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Esprime la sua follia tramite l’arte:
Mostra “Arte,Genio e Follia. Il
giorno e la notte dell’artista”, in
particolare la figura di Antonio
Ligabue
La società lo rende Può soffrire di malattie
folle: È MALATO mentali:
Virginia Woolf
La Schizofrenia
“Mrs. L’UOMO È
FOLLE
GLI ALTRI LO
VEDONO FOLLE
Accetta questo modo di Per questo viene
essere visto: escluso e non capito:
Pirandello “Uno,
Lucrezio “De
nessuno e centomila” rerum natura”
INTRODUZIONE
1
Ho deciso di basare questa tesina sull’affermazione “l’uomo è folle”.
Spesso lo si sente dire e anche nei più grandi geni c’è stato un tratto di follia:
proprio per questo voglio esporre come la follia sia veramente nell’uomo e
come questa sia presente in esso.
L’idea di prendere in considerazione questo tema, mi è venuta a causa di una
“Arte, Genio e Follia. Il
mostra d’arte che ho visitato. La mostra, intitolata
giorno e la notte dell’artista”, era situata a Siena, al Complesso Museale Santa
Maria della Scala dal 31 gennaio al 25 maggio e prendeva appunto in
considerazione il rapporto tra produzione artistica e disagio mentale.
Partirò considerando l’uomo folle inteso come uomo malato: infatti esistono
malattie mentali, come quella che prenderò in esame cioè la schizofrenia, che
fanno sì che l’uomo non riesca più a controllare il suo rapporto con se stesso e
con gli altri.
Poi esaminerò la figura di Antonio Ligabue, famoso pittore che soffriva di disagi
mentali e che ben esemplifica il binomio genio-follia esplicitato nella mostra.
Altra figura importante in questa parte di tesina è Virginia Woolf: scrittrice
inglese della prima metà del ‘900, soffriva anch’essa di psicosi e tentò svariate
volte il suicidio. La follia, secondo Virginia Woolf, è provocata della società in
cui si vive, come si può chiaramente notare nei protagonisti dell’opera Mrs.
Dalloway.
La seconda parte della tesina è incentrata sul fatto che l’uomo può essere
considerato folle in quanto gli altri lo vedono tale e gli argomenti presi in
Uno, nessuno e centomila
considerazione sono l’opera di Luigi Pirandello, dove
la follia è il modo per essere considerato unico, e il poeta latino Lucrezio,
considerato pazzo per le sue idee rivoluzionarie rispetto a quelle tradizionali
romani. 2
LA SCHIZOFRENIA
Che cos’è?
La schizofrenia è un disturbo mentale grave che colpisce circa 1,1% della
popolazione sopra i 18 anni. Questa malattia interferisce con la capacità di un
individuo di pensare chiaramente, di gestire le emozioni, prendere decisioni,
relazionarsi con gli altri. I primi segni della schizofrenia si manifestano
generalmente nell’adolescenza o nella prima età adulta.
La maggior parte degli schizofrenici soffre in maniera cronica o episodica
durante tutta la vita.
Non è causata da cattivi genitori o debolezze personali; un individuo affetto da
schizofrenia non ha una “personalità spezzata” e quasi tutti gli schizofrenici
non sono pericolosi o violenti verso gli altri, quando sono in cura.
Sembrano esserci diverse forme di schizofrenia e non è chiaro se si tratti di
malattie differenti oppure di varianti della stessa malattia.
Quali sintomi ha?
Nessun sintomo identifica la schizofrenia in modo incontrovertibile. In ogni
caso, quando un medico verifichi i sintomi della schizofrenia e segua il decorso
della malattia per oltre sei mesi, si è quasi sicuri della correttezza della
diagnosi.
I sintomi della schizofrenia sono divisi in tre categorie:
1. Sintomi positivi: sono i deliri e le allucinazioni che si presentano quando il
deliri
paziente ha perso il contatto con la realtà in misura rilevante. I
consistono in un’alterazione del pensiero: il paziente si costruisce una
convinzione personale falsa, basata su deduzioni non corrette della realtà
esterna, infatti i deliri portano i pazienti a credere che le persone leggano
nei loro pensieri o complottino contro di loro, che il prossimo li controlli
segretamente e li minacci o che essi stessi possano controllare la mente
allucinazioni
altrui. Le riguardano tutti gli organi di senso e portano i
pazienti a sentire o vedere cose inesistenti. Le allucinazioni uditive sono
le più comuni e caratteristiche della schizofrenia.
