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Menis Alice cl.Vcs
Motivazione della scelta:
Spesso la donna è stata dipinta come un essere debole e fragile, inferiore all’uomo
all’interno della società, sottoposta a discriminazioni e pregiudizi. Sotto questo punto di
vista l’unica occupazione della donna doveva essere la casa e la famiglia.
Contrapposta a questa visione e a quella di donna angelicata, nell’Ottocento si diffonde la
figura di “femme fatale” la cui prerogativa era sedurre e conquistare gli uomini.
Questa figura femminile affascinava e destava perplessità tanto nell’uomo quanto nella
donna. Per questo motivo ho deciso di approfondire questa tematica, poco trattata, in un
viaggio che analizza le donne più fatali dell’Ottocento e del Novecento sia del mondo
letterario che di quello dello spettacolo.
Donna fatale: donna seduttrice e manipolatrice, spregiudicata e sensuale, infedele e dannata,
ma anche malvagia e pericolosa caratterizzata dal desiderio di annientamento. Gli uomini
fatalmente spesso soggiacciono al suo fascino.
Fin dai tempi antichi la donna fatale faceva precipitare un soggetto maschile nell’abisso
dell’autodistruzione e si compiaceva del male che andava disseminando attorno alla propria
persona. che si poneva di fronte all’amante come dinnanzi ad una vittima
Era una donna-carnefice
passiva,ammutolendolo, accecandolo, ferendolo, privandolo della naturale salute fisica e
mentale. Ne assorbiva tutte le energie vitali come una spugna, provocandogli sensazioni
dolorose e lancinanti.
La femme fatale cercava, in un certo senso, di negoziare la possibilità di mostrarsi attiva,
totalmente padrona di se stessa.
Il potere femmineo era un potere devastante, bestiale, dominato dagli istinti.
Salomè
La vicenda si svolge nel palazzo di Erode dove sta avendo luogo un
banchetto a cui prendono parte vari ospiti (giudei, romani, egiziani).
Contemporaneamente sulla terrazza si svolge un dibattito tra i soldati e
il siriaco riguardante la bellezza della luna e quella della principessa
Salomè. Nel salone è posta una profonda cisterna al cui interno Erode
ha fatto rinchiudere il profeta Iokanaan (Giovanni Battista) colpevole di
annunciare l’avvento del Messia.
Salomè chiede ai soldati di mostrarle il profeta, questi, dopo un’ iniziale
titubanza, cedono alle pressioni della principessa. Salomè rimane
incantata dall’uomo e dichiara il suo desiderio di baciarlo. Nel
frattempo il siriaco, innamorato della principessa, si toglie la vita per
non udire quelle parole.
Sulla terrazza giungono anche Erode e la moglie Erodiade. Erode,
invaghito di Salomè, le chiede di ballare per lui promettendole
qualsiasi ricompensa. Salomè accetta ed esegue la danza dei sette veli;
al termine di questa chiede di baciare Iokanaan. Il profeta si rifiuta di
baciarla e così Salomè desidera la sua testa in un bacile d’argento. Erode è costretto ad acconsentire e fa
uccidere, dal carnefice, il profeta. A questo punto la principessa reclama la testa e bacia le labbra del
profeta. La versione di Wilde…
“Ѐ bella, pallida, assomiglia al riflesso di una rosa bianca in uno specchio d’argento.
La principessa ha nascosto il viso dietro il ventaglio. Le sue piccole mani bianche si muovono come
colombe che volino verso i loro nidi. Sembrano farfalle bianche.
Ѐ smarrita… Ѐ vento…
come una colomba che si sia come un narciso scosso dal Somiglia a un fiore
d’argento.
Ha occhi d’oro sotto le ciglia dorate, le labbra rosse.”
La descrizione che ci fornisce Wilde della donna è emblematica. Salomè è adornata come
una regina, con il corpo di un angelo, indescrivibilmente delicata e interamente femmina.
È una sorta di dea che simboleggia la voluttà e l'isterismo immortale senza sentimentalità,
contagiando tutto quello che le sta attorno, tutto quello che vede, tutto quello che tocca.
Wilde la presenta come un essere impulsivo d'incrollabile forza di volontà e di pericolosa e
prematura maturità.
L’eccentrico Aubrey Beardsley
La sua vita è improntata all’eccentricità e al
pubblico egocentrismo, fino ad arrivare ad
affermare “Ho uno scopo: il grottesco. Se non sono
grottesco, non sono niente”.
