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Filosofia - J.C. Mariategui, Gramsci e il Marxismo.
Italiano - J.C. Mariategui e Pirandello.
Storia dell'Arte - Museo di Arte italiana a Lima
ISTITUTO D'ISTRUZIONE SUPERIORE
“BERTRAND RUSSELL”
GARBAGNATE MILANESE (MI)
ESAME DI STATO 2013
PERU' - ITALIA
Due fiumi, una stessa sorgente culturale.
STEPHANY RENGIFO ALARCON
5^E A ti, abuelito Pedro:
ejemplo de vida y hambre de sabidurìa.
Italia-Perù
Due fiumi, una stessa sorgente culturale.
Premessa...................................................................................................................................Pg. 1
Introduzione 2
............................................................................................................................Pg.
Antonio Raimondi................................................................................................................... Pg. 4
Mariategui e Gramsci...............................................................................................................Pg. 6
Mariategui e Pirandello...........................................................................................................Pg. 9
Museo d'Arte Italiana..............................................................................................................Pg. 11
Ventvenerunt, viderunt, vicerunt........................................................................................ 13
Pg.
Bibliografia e Sitografia..........................................................................................................Pg. 14
PREMESSA
Scegliere l'argomento di cui avrei voluto trattare non è stato per niente facile.
Volevo scrivere qualcosa di personale e di interessante.
E quale argomento migliore se non il connubio tra i due paesi che hanno un ruolo
importante nella mia vita? I miei occhi da giovane donna non possono che cercare in
quest'Italia, la mia, qualche corrispondenza con la mia culla, il Perù che mi vide nascere e
che mi ha battezzata come ambasciatrice di una cultura millenaria della quale ho il dovere
morale di diffondere lo spirito.
Potevo unire ciò che più mi stava a cuore in una sola tesi: L'Italia e il Perù, sebbene siano
due paesi geograficamente diametralmente opposti, sono due fiumi provenienti, in parte, da
una stessa sorgente culturale e quindi non possono che avere delle sfumature in comune.
Amo l'Italia quanto amo il Perù e il mio debito con lei è tanto grande quanto la mia
gratitudine nei suoi confronti. Il Perù lo porto nelle mie viscere perché in esso sono nata, mi
sono formata e ho vissuto quelle esperienze d'infanzia che modellarono la mia personalità,
e forgiarono i miei valori.
Un mio compatriota, Josè Maria Arguedas, chiamò il Perù il paese di “Todas la sangres”. Non
credo esista una formula migliore per definirlo. Questo siamo e questo portiamo dentro
tutti i peruviani: una somma di tradizioni, etnie, credenze e culture precedenti e provenienti
da tutti e quattro i punti cardinali.
Mi rende orgogliosa sentirmi erede delle culture pre-ispaniche, e degli spagnoli che
portarono in Perù la Grecia, Roma, la tradizione giudeo-cristiana, il Rinascimento, Cervantes
e la lingua robusta di Castiglia che le Ande addolcirono.
Quale straordinario privilegio quello di un paese che non ha un'identità poiché le possiede
tutte!.
Ho conosciuto l'Italia tra i banchi di scuola: la sua storia, la sua geografia e i personaggi
grazie ai quali è diventata famosa in tutto il globo. Ho imparato ad amarla ancora prima di
pestare il suo suolo e dopo quasi 8 anni di convivenza, non posso che sentirmi, in parte,
italiana.
Per questo ho voluto rendere omaggio a queste due terre e, attraverso la mia tesi, unirle con
una spilla d'oro che potesse sigillare un mutuo riconoscersi come fratelli e poter brindare
con il Pisco peruviano e il miglior Vino italiano.
INTRODUZIONE
Certamente si può affermare che tra il Perù e l'Italia esista un'amicizia storica capace di
superare l'enorme distanza geografica che li separa.
Il Perù è stato uno dei primi paesi in cui si è registrato un forte flusso migratorio dall'Italia
antecedente ai massicci flussi avvenuti nel corso dei primi decenni del '900.
Pur mantenendo dei vincoli affettivi con la patria natia, la comunità italiana in Perù ha
collaborato sin da subito al progresso del paese integrandosi prontamente nel nuovo
tessuto sociale in cui si stava introducendo.
Sebbene in Perù esista un forte profilo autoctono, determinato dall'identificazione locale
nelle culture afferenti alle civiltà pre-ispaniche, la conquista spagnola ha imposto due
elementi fondamentali che lo avvicinano ulteriormente all'Italia: la lingua e la religione.
Il Cattolicesimo, affiancato allo Spagnolo come portatore di tradizioni e cultura classica
latina, hanno impregnato nel corso dei secoli la società peruviana e la sua cultura.
Due italiani figure esemplari:
Antonio Raimondi, semi-sconosciuto in Italia ma così noto in Perù da essere, in certi casi,
creduto peruviano e Giuseppe Garibaldi, l“Eroe dei due mondi”.
Nonostante Giuseppe Garibaldi non necessiti di presentazioni, pochi sono a conoscenza
della sua permanenza in Perù. L'arrivo di Garibaldi a Lima (il 5 Ottobre 1851) venne
festeggiato dal quotidiano “El Comercio” che lo presentò come un guerriero sostenitore
dell'indipendenza e dell'unità Italiana. Durante il suo soggiorno incontrò il suo compagno
d'armi nella difesa della Repubblica Romana: Antonio Raimondi, arrivato a Lima il 28 luglio
1850. In una delle tante conversazioni con Garibaldi, Raimondi disse: “Il destino vuole che
lei sia liberatore d'Italia, il mio è quello di riuscire a rivelare la natura di questo
meraviglioso paese”.
Antonio Raimondi, nacque a Milano il 19 settembre 1824. Partecipò alle rivolte delle 5
Giornate di Milano del '48 e poi nella difesa della Repubblica Romana. Fuggendo dagli orrori
della guerra, viaggiò per quasi 17 anni sul territorio peruviano raccogliendo dati geografici,
climatici, mineralogici, informazioni sui vegetali, gli animali e le popolazioni che incontrava
in ogni località. Si dice che in base alle sue scoperte egli abbia affermato che “Il Perù è un
mendicante seduto su una cassa piena d'oro”.
Altri italiani:
I repubblicani giunti in Perù nel corso del '800 e coloro che si trasferirono nel periodo
fascista.Chi fuggendo dalle persecuzioni, come Antonello Gerbi, capo dell'Ufficio Studi
della Banca Commerciale Italiana a Lima, economista e storico, che soggiornò in Perù dal
1938 al 1948, dove scrisse notevoli saggi sulla storia peruviana contemporanea; chi
cercando di diffonderlo, come Totò Giurato che, trasferitosi in Perù, fondò il settimanale
“Italia Nuova” dalla quale alcuni militari nazionalisti che maturarono le idee fasciste e in
seguito diversi colpi di stato.
Novità:
Gli italiani che migrarono in Perù portarono con sé delle novità anche in campo agricolo,
culinario e artistico. Settori che, con il passare degli anni, si sono fusi con la cultura
peruviana creando prodotti diversi e squisiti. E' il caso dei fratelli Nicolini, tuttora i
principali produttori di pasta, o Pietro D'Onofrio, il primo a portare il gelato in Perù.
Importazione dell'arte italiana:
Nel 1921, per commemorare il centenario dell'indipendenza nazionale, la colonia italiana,
incoraggiata da Gino Salocchi, decise di donare il “Museo di Arte italiana in Perù”. Il progetto
di costruzione fu commissionato al architetto milanese Gaetano Moretti, e la selezione di
opere al critico Mario Vannini Parenti.
Dal Perù all'Italia:
Sicuramente fu meno importante l'influsso di grandi personalità peruviane presenti in
Italia, ma perlomeno Josè Carlos Mariategui è degno di essere nominato. Letterato ed uomo
politico, uno degli ideologi marxisti latinoamericani più influenti del XX secolo, soggiornò in
Italia dal 1920 al 1923 come inviato del Presidente Leguìa, e conobbe tra gli altri Antonio
Gramsci. Durante quegli anni scrisse, tra le altre cose, “Il caso Pirandello” dove critica
negativamente il grande autore per la sua adesione al fascismo, e analizza le sue opere più
importanti. I peruviani contemporanei più noti in Italia sono Javier Perez de Cuellar,
Segretario Generale delle Nazioni Unite fra il 1982 e il 1991, e Mario Vargas Llosa, scrittore
partecipe della rinascita della narrativa sudamericana e Premio Nobel 2010.
Conclusioni:
Indubbiamente il processo coincidente di Indipendenza e di consolidamento dello Stato è
un elemento storico di vicinanza tra Italia e Perù.
Da questa vicinanza storica deriva la condivisione sentimentale delle stesse passioni, dei
medesimi ideali, soprattutto grazie alla presenza Italiana in Perù, meno viceversa.
Per questo la presenza italiana in terre peruviane è sempre stata accolta con entusiasmo.
Una presenza fatta di esempio e di collaborazione senza invasione né oppressione, di
assistenza ma non di carità. Spero quindi che attraverso gli argomenti trattati in questa
tesina, si possa vedere il Perù e la società peruviana in generale un po' più vicini e i vincoli
tra i due popoli si possano rinforzare.
Antonio Raimondi
"Il Perù è un mendicante seduto su una cassa d'Oro".
Antonio Raimondi, nato a Milano nel 1824, fuggendo dalla guerra salpa verso il Perù a 26
anni. La scelta del Perù come destino per le sue ricerche fu cosciente ed emotiva al tempo
stesso: Si dice che abbia sentito il nome del Perù per la prima volta durante la mutilazione
di un cactus gigante di origine peruviana nel giardino botanico di Milano. Attirato dalle
scienze naturali sin dall'infanzia, arrivato in Perù ebbe l'opportunità di proseguire i suoi
studi intraprendendo un viaggio lungo quasi 20 anni, durante il quale appuntò tutto quello
che incontrava nel suo cammino, fino ad arrivare a disegnare la dettagliata Mappa
Nazionale del territorio andino. Il territorio peruviano in generale ma soprattutto la sua
configurazione geofisica, furono uno degli aspetti che più incuriosirono Raimondi. Egli
stesso scrisse che rimase sorpreso dalla quantità di risorse minerarie e dal modo in cui si
sovrappongono e si relazionano i diversi strati geologici che le compongono. Questa
straordinaria "rivoluzione geologica", come si scoprì dopo, è il risultato delle forze
tettoniche attive che portarono alla formazione della Ande. Questo complesso mosaico
geologico, come dimostrato dalle osservazioni scientifiche, acquistò coerenza con il passare
del tempo.
Durante i suoi viaggi , il massiccio tratto montagnoso che attraversa il Perù, gli rivelava i
suoi segreti: rocce cristalline e diorìtiche definiscono il litorale costiero; la sezione ovest, la
più antica della cordigliera andina, è formato da ardesia e roccia granitica e dai suoi fianchi
le piogge liberano l'oro che è trascinato verso l'Oceano Atlantico.
Grazie alla qualità e alla quantità delle conoscenze scientifiche sui minerali, Raimondi è
considerato come l'autore del primo e più complesso inventario delle risorse minerarie del
Perù. Nessuno né prima né dopo di lui, ha potuto minimamente eguagliare le sue
conoscenze sulle caratteristiche e sulla distribuzione dei minerali nel territorio peruviano.
Il suo libro “Minerales del Perù” descrive una selezione di 652 campioni preparati da egli
stesso per la sua esibizione nella Esposizione Universale di Parigi del 1878. Qui Raimondi
presenta le evidenze e le analisi inconfutabili a favore dell'origine organica del guano
peruviano.
Constatò l'esistenza di abbondanti miniere di rame e immensi depositi di salnitro, di
cloruro di sodio e di nafta nella costa. Nella zona andina, invece, scrisse di vedere minerali
metallici dovunque, scrisse infatti che “non esiste un posto dove non si trovi alcun minerale
d'argento, rame, piombo o ferro”. Mentre nella zona orientale, la Selva, “numerosi quarzi
sono riusciti ad introdursi tra gli strati di ardesia”.
Notò anche che, pur essendo ricco di minerali, il Perù scarseggiava di cristalli e poche volte
una specie minerale si presenta allo stato puro, spesso si ritrova mescolato con altri. Ne
dedusse che tanto le rocce che i minerali fossero usciti direttamente dal seno della terra,
all’interno di un magma complesso, nella composizione del quale erano coinvolti molti
elementi.