Sintesi
L’ Italia
<< Una, indipendente, libera, repubblicana>>

“ Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello !”

Ho scelto questo tema perché purtroppo stiamo vivendo in un periodo di grave crisi, non solo economica, ma anche di valori. Uno dei valori che si sta via via perdendo è proprio quello della patria: probabilmente in Italia non vi è mai stato uno spirito patriottico notevole, ma ultimamente vi è una totale sfiducia nei confronti delle istituzioni e nelle possibilità del Belpaese e sono tantissimi gli italiani che ogni anno decidono di emigrare. Attraverso questo percorso cercherò di illustrare alcuni passaggi fondamentali per la nascita del nostro paese e alcune opinioni d’illustri letterati europei.
LATINO: La nascita di Roma – Virgilio
Sono diversi i miti e le leggende che narrano della nascita di Roma, uno dei più conosciuti e accettati è quello narrato da Virgilio nella sua Eneide.
Durante l’incendio di Troia, Enea, figlio della dea Venere, fugge con il padre Anchise e il figlioletto Ascanio. Il viaggio che Enea percorre prima di raggiungere le coste del Latium vetus (antico Lazio) è lungo e pericoloso. Per volere di Giunone, particolarmente adirata con lui, è costretto ad approdare a Cartagine dove, una volta accolto dalla regina della città, Didone, se ne innamora e rimane per un intero anno a regnare al suo fianco. Ma per ordine del Fato e di Giove, Enea è costretto a ripartire, prende la via dell'antico Lazio.
Dopo nuove peregrinazioni nel Mediterraneo, Enea approda finalmente nel Lazio. Qui viene favorevolmente accolto dal re Latino e da sua figlia Lavinia. Enea, innamoratosi di lei, deve però affrontare Turno, re dei Rutuli, a cui il padre l'aveva inizialmente promessa in moglie. Al termine di una dura e sanguinosa lotta che vede i contendenti, Turno (alleato con il tiranno etrusco Mezenzio e la maggior parte delle popolazioni italiche) da una parte ed Enea (alleato con gli Etruschi ostili a Mezenzio e con alcune popolazioni greche stanziate nella città di Pallante sul Palatino) dall'altra, la vittoria sorrise a Enea, che riuscì a uccidere Turno in combattimento. Così terminò la guerra ed Enea poté sposare Lavinia e fondare la città di Lavinio.
Trent'anni dopo la fondazione di Lavinio, il figlio di Enea, Ascanio, fonda una nuova città: Alba Longa, sulla quale regnarono i suoi discendenti per numerose generazioni (dal XII all'VIII secolo a.C.) come ci racconta Tito Livio. Molto tempo dopo il figlio e legittimo erede del re Proca di Alba Longa, Numitore, viene spodestato dal fratello Amulio, che costringe sua nipote Rea Silvia, figlia di Numitore, a diventare vestale e a fare quindi voto di castità per impedirle di generare un possibile pretendente al trono. Il dio Marte però s'invaghisce della fanciulla e la rende madre di due gemelli, Romolo e Remo.
- E’ proprio in questo modo che Virgilio riuscì a intrecciare diverse leggende, rendendo più verosimile la storia da lui narrata. Lo scopo dell’opera era comunque quello di elogiare Augusto, rendendolo discendente di una nobilissima stirpe, la stessa che fondò la città di Roma.