Ѐ stato definito “illustratore maledetto”: realizzò
innumerevoli disegni, che sono visti come uno
specchio deforme della società vittoriana. Si ispira
a molteplici fonti: dalla pittura vascolare greca ai
capolavori del rinascimento italiano, dalla grafica
di Toulouse-Lautrec alle stampe giapponesi, dalle
visioni di William Blake alle evocazioni letterarie
dei preraffaelliti.
Nelle sue opere predilige la tecnica del disegno a
china, riuscendo a definire uno stile basato sul
contrasto cromatico tra bianco e nero, le linee sono marcate, il puntinismo è leggero, usa molto la stilizzazione e i
simbolismi, esalta la linea astratta.
Nel 1893 venne pubblicato in lingua francese “Salomè” di Wilde. Beardsley ne rimase colpito e realizzò di getto
uno dei suoi disegni più famosi, raffigurante Salomè con la testa mozzata di san Giovanni Battista (immagine a
destra).
Così, l’editore Lane, colpito dal disegno, commissionò all’artista le illustrazioni per l’opera inglese.
Quest’ edizione, pubblicata nel 1894, fu accusata dai perbenisti di licenziosità al limite della perversione e alcuni
disegni furono giudicati osceni per via di qualche turbante nudità. Infatti il pubblico ne era turbato perché queste
illustrazioni non abbracciavano le convenzioni che relegavano la donna inglese ai margini della vita sociale e la
volevano innocente e subordinata all’uomo.
Elena Muti, nel “Piacere” di D’Annunzio
D’Annunzio attribuisce a Elena Muti i tratti della donna fatale, non tanto perché ella riesca a
sottomettere Andrea Sperelli, il protagonista, ma perché ha trasferito una parte della sua personalità
nella donna, unendosi a lei. Quando la donna lo abbandona viene a crearsi una rottura del precedente
equilibrio. Questo spingerà Andrea Sperelli a cercare di reiterare con altre donne la precedente
esperienza amorosa nel vano tentativo di ricreare il principio unificante che aveva perso.
Ella era l’idolo che seduceva in lui tutte le volontà del cuore, rompeva in lui tutte le forze dell’intelletto,
teneva in lui tutte le più segrete vie dell’anima chiuse ad ogni altro amore, ad ogni altro dolore, ad ogni
altro sogno.
Aveva la voce così insinuante che quasi dava la sensazione d'una carezza carnale; e aveva quello sguardo
involontariamente amoroso e voluttuoso che turba tutti gli uomini e ne accende d'improvviso la brama.
Ella metteva anche negli spiriti più ottusi o più fatui un turbamento, un'inquietudine, un'aspirazione
indefinibile. Chi aveva un cuore libero immaginava con un fremito profondo l'amore di lei.
Era uno spirito senza equilibrio in un corpo voluttuario. A similitudine di tutte le creature avide di piacere,
ella aveva per fondamento del suo essere morale uno smisurato egoismo.
Ella era la donna delle passioni fulminee, degli incendi improvvisi. Ella copriva di fiamme eteree i bisogni
erotici della sua carne e sapeva trasformare in alto sentimento un basso appetito.
Mata Hari, l’occhio dell’alba
Nome d’arte di –Vincennes*1917).
Margaretha Zelle (Leeuwarden*1876
Nella vita puntò molto sul suo fascino: bocca sensuale, incarnato scuro,
spalle e fianchi larghi. Viene ammirata per la sua leggiadria, estrosità,
eleganza. È paragonata a un’orchidea fiorita tra i ranuncoli.
Il padre, uomo benestante, la vizia così, fin da piccola, era estremamente
vanitosa e abituata a ottenere ciò che voleva. Quando il padre dichiarerà
bancarotta, lei andrà a vivere da alcuni parenti e frequenterà una scuola
per maestre d’asilo. In questo luogo intreccerà una relazione con il
preside.
Mata Hari, però, sogna un futuro contrassegnato da successo, lusso e
amore degli uomini. Decide, così, di sposare Rudolf MacLeod, un
capitano dell’esercito, quasi quarantenne, di cui ha letto l’annuncio
matrimoniale sul giornale. I due si trasferiscono in Indonesia e qui Mata
Hari si interessa alla cultura indonesiana, assistendo a spettacoli di danza
e acquistando costumi tradizionali.
