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Data la particolare conformazione stretta ed allungata delle isole giapponesi, non
possono esistere grandi bacini idrografici ed i fiumi sono generalmente brevi. Essi,
inoltre, rigonfi durante il disgelo primaverile o le piogge estive, diventano esigui
corsi d’acqua durante la stagione asciutta. Il fiume più lungo è il Tone, che attraversa
la pianura del Kanto e non raggiunge i 400 km. La portata d’acqua spesso ne
consente l’utilizzo per l’irrigazione e la produzione di energia elettrica. I laghi sono
molto numerosi; di origine vulcanica o glaciale, spesso costituiscono elemento
pittoresco e sono oggetto di attenzioni turistiche un il maggiore è il Biwa (674 kmq)
ed occupa un ampio bacino a est di Kyoto.
Le stazioni termali, “onsen”, sono un'attrazione turistica molto frequentata da coppie,
famiglie o gruppi di amici che cercano una fuga dalla caotica vita di città per
rilassarsi. I giapponesi considerano importante la "comunione in nudità" poiché
capace di abbattere le barriere e far conoscere nuove persone nell'atmosfera rilassata
e familiare dell'onsen.
CLIMA
Il clima risente di numerosi fattori: le correnti marine calde dall’oceano e fredde
dall’Artico, la vicinanza dell’oceano, la presenza delle montagne, l’elevata estensione
in latitudine. Gli spostamenti delle grandi masse d’aria muatno di provenienza con le
stagioni, secondo un regime monsonico: da nord d’inverno con freddo e neve, da sud
d’estate con precipitazioni abbondanti e a volte violenti tifoni. Schematizzando si
possono riconoscere un clima temperato fresco nelle regioni settentrionali ed uno
temperato mite in quelle meridionali
TIFONI, TSUNAMI E TERREMOTI
I tifoni sono cicloni con pressione molto bassa al centro che si possono formare solo
se la temperatura delle acque marine raggiunge in superficie almeno 27˚C,
condizione che si può verificare solo nella fascia tropicale. I tifoni che si formano per
effetto del riscaldamento dell’aria sull’Oceano Pacifico vengono spinti verso Nord
durante la stagione del monsone estivo di Sud-
Est e raggiungono il Giappone da agosto ad
ottobre. Particolarmente esposte ai tifoni sono
le coste occidentale dell’arcipelago, subendo
forti precipitazioni che possono superare i 200
mm giornalieri.
Le precipitazioni più elevate si hanno
comunque quando correnti d’aria subtropicali
calde ed umide vengono in contatto con correnti
d’aria fredda di origine polare. In questo caso
possono cadere da 400 a 600 mm di pioggia in un paio di giorni, le cui conseguenze
disastrose sono mareggiate e frane. Anche le piene primaverili possono causare gravi
danni, ma questo avviene solo sulla parte occidentale dell’arcipelago.
Essendo una delle zone tettonicamente più instabili della Terra, in Giappone possono
verificarsi anche dei terremoti con epicentro sottomarino, i quali provocano i
cosiddetti tsunami, ovvero dei maremoti costituiti da gigantesche onde marine che si
abbattono sulla costa raggiungendo velocità elevatissime ed altezze di oltre 30 metri.
I terremoti sono molto comuni in Giappone, secondo una statistica si verificano
quotidianamente più di tre movimenti sismici. Pare che questi sismi siano provocati
da un enorme cratere profondo addirittura 8km. Il terremoto più violento verificatesi
in Giappone è stato quello che 1923 danneggiò gravemente Tokyo e Yokohama,
provocando la morte di circa 150.000 persone.
DATI STORICI
LA SCOPERTA DEL GIAPPONE
I primi Europei che vi sbarcarono furono, nel 1543, degli avventurieri portoghesi, la
cui nave era stata spinta dalle tempeste oltre i porti cinesi fino a quelle isole remote.
Essi furono accolti cordialmente dagli indigeni e così allacciarono relazioni fra i
portoghesi di Macao ed i Giapponesi.
