Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi

Argomenti
• Quadro storico di riferimento
• Genitori e Figli, tra terapia e sessualità
• A strong mother-son relationship
• Franz Kafka e l’autorità paterna
• Italo Svevo: il conflitto dell’ inetto col padre
• Il poeta e la madre: Ungaretti, Montale e Saba
• L’artista e la figura materna: Picasso e Chagall
• Seneca e Nerone: non solo maestro e allievo
• Il ’68: una rivoluzione sociale
• L’ eredità della contestazione
• Conclusioni
• Bibliografia e sitografia
Per concludere la trattazione vengono fatte delle considerazioni sulle
conseguenze del ’68, anche attraverso l’esperienza di Mario Capanna, e
sulle trasformazioni che esso ha prodotto sulla struttura della famiglia.
Quadro storico di riferimento 4
Il Novecento, secolo difficile e complesso per la storia dell’umanità, ha
segnato grandi innovazioni e rivoluzioni non solo sul piano politico, ma anche
sul settore dello sviluppo artistico e scientifico.
La necessità di conquistare nuovi mercati e di ridisegnare i confini
europei, in funzione delle mutate esigenze economiche e politiche, crea
le premesse per la prima guerra mondiale – detta la Grande Guerra
(1914-1918) – che, al prezzo di quasi dieci milioni di morti, sancirà
belle époque,
definitivamente la fine della il rovinoso crollo degli imperi
centrali di Prussia e di Austria - Ungheria e il primo affacciarsi sulla scena
internazionale della nascente potenza degli Stati Uniti d’America. Le
esperienze artistiche dei primi anni del Novecento, dunque, maturano in
un contesto generale più che mai ricco di incertezze e contraddizioni.
Gli studi che proprio in quel periodo Sigmund Freud stava compiendo
sulla psicoanalisi, scoperchiando per la prima volta il mondo che ciascuno
di noi ha nel proprio inconscio e che, a volte, riesce a manifestarsi solo
attraverso i nostri sogni o i nostri desideri repressi, contribuiscono ad
aprire ulteriori orizzonti di ricerca. L’arte, in altre parole, non deve trovare
più le proprie motivazioni solo nella realtà visibile, quella che i filosofi
chiamano fenomenica, cioè percepibile attraverso i fenomeni nei quali si
manifesta, ma può aprire la propria indagine anche al campo sconfinato
della realtà interiore e del sogno.
Sul piano della ricerca scientifica le elaborazioni teoriche che Albert
Einstein stava maturando tra il 1905 e il 1913 dimostravano che spazio
e tempo non sono entità assolute, tra loro distinte e indipendenti.
Contemporaneamente stavano destando scalpore a livello europeo anche
le riflessioni del filosofo francese Henri Bergson, secondo il quale
l’energia fondamentale che muove l’universo è quella che egli definisce
slancio vitale e che consiste in un irresistibile impulso a creare
spontaneamente forme e situazioni sempre nuove e imprevedibili. In
questa visione il tempo non esiste più come successione di singoli attimi,
ma come durata complessiva, percepibile più a livello di intuizione che
con gli strumenti razionali. 5
Poiché i nuovi orizzonti della medicina, della scienza e del pensiero filosofico
fanno intravedere infinite altre realtà parallele a quella che, fino ad allora, si
presumeva essere l’unica e assoluta, anche il settore dell’arte e della
letteratura si apre ad un universo di ricerche e di sperimentazioni.
Genitori e Figli, tra terapia e sessualità
Il tema del rapporto fra genitori e figli, specie se di natura conflittuale, è
molto frequente nella letteratura e nell’arte del Novecento, soprattutto a
6
causa dell’influenza esercitata dalle teorie psicanalitiche elaborate da
Sigmund Freud, medico viennese, che, fuori dai circuiti accademici, si è
dedicato alla cura di malattie mentali come l'isteria e le nevrosi ed ha
così scoperto l’esistenza dell’inconscio, lato irrazionale dell'attività
psichica di cui non siamo consapevoli che è responsabile di molti nostri
comportamenti, spesso legati alla sfera sessuale.
L’abbondanza, nei pazienti nevrotici, di ricordi legati a scene di seduzione
e i frequenti riferimenti a turbe sessuali infantili, indusse Freud a
ipotizzare che la genesi della nevrosi fosse costituita da un insieme di
elementi concomitanti. Benché, infatti, la nevrosi possa talora avere
origini esclusivamente organiche, nei casi accessibili alla terapia
psicanalitica, essa nasce da un insieme di fattori, indagati nelle tesi
freudiane sullo sviluppo della personalità, a cui sono legate le più note
concezioni psicanalitiche sull’infanzia, la sessualità, la normalità e la
perversione. Freud considera l’istinto sessuale come portatore di
un’energia, la libido, che non è necessariamente indirizzata al
compimento dell’attività procreativa mediante il coito eterosessuale. La
soddisfazione del desiderio sessuale mediante l’attività sessuale genitale
è possibile solo in presenza di una maturazione completa, biologica e
psicologica dell’individuo. Il raggiungimento della maturità biologica
coincide con il raggiungimento della pubertà e lo sviluppo dei caratteri
sessuali; la maturità psicologica invece, attraversa tutte le tappe
dell’infanzia e dell’adolescenza. Mentre la maturazione biologica è un
processo per così dire automatico, che può degenerare solo per cause
traumatiche o per deficienze genetiche, la maturazione psicologica
comporta una difficile trasformazione della percezione che l’individuo ha
7
di sé e del proprio rapporto con le figure familiari. L’osservazione clinica
offre dati significativi per al costruzione di una teoria dello sviluppo della
sessualità infantile che percorre, secondo Freud, tre tappe:
1. la fase orale
2. la fase anale
3. la fase fallica
La sessualità infantile è anteriore e diversa da quella genitale che si
istaurerà con la maturazione biologica dell’età puberale. Essa non
consiste ovviamente in una ricerca del piacere mediante il compimento
del coito, a causa della prematurità biologica del bambino. Nel bambino
però circola già l’energia libidica, che l’adulto impiega durante gli atti
sessuali comunemente intesi; questa energia investe nel bambino altre
funzioni biologiche e altri comportamenti, la cui esecuzione provoca
piacere e allevia quindi quello stato di eccitazione che l’accumularsi della
libido comporta. La prima fase della sessualità infantile sarà allora, non a
caso, quella orale. La relazione più tipica e gratificante vissuta dal
bambino in questo momento è data dalla suzione; attraverso questo
comportamento, il bambino non si limita a nutrirsi, ma soddisfa anche la
ricorrente eccitazione delle mucose della bocca. La sua sessualità viene
così a concentrarsi nella zona esogena orale. La seconda fase, quella
anale, è legata all’educazione sfinterica impartita al bambino, che gli
consente di apprender come controllare l’espulsione delle feci e
dell’urina. Trattenendo e rilasciando gli escrementi, si sensibilizzano le
zone erogene anale e uretrale e viene così attivata un’altra fonte di
piacere. La terza fase, cosiddetta fallica, è legata alla scoperta della
differenza sessuale tra maschio e femmina e alla consapevolezza del
piacere ottenibile mediante la manipolazione dei genitali. In questo
8
stadio dello sviluppo psico-sessuale, si compie la scelta dell’oggetto e si
manifestano i fondamentali complessi d’Edipo e di castrazione.
Nella fase fallica il rapporto con l’oggetto si concentra nella predilezione
per il genitore di sesso opposto. Il desiderio infantile è costituito dal
donare alla madre il fallo (per il maschio) e di ricevere il fallo in dono (per
la femmina, per poi restituirlo al padre tramite il dono di un figlio). Nasce
così il complesso di Edipo, costituito da una forte rivalità nei confronti
del genitore dello stesso sesso, che è il patner sessuale reale del genitore
prediletto. Questa situazione è complicata dall’angoscia di castrazione:
gli adulti puniscono e disapprovano le manipolazioni genitali dei bambini
e vietano i desideri incestuosi da essi concepiti. L’immaturità psicologica
e biologica e l’angoscia per l’impossibilità di soddisfazione del desiderio,
comportano la rimozione del complesso edipico e di tutta la vicenda
infantile, che precipita nell’inconscio e diviene inaccessibile alla memoria.