A inizio 1900 la donna si trasferisce a Parigi per sfruttare il fascino che
suscita sugli uomini. Nel 1911 si reca a Milano per un lavoro alla Scala,
su richiesta di Giovanni Pratesi, con cui intreccia una relazione clandestina. L’uomo chiede ad un amico di ospitare la
donna, per non insospettire la moglie. Questo amico sarà Filippo Tommaso Marinetti. Mata Hari si esibirà per lui e per
una ristretta cerchia di gente altolocata. Lo stile delle sue danze, molto seducenti, le relazioni che stringe con molteplici
uomini e i regali dei numerosi amanti le permettono di vivere nel lusso senza aver bisogno di lavorare. Lei stessa
afferma “ voglio essere ricca abbastanza da non dovere ingannare Vadim (futuro marito) con altri”.
Con lo scoppio della prima guerra mondiale tutti i suoi spostamenti (per raggiungere i vari amanti spersi per l’Europa)
destarono sospetti . Nel 1916 Mata Hari fu arrestata ed accusata di spionaggio a favore dei tedeschi. Nonostante non ci
siano prove di un’ effettiva missione, la donna viene condannata a morte e giustiziata da un plotone di dodici soldati.
*Leeuwarden è il capoluogo della provincia della Frisia, nel nord dei Paesi Bassi.
è un comune francese, situato nel dipartimento della Valle della Marn,a nella regione dell'Île-de-France.
*Vincennes La sua danza: la progenitrice dello
strip-teas
Quando il violinista iniziava a suonare,
Mata Hari iniziava a muoversi con grazia
sul pavimento, avvolta da veli. Dai veli
emersero le lunghe braccia e le mani.
Mano a mano che i movimenti
diventavano più allusivi, gettava via i veli
uno a uno. Al termine dell’esibizione
rimaneva completamente nuda, fatta
eccezione di un bustino ingioiellato.
Jessica Rabbit
Ѐ un personaggio immaginario inventato da Gary Wolf e trasposto nel film
d'animazione “Chi ha incastrato Roger dove è la moglie del
Rabbit”,
protagonista.
Si esibisce nel Club Inchiostro e Tempera, frequentato da umani e cartoni
animati, dove, con le sue canzoni, manda in estasi il pubblico maschile.
Viene pedinata da Eddie Valiant e lui, fotografandola di nascosto, la vede
fare un gioco, Manina bella, insieme a Marvin, il Re dei Trucchi. Eddie
mostra le foto a Roger che impazzisce.
Quando Marvin viene trovato morto, Jessica viene interrogata, dato che la
polizia pensa che sia suo marito l'assassino, e, incontrando per caso Eddie,
gli dà uno schiaffo, perché è a causa delle foto che le aveva che Roger è
accusato di omicidio. Qualche ora più tardi, Jessica si reca all’ufficio di
Eddie e gli spiega che lei non voleva tradire il marito,ma voleva solo fare in
modo che Maroon, proprietario dei Maroon Studios, non cacciasse Roger
da Cartoonia.
Quando Eddie e Roger vanno da Maroon, lei dà una padellata a suo marito e lo chiude nel bagagliaio della
sua macchina per toglierlo dai guai.
Quando si trovano a Cartoonia Jessica e Eddie vengono catturati dal giudice Morton e dalle faine.
Quando arriva anche Roger, lui e la moglie vengono legati e sospesi in aria dalle faine (dove, tra l'altro, lei gli
dichiara tutto il suo amore) per essere spruzzati con la "salamoia", l'unica sostanza che riesce ad uccidere i
Ѐ
cartoni animati. proprio in questa circostanza che Jessica dichiara il proprio amore al coniglio. Eddie riesce
a sconfiggere il giudice e le faine, salvandoli.
“Io non sono cattiva, è che mi
disegnano così”
“Una visione diafana, scintillante, una specie di venere
traslucida e viva. Sembrava piuttosto una dea che un
cartone. Lei era sbalorditiva. Era la quintessenza della
vamp”.
È considerata lo stereotipo della femme fatale.
È una donna alta e seducente, indossa un vestito
da sera rosso molto scollato e con spacco laterale
vertiginoso, scarpe rosse dai tacchi molto alti e
lunghi guanti viola. Ha i capelli rossi e lunghi che
accentuano un senso di mistero, le labbra carnose,
il seno molto grande e occhi verdi grandi e
seducenti, sempre truccati di viola.
Marilyn Monroe
Era la più bella di tutte e ancora oggi, nel
terzo millennio, ora che i canoni estetici si