascolta". Tutti e due si sentono inaspettatamente parte viva del mondo

naturale, , come se fossero intimamente uniti agli alberi, alla vegetazione che circonda i loro corpi: i

pini, i mirti, le ginestre e i ginepri fino ad immedesimarsi con la natura stessa e a trasformarsi in

creature vegetali. Il poeta paragona il volto di Ermione a una foglia e i suoi capelli a una ginestra e

definisce Ermione non bianca ma quasi fatta virente, cioè verde, come una pianta, e ne paragona i

vari elementi del corpo ad altrettanti elementi naturali: il cuore alla pesca, gli occhi alle polle

(pozzanghere) d'acqua, i denti alle mandorle.

Questa meravigliosa trasformazione, questa immersione totale del poeta e di Ermione nel

paesaggio naturale che li circonda è la "favola bella". Una favola perché si tratta di un'illusione

momentanea, ma bella perché questo senso di comunione perfetta con la natura è fonte di serenità e

di gioia. I temi principali della poesia, infatti, sono tre:

 la pioggia

 la trasformazione o metamorfosi

 l’ amore La pioggia nel pineto

2.1 L’ INTERVENTO IN GUERRA DELL’ITALIA

Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale l'Italia assunse una posizione

di neutralità rimanendo in linea con l'articolo 7 del trattato che univa l'Italia alla Germania e

all'Austria. Questo punto prevedeva la discussione preventiva dei territori da dare in compenso al

termine della guerra, cosa che però non era avvenuta. Ma il

problema della posizione italiana rimaneva irrisolto.

All'interno dell'Italia si erano formati due schieramenti: i neutralisti e gli interventisti. Al

gruppo dei Neutralisti primi appartenevano:

 i socialisti, che ritenevano la guerra fosse voluta dalle grandi potenze europee imperialiste e

capitaliste, ma il loro schieramento era isolato e la loro posizione era indebolita dalle

posizioni interventiste dei socialisti europei;

 i cattolici seguivano l'orientamento dato dal pontefice che si schierò contro la guerra, anche

se rimaneva ancora il contrasto tra l'obbligato neutralismo dettato Chiesa e la lealtà allo

Stato di cui facevano parte;

 i giolittiani, i quali sostenevano che l'Italia non era preparata a sostenere una guerra che

sarebbe durata molto tempo e richiesto numerose risorse economiche e militari. Giolitti non

si limitò solamente a manifestare la sua posizione sulla situazione italiana, ma formulò

un'analisi sulla situazione internazionale. Giolitti riteneva che l'Italia avrebbe potuto ottenere

numerosi vantaggi senza la guerra, indicando l'opportunità di contrattare la neutralità come

se fosse una vittoria. L'Austria non poteva resistere all'urto di altre diverse nazionalità,

nonostante questo di dimostrava contraria a qualsiasi cessione di territori, nonostante le

pressioni tedesche.

Allo schieramento degli interventisti appartenevano:

 gli "interventisti democratici" e i "socialisti riformisti": i primi erano sostenitori di una

pronta cessione delle terre irredente mentre i secondi ritenevano che solo sconfiggendo gli

imperi centrali si potevano sostenere le aspirazioni di indipendenza nazionale e di

democrazia dell'Europa intera. Un ruolo importante fu dato dagli esponenti del sindacalismo

rivoluzionario guidato da Mussolini, che criticando la posizione dei socialisti italiani

credeva nella prospettiva rivoluzionaria generata dalla sconfitta degli imperi centrali ;

 i nazionalisti che vedevano nella guerra la possibilità di sostenere le loro ambizioni

espansionistiche

 i liberali conservatori che vedevano nella guerra la possibilità di dare al parlamento poteri

straordinari tali da far finire per sempre le riforme giolittiane, inoltre e puntavano a

riottenere i territori del Trentino e Trieste e di far acquistare all'Italia lo status di grande

potenza.

La rottura da parte dell'Italia della Triplice Alleanza sancita nel 1915 con il Patto di

Londra tra Italia, Inghilterra, Francia, Russia fu inevitabile. In caso di vittoria l'Italia avrebbe

ottenuto il Trentino e Trieste, l'Istria, la Dalmazia, il porto di Valona e altri territori da stabilire.

Rimaneva il problema di convincere il parlamento di maggioranza giolittiana ad entrare in

guerra. Molte furono le manifestazioni a favore ed alla fine il re e Salandra riuscirono

nell'impresa attraverso uno stratagemma. Salandra finse di dare le dimissioni e al suo posto fu

convocato Giolitti, che saputo parzialmente del patto di Londra, si rese conto che le sue tesi non

erano più sufficiente e rifiutò l'incarico. Allora il re non accettò le dimissioni di Salandra e il

governo ebbe poteri speciali. Il 24 maggio 1915 l'Italia dichiarò guerra all'Austria entrando

così nella Prima Guerra Mondiale.

Le prime battaglie in cui fu coinvolto l'esercito italiano ebbero esito disastroso: nei

territori del Carso i soldati italiani subirono quattro cruente disfatte (Battaglie dell'Isonzo). Nel

frattempo la Bulgaria si schierava dalla parte degli imperi centrali, aggravando la posizione russa

nei Balcani ma soprattutto quella serba. L'unico presidio dell'intesa nei Balcani fu Salonicco, città

greca ufficialmente neutrale ma in realtà alleata dell'Intesa.

2.2 L’ IMPORTANZA DELLA PROPAGANDA

Propaganda è l’opera e l’azione esercitate sull’opinione pubblica per diffondere determinate

idee ma anche quel complesso di idee e notizie scarsamente attendibili perché volutamente

alterate. Attività quindi, che serve a formare le masse, ma secondo fini prestabiliti, con lo scopo di

esercitare su di esse un controllo, trasformando una semplice comunicazione in un messaggio

capace di influenzare il maggior numero di persone.

Allo scoppio della prima guerra mondiale, la propaganda diventa un’arma, parte integrante

delle attività belliche. Un’arma necessaria per rappresentare il conflitto in base a una personale

patriottica visione, strumento che si prefigge di rappresentare ma anche autorappresentare una

particolare immagine della guerra, capace di determinare e influenzare l’identificazione

dell’opinione pubblica con il conflitto stesso. Nasce così l’esigenza di creare un’azione di

persuasione che passi attraverso il registro nazionalista per sostenere il morale dei soldati e della

popolazione, di convertire il proletariato alla guerra e demolire le teorie del nemico, cercando

nella guerra ogni giustificazione politica e patriottica. Paolo Orano nel 1919 dice che “non si può

pensare ad una guerra muta” e fin dall’inizio del conflitto il Corriere delle Sera, nel

settembre1915, cosciente della necessità di ottenere il consenso delle masse per la guerra e

dell’importanza della stampa come mezzo di persuasione, pubblica l’articolo “Anche le parole

sono in armi’’.

L’esercito italiano entra in guerra nel 1915 impreparato nell’affrontare una guerra moderna

che richiede di essere combattuta anche con la propaganda. Non esistono organismi creati con

questo scopo e i rapporti con la stampa, i resoconti dal fronte, la censura, sono gestiti dal Reparto

Operazioni del Comando Supremo. I bollettini di guerra opportunamente controllati, sono le

Dettagli
Publisher
32 pagine
36 download