L'incognita della scelta
Introduzione
Per me ed i miei coetanei, il diciottesimo anno è quello delle novità, dei grandi cambiamenti, ma soprattutto è l'anno delle scelte decisive sulle quali costruiremo il nostro futuro. Mi ritroverò davanti ad un bivio: intraprendere l'attività lavorativa subito, o iniziare la carriera universitaria? Ed anche scegliendo la seconda via, avrò davanti svariate opzioni, tra le quali non sarà facile scegliere.
Quest'anno ho dovuto fare anche la prima scelta politica della mia vita: ho votato per le elezioni della Camera dei deputati, i cui risultati hanno portato alla formazione di quella che molti considerano la "Terza Repubblica". Le votazioni in questione hanno visto il prevalere di partiti, quali il Movimento 5 Stelle e la Lega, che promettono il cambiamento, sotto tutti i punti di vista.
Storia (Monarchia o Repubblica?)
Animati dallo stesso desiderio di cambiamento sono stati gli italiani che, il 2 giugno 1946, parteciparono al referendum popolare a suffragio universale, maschile e femminile. Il referendum non è una consultazione popolare il cui scopo è l'elezione di rappresentati presso un organo politico, bensì una risposta che riguarda un tema specifico. In particolare il referendum istituzionale del '46 chiedeva direttamente al popolo di scegliere tra monarchia e repubblica. In concomitanza sarebbero anche stati scelti i membri dell'Assemblea Costituente, con il compito di definire le future istituzioni dell'Italia.
Avvenne durante il primo governo De Gasperi, divenuto Presidente del Consiglio dopo le dimissioni di Parri, un periodo caratterizzato dalle tensioni sociali post-belliche. Ancor prima di risolvere la questione istituzionale, venne affrontato il problema del separatismo siciliano: venne istituita l'autonomia regionale siciliana. La Sicilia godette di un parlamento ed un governo regionale già nel maggio 46.
Molti sono stati i tentativi di influenzare la scelta del popolo: i partiti dettero indicazioni di voto ai loro elettori (la sinistra e la Democrazia cristiana – nonostante fosse divisa al suo interno - a favore della repubblica, la destra per la monarchia). Anche il re Vittorio Emanuele III fece un ultimo disperato tentativo: abdicò a favore del figlio Luogotenente generale del Regno, Umberto II, nella speranza che questa nuova figura facesse dimenticare i 20 anni di assoggettamento della monarchia al fascismo.
Ma il risultato di queste elezioni era imprevedibile perché:
1) Vi era il suffragio universale, anche delle donne, il cui voto era imprevedibile vista la mancanza di una tradizione elettorale precedente.
2) Gli italiani erano consapevoli che, la Monarchia ed i partiti liberali si erano dimostrati incapaci di fronte all'avanzata fascista, nonostante l'assenza di garanzie e certezze, fecero quel salto nel vuoto con la speranza di un miglioramento.
Vi fu la vittoria della repubblica: 12.700.000 voti contro i 10.700.000 della monarchia. Ed il primo presidente della Repubblica fu Enrico De Nicola
Prima che i risultati fossero ufficializzati dalla Corte di Cassazione, il re Umberto II decise autonomamente di andare in esilio a Cascais in Portogallo
Nell'Italia meridionale prevalse la Monarchia, perché quelle zone erano legate per tradizioni alla monarchia e non avevano vissuto in prima persona la guerra civile; mentre le zone soggette a quest'ultima si erano espresse favorevoli alla repubblica.
Anche le elezioni per la Costituente dimostrarono che le ideologie di destra, rappresentanti l'élite, stavano cedendo il passo ai partiti di massa. La Democrazia cristiana ottenne il 35,2%, il Partito Comunista ed il Partico Socialista Italiano di Unità Proletaria (legati in una forte unità d'azione) il 40%.
Gli Italiani hanno scelto tra due alternative inconciliabili, inconsapevoli di quali risultati avrebbe portato la loro decisione.
Filosofia (Aut-Aut)
Il tema delle scelte inconciliabili è centrale nella filosofia del danese Søren Aabye Kierkegaard.
Kierkegaard si autodefinì “filosofo di Danimarca”, espressione che rimanda all’opera La tragedia di Amleto, principe di Danimarca di William Shakespeare nella quale il protagonista, Amleto, è dilaniato da ambiguità e conflitti interiori. Con questa autodefinizione, Kierkegaard viene dunque ad identificarsi con l’Amleto shakespeariano, sospeso nell’angoscia esistenziale che sottende la scelta tra l’essere e il nulla, o ancora meglio, il celebre «essere o non essere».
Egli fonda il suo pensiero sui seguenti temi:
1.Singolarità - Esistenza: poiché si interessa alla vita dell'uomo. Dunque all'esistenza del singolo individuo, piuttosto che alla massa.
2.Possibilità - Libertà - Alternative inconciliabili: la vita è fatta di scelte. L'uomo è posto davanti a delle alternative tra le quali è assolutamente libero di scegliere. L'una esclude l'altra, per questo motivo Kierkegaard ritiene le alternative inconciliabili. Non vi è più l'Et-et tipico della dialettica hegeliana, bensì l'Aut-Aut.
Alternative inconciliabili
Il concetto delle alternative inconciliabili ha caratterizzato sia la filosofia che la vita di Kierkegaard. In linea con questo pensiero egli rifiuta di sposare Regina Olsen, perché aveva intenzione di dedicare tutto sé stesso a Dio, senza alcun tipo di distrazione. La sua ideologia era così radicale da impedirgli di diventare pastore luterano, religione a parer suo "troppo accomodante".
Negli Stadi del cammino della vita, Kierkegaard distingue tre condizioni o possibilità esistenziali fondamentali, alle quali egli dà il nome di “stadi”. Contrariamente alle affermazioni hegeliane, nel passaggio dialettico tra l’uno e l’altro non vi ò nessuna forma di automatismo, bensì un “salto” che può essere colmato soltanto con la libera scelta del singolo.
In "Aut-Aut" delinea la differenza tra lo stadio estetico e quello etico, mentre in "Timore e Tremore"
Vita estetica
E' essenzialmente una "non scelta". L'esteta non prende impegni e vive tutto sul momento, non esce dalla sfera della sensualità: per questo il personaggio che meglio lo rappresenta è il Don Giovanni di Mozart. La musica ò infatti la più sensuale delle arti, poiché in essa l’espressione è totalmente immediata, senza far ricorso alla parola. La sua vita è caratterizzata dalla ricerca di eccezionalità, la monotonia è noia: non intraprende una relazione seria, e l'infelicità delle donne che seduce con l'inganno insieme alla sensazione di star provando tutto senza esser nulla, porterà l'esteta alla noia e alla disperazione.
Vita etica
L'uomo pensa di poter uscire da quello stato di disperazione con la scelta etica. Il simbolo della vita etica è il matrimonio, l'amore coniugale richiede fedeltà, costanza, umiltà, pazienza, sincerità.
Il matrimonio ha tre aspetti:
1) Estetico: perché è amore, anche fisico.
2) Etico: perché è vincolo.
3) Religioso: perché è anche benedizione nuziale, con forte valenza religiosa.
Colui che intraprende la vita etica, può sempre essere assalito dal pentimento, che lo porta di conseguenza alla disperazione.
Vita religiosa
Un uomo che ha fede, non si pone problemi, deve solamente mettersi nelle mani di Dio.
Il simbolo è infatti Abramo, che diventato padre a 70 anni, ricevette da Dio l'imposizione di uccidere il suo unico figlio. Lui accettò, superando addirittura il vincolo etico, e dimostrò la sua fede a Dio.
Angoscia e disperazione
Per Kierkegaard l'angoscia è data dalle infinite possibilità che ha di fronte l'uomo. C'è sempre la possibilità dell'errore, del nulla, la possibilità di agire con esiti imponderabili. L'angoscia, a differenza della paura, che si riferisce sempre a qualcosa di determinato e cessa quando cessa il pericolo, non si riferisce a nulla di preciso e accompagna costantemente l'esistenza dell'uomo, si parla infatti di punto zero.
La disperazione invece è data dal fatto che l'uomo è consapevole di non potersi realizzare a pieno per quello che vuole. La definisce "La malattia mortale", e l'unico aspetto che si contrappone alla disperazione è la salvezza della fede. Fuori della fede non c'è che disperazione.
Latino (Scelta di redimersi tramite la divinità)
Analogamente all'ideologia kierkegaardiana, anche all'interno dell'opera di Lucio Apuleio è chiaro come la redenzione possa avvenire unicamente tramite il totale affidamento alla divinità.
All'interno de "Le Metamorfosi" le peripezie del giovane Lucio iniziano nel momento in cui egli pecca di "curiositas". Tale aspetto caratterizza anche la vita di Apuleio, e nell'opera sono presenti anche dei riferimenti autobiografici. Innanzi tutto il protagonista trova la pace solo tramite l'iniziazione al culto di Iside ed Osiride, proprio come Apuleio; inoltre durante tutta l'opera Lucio si definisce greco, mentre nell'ultimo libro affermo di essere "Madauriensis", città natale di Apuleio. In questo modo vi è la sovrapposizione dell'io-scrivente e dell'io-narrante.
Egli scopre i Panfila, moglie dell'amico Milone, e piuttosto che impaurirsi, quando vede la trasformazione della donna in uccello grazie ad una pozione, decide di imitarla, ma sbagliando incantesimo si trasforma in un asino. L'ancella Fotide lo rincuora dicendo che l'indomani, mangiando delle rose, avrebbe riacquistato la forma umana. Ma da quel momento in poi inizia per lui un'odissea di problemi che ha fine solo quando, giunto nella spiaggia di Cancree rivolge una preghiera alla luna, affinché lo aiuti a ritornare normale. La dea Iside gli appare in sogno, e lo invita a mangiare le rose che un sacerdote tiene tra le mani. Così Lucio ridiventa uomo, e diventa sacerdote di Iside e Osiride.
All'interno della narrazione ad un certo punto Lucio si ritrova prigioniero in una grotta sorvegliata da una vecchia serva dei briganti, insieme ad una giovane di nome Carite. E' in quest'occasione che inizia la digressione di "Amore e Psiche", narrata dall'anziana schiava.
La figlia minore di un re, a causa della sua straordinaria bellezza, suscita l'invidia di Venere, la quale manda suo figlio Cupido affinché la faccia innamorare dell'uomo più brutto della terra, ma il giovane, vedendola, se ne innamora e la porta con sé in un castello. Alla fanciulla, che ignora l'identità del dio, era vietata la visione dell'amato. Tuttavia Psiche non resiste ed una notte con una lampada ad olio illumina il volto di Amore, quest'ultimo si sveglia e fugge via. Da quel momento Psiche si mette alla ricerca di Cupido, ma è ostacolata dalle prove imposte da Venere. Una di queste consiste nel recarsi nell'Ade e ricevere il vasetto di Persefone, senza mai aprirlo. Psiche ancora una volta non resiste ed aprendo il vasetto entra in uno stato di sonno che sarebbe stato eterno senza l'intervento di Cupido che la salva e chiede a Giove di placare l'ira di Venere.
E' chiaro come nel caso di entrambi i personaggi in questione, Lucio e Amore, senza la divinità non sarebbe mai arrivata la redenzione. Se avessero potuto decidere ancora autonomamente, avrebbero continuato a peccare di tracotanza e curiosità.
L'opera filosofica "De Deo Socratis" è anch'essa fondata sull'idea che gli uomini abbiano bisogno di un aiuto soprannaturale per prendere le decisioni giuste. L'opera è suddivisa in tre parti: la prima esamina separatamente il mondo umano e quello demoniaco; la seconda la posizione di intermediari che svolgono i demoni nel compimento della Provvidenza nel mondo umano; la terza è dedicata al demone del filosofo Socrate. Socrate riferisce di un dàimon o "guida divina" che lo assiste spesso in ogni sua decisione. Si tratterebbe di una sorta di «coscienza morale» che si rivela progressivamente come forma di delirio e di ispirazione divini, una voce identificabile come l'autentica natura dell'anima umana, la sua ritrovata coscienza di sé.
"Ed è come una voce che io ho dentro sin da fanciullo; la quale, ogni volta che mi si fa sentire, sempre mi dissuade da qualcosa che sto per compiere, e non mi fa mai proposte. »
Italiano
L'incapacità di prendere una decisione che possa cambiare radicalmente la propria vita è anche una caratteristica dell'inetto, personaggio principale dell'opera di Svevo.
Egli, nel terzo ed ultimo romanzo, rivaluta l'inettitudine, definendola una forma di resistenza all'alienazione circostante. Rispetto all'uomo efficiente che sceglie di integrarsi nei meