vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi

Definizione giuridica di famiglia:
La famiglia è il principale nucleo sociale fondata sul matrimonio, con i caratteri della
esclusività, della stabilità e della responsabilità. La famiglia è riconosciuta dall’articolo
29 della Costituzione che prende ad oggetto solo la famiglia fondata sul matrimonio.
Alla famiglia fondata sul matrimonio - o famiglia legittima - si contrappone la famiglia
di fatto, costituita da persone di sesso diverso che convivono “more uxorio” ed
eventualmente dai figli di esse.
Fra i conviventi di fatto non esistono, come esistono fra i coniugi, i diritti e i doveri
reciproci alla coabitazione, all’assistenza materiale e morale, alla fedeltà. Il suo
carattere di unione libera fa sì che, in ogni momento ed a propria discrezione, ciascuno
dei conviventi possa interrompere il rapporto. La reciproca assistenza materiale non è
oggetto di una obbligazione civile, ma, secondo la qualificazione che ne dà la
giurisprudenza, di una obbligazione naturale, con la conseguenza giuridicamente
rilevante che non è ammessa la ripetizione di indebito.
Nel corso dei secoli la famiglia è mutata in quanto sono mutati i rapporti fra i suoi
componenti e i loro ruoli e il diritto si è dovuto adeguare alle nuove realtà. Infatti, i
principi contenuti nel codice civile del 1942 sono stati aggiornati in seguito alla
“Riforma del diritto di famiglia”, introdotta con L. 18 maggio 1975 n. 151, che
riconosce l’assoluta parità giuridica dei coniugi;il riconoscimento dei figli naturali, con
identici diritti successori per i figli naturali e per quelli legittimi; un più incisivo
intervento del giudice nella vita della famiglia; la scomparsa della dote e del
patrimonio familiare; l’istituzione della comunione legale dei beni dei coniugi come
regime patrimoniale legale della famiglia;la potestà esercitata da entrambi i genitori;
la qualifica di erede (e non di usufruttuario) conferita al coniuge superstite.
Alba de Céspedes
Biografia
Nacque a Roma l’ 11 marzo 1911, figlia di Laura Bertini e Carlos
Manuel de Céspedes Quesada (ambasciatore di Cuba in Italia.
Crebbe in una famiglia politicamente impegnata. Bilingue italo-
cubana, scrisse prevalentemente i suoi lavori in italiano.
L'anima degli altri
Pubblicò la prima raccolta di racconti brevi - - a
ventiquattro anni di età; seguirono poi le collezioni di poesie che continuò a pubblicare
fino al 1976. Nessuno torna indietro
Il suo primo romanzo è del 1938 - - pubblicato per i tipi di
Arnoldo Mondadori Editore. A Mondadori la legava una solida amicizia e l'editore, in più
occasioni, fece da cuscinetto al carattere determinato e talvolta spigoloso della
scrittrice, sostenendola sempre nei momenti più difficili, o quanto meno di tensione,
come ad esempio quando il regime fascista arrivò a censurare proprio il suo primo
romanzo chiedendo il ritiro delle copie. Nel 1940, de Céspedes pubblicò il romanzo
Fuga, e nel 1943, a Bari, durante la seconda guerra mondiale partecipò alla Resistenza
Clorinda.
come voce radiofonica con lo pseudonimo di Nel 1944 fondò la rivista
Mercurio. Mercurio,
letteraria Alla chiusura del avvenuta alla fine del 1948, inizia a
Dalla parte di lei.
collaborare al settimanale Epoca curando una rubrica dal titolo
Scrive anche per il quotidiano La Stampa di Torino e si dedica quasi totalmente, tra il
Dalla parte di lei Quaderno proibito
1949 e il 1963, alla scrittura di nuovi libri: (1949),
Prima e dopo Il rimorso
(1952), (1955) e (1962), critica pungente della classe
-2-
intellettuale all'epoca assai in auge. De Céspedes pubblica nel 1967 a Parigi (dove si
La bambolona Sans autre lieu que la nuìt
era trasferita dal 1960) e scrive, in francese,
Nel buio della notte
(1973), tradotto nell'italiano (1976). Dà alle stampe anche una
Le ragazze di maggio
raccolta di poesie: (1970).
