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Sintesi

Introduzione Italia, tesina



La seguente tesina di maturità tratta dell'Italia. La tesina abbraccia anche i seguenti argomenti nella varie discipline scolastiche: Gabriele D'Annunzio in Italiano; il Fascismo in Storia; la dieta mediterranea in Scienze dell'Alimentazione; il vino in Laboratorio Cucina/Sala Bar; les buffets in Francese, Banqueting e Catering in Diritto.

Collegamenti


Italia, tesina



Italiano - Gabriele D'Annunzio
Storia - Il Fascismo
Scienze dell'alimentazione - La dieta Mediterranea
Laboratorio cucina / sala bar - Il vino
Diritto - Banqueting e catering
Francese - Les buffets
Estratto del documento

Gabriele D’Annunzio nacque a Pescara il 12 marzo 1863 da una famiglia

borghese benestante. Dalla madre erediterà la fine sensibilità; dal padre (il

quale acquisì anche il cognome D'Annunzio da un ricco parente che lo adottò,

lo zio Antonio D'Annunzio) il temperamento sanguigno, la passione per le

donne e la disinvoltura nel contrarre debiti, che portarono la famiglia da

una condizione agiata a una difficile situazione economica. Ebbe tre sorelle, cui

fu molto legato per tutta la vita, e un fratello minore.

A undici anni lasciò la terra natale per studiare al collegio di Prato; ancora

Primo Vere

adolescente, nel 1879 (appena sedicenne), pubblicò , che gli

provocò un’ammonizione dai professori per l’eccessiva libertà dei temi e del

linguaggio. Per pubblicizzare l’opera, il poeta arrivò a diffondere sui giornali la

notizia della propria morte, per poi pubblicarne la smentita.

Divenuto celebre e conseguito il diploma liceale, si trasferì a Roma, dove

s’iscrisse alla Facoltà di Lettere e Filosofia. Nella capitale D’Annunzio venne

subito accolto dai letterati e cominciò a scrivere articoli di giornale alternati ai

piaceri effimeri dati dai salotti nobili e alto-borghesi. Interessato più a

quest’ultimi anziché all’istruzione accademica, abbandonò gli studi e acquistò

subito notorietà grazie all’attività di produzione di articoli di giornale, di versi,

di opere narrative ad alto contenuto erotico e, tramite una vita spregiudicata

1

fatta di scandali, avventure galanti, lussi e duelli.

Nel 1892, l’incontro con Nietzsche gli fece apprendere la teoria del

Il trionfo della morte, Le

Superuomo, presente in tre dei suoi Romanzi:

vergini delle rocce Il fuoco.

e Carriera politica

Nel 1897 si candidò al Parlamento e venne eletto deputato dell’estrema

destra. D’annunzio si trasferì poi in Francia. per evitare i suoi numerosi

creditori, e qui rimase fino all’inizio della primo conflitto mondiale,

continuando l’attività di drammaturgo. In quel periodo scrisse temi

autobiografici e di memoria.

Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale il Vate (“profeta”, così venne

soprannominato) tornò in patria e intraprese un’intensa campagna

interventista, che ebbe notevole influenza sull’opinione pubblica e spinse

l’Italia all’entrata in guerra.

Nel dopoguerra condusse un gruppo di volontari e marciò trionfalmente sulla

piccola cittadina di Fiume, rivendicandone l’appartenenza al popolo italiano e

dando voce, con quel gesto, alla disapprovazione e polemica contro la

“vittoria mutilata” che il governo aveva accettato alla fine del conflitto.

L'esilio e morte

A Fiume il Vate sfidò lo Stato Italiano ma poi, cacciato con le armi, strinse

rapporti con Mussolini e fu celebrato come Padre della Patria dal fascismo,

che però, avendone un po’ paura, lo confinò in una sfarzosa villa di Gardone.

Fu qui che D’Annunzio visse gli ultimi anni: trasformò la villa in un mausoleo

vivente, con arredi costosi e ricercatissimi, statue che lo rappresentavano,

lussi e comodità fino a quando, nel 1938 morì.

Il decadentismo dannunziano

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Il decadentismo dannunziano vede il Vate cimentarsi nel ruolo di esteta. Sul

piano artistico, l'estetismo si traduce nella ricerca di raffinatezza

esasperata. L'idea della superiorità assoluta dell'esperienza estetica induce

l'artista a tentare di trasformare la vita stessa in opera d'arte, dedicandosi

all'edonismo, ovvero il culto della bellezza, in polemica contrapposizione con

la volgarità del mondo borghese. Poetica

D'Annunzio rigetta la ragione come strumento di conoscenza per

abbandonarsi all'istinto (pensiero antipositivista); spesso vede

nell'erotismo e nella sensualità la scoperta dell'”io” più profondo.

Laudi,

Nel 1903 vennero pubblicati i primi tre libri delle che secondo molti

critici costituiscono il momento più alto dell'arte dannunziana e forse l'opera

Alcyone,

in versi più celebre e celebrata di D'Annunzio. In particolare nell' si

riflettono i momenti più felici della sua panica immersione nelle atmosfere

dell'antichità classica, in quelle della sua terra di origine, l'Abruzzo e,

La

soprattutto, nei paesaggi toscani del Valdarno, del Pisano e della Versilia (

pioggia nel pineto).

Agli stimoli letterari (Ovidio, Dante, Carducci, ecc.) e filosofici

nell'Alcyone

(principalmente Nietzsche) si aggiungono influenze derivanti da

letture più tecniche (dai dizionari botanici ai trattati di agricoltura), che

fanno della raccolta un pezzo unico nel panorama poetico del Novecento

europeo. nell'Alcyone

Fondamentale è la musicalità della lirica dannunziana, con

La pioggia nel pineto,

l'ampio uso di parole onomatopeiche, come ne

allitterazioni, assonanze, ecc. D'Annunzio e Giovanni Pascoli, l'altro grande

poeta del Decadentismo italiano, si conoscevano personalmente, e, benché

caratterialmente e artisticamente molto diversi, il Vate stimava il collega e

recensì positivamente le liriche pascoliane. Nel 1912, alla morte di Pascoli,

Contemplazione della morte.

D'Annunzio gli dedicò l'opera 3

Opere

(Maia, Elettra, Alcyone, Merope, Asterope)

1. Laudi

Fu pubblicato assieme al secondo libro e contiene il meglio del D'Annunzio poeta.

Esso è un unico e vasto poema solare, che raffigura l'estate trascorsa dal poeta con

la compagna Ermione (probabilmente Eleonora Duse) sulla costa della Versilia. In

essa il superuomo (ossia l'uomo capace di andare oltre e superare i propri limiti,

pensiero della filosofia di Nietzsche di cui Gabriele D'Annunzio fu uno dei principali

sostenitori) si fonde totalmente con la natura, divenendone parte (panismo

dannunziano). La pioggia nel pineto (da “Alcyone”)

Taci. Su le soglie

del bosco non odo

parole che dici

umane; ma odo

parole più nuove

che parlano gocciole e foglie

lontane.

Ascolta. Piove

dalle nuvole sparse.

Piove su le tamerici

salmastre ed arse,

piove su i pini

scagliosi ed irti,

piove su i mirti

divini,

su le ginestre fulgenti

di fiori accolti,

su i ginepri folti

di coccole aulenti,

piove su i nostri volti

silvani,

piove su le nostre mani

ignude, 4

su i nostri vestimenti

leggieri,

su i freschi pensieri

che l'anima schiude

novella,

su la favola bella

che ieri

t'illuse, che oggi m'illude,

o Ermione […]

Schema metrico: 4 strofe lunghe di 32 versi ciascuna; la loro misura è varia. Libero è il

Ermione.

gioco delle rime e assonanze; tutte le strofe si concludono con la parola-rima

2. Il piacere

Il piacere, romanzo d'esordio di D'Annunzio, segna il momento più

estetizzante dell'autore, cioè alla perenne ricerca e ammirazione del «bello».

butta

Esso s’immedesima nel giovane Andrea Sperelli, che si in una vita

piene di frivolezze, storielle intrise di passione e qualunque altra cosa gli

susciti piacere, anche se in modo effimero. L'opera si concentra verso l'amore,

o meglio, la passione sensuale di Andrea per la bella e sregolata Elena Muti;

il giovane non vede quest'ultima da circa due anni e, nel frattempo, lei si

sposa con Lord Heathfield. Dati i vani tentativi di riallacciare i rapporti con

Elena, Andrea si mette alla ricerca di nuove avventure per dimenticarla. Con

la raffinata ed elegante aristocrazia romana a fare da sfondo, D'Annunzio ci

mostra anche duelli e corse di cavalli, i quali fanno trascorrere ad Andrea un

periodo di convalescenza a causa di un uomo che lo ha ferito, per l’appunto,

durante un duello. Questo periodo, il giovane, lo passa da una cugina e lì

conosce una donna, Maria Feres, la quale è l'esatto opposto di Elena. Bella e

dolce, con essa Andrea instaura una relazione di natura spirituale, ma il

pensiero di Elena si fa sempre più insistente e infine, incautamente, nel

momento clou Andrea pronuncia il nome di quest'ultima e Maria fugge via,

abbandonandolo.

Sul piano narrativo, il romanzo contiene abbellimenti come citazioni eleganti e

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descrizioni di oggetti che si avvicinano al «bello». Anche lo stile risulta più

manierato, più lontano dal linguaggio comune e quindi più erudito. Nella

Il Ritratto di Dorian

trama del romanzo si può notare una sottile analogia con

Gray di Oscar Wilde, altro scrittore decadente, il quale verrà pubblicato

all'incirca 2 anni dopo del romanzo del Vate.

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Fascismo

Nel XX secolo, in Europa, si affermarono i totalitarismi: i più conosciuti furono il

Fascismo (con a capo il Duce, Mussolini), il Nazismo (con a capo il Führer,

Hitler) e il comunismo. I totalitarismi sono stati capeggiati da uomini carismatici

(cioè che esercitavano una forte influenza sulle persone), dunque il popolo si

identificò con questi ultimi.

Il bilancio della Prima Guerra Mondiale (1914-1915)

fu disastroso anche per l’Italia: i nazionalisti parlavano

di “vittoria mutilata” (l’espressione si riferisce alla

mancata assegnazione all’Italia di alcuni territori a cui

aspirava) ed i liberali al governo non riuscivano a

fronteggiare le agitazioni popolari. Tra il 1919 ed il 1920

ci furono molti scioperi ed occupazioni di fabbriche da

parte degli operai e nella borghesia si diffuse la paura

che anche in Italia scoppiasse una rivoluzione

bolscevica come il Russia nel 1917.

Di questo diffuso disagio approfittò Benito Mussolini,

un uomo spregiudicato ed ambizioso che fondò il

Partito Fascista. Il fascismo prometteva di far tornare

l’ordine in Italia e dichiarava di proporsi, al di sopra di

ogni altro fine, il bene della patria.

Nell’ottobre del 1922 i capi fascisti organizzarono una marcia su Roma per

costringere il governo alle dimissioni. Timoroso del futuro della monarchia, il re

incaricò Mussolini di formare un nuovo governo. Nelle elezioni del 1924 la lista

fascista ottenne la maggioranza e Mussolini instaurò una dittatura

personale e del suo partito. Modificò molte cose nell’ambito della società,

governandola con le cosiddette “leggi fascistissime”:

ripristinò la pena di morte

• istituì un “tribunale speciale” per condannare gli antifascisti

• istituì la Milizia per la sicurezza nazionale che si affiancò all’esercito

• regolare

Istituì un’agenzia di stampa, il Ministero della Cultura popolare,

• controllata dal partito, che sceglieva le informazioni da comunicare alla

radio ed ai giornali.

Per ottenere il consenso di gran parte degli Italiani, la propaganda paragonò le

imprese del regime fascista a quelle dell’impero romano; molti simboli del

fascismo furono presi dalla tradizione romana. In occasione dei discorsi del

duce alla nazione venivano organizzati viaggi di massa a Roma.

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Esaltate dal fascismo come grandi vittorie furono la bonifica delle paludi

pontine e la firma dei Patti Lateranensi. Con essi il pontefice riconosceva

Roma come capitale del regno d’Italia ed cambio veniva ceduto alla Chiesa il

piccolo territorio del Vaticano. Inoltre lo stato italiano riconobbe la religione

cattolica come unica religione di stato; che il matrimonio aveva validità anche

civile ed inoltre introdusse nelle scuole dello stato l’insegnamento della

dottrina cattolica.

La mattina del 10 giugno 1924 il socialista Giacomo Matteotti, recandosi in

parlamento, viene bloccato da alcuni squadristi che lo percossero

violentemente e poi lo rapirono. Il sequestro suscitò enorme emozione

nell'opinione pubblica fino a quando, due mesi dopo, il suo corpo venne trovato

malamente sepolto nella periferia di Roma. Si è poi scoperto che Matteotti,

nella sua borsa, conservava dei documenti relativi a un ampio e

ramificato sistema di corruzione che coinvolgeva alti esponenti del

fascismo e del governo. Si pensa che Matteotti fu rapito e ucciso per impedire

che la verità emergesse, screditando il regime fascista e il suo duce.

Intanto le colonie italiane (Eritrea, Somalia, Libia), quando il fascismo prese il

potere, si erano già rivelate povere di risorse, poco più che un insieme di

deserti e steppe.

Con un’intensa propaganda, il regime si impegnò a convincere l’opinione

pubblica che era necessario creare un impero coloniale. Un paese ricco di

risorse poteva essere l’Etiopia, un paese africano esteso quattro volte l’Italia,

ma l’Etiopia era uno stato indipendente e membro della Società delle Nazioni

(Mussolini sapeva bene che aggredire quello stato significava sfidare tutto il

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