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Sintesi
Latino - Lucio Apuleio, l'"Apologia" e "Le Metamorfosi"
Italiano - Il fantastico nel Romanticismo italiano
Francese - "La mort du loup" di Alfred de Vigny
Storia - Adolf Hitler, il suo odio verso il popolo ebreo e le leggi di Norimberga
Filosofia - La morale secondo Schopenhauer
Estratto del documento

a

Sara La Manna 5 C

L

1. .

A SAGA

Struttura e breve trama.

Harry Potter è composto da sette libri, pubblicati nell'arco di un decennio,

tra il 1997 e il 2007.

La saga parla di un orfano, Harry Potter, che dopo aver passato la sua

infanzia con gli zii, dai quali viene maltrattato, al compimento

dell'undicesimo anno di età si ritrova a far parte di un nuovo mondo di cui

non conosceva l'esistenza: quello della magia. Nonostante lì Harry trovi

amici veri ed una realtà a prima vista migliore di quella in cui ognuno di noi

vive (chiamata Babbana nei romanzi della Rowling, ossia non-magica),

allo stesso tempo questo mondo lo mette continuamente alla prova, fino al

chiedergli di combattere e sconfiggere l'assassino dei propri genitori, il più

potente mago oscuro: Lord Voldemort.

Prima analisi.

Harry Potter originariamente nacque per essere un semplice romanzo per

bambini. Questo può essere notato soprattutto nel primo volume, il cui

linguaggio e stile sono evidentemente tesi a cogliere l'attenzione di un

pubblico infantile. Tuttavia, soprattutto a partire dal quarto volume, il

livello ed il target a cui si rivolge l'autrice aumentano notevolmente: Harry

Potter, passo dopo passo, cessa di essere solamente una storia per bambini,

diventando un “fenomeno intergenerazionale” capace di attirare milioni di

lettori appartenenti a fasce di età differenti.

Questi romanzi sono la prova tangibile che la letteratura ha la forza di

costruire un mondo e una temporalità a sé: durante la lettura noi abitiamo

quel mondo e per questo sentiamo così nostro e personale il rapporto con i

personaggi. Harry Potter ci dimostra che la letteratura non è

semplicemente mera finzione: i personaggi hanno una loro individualità,

una loro umanità reale.

Questa saga rientra di certo tra i romanzi di formazione, poiché riguarda

l'evoluzione dei personaggi verso la maturità e l'età adulta, e nel genere

fantasy, per le capacità magiche dei personaggi e per la presenza di

creature soprannaturali. Harry Potter possiede però delle peculiarità che lo

rendono unico nel suo genere: contrariamente a molte altre saghe fantasy, i

cui protagonisti appartengono generalmente ad epoche e mondi

immaginari, quella di Harry Potter si caratterizza per essere ambientata sì

in una realtà inventata, ma situata comunque nel mondo reale e pressoché

contemporaneo. Le avventure di Harry inoltre presentano al loro interno

una trama notevolmente complessa e tutta una serie di riferimenti alla

mitologia, alle leggende e alla storia dell’umanità, aspetti che non hanno

precedenti nella storia della letteratura per l’infanzia e che hanno

contribuito a fare dei romanzi del giovane mago un fenomeno di portata

2 Harry Potter: Fenomenologia di un mito pop. a

Sara La Manna 5 C

mondiale.

Uno degli aspetti più importanti di quest'opera è poi l'infinita gamma tematica trattata

dall'autrice. La magia per prima è un tema spesso presente nella letteratura e nell'arte

fin dai tempi più antichi, se consideriamo le differenti rappresentazioni e descrizioni di

creature mitologiche e pratiche occulte. D'altra parte, Harry Potter parla di tematiche

filosofiche ed esistenziali come l'eterna lotta tra il bene e il male; la morte, minaccia

incombente ma non nemico; l'amore, in senso platonico, per la giustizia e per la salvezza

degli altri; il sacrificio di sé stessi per il "bene superiore". Concetti fondamentali quali

l'amicizia, la crescita, il coraggio, il razzismo sono parte vitale di questi romanzi,

come della grande maggioranza delle opere letterarie.

Analizziamo alcuni di questi temi più nel dettaglio.

I

2. .

TEMI PRINCIPALI La magia.

Colonna portante dell'intera saga è evidentemente la magia, intesa non solo come utilizzo

di pratiche magiche, ma come caratteristica principale di creature fantastiche e

mitologiche e di tutta una serie di fenomeni come la metamorfosi o l'interazione con gli

spiriti e i defunti.

La magia viene trattata in numerose opere artistiche e letterarie risalenti fin ai tempi più

antichi. Nella letteratura latina, in particolare, si trovano numerose testimonianze

relative a tutta una serie di attività occulte: esperimenti di negromanzia, uccisioni a

distanza, animali parlanti, statue che camminano, filtri d'amore, metamorfosi,

divinazioni, talismani che curano le malattie.

Nel panorama letterario di magia latina un posto di prim'ordine spetta a Lucio Apuleio,

sia grazie alle sue opere sia a causa della sua biografia.

Apuleio in persona infatti fu costretto a

difendersi dall'accusa di aver usato

magia nera per sposare Pudentilla, una

ricca vedova, con lo scopo di

impossessarsi della sua eredità. In una

delle sue opere più importanti,

l'Apologia, Apuleio riporta l'orazione

che compì in propria difesa durante il

proprio processo.

Dopo aver risposto a tutte le accuse,

Apuleio non nega le sue conoscenze

magiche, ma sostiene di praticare

solamente un tipo di magia benevola,

non volta a fini personali. Distingue

infatti due tipologie di magia:

la magia bianca, buona. Essa è somma sapienza, fondata da Zoroastro, per

• 3

Harry Potter: Fenomenologia di un mito pop. a

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praticare la quale il primo requisito è essere rispettosi nei confronti degli dei;

la magia nera, la quale invece tenta di piegare le forze divine e naturali alla propria

• volontà per raggirare la credulità popolare e trarne profitto personale.

Nel momento in cui ripercorre le tappe del matrimonio e a conferma della sua innocenza

mostra un documento in cui Pudentilla dichiara di lasciare tutta la sua eredità ai parenti,

Apuleio viene definitivamente assolto dall'accusa. In quest'opera viene dimostrata la

grande abilità di oratoria di quest'autore ed in particolare la sua capacità di rendere

sempre piacevole il dettato, passando continuamente da toni argomentativi seri e

dialettici, a toni ironici, in grado di spiazzare con la superiore arma dell'ironia gli

avversari, smontando pezzo per pezzo le loro accuse: in ciò egli è aiutato da una piena

padronanza linguistica, retorica e lessicale. In questo, il romanzo di Apuleio non è infatti

da meno: ne Le metamorfosi, la varietà di toni e registri e la ricchezza della lingua sono

sorprendenti. Anche in quest'opera, inoltre, il tema della magia svolge nuovamente un

ruolo significativo: si tratta in effetti della storia di Lucio, un giovane che durante un

viaggio in Tessaglia, terra famosa per le arti magiche, vive un'esperienza incredibile.

Dopo aver osservato la trasformazione in gufo di Panfile, moglie di colui che lo ospita,

Lucio domanda alla servetta Fotide di rubare gli unguenti magici di Panfile per potersi a

sua volta trasformare: ma per un errore di Fotide, che prende l'unguento sbagliato, si

ritrova nel corpo di un asino, pur mantenendo coscienza e intelligenza umane.

L'unico rimedio (mangiare alcune

rose) gli sfugge a lungo e Lucio deve

affrontare numerose peripezie. Viene

infatti sottoposto ad infinite angherie

ed è muto testimone dei più abietti

vizi umani: solo alla fine Lucio viene

liberato dalla sua terribile condizione,

quando vede apparire in sogno la dea

Iside che lo conforta, gli annuncia la

fine del supplizio e gli indica dove

potrà trovare le benefiche rose. Il

giorno dopo, il miracolo si compie nel

corso di una processione di fedeli

della dea e Lucio, per riconoscenza, si

fa iniziare ai misteri di Iside e

Osiride.

Lucio è caratterizzato da una grande curiositas, considerato un elemento positivo solo

entro determinati limiti che egli non rispetta facendo scattare così la punizione: la

metamorfosi in asino, animale considerato stupido ed utile solo nel trasporto di grandi

carichi. Sotto forma di asino, però, Lucio mantiene la propria intelligenza e possiede un

punto di vista privilegiato in quanto osserva gli uomini nei lori gesti quotidiani. Il

romanzo rappresenta infatti una denuncia alla società corrotta: vengono rappresentati

imbroglioni, prostitute e adulteri. Il protagonista si trova ad affrontare un percorso di

espiazione: Lucio rappresenta l'uomo che pecca (nel suo caso, di curiositas), e che solo

dopo l'espiazione dei peccati si può salvare, sino ad arrivare alla conversione e al

sacerdozio.

La magia ha giocato poi un ruolo sempre più importante negli ultimi secoli grazie alla

nascita del fantastico, che iniziò a svilupparsi specialmente durante il Settecento e

l'Ottocento.

Mentre, però, nella letteratura degli altri Paesi europei questo genere progrediva e si

espandeva, il Romanticismo italiano ebbe una componente più illuminista che

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romantica, rifiutando una letteratura dominata dal mistero e dalla paura.

Mentre Alessandro Manzoni, che lasciò i fantasmi agli scrittori nordici, facendo

trasparire nel suo romanzo un amore per il vero o almeno per il verisimile, costituisce

l'emblema della razionalità e del realismo moderato cari agli italiani, Benedetto Croce

sosteneva apertamente e con convinzione che l’anima italiana tendesse per natura al

definito e all’armonico: a suo parere gli italiani, immersi nella loro atmosfera limpida e

solare, potevano lasciare gli spettri e le streghe alle brume del Settentrione.

Addirittura nel 1983 Italo Calvino curò un’antologia, in due volumi, di racconti

fantastici dell’Ottocento e decise di escludere gli autori italiani dicendo che «non voleva

farli figurare soltanto per obbligo di presenza».

Pochi anni dopo questa pubblicazione, però, quasi a smentire le affermazioni

menzionate, i critici letterari Enrico Ghidetti e Leonardo Lattarulo raccolsero, nei due

volumi di Notturno italiano (1985), racconti fantastici italiani dell’Ottocento e del

Novecento, mentre Lucio D’Arcangelo e Fausto Gianfranceschi curarono una

Enciclopedia fantastica italiana (1993), in cui troviamo la presenza di molti dei narratori

italiani di quel periodo: Giovanni Verga, Luigi Capuana, Antonio Fogazzaro, Matilde

Serao, Federico De Roberto, Italo Svevo, Guido Gozzano, Giovanni Papini, Massimo

Bontempelli, Luigi Pirandello, Alberto Savinio, Dino Buzzati, Giuseppe Tomasi

di Lampedusa, Giorgio Vigolo, Tommaso Landolfi, Alberto Moravia, Mario

Soldati, Italo Calvino ed altri, tutti autentici scrittori fantastici, anche se poco valorizzati

per questo lato della loro produzione, caratterizzato da tematiche da sempre mal

considerate in Italia.

Il genere fantastico provoca nei lettori un senso di esitazione, una sospensione di giudizio

allorché nell’ordine razionale delle cose che conosciamo si verifica un qualcosa di

inspiegabile razionalmente, di trasgressivo rispetto alla norma, tanto da causarci

turbamento e attrazione nello stesso tempo.

Questa sensazione è di certo accentuata in una società dominata dalla fede nella ragione

come quella italiana del XIX e XX secolo ed è accompagnata probabilmente da paura,

sconcerto e inquietudine: per questo, i lettori italiani di quell'epoca tendono a fuggire

questo tipo di letteratura. 5

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La morte.

L'intera vicenda è d'altra parte una lunga meditazione sulla morte. Di volta in volta

presentata come scandalo e ignominia, o come una vecchia amica con cui rapportarsi da

pari a pari, la Morte assume di romanzo in romanzo un'importanza sempre maggiore ed

è la vera co-protagonista di tutta la saga.

Nell'ultimo volume, in particolare, Harry si rende conto

che se non sarà ucciso da Voldemort, involontariamente

continuerà a mantenerlo in vita e il male non sarà mai

sconfitto. Harry decide quindi di sacrificarsi per

proteggere i suoi affetti e dare loro la possibilità di

annientare Voldemort. Significative a tal proposito le

parole che uno dei personaggi più importanti della saga,

Albus Silente, rivolge ad Harry:

«Tu sei il vero padrone della Morte,

perché il vero padrone

non cerca di sfuggirle.

Accetta di dover morire

e comprende che vi sono cose assai peggiori

nel mondo dei vivi che morire.»

(Albus Silente, “Harry Potter e i Doni della Morte”)

Harry affronta così la morte a testa alta, andando incontro al suo assassino e

guardandolo negli occhi con dignità. Questa morale stoica davanti alla morte riporta

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