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Italiano: Dante al Quadrato - Dante: Divina Commedia, Paradiso, Canti III, XXVIII, XXXIII
Matematica: Tuberi non euclidei - Geometrie non euclidee (cenni), geometria di Riemann
Arte: illustrazioni da M. C. Escher
DA
FLATLANDIA
Indice di Flatlandia
Parte prima. Questo mondo
I. Sulla Natura di Flatlandia
II. Sul Clima e le Case di Flatlandia
III. Riguardo agli Abitanti di Flatlandia
IV. Riguardo alle Donne
V. Sui nostri Sistemi per Riconoscerci a vicenda
VI. Sul Riconoscimento a Vista
VII. Riguardo alle Figure Irregolari
VIII. Sull’Antica Pratica della Pittura
IX. Sulla Legge del Colore Universale
X. Sulla Repressione della Rivolta Cromatica
XI. Riguardo ai nostri Sacerdoti
XII. Sulla Dottrina dei nostri Sacerdoti
Parte seconda. Altri mondi
XIII. Come ebbi una Visione di Linealandia
XIV. Come tentai invano di spiegare la natura di Flatlandia
XV. Riguardi a un Forestiero venuto da Spaziolandia
XVI. Come il Forestiero si sforzò invano di rivelarmi a parole i misteri di
Spaziolandia
XVII. Come la Sfera, avendo provato inutilmente con le parole, passò ai fatti
XVIII. Come giunsi a Spaziolandia e ciò che vidi
XIX. Come, per quanti altri misteri di Spaziolandia mi mostrasse la Sfera, io
desiderassi conoscerne ancora, e quali furono le conseguenze
XX. Come la Sfera mi stimolò ad avere una Visione
XXI. Come cercai di insegnare a mio Nipote la Teoria delle Tre Dimensioni, e
con quale esito
XXII. Come in seguito tentai di diffondere la Teoria delle Tre Dimensioni con
altri metodi, e quale fu il risultato
Dal testo:
“Chiamo il nostro mondo Flatlandia, non perché sia questo il nome in uso presso di noi,
ma per rendere più chiara la sua natura a voi, felici Lettori, che godete del privilegio di
vivere nello Spazio. Immaginate un vasto foglio di carta sul quale Linee rette, Triangoli,
Quadrati, Pentagoni, Esagoni e altre figure geometriche, anziché rimanere fermi al
proprio posto, si muovano liberamente sulla superficie o dentro di essa, ma senza la
facoltà di sollevarsi né di scendere al di sotto del suo livello, proprio come ombre,
benché rigide e dotate di contorni luminosi, e avrete un’idea abbastanza precisa del mio
paese e dei miei compatrioti.” Il Quadrato
(Sulla Natura di Flatlandia)
“Le nostre Donne sono segmenti di Linee rette. I nostri Soldati e gli Operai delle classi
Inferiori sono Triangoli Isosceli. [ ] La classe Media di Flatlandia consiste di Triangoli
Equilateri. [ ] I Professionisti e i Gentiluomini sono Quadrati (è questa la classe sociale
a cui io stesso appartengo) e Figure a Cinque Lati o Pentagoni. Subito al di sopra di
costoro c’è l’Aristocrazia, i cui componenti possono raggiungere diversi gradi di nobiltà,
cominciando dalle Figure a Sei Lati, o Esagoni, per poi passare a un numero di lati
sempre maggiore, finché non ricevono il titolo onorifico di Poligonali, o dai molti lati. In
ultimo, allorché il numero di tali lati diventa così copioso e la lunghezza di ciascuno
diminuisce al punto da rendere il nobile turno indistinguibile da un cerchio, egli entra a
far parte dell’Ordine Circolare o Sacerdotale, il ceto più elevato di tutti.” Il Quadrato
(Riguardo agli Abitanti di Flatlandia)
“Ciascun essere umani di Flatlandia è una Figura Regolare, cioè dotata di una struttura
che rispetta determinate regole. [ ] L’intera vita sociale di Flatlandia poggia su un
principio fondamentale: la Natura esige che tutte le Figure abbiano i lati uguali. [ ] In
caso contrario, la civiltà precipiterebbe nella barbarie. [ ] L’intero sistema sociale di
Flatlandia è fondato sulla Regolarità, ossia sull’Uguaglianza degli Angoli. [ ] Presso di
noi un’Irregolarità di struttura ha lo stesso significato che ha da voi una combinazione di
dubbia moralità e tendenze criminali, e viene trattata di conseguenza.” Il Quadrato
(Riguardo alle Figure Irregolari)
“Quanto alla dottrina dei Circoli, la si può compendiare brevemente in una sola
massima, “Abbiate cura della vostra Configurazione”. Ogni loro insegnamento, in
ambito politico, ecclesiastico o morale, mira al progresso della Configurazione
individuale e collettiva, con un particolare riguardo, com’è ovvio, a quella dei Circoli
stessi, alla quale è subordinato tutto il resto.” Il Quadrato
(Sulla Dottrina dei nostri Sacerdoti)
FORESTIERO: Mi avete dunque palpato abbastanza? Non siete ancora soddisfatto
delle nostre presentazioni?