2. Sintomi disorganizzati: includono il pensiero e il linguaggio confuso e
comportamenti senza senso. Questi pazienti incontrano difficoltà nel
comunicare con frasi coerenti, a parlare con gli altri e a comprendere il
senso della vita quotidiana, a livello emozionale e organizzativo. Inoltre si
muovono lentamente, ripetono gesti ritmici o fanno movimenti come
camminare o passeggiare in circolo.
3. Sintomi negativi: includono la piattezza emotiva o la mancanza di
espressione, l’incapacità di iniziare e portare a termine le azioni, la
lacunosità dei contenuti del discorrere e la sua brevità e una mancanza di
piacere ed interesse per la vita.
Quali sono le cause?
Le cause della schizofrenia sono sconosciute, anche se si sa che è una malattia
a forte componente genetica (studi su gemelli identici hanno dimostrato che,
se uno dei due è schizofrenico, l’altro ha il 50% di probabilità di manifestare a
sua volta il disturbo). 3
Nella via mesolimbica (una zona specifica del cervello deputata al controllo
delle emozioni e del pensiero) i neuroni utilizzano il neurotrasmettitore
dopamina per scambiarsi i messaggi: nei pazienti affetti da schizofrenia si è
riscontrato un aumento dei livelli di dopamina rispetto ai valori fisiologici e
questo eccesso causerebbe i sintomi positivi. Contemporaneamente nell’area
mesocorticale (altra zona del cervello) si assiste a una diminuzione della
dopamina e questa causerebbe i sintomi negativi.
Come si cura?
Attualmente le terapie per la schizofrenia si concentrano su quelle regioni
dell’encefalo che utilizzano la dopamina come neurotrasmettitore. Purtroppo
però i farmaci antipsicotici utilizzati, pur alleviando i sintomi della malattia,
hanno effetti collaterali così pesanti che spesso i pazienti smettono di
assumerli.
Oltre al trattamento farmacologico è importante anche l’intervento
psicoterapeutico e dare al paziente un supporto per recuperare il suo ruolo
sociale. Senza essi è più probabile che la patologia diventi cronica e che
diminuisca la qualità di vita del paziente.
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ARTE, GENIO e FOLLIA
Il giorno e la notte dell’artista
Una mostra ideata da Vittorio Sgarbi
La mostra:
Arte, Genio e Follia. Il giorno e la notte dell’artista rappresenta il più recente
tentativo in Italia di indagine del rapporto tra produzione artistica e disagio
mentale. “supera il confine della ragione sociale ed è storia di persone
Questa mostra
che anche se considerate anormali, hanno prodotto immagini e sogni che
invece erano assolutamente normali nell’uomo, erano dentro l’uomo, nelle
possibilità di espressione della sua mente.” Come affermato di Vittorio Sgarbi il
giorno dell’inaugurazione della mostra.
L’intento è appunto quello di indagare “l’essere nel mondo” degli artisti
attraverso le loro opere, senza rinunciare alla fondamentale prospettiva storica
e a tutti quei contributi che hanno studiato arte, genio e follia da altri punti di
vista (per esempio quello scientifico e medico).
Questa mostra prosegue una tradizione di studi e ricerche italiane sui rapporti
tra arte e disagio psichico che attraversa momenti fondamentali della storia
dell’arte: quasi 400 opere tra dipinti e sculture, alcune delle quali di grande
impatto emotivo, illustrano il complesso rapporto tra arte e follia, dando vita ad
un percorso espositivo articolato in nove diverse sezioni, affidate alla cura di
importanti studiosi.
La mostra comprende numerosi artisti tra cui Van Gogh, Munch, Kirchner, Dix e
Ligabue mostrando le opere che meglio rappresentano il loro stretto rapporto -
vissuto in prima persona o osservato con la follia.
-
Antonio Ligabue
Antonio Ligabue mentre dipinge
L’alchimia dell’arte
La sezione della mostra è dedicata al pittore Antonio
Ligabue: i 13 dipinti del grande “espressionista tragico” rappresentano la
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natura e il mondo degli uomini come realtà colme di crudeltà e di conflitti.