Quaderno proibito di Alba De Céspedes:
Quaderno proibito,
In scritto nel 1952, vengono delineate le dinamiche di una famiglia
piccolo-borghese di Roma. La protagonista è Valeria Cossati, impiegata quarantenne,
moglie di Michele e madre di Mirella e Riccardo. La narrazione, in forma di diario, inizia
con un piccolo atto di trasgressione: Valeria acquista in una mattina di un giorno
festivo un quaderno dalla copertina nera, e deve subito nasconderlo perché secondo la
normativa vigente all'epoca il tabaccaio non potrebbe vendere tale articolo di
proibito
domenica. In realtà il fatto che fin dall'inizio il quaderno abbia un che di è
simbolico della condizione di Valeria, che pur sentendo in sé la necessità di esprimersi,
deve farlo di nascosto perché i familiari non comprenderebbero e non approverebbero
questa sua esigenza. Valeria scriverà in assenza dei familiari e finirà per nascondere il
quaderno nel sacco degli stracci, il posto più sicuro per evitare intromissioni
indesiderate. La scrittura le servirà per sfogare i suoi sentimenti, per alleviare la sua
solitudine, per chiarire i motivi profondi del suo disagio risalendo anche ad un'analisi
critica della educazione ricevuta. A Valeria non viene riconosciuto nell'ambito familiare
ausiliario,
un ruolo autonomo, ma subordinato alle esigenze del marito e dei figli;
mammà.
nemmeno Michele usa il suo nome proprio, ma semplicemente l'appellativo Il
lavoro di impiegata di cui è orgogliosa viene visto solo in senso utilitaristico; e non a
caso è in questa dimensione extra-familiare, dove le sue competenze vengono
riconosciute, che Valeria riuscirà ad allacciare un dialogo sempre più profondo e
significativo con un uomo a cui la accomuna una condizione di insoddisfazione, il
direttore del suo ufficio. Accampando il pretesto degli straordinari Valeria potrà
allontanarsi da una dimensione familiare soffocante, mentre la scrittura praticata in
clandestinità le darà una nuova forma di autocoscienza:
«Ero sola nella casa vuota, nel silenzio domenicale, e mi pareva di aver perduto per
sempre tutti quelli che amo se essi sono in realtà diversi da come li ho sempre
immaginati. Se soprattutto io stessa sono diversa da come loro immaginano me .»
Il tentativo della protagonista di liberare se stessa si concluderà in un fallimento e il
diario verrà bruciato come conseguenza di questo fallimento.
Dal romanzo sono stati tratti un testo teatrale (1962) e uno sceneggiato televisivo
(1980) in cui il ruolo dei protagonisti è stato interpretato da Lea Massari e Giancarlo
Sbragia.
I racconti di :
Italo Calvino
1. L’avventura di una moglie 1958 (pagina 326)
2. L’avventura di due sposi 1958 (pagina 345)
-3-
I mutamenti della famiglia durante il boom economico
Negli anni del boom economico in Italia si assiste ad un grande processo di
trasformazione che tocca ogni aspetto della vita quotidiana, anche se non è immediato
ed omogeneo in tutto il paese . Durante la prima metà degli anni Cinquanta, l’Italia è
sempre per molti aspetti un paese sottosviluppato ed il tenore di vita è abbastanza
basso: “Solamente il 7,4 per cento delle case italiane possedeva, nel 1951,
l’elementare combinazione di elettricità, acqua potabile, servizi igienici interni”;
inoltre, il settore di occupazione principale è ancora l’agricoltura, un campo che in
questo periodo è in uno stato di arretratezza strutturale con una crescita molto bassa
rispetto agli altri paesi europei.
Tuttavia, dalla seconda metà degli anni Cinquanta avviene un profondo cambiamento
che muterà le condizioni socioeconomiche degli italiani: “ Il reddito nazionale netto,
calcolato dai prezzi costanti del 1963, passa dai 17.000 miliardi del 1954 ai 30.000
miliardi del 1964: quasi si raddoppia, cioè in un decennio. Nello stesso periodo il
reddito pro capite passa da 350.000 a 571.000 lire. Gli occupati in agricoltura sono più
di 8 milioni ancora nel 1954, meno di 5 milioni dieci anni dop. el contempo, negli anni
tra il 1958 e il 1963 inizia un mutamento sociale con il passaggio da un paese con forti
componenti contadine ad una delle nazioni più industrializzate del mondo occidentale.
Mentre avviene una simile radicale trasformazione, che cosa succede alla famiglia
italiana?
Dalle ricerche condotte fino ad ora sappiamo che diminuisce il numero dei
componenti della famiglia, mentre i tipi di famiglie mutano lentamente: “Nel 1951 le
famiglie nucleari, - composte da marito, moglie e figli – costituivano il 55,7 per cento
delle famiglie italiane; vent’anni dopo esse rappresentavano il 54,1 per cento” (P.