Attraverso l’impossibilità della realizzazione delle fantasie edipiche il
bambino apprende nel modo più chiaro la differenza tra piacere e realtà.
Egli si identificherà ora con il genitore del proprio stesso sesso, fino a
quando la maturazione puberale dell’adolescenza non ne risveglierà le
pulsioni sessuali in forma amplificata e riproporrà il conflitto edipico in
modo cosciente e drammatico. Se lo sviluppo del soggetto attraverso
queste tappe sarà stato sufficientemente organico, l’individuo sarà
pronto a entrare nella fase genitale tipica dell’età adulta: anche se le
fantasie edipiche sono ancora attive, il divieto dell’incesto sarà stato
assimilato e l’Io, rafforzato dall’educazione, dall’esperienza e dalla
socializzazione, condurrà i desideri a riversarsi con buona soddisfazione
su un patner sessuale e amoroso legittimo.
David Herbert Lawrence: a strong mother-son relationship
The relationship between D.H. Lawrence and his mother, reflected in his
autobiographical novel, Sons and Lovers, is an interesting example of the
9
oppressive power that parents often have on their children and that influences
them in taking the most important decisions of their own life.
David Herbert Lawrence was born at Eastwood, a mining village in
Nottinghamshire, in 1885. His father was a miner and worked in a pit
throughout his life. His enormous vitality had attracted a woman of a higher
class, Lydia Beardsall, who had been a schoolteacher. The happiness of their
marriage however, was short-lived. Dissatisfied with her husband, who had
turned into a heavy drinker, Lydia spent all her life encouraging her children to
advance beyond their restrictive mining environment. David, in fact, escaped
the miner’s destiny through education and poor physical health. He studied
hard to become a teacher, and was accepted by Nottingham University College
where he gained his teacher’s certificate in 1908. When his brother, Ernest,
died, David became the centre of his mother’s emotional life. The story of their
Sons and Lovers
love is told in the autobiographical novel (1913). 1910 was a
crucial year for Lawrence because his mother died. He continued teaching until
1912 when a bad attack of pneumonia served as a warning that he should give
up his job. In the same year he met and fell in love with Frieda von Richthofem,
the German wife of a French professor at Nottingham University. They eloped to
Germany and Italy, and married in 1914; but World War I put some stress on
their English-German marriage. Nevertheless, Lawrence was prolific in this
The Rainbow Women
period, writing poems, publishing (1915), and working on
in Love (1920). He spent the 1920s travelling throughout the world: Italy,
Kangaroo Mexico, The Plumed
Australia, where he sat (1923), where he wrote
Serpent (1926), and the south of France where he died of tuberculosis in 1930.
The
Several novels by D.H. Lawrence were banned by the censors, like
Rainbow, Women in Love, Lady
in some ways a sequel to The Rainbow, and
Chatterley’s Lover, written in 1928 but acquitted on the charge of obscenity
and published unabridged both in Great Britain and In USA only in the 1960s.
The plot of Sons and Lovers 10
Sons and Lovers is both a social and an Oedipal novel. It deals with Lawrence’s
personal experiences in the working-class environment in Nottinghamshire and
its protagonists are the members of the Morel family. Mr and Mrs Morel live in a
poor mining village near Nottingham. Mrs Morel finds her situation difficult to
bear, she was originally from a family of a better class, she worked as a teacher
and was in love. The reality of life as a miner’s wife is far from her hopes and
dreams. There is a little money, Morel is a drinker and his lack of education,
culture and refinement irritate her. He is sometimes violent. The couple have a
son, William, and a daughter, Annie. When Mrs Morel is pregnant with the third
child, Paul, her passion for Morel has faded, and she is slowly growing to dislike
and then hate him. She turns all her love, passion and aspirations onto her
children, particularly her sons. William becomes the centre of her attention- he
is handsome, clever boy who does well at school and gets a good job in
London. He meets and becomes the fiancée of a girl from London but Mrs