IO: Illustrissimo Signore, perdonate i miei modi goffi, che non nascono
dall’ignoranza dei costumi della buona società, ma da una lieve
sorpresa e inquietudine per questa visita piuttosto inaspettata. E vi
supplico di non rivelare a nessuno la mia indelicatezza, tanto meno a
mia Moglie. Ma prima che la Signoria Vostra proceda con ulteriori
ragguagli, avrebbe la degnazione di appagare la curiosità di chi
sarebbe lieto di sapere da dove sia giunto il proprio Ospite?
FORESTIERO: Dallo Spazio, dallo Spazio, Signore: e da dove altrimenti? [ ] Sono
venuto ad annunciarvi una Terza Dimensione. [ ] E’ di là che
provengo. Si trova qua sopra e qua sotto.
IO: A quanto pare Vostra Signoria allude al Nord e al Sud.
FORESTIERO: Niente affatto. Alludo a una direzione verso la quale voi non potete
volgere lo sguardo, perché non avete occhi di lato.”
Dialogo tra il Quardato e la Sfera
(Come il Forestiero si sforzò invano di rivelarmi
a parole i misteri di Spaziolandia)
“Prima di chiudere l’occhio mi sforzai di rievocare la Terza Dimensione, e soprattutto il
processo mediante il quale il moto di un Quadrato genera un Cubo. Non mi era più
chiaro come avrei desiderato, ma ricordavo che tale moto doveva avvenire “Verso
l’Alto, ma non verso Nord” e presi la risoluta decisione di tenere bene a mente questa
frase.” Il Quadrato dopo l’incontro con la Sfera
(Come la Sfera mi stimolò ad avere una Visione)
“A Spaziolandia Prometeo fu messo in catene per aver portato il fuoco ai mortali, ma io,
misero Prometeo di Flatlandia, giaccio qui in carcere senza aver portato nulla ai miei
compatrioti. E ciò nondimeno continuo a vivere nella speranza che in un modo o
nell’altro, non so come, queste memorie riescano a trovare la strada per raggiungere le
menti dell’umanità di Qualche Dimensione e ispirare una stirpe di ribelli indocili ai
confini di una Dimensionalità limitata. [ ] Parte del martirio che sopporto per la causa
della Verità sono certe fasi di fragilità mentale, quando Cubi e Sfere fluttuano via,
scomparendo sullo sfondo di esistenze improbabili; quando la Terra a Tre Dimensioni
mi appare illusoria quasi quanto quella a Una o a Nessuna; o, peggio ancora, quando
persino le tavolette sulle quali scrivo e tutte le realtà concrete della stessa Flatlandia
non mi sembrano altro che il frutto di un’immaginazione malata, l’edificio privo di
fondamenta di un sogno.” Il Quadrato
(Conclusione)
Riporto inoltre integralmente il racconto del viaggio a Puntolandia, essendo a mio
parere il culmine della narrazione del Quadrato:
Procedevamo insieme verso un Punto luminoso, ma infinitamente piccolo, sul quale il
mio Maestro attirò la mia attenzione. Man mano che ci avvicinavamo, mi parve che quel
minuscolo Punto emettesse un lieve ronzio simile a quello di un moscone di
Spaziolandia, solo assai meno sonoro, e invero così tenue, persino nell’assoluto
silenzio del Vuoto in cui ci libravamo, da impedirci di sentirlo finché non arrestammo il
nostro volo a una distanza di poco inferiore alla misura di venti diagonali umane.
“Guarda laggiù – mi invitò la mia Guida. – Tu sei vissuto a Flatlandia; hai avuto una
visione di Linealandia; ti sei innalzato con me alle altezze di Spaziolandia; ora, per
completare la gamma delle tue esperienze, ti condurrò nelle più remote profondità
dell’esistenza, fino al regno di Puntolandia, l’Abisso Senza Dimensione. Osserva quella
misera creatura. Quel Punto è un Essere vivente come noi, ma confinato nel Baratro
dell’adimensionale. L’intero suo Mondo, l’intero suo Universo si riducono a lui; non può
concepire nient’altro che se stesso; non conosce Lunghezza, Larghezza, Altezza,
perché non ne ha esperienza; non ha cognizione neppure del numero Due; né è in
grado di immaginare la Pluralità, dato che costituisce il proprio Uno e il proprio Tutto,
sebbene in realtà sia un Nulla. Eppure nota il suo perfetto appagamento, e ricavane
questa lezione: essere soddisfatti di sé significa essere meschini e ignoranti, mentre
aspirare a elevarsi è più apprezzabile di una felicità cieca e impotente.
E adesso ascolta”.
Tacque; dalla minuscola creatura ronzante si levava una specie di tintinnio flebile,
sommesso e monotono, ma distinto, paragonabile al suono di uno dei vostri fonografi di
Spaziolandia, e io captai queste parole: “Infinita beatitudine dell’esistenza! Esso è; e
non c’è altro al di fuori di Esso”.
“Cosa intende quell’esserino con la parola «Esso»?” domandai.
“Allude alla propria persona – rispose la Sfera. – Non hai mai osservato prima d’ora
come i bambini piccoli e gli individui puerili, incapaci di vedere la differenza tra sé e il
mondo, parlano di se stessi in Terza Persona? Ma fai silenzio!”
“Riempie l’intero Spazio – continuò la piccola Creatura assorta nel suo soliloquio – e ciò
che riempie, esiste. Ciò che pensa, dice; e ciò che dice, sente; è Colui che Pensa,
Parla, Ascolta, e insieme è Pensiero, Parola, Udito; è l’Uno ed è anche il Tutto di Tutto.
Ah, la felicità, ah, la felicità dell’Esistenza!”
“Non potresti strappare quel microbo al suo autocompiacimento? – dissi. – Spiegagli
cos’è in realtà, come l’hai spiegato a me; rivelagli gli angusti limiti di Puntolandia, e
conducilo verso cose più elevate”.
“Non è un compito facile – obiettò il mio Maestro. - Provaci tu”.
Al che, alzando al massimo la voce, mi rivolsi al Punto con queste parole: “Taci, taci,
spregevole Creatura. Ti definisci il Tutto di Tutto, e invece non sei Niente: il tuo
cosiddetto Universo è solo un segnetto su una Linea, e una Linea non è che un’ombra
in confronto a ”
“Zitto, zitto, hai parlato abbastanza – m’interruppe la Sfera. – Adesso ascolta, e osserva
l’effetto della tua invettiva sul Re di Puntolandia”.
Il fulgore del Monarca, che brillava più che mai mentre udiva le mie parole, mostrava
con chiarezza come il Sovrano non avesse affatto perduto la propria soddisfazione di
sé e io avevo appena chiuso la bocca quando lui riprese c