ITALIANO: La lettera da Ventimiglia. (19-20 febbraio) 1802
In seguito alle innumerevoli peregrinazioni lungo tutta la penisola Italiana, Jacopo si appresta a recarsi in Francia, ma una volta giunto a Ventimiglia sente dentro di sé un profondo smarrimento: capisce di non poter trovare quella tanto agognata libertà da nessuna parte. Jacopo è consapevole della propria debolezza, contrapposta agli antichi romani e alle loro glorie passate, che ingenera in lui un profondo senso d’impotenza. La stessa di cui il popolo Italiano non si cura, poiché immerso, o nascosto, nelle glorie del passato. Ci sono riprese di concetti eredità del mondo antico, e la concezione meccanicistica contro la quale l'uomo non poteva nulla: Roma, un tempo gloriosa, si ritrova ora a essere schiava dello straniero un tempo sottomesso. Lasciando spazio solamente agli ideali, che però, non trovavano posto e realizzazione nel concreto. Questo pessimismo storico è legato alla storia nel suo complesso, al fatto che l'uomo è una piccolissima parte dell'universo. Gli illuministi accettavano quest'assunto, ma i romantici no: attraverso il dolore per la situazione sperimentavano la loro virtù.
Viene toccato più volte il tema della religione laica e della sopravvivenza post mortem: razionalmente essere compianti o meno è indifferente, ma sentimentalmente questa prospettiva è consolatoria. Si scaglia quindi contro la natura, che ha dato all'uomo la ragione, rendendolo così consapevole della sua finitezza ed infelicità.

È una riflessione sulla natura umana, estremamente pessimistica, la distruzione del sogno illuminista; secondo Jacopo infatti la storia è una catena ininterrotta di sangue e il mondo una foresta di belve.
INGLESE: George Gordon Byron – Italia, oh Italia!
Because of a scandal he was forced to leave England. He began to wander in the whole Europe and at the end he arrived in Italy. Here he realized the Italian situation, conquered and ruled by different populations. It can be regarded as an exhortation to the Italians who have to fight for their country.
This poem is made up of two stanzas, each stanza consists of 9 lines that have regular length and begin with a capital letter. There is a regular punctuation.
In the first part there are a lot of archaisms. In this poem there are many run-on-lines and a lot of archaisms. There is a personification of Italia.
FRANCESE – Mme de Staël – Corinne ou l‘Italie
En 1807, Mme de Staël écrit un roman qui s’appel « Corinne ou l’Italie ». Il est un roman autobiographique inspiré par un voyage en Italie et raconte l’Histoire de la poétesse Corinne qui, pendant un voyage en Italie à la fin du XVIIIème siècle, tombe amoureuse de lord Nelvil. Les aventures sentimentales des deux personnages sont le point de départ pour une description enchantée de l’Italie.
- Un récit de voyage ou relation de voyage est un genre littéraire dans lequel l'auteur rend compte d'un ou de voyages, des peuples rencontrés, des émotions ressenties, des choses vues et entendues. Contrairement au roman, le récit de voyage privilégie le réel à la fiction. Cette littérature doit rendre compte d'impressions, d'aventures, de l'exploration ou de la conquête de pays lointains.
Plusieurs écrivant ont publiée un récit de voyage, mais pour différentes motivations : en effet quelqu’un a choisis de l’écrire seulement pour le plaisir de le faire, au contraire quelqu’un l’a fait parce qui parmi le 17° e le 18° siècle il a eu un grand intérêt pour l’exotisme et pour l’inconnu, donc plusieurs personnes veulent savoir quelque chose de nouveau sur de pays étrangers comme l’Italie, particulièrement sur le Sud, ou sur l’Amérique ou encore sur les pays Orientales.

TEDESCO: Goethe – Mignon
Dieses Gedicht von Goethe, das aus drei Strophen besteht, ist im Roman “Wilhelm Meisters Lehrjahre, enthalten. Hier ist die italienische, klassische Kunst beschrieben, die Harmonie und Ruhe symbolisiert. Jede Strophe schließt mit einer Frage und mit einem Wunsch: Mignon möchte nach die Heimat mit ihrem Beschützer wiedergehen. Im ganzen Gedicht ist das Hauptgefühl (die) Sehnsucht.
Jede Strophe zeigt uns ein neues Bild: die erste stellt eine Landschaft dar, die zweite ein klassisches Haus und die dritte einen Vulkan. Mignon wendet an Wilhelm , und nennt ihn “Geliebter„“Beschützer„ und “Vater„ in den verschiedenen Strophen. In der ersten Strophe gibt es einen Südlandschaft, nämlich finden wir einen blauen Himmel, Orangen, Zitronen, die Myrte und den Lorbeer: diese sind typische Elemente der südlichen Natur, und die Myrte und der Lorbeer symbolisieren die Dichter und die Kunst; das Symbol dieser Strophe ist das Leben. In der zweiten Strophe ist der Landschaft hell: die farbige Beschreibung der Landschaft der ersten Strophe und das Licht im Haus der zweiten Strophe lassen uns verstehen, da die Sonne scheint.
Hier ist ein herrliches Haus beschrieben. Das Haus mit seinen Säulen und Marmorbildern darstellt die Klassik.
Nur die düstere Seele der Nordländer ausdrücken kann, und der Dichter wollte, nach seiner Reise nach Italien, die südlichen Farben und die klassische Kunst beschreiben. In der dritten Strophe herrscht eine geheimnisvolle Stimmung und wir haben einige Elemente, zum Beispiel die Drachen, die in den Höhlen wohnen, die das Bild lebendig machen.
Dieses Gedicht entsprang Sehnsucht nach Italien und seine Landschaften.