LA STORIA
Sin dai tempi antichi, il Giappone ha importato le culture avanzate dalla Cina e dalla
Corea inizialmente, dall'Europa e dall'America nella età moderna. Comunque non è
mai stata governata dalle altre nazioni. La posizione geografica del Giappone come
isola, dava al paese una grande importanza. La storia del Giappone è stata da sempre
caratterizzata dal mantenimento dell'equilibrio tra l'assorbimento delle culture
straniere e il mantenimento dell'individualità nazionale.
1. Tempo Antico
La gente era originalmente costituita da cacciatori e raccoglitori, e smise di essere
nomade quando cominciò a coltivare il riso. Nel 4° secolo, la corte di Yamato unificò
le piccole unità delle tribù numerose. Nel 7° secolo il governo centrale si sviluppò
attorno alla persona del imperatore, e tutti i possedimenti territoriali passarono sotto
lo stato. Poi questo sistema fu abandonato con l'azione dei nobili sviluppando la
proprietà privata. Fu così che alcuni samurai vennero ad acquistare forza e potere.
2. Medioevo
Kamakura nacque come il luogo simbolo della forza dei samurai nel 12° secolo,
rivaleggiò con la corte imperiale, che rimase a Kyoto. Il periodo tra il 14° secolo e il
16° secolo fu costituito da continue guerre. In tutta la nazione si verificarono lotte per
acquisire maggiore influenza tra i samurai.
3. Età Moderna
Nel 17° secolo un samurai, chiamato Tokugawa Ieyasu, unificò il giappone e aprì il
governo di Tokugawa. La società era stratificata, il paese era isolato dal mondo e il
governo stabile proseguì per i seguenti 250 anni.
4. Età Moderna dopo la restaurazione Meiji
Con l'apertura del Giappone nell'ultima metà del 19° secolo, il governo di Tokugawa
cadde e il Giappone si preparò a unirsi ai paesi moderni del mondo. Il capitalismo si
sviluppò insieme con la Revoluzione Industriale e alla fine si trasformò in
imperialismo, e il Giappone si unì nelle lotte delle grandi potenze per le colonie.
Mentre il Giappone spendeva molti sforzi nel controllo coloniale d'oltremare, si
mostrò attivo nel paese il movimento popolare per la democratizzazione. Il
capitalismo rapidamente crebbe trovando terreno fertile in quegli anni. Truppe
tennero le redini dello stato, e il Giappone cominciò la guerra aggressiva. Ma dopo
aver perso la seconda guerra mondiale, il Giappone preparò una nuovo costituzione, e
cercò di ricostruirsi come una nazione democratica. Grazie a un programma di
ripresa, l'economia giapponese si espanse rapidamente e il Giappone diventò il più
riuscito esempio di economia basata sull'esportazione, generando una forte eccedenza
nella bilancia dei commerci e assumendo una posizione dominante in settori quali
l'elettronica, la robotica, l'informatica, la produzione di automobili e le attività
bancarie.
Con l'avvento degli anni '90 le vecchie certezze sembrarono svanire.
ECONOMIA
Il settore industriale, nel quale è occupato il 33% della popolazione attiva, era
indirizzato inizialmente verso la produzione di base: siderurgica, chimica, petrolifera.
L’industrializzazione si è poi estesa in ogni campo, contraddistinguendosi ovunque
per qualità e quantità, in particolare nei settori avanzati, quali elettronica, informatica,
telecomunicazioni, aeronautica, chimica sofisticata.
La conformazione prevalentemente montuosa del territorio fa sì che solo il 13% di
esso si presti all’utilizzo agricolo; frammentazione delle proprietà e tecniche molto
avanzate caratterizzano le coltivazioni, che forniscono soprattutto riso, tè, canna da
zucchero, barbabietola da zucchero, ortaggi, gelso, frutta, piante da olio e piante
tessili. Nonostante l’elevata densità abitativa, circa il 65% del territorio è coperto da
foreste; pertanto, vi è una consistente produzione di legname, che in Giappone è
molto utilizzato come materiale da costruzione. Con dodici milioni di tonnellate di
pescato l’anno il Giappone domina il settore; il pesce costituisce l’alimento principale
della popolazione.
Un’espansione economica iniziata negli anni 1950 e praticamente ininterrotta ha
permesso al Giappone di divenire la seconda potenza mondiale dopo gli Stati Uniti
con un prodotto lordo pro capite di 38.160 $ annui.