Questo artista è quello che esemplifica al meglio il binomio genio-follia in
quanto la sua vita è stata segnata dal disagio mentale, che è riflesso nelle sue
opere. Proprio per questo motivo è stato scelto il suo autoritratto come icona
della mostra. Le opere di Ligabue, pur così “difficili”, perfino sgradevoli, sono
entrate nel patrimonio visivo degli italiani . Fin da bambina ho visto, in casa di
parenti, la riproduzione di dipinti dell’artista: da questo motivo nasce la mia
curiosità verso la sua opera.
Notizie biografiche:
Nato nel 1899, ha avuto fin dalla prima infanzia un’esistenza difficile.
Nel 1900 viene affidato ad una coppia di svizzeri tedeschi, ai quali non venne mai
legittimata la sua adozione. Nel 1913 entra in un collegio per ragazzi handicappati,
dove si distingue per l’abilità nel disegno e la cattiva condotta. Nel 1917 è curato in
una clinica psichiatrica e dopo qualche mese viene espulso dalla Svizzera su denuncia
della madre adottiva. Nel 1937 viene internato in manicomio in “stato depressivo” da
cui esce per l’interessamento dello scultore Mozzali.
Durante la guerra fa da interprete alle truppe tedesche ma, nel 1945, viene
nuovamente internato. Nel 1948 viene dimesso e, grazie a critici e galleristi che
cominciano ad interessarsi a lui, lentamente la sua fama si allarga e la sua attività
pittorica subisce un netto miglioramento.
Nel 1962 viene colpito da paresi, continua comunque a dipingere ma nel 1965 muore.
Le belve: Antonio Ligabue , Leopardo che sbrana una scimmia 1948
Antonio Ligabue possedeva una grande espressività, capace di trasformare gli
incubi in incantate visioni colorate e gli ordinati filari di pioppi in giungle
popolate da belve feroci.
I protagonisti delle sue opere sono gli animali, che vede quasi come compagni
coi quali si identificava fortemente,
infatti mentre dipingeva cercava di
assumere le loro posizioni per
meglio interpretarli. Gli animali
ritratti spaziano tra predatori e
prede, animali selvatici e domestici,
tigri con fauci spalancate, leoni
nell’atto di aggredire altri animali,
leopardi assaliti da serpenti, cani e
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galli in lotta. Le opere di Ligabue traboccano di nostalgia, di violenza, di paura
e di eccitazione, di dettagli minuziosi nelle scene di vita campestre come in
quelle di esotiche foreste, attinti dalla profondità di un’incredibile memoria
visiva, e da un’immaginazione ancor più prodigiosa.
Antonio Ligabue, Volpe con rapace 1959
Gli autoritratti: Antonio Ligabue – Autoritratto 1941
Di particolare importanza sono i numerosi autoritratti dell’artista: questi hanno
una certa assonanza con certi disegni espressionisti tedeschi (come ad
esempio quelli di Kirchner), nell’accentuarsi delle deformazioni, nella forte
caratterizzazione e concentrazione dell’immagine e rendono in pochi tratti
situazioni psicologiche ed emozioni senza mai scadere o sfiorare la caricatura.
Queste opere dimostrano anche l’interesse di Ligabue per l’abbigliamento:
mentre l’artista risolve spesso il proprio volto con pochi ma intensi tratti, la
giacca, la camicia e il cappello sono descritti con cura e spesso è
l’abbigliamento stesso che sottolinea lo stato psicologico dell’artista.
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VIRGINIA WOOLF
Her life: th
Virginia Woolf was born on January 25 1882, in an intellectual and aristocratic family.
She suffered of mental illness starting with her mother’s death in 1895. Her second
mental breakdown began in May 1904 after her father’s death and, at that time, she
made her first attempt of suicide by jumping out of a window. After her marriage with
Leonard Woolf in 1912 she suffered from depression until she once again attempted
th
suicide on September 20 1913 by taking an overdose of veronal. In 1915 she
became seriously ill again.
In the thirties, a time with dark political events, the war and a number of friends who
passed away, the novelist turned ill again and consequently committed suicide in
March 1941 by drowning herself in the river Ouse.
“Mrs. Dalloway”