Ginsborg, Storia d’Italia 1943-1996 cit., p.292). Come si può notare dalla tabella 1.1,,
il modello di “famiglia allargata”, con cinque o più componenti, subisce una drastica
riduzione.
Tab 1.1 Famiglie per numero di componenti in Italia (percentuali)*
Italia 1951 1961 1971
1 componente 9,5 10,6 12,9
2-3 componenti 38,1 42,0 44,4
4 componenti 19.0 20,4 21,2
5 o più componenti 33,3 27,0 21,5
*tabella tratta e rielaborata da P. Ginsborg, Storia d’Italia 1943-1996 Famiglia Società
Stato, Torino 1998
Gli stili di vita legati alle trasformazioni socioeconomiche del paese determinano i
maggiori mutamenti delle strutture familiari italiane, e a riguardo si considerino, per
esempio, le differenze tra il Nordovest, dove si registrano i maggiori mutamenti dovuti
all’alta presenza del lavoro femminile, il Centro e il Nordest, dove si hanno
principalmente piccole aziende a conduzione familiare e il Mezzogiorno, dove la
situazione, profondamente diversa, è caratterizzata da redditi agricoli bassi.
Tab 1.2 Famiglie per numero di componenti in Italia, per area geografica* (percentuali)
Nordovest 1951 1961 1971
1 componente 12,5 13,7 16,1
-4-
2-3 componenti 45,9 49,7 49,9
4 componenti 19,2 19,4 20,1
5 o più componenti 22,4 17,2 13.9
Nordest e Centro 1951 1961 1971
1 componente 8,0 9,4 11,8
2-3 componenti 35,7 41,0 45,3
4 componenti 19,8 21,5 21,8
5 o più componenti 36,5 28,1 21,0
Sud e isole 1951 1961 1971
1 componente 8,5 9,6 11,4
2-3 componenti 34,0 36,3 37,9
4 componenti 17,7 19,2 20,6
5 o più componenti 39,8 34,9 30,1
* tabella tratta e rielaborata da P. Ginsborg, Storia d’Italia 1943-1996 Famiglia Società
Stato, Torino 1998
Dall’analisi dei dati riportati nella tabella 1.2 si può dedurre che il numero delle
famiglie con più di 5 componenti sono maggiori nelle aree del paese dove persiste un
tipo di società contadina, che basa la sopravvivenza su redditi agrari e su piccole
aziende in cui lavorano componenti della famiglia; è invece nettamente inferiore il
numero di famiglie con un numero pari o superiore a cinque componenti nel Nordovest
del paese, dove l’industrializzazione e l’urbanizzazione stanno modificando anche la
struttura familiare.
Inoltre, rilevante è il fenomeno dei flussi migratori a cui assistiamo in questo periodo.
Tabella 1.3 Matrice dei flussi migratori per area geografica in Italia, 1955-61*
Nordovest Nordest e Centro Lazio Sud e isole Totale
Nordovest 2323,5 199,8 36,6 101,5 2662,4
Nordest e 595,3 2955,1 193,9 120,9 3865,2
Centro
Lazio 43,5 85,6 306,1 64,2 499,4
Sud e isole 568,3 237,1 196,6 2085,9 3087,9
Totale 3531,6 3477,6 733,2 2372,5 10114,9
* tabella tratta e rielaborata da P. Ginsborg, Storia d’Italia 1943-1996 Famiglia Società
Stato, Torino 1998
Le cause di questi flussi migratori vanno ricercate soprattutto nelle condizioni delle
famiglie mezzadrili. Diventate proprietarie di appezzamenti di terreno negli anni
Cinquanta e non ricavando da questi stessi un guadagno necessario al loro
sostentamento, esse non abbandonano comunque la loro proprietà terriera, ma
piuttosto cercano nuove fonti di reddito. Di fatto, la generazione anziana rimane ad
occuparsi della terra per soddisfare le proprie esigenze, e i giovani partono per trovare
fortuna altrove, nei capoluoghi di provincia o nelle grandi città. Questi giovani ben
presto si affidano alle risorse e all’esperienza della propria famiglia. Si può notare,
dunque, che, sebbene in rapido declino, nel 1961 la famiglia numerosa e dal carattere
esteso nell’area del Nordest e Centro Italia persiste con una presenza del 28 per cento
di famiglie con cinque o più componenti.
Nelle aree del Nordovest, invece, è rilevante il crescente isolamento che