FILOSOFIA: Benedetto Croce – Intellettuale antifascista (Vedi allegato)
Benedetto Croce nacque il 25 febbraio 1866 a Pescasseroli. Nel 1910, a 44 anni, entra a far parte del Senato del Regno. Nel 1920 diviene Ministro della Pubblica Istruzione nel quinto ed ultimo ministero Giolitti, carica che ricoprirà fino all'anno successivo. Dopo un'iniziale adesione al fascismo rifiuta di assumere cariche pubbliche nel primo gabinetto Mussolini.
Nel 1924, a 58 anni, dopo il delitto Matteotti, rompe i suoi rapporti con il Partito Nazionale Fascista ed aderisce al Partito Liberale italiano. Nell'aprile del 1944, a 78 anni, entra a far parte del secondo governo Badoglio come ministro senza portafoglio. Entra anche nel governo Bonomi sempre come ministro senza portafoglio.
Nel 1946-1947 partecipa all'Assemblea Costituente. Nel 1948 diviene senatore della prima legislatura repubblicana, dopo aver rifiutato la possibilità di nomina alla Presidenza della Repubblica. Muore a Napoli il 20 novembre 1952 all'età di 86 anni.
 Rispose al “Manifesto degli intellettuali fascisti” con un contro manifesto, chiamato “Manifesto degli intellettuali antifascisti”. Il valore del documento sta in primo luogo nella riaffermata fede intellettuale e morale, nella libertà, come conquista storica della società moderna e sicuro mezzo di progresso.
Il manifesto fu redatto da Benedetto Croce in risposta al Manifesto degli intellettuali fascisti di Giovanni Gentile. Anche la data di pubblicazione (festa dei lavoratori) risponde alla pubblicazione, nel giorno del Natale di Roma, del manifesto fascista. Il manifesto sancì la definitiva rottura col fascismo del filosofo che aveva precedentemente votato in Senato la fiducia al governo di Benito Mussolini.
La proposta di redigere il manifesto venne fatta a Croce da Giovanni Amendola, che ritroviamo fra i firmatari insieme a Gaetano Salvemini, Giuseppe Levi e Luigi Einaudi ed Eugenio Montale.
La cultura non deve essere contaminata dalla sfera politica.



STORIA: Quel famoso biennio 1946-1948
Finita la seconda guerra mondiale, gli italiani si trovarono di fronte al compito di ricostruire materialmente e moralmente il Paese.
I bombardamenti avevano distrutto le città, i collegamenti ferroviari, le strade e i porti; la situazione del settore agricolo era disastrosa e le industrie, in parte danneggiate, dovevano riconvertirsi dalla produzione militare a quella civile. La disoccupazione era alta e il potere di acquisto della lira assai debole. I beni di consumo alimentare erano insufficienti e continuava il fenomeno del mercato nero.
La scarsità di lavoro spingeva ad attività e traffici illegali; inoltre vi era un grande astio fra i repubblichini, i partigiani e la società civile rimasta neutrale in questi scontri. L’Italia andava dunque ricostruita anche da un punto di vista sociale e morale.
In Valle d’Aosta e Sicilia si organizzavano movimenti separatisti, mentre in Istria gruppi di partigiani jugoslavi erano avanzati sino a Trieste uccidendo numerosi italiani. La città a guerra finita fu divisa in due zone di occupazione, americana e jugoslava.
Il referendum per la Repubblica
Il 2 giugno 1946 si svolse il referendum per scegliere se mantenere la monarchia o istituire la repubblica. Alla votazione parteciparono per la prima volta nella storia del paese anche le donne. La popolarità dei Savoia era stata compromessa dall’appoggio al fascismo e dalla fuga dell’8 settembre e la scelta Vittorio Emanuele di abdicare nei confronti del figlio Umberto II si rivelò inefficace. Venne quindi proclamata la Repubblica, mentre re Umberto II andò in esilio in Portogallo.
La Costituente
Insieme al referendum si tenne l’elezione di un’Assemblea Costituente, che doveva preparare la nuova Costituzione. Le votazioni per la Costituente confermarono, come già nel primo dopoguerra, la forza dei partiti di massa: la Democrazia cristiana (De Gasperi), il Partito socialista (Nenni) e il Partito comunista (Togliatti). La Costituente elesse presidente provvisorio della Repubblica il liberale Enrico De Nicola.
I comunisti, fedeli alle posizioni dell’Unione Sovietica, parteciparono ai primi governi di coalizione. Nel primo governo guidato dal democristiano Alcide De Gasperi, il segretario del PCI Palmiro Togliatti ricoprì la carica di ministro della Giustizia e firmò l’amnistia per i reati commessi durante la guerra civile: una decisione che contribuì a pacificare gli animi chiudendo la porta del recente e doloroso passato.
Nel 1947 De Gasperi, con la garanzia di ottenere ingenti prestiti del piano Marshall ruppe l’alleanza con le sinistre e si schierò decisamente con gli USA.
Sempre nel 1947 firmò i trattati di pace di Parigi, dove l’Italia subì perdite territoriali ma riuscì a conservare Trieste.
Nel gennaio 1948 entrò in vigore la nuova Costituzione, caratterizzata da una forte impronta democratica e antifascista. Pochi mesi dopo si svolsero le prime elezioni politiche dell’Italia repubblicana.
La costituzione
Tra il giugno 1946 e il dicembre 1947 venne scritta la Costituzione della repubblica italiana. I componenti dell'Assemblea che ebbe questo difficile compito vennero chiamati padri costituenti; tra loro grandi protagonisti della vita politica del tempo come Togliatti, De Gasperi, Nenni e successiva come Sandro Pertini e Oscar Luigi Scalfaro.
I Costituenti provenivano da tre tradizioni diverse: quella democratica cristiana, quella liberale e quella socialcomunista: queste tre diverse culture riescono a trovare un equilibrio, anche se in articoli particolari si trovano sottolineati principi e valori cari a ciascuna tradizione: ad esempio nell'articolo 29 si riconosce l'attenzione dei cattolici alla famiglia e al matrimonio.
Un elemento che accomunò e che ispirò nel profondo i padri costituenti fu indubbiamente l'antifascismo, il rifiuto della guerra e dell'autoritarismo.

Le elezioni del 1948
L’Italia si presentò spaccata in due alle prime elezioni politiche della Repubblica, svoltesi nel 1948. Da una parte vi era la Democrazia cristiana con i piccoli partiti suoi alleati, liberali, socialdemocratici e repubblicani; dall’altra socialisti e comunisti che si presentarono in una lista unica, il "Fronte popolare". Scegliendo uno dei due schieramenti gli elettori avrebbero deciso anche le alleanze in politica estera del nostro Paese in pieno clima di guerra fredda. Poco prima del voto, grande eco ebbero le notizie provenienti dalla Cecoslovacchia, dove i comunisti si erano impadroniti del potere con la forza. La Democrazia cristiana ottenne così il 48% dei voti e la maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento; al Fronte popolare andò il 31% dei suffragi, molti meno di quelli ottenuti da PCI e PSI per l’Assemblea Costituente.
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