Punti di forza:
grande produttore high-tech e automobilistico.
Impegno in ricerca e sviluppo di lungo termine.
Capacità di sviluppare idee importate da UE e USA.
Diffusione globale delle imprese, con stabilimenti anche in UE e USA.
I keiretsu tengono gli stranieri fuori dal mercato giapponese.
Grande attenzione alle tematiche della gestione della produzione industriale:
sono giapponesi molte delle teorie attualmente utilizzate nelle imprese del
"primo mondo", come il "Just in time", le filosofie di miglioramento continuo
kaizen, e il Total Quality Management.
Punti di debolezza:
Pesante dipendenza dal petrolio importato.
Il surplus di bilancia commerciale è fonte di tensioni internazionali.
Sistema finanziario bisognoso di riforme, appesantito da un elevato tasso di
cattivi debiti e da scarsa trasparenza.
Il sistema industriale è indebolito dalla presenza di un gran numero di piccole e
medie imprese che vivono al riparo di barriere commerciali e con forti
protezioni politiche (p.e. costruzioni).
L'agricoltura condiziona fortemente la vita politica del paese malgrado la sua
declinante importanza economica.
L’ENERGIA
Il potenziale idrico, sfruttato più o meno interamente nei limiti della convenienza,
fornisce poco più dell'11% del totale; la principale forma di energia è dunque ormai
costituita dalle centrali termiche che operano con petrolio d'importazione e sono
dislocate lungo le coste, dove sorgono anche le grandi raffinerie che alimentano i
consumi delle aree industrializzate ed urbanizzate. Un notevole contributo proviene
anche dalle centrali nucleari, con
50 installazioni attive dislocate in
tutto il Paese.
L’INDUSTRIA
Nel quadro generale dell'economia
giapponese l'industria partecipa per
circa il 42% alla formazione del
reddito nazionale e occupa il 39% della popolazione attiva. Il Giappone è il secondo
produttore di acciaio e di ghise e ferroleghe. La distribuzione dei complessi
siderurgici è piuttosto vasta, comunque le aree più privilegiate restano quelle costiere.
Potentissimo è il settore cantieristico, legato alle necessita marine del Giappone. I
cantieri maggiori sono a Kobe, Nagasaki, Yokohama. In espansione l'industria
automobilistica, rappresentate da fabbriche (Toyota, Nissan, Honda ecc.) che riescono
ad esportare in tutto il mondo, annualmente si fabbricano oltre 12 milioni di
autoveicoli. Molto importante anche l'industria ciclistica e motociclistica.
L'industria di precisione è forse la più peculiare del Giappone ed è il risultato di una
oculatissima scelta economica, dato che i prodotti sono molto elaborati e poco
ingombranti, mentre la produzione richiede numerosa e qualificata manodopera.
Strumenti ottici giapponesi (macchine fotografiche e cinematografiche, binocoli,
microscopi, proiettori, strumenti geodetici, ecc.) sono diffusi in tutto il mondo
insieme con i prodotti della radiotecnica (radio e televisori) e con gli orologi, con una
colossale avanzata sui mercati internazionali. Affermati anche i calcolatori e in generi
i prodotti dell'industria elettronica.
In espansione è l'industria della carta, si producono annualmente 10 milioni di t. di
pasta di legno e 26 milioni di t. di carta. Il Giappone è uno dei massimi fornitori di
fibre e tessuti; la tendenza in atto è quella di installare in altri paesi le industrie tessili,
utilizzando manodopera a bassi prezzi. L'industria alimentare comprende
zuccherifici, conservifici di pesce, frutta e verdura. Importante il settore delle
bevande alcoliche (sake), della birra (62 milioni di hl); fiorente la manifattura del
tabacco, che produce 300.000 milioni di sigarette, sigari, tabacco.
ESPORTAZIONI
Il commercio estero è forse il più straordinariamente organizzato dell'intero sistema
economico giapponese. Elemento non meno straordinario, l'avanzata dei prodotti
nazionali pare praticamente inarrestabile anche nei paesi altamente industrializzati,
che pure sono, in piena crisi recessiva; sono comunque in forte progresso anche gli
scambi con il Medio Oriente, la Cina e i paesi in via di sviluppo. Usa 28%, Cina 11%,