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Inglese: Frankenstein e il superamento del limite umano
Scienze: I limiti dell'universo
Matematica: Limite della funzione reale di una variabile
Filosofia: Karl Jaspers: le “situazioni-limite”
Inglese: Mary Shelley “Frankenstein” e il superamento
del limite umano
Scienze: I limiti dell’universo
Matematica: Limite della funzione reale di una
variabile
“Situazioni come quella di dover essere sempre in una situazione, di non poter vivere senza lotta e
dolore, di dover assumere inevitabilmente la propria colpa, di dover morire, sono situazioni-limite.
Esse non mutano in sé, ma solo nel loro apparire; nei confronti del nostro esserci hanno un
carattere di definitività, sfuggono alla nostra comprensione, così come sfugge al nostro esserci ciò
che sta al di là di esse. Sono come un muro contro cui urtiamo e naufraghiamo.”
(Karl Jaspers, “Filosofia”, 1931)
Karl Jaspers (1883-1969) è stato un filosofo e psichiatra tedesco. Ha dato un notevole impulso
alle riflessioni nel campo della psichiatria, della filosofia, ma anche della teologia e della politica.Il
suo testo fondamentale Filosofia (1931) raccoglie la summa del suo pensiero ed è l'autore stesso
ad ammettere che fra i suoi libri questo fu sempre per lui il più caro. L'opera nasce legata
strettamente alla psicologia – che era l'attività cui Jaspers aveva scelto di dedicarsi – ed è infatti la
conoscenza di quelle che verranno successivamente chiamate "situazioni-limite", che si
presentano così sovente nello studio della vita psicologica, che permette al filosofo di definire il
ruolo della filosofia del suo tempo: "chiarificazione dell'esistenza”.
Le “situazioni-limite” sono le situazioni immutabili, definitive, incomprensibili (lotta, colpa, morte
ecc.) nelle quali l’uomo si trova come di fronte a un muro, contro il quale non può che urtare senza
speranza. Decretando lo scacco dell’uomo, le situazioni-limite rappresentano i luoghi in cui viene
esistenzialmente sperimentata la trascendenza. Infatti, se non incontrasse il limite, l’uomo non
uscirebbe mai dall’orizzonte dell’immanenza e continuerebbe a porre in se stesso e nel mondo
così com’è l’ultimo orizzonte dell’essere.
Lo scacco è la cifra suprema, ossia il simbolo che esprime nel mondo più radicale il limite
dell’esistenza e il conseguente rimando alla realtà della trascendenza.
The man who exceeds his limits
“The different accidents of life are not so changeable as the feelings of human nature. I had
worked hard for nearly two years, for the sole purpose of infusing life into an inanimate body. For
this I had deprived myself of rest and health. I had desired it with an ardour that far exceeded
moderation; but now that I had finished, the beauty of the dream vanished, and breathless horror
and disgust filled my heart.” (M. Shelley, “Frankenstein”, 1818)
The book talks about a Swiss scientist, Frankenstein, that manages to create a human being by
joining parts taken from corpses. The result of the experiment is a revolting and ugly monster. In
the end the creature becomes a murderer that destroys his creator.
Doctor Frankenstein is clearly an example of an overreacher, a person who tries to exceed his
limits. As a matter of fact he tried to penetrate into the nature’s secrets and reach the forbidden
knowledge in order to create a human being through the use of electricity and chemistry without
respecting the rules of nature and life.
In a way Frankenstein tried to use his knowledge to replace God in the process of the creation of a
human being, he crossed the line and nevertheless he failed to achieve completely his objective
because his creature was a monster and moreover he rebelled against him and caused his death. It
is the same case as the Prometheus of Ovid’s Metamorphoses (from which derives the subtitle of
the novel) that created a human being using clay, or the Prometheus of the Greek mythology, a
Titan who dared to challenge the gods in order to save the mankind.
All the attempts, both of Frankenstein and Prometheus, to exceed the limits established by the
gods, lead to defeat, because the former was persecuted by the Monster until his death, while the
latter was punished by Zeus.
The monster that Dr Frankenstein creates is not pure evil, but it becomes bad when it's rejected
also by his own creator, which makes him feel alone.
In opposition, there is another author who talks about exceeding the limits imposed by nature: he
is Stevenson, in his novel "The strange case of Dr Jekyll and Mr Hide". Dr Jekyll tries to separate his
good part from the evil one, which is Mr Hide (who is pure evil, so he is different from the Monster
in Frankenstein). At the end he discovers that it is impossible to try to change the human nature,
so he has to kill himself to eliminate his worst part.
I limiti dell’universo
La teoria della relatività generale di Einstein mostra come realmente lo spazio possa acquisire una
curvatura propria, essere “deformato”. Tale teoria sovverte i concetti stessi di spazio e tempo:
l’universo non è più visto come dotato di una struttura spaziale assoluta e immutabile, ma spazio e
tempo divengono parte di un’unica struttura fisica, lo spazio-tempo, la cui geometria viene
modificata dalla presenza della materia o, meglio, della massa. La gravità è in realtà espressione di
tale curvatura indotta dalla materia: una curvatura di cui le traiettorie seguite dalla luce
rappresentano realmente le geodetiche, assunte come i percorsi più brevi effettuabili senza subire
e alcuna accelerazione differente da quella gravitazionale. Lo spazio relativistico può così assumere
una curvatura locale, in presenza dei corpi celesti, e che può divenire addirittura “visibile” in
particolari fenomeni conosciuti come lenti gravitazionali; può però presentare anche una
curvatura globale, definita dalla quantità di materia presente in esso. Einstein propone in
particolare un modello a curvatura positiva, finito e privo di limite: un modello che presuppone
tuttavia un universo statico, immutabile ed eterno.
In realtà le osservazioni non mostrano l’immagine di un universo statico, ma un universo dinamico,
che mostra una propria evoluzione: esso appare in particolare in espansione, un’espansione in cui
è lo spazio-tempo stesso a dilatarsi e a trascinare in tale dilatazione la materia contenuta al suo
interno. Si tratta di una nuova rivoluzione nel modo di intendere l’universo: se in precedenza esso
appariva statico e presentava strutture assolute e necessarie, immutabili, mentre il cambiamento
restava confinato ai singoli fenomeni celesti, si ammette ora per la prima volta che l’universo
stesso possa evolvere e cambiare, presentare cioè un’evoluzione globale. Si tratta del passaggio
che porta ad abbandonare l’idea di un universo stazionario per introdurre quella, rivoluzionaria, di
universo dinamico. Un universo del quale è possibile definire una precisa origine, un istante
spazio-temporale zero da cui tutto, materia ed energia, è nato: il Big Bang.
Il nuovo universo definito da tale teoria è quindi un cosmo fisico temporalmente finito, la cui
origine ha avuto luogo in un preciso istante di tempo: esso esiste cioè da un tempo limitato,
chiamato impropriamente età dell’universo, che sembra essere pari a circa 14 miliardi di anni.
Tuttavia impropriamente perché non si può in realtà parlare di un “istante di tempo” in cui
l’universo ha avuto origine, semplicemente perché l’universo stesso rappresenta il tempo, o
meglio l’insieme della struttura dello spazio-tempo e della materia: con l’origine dell’universo
coincide infatti la nascita delle entità stesse di spazio e tempo, prima della quale è impossibile
stabilire se esistesse qualche entità fisica simile, o se semplicemente esistesse “qualcosa” nei
termini in cui concepiamo il significato stesso di esistenza. La conseguenza più significativa è il
fatto che la luce, avente velocità finita, possa arrivare a noi solamente da un tempo limitato: non è
possibile cioè osservare nulla che sia precedente all’istante primario dell’universo. Ciò si traduce
nella presenza del cosiddetto orizzonte cosmologico, un limite oltre il quale l’esperienza, basata
proprio sulla percezione della luce, non può spingersi: posto proprio a 14 miliardi di anni luce da
noi, l’orizzonte cosmologico è la sede della radiazione cosmologica di fondo, una sorta di
“immagine” del Big Bang che è giunta fino a noi. Tale orizzonte, pur non corrispondendo ad alcun
limite fisico dello spazio, fa apparire ai nostri occhi un universo non solo finito, ma anche limitato.
Rimane dunque aperto il problema della determinazione dell’effettiva natura dell’universo, della
risoluzione della contrapposizione tra il modello finito e quello infinito.
Concetto di limite di una funzione reale
Il limite di una funzione è uno dei concetti fondamentali dell'analisi matematica.
Tramite questo concetto viene formalizzata la nozione di funzione continua e di punto di
discontinuità.
Il limite finito di una funzione per x che tende a un valore finito
a;b]
Sia x e f una funzione definita su [a;b] tranne al più nel punto x
0 0.
l
Allora il limite per x che tende a x di f(x) è il numero reale e si scrive:
0
esiste I
se per ogni un intorno di x tale che:
0
I,
<
|f(x)-l| per ogni x xx
0
Il limite infinito di una funzione per x che tende a un valore finito
Si definiscono i seguenti limiti
se per ogni M>0 esiste un intorno di x , tale che f(x)>M
0
I,
per ogni x xx
0
se per ogni M>0 esiste un intorno di x , tale che f(x)<M
0
I,
per ogni x xx
0
se per ogni M>0 esiste un intorno di x , tale che| f(x)|>M
0
I,
per ogni x xx
0
Il limite finito di una funzione per x che tende all’infinito
Per x che tende a + 0 I
I
se per ogni esiste un intorno di +tale che |f(x)-l|<per ogni x
Per c che tende a - 0 I
I
se per ogni esiste un intorno di -tale che |f(x)-l|<per ogni x
Per x che tende a 0 tale I
I
se per ogni esiste un intorno di che |f(x)-l|<per ogni x
Il limite infinito di una funzione per x che tende all’infinito
Si definiscono i seguenti limiti:
tale I
I
se per ogni M>0 esiste un intorno di che f(x) > M per ogni x
tale I
I
se per ogni M>0 esiste un intorno di che f(x) <-M per ogni x
IL LIMITE ANDREEA
ANDREEA
GEANTA
GEANTA
5 5
As
As
LICEO
LICEO
SCIENTIFICO
SCIENTIFICO
G.
G.
GALILEI
GALILEI
ANNO
ANNO
SCOLASTICO
SCOLASTICO
2012/2013
2012/2013
“Situazioni come quella di dover essere sempre in una situazione, di
non poter vivere senza lotta e dolore, di dover assumere
inevitabilmente la propria colpa, di dover morire, sono situazioni-
limite. Esse non mutano in sé, ma solo nel loro apparire; nei confronti
del nostro esserci hanno un carattere di definitività, sfuggono alla
nostra comprensione, così come sfugge al nostro esserci ciò che sta
al di là di esse. Sono come un muro contro cui urtiamo e
naufraghiamo.” (Karl Jaspers, “Filosofia”, 1931)
The man who exceeds his limits
“The different accidents of life are
not so changeable as the feelings of
human nature. I had worked hard for
nearly two years, for the sole purpose
of infusing life into an inanimate body.
For this I had deprived myself of rest
and health. I had desired it with an
ardour that far exceeded moderation;
but now that I had finished, the beauty
of the dream vanished, and breathless
horror and disgust filled my heart.”
(M. Shelley, “Frankenstein”, 1818)
I limiti dell’universo
La curvatura Hubble Ultra
dello spazio- Deep Field:
tempo: una verso l’orizzonte
lente cosmologico
gravitazionale
CONCETTO DI LIMITE DI UNA FUNZIONE REALE
Il limite di una funzione è uno dei concetti fondamentali dell'analisi matematica.
Tramite questo concetto viene formalizzata la nozione di funzione continua e di punto di
discontinuità.
Il limite finito di una funzione per x che tende a un valore finito
Il limite infinito di una funzione per x che tende a un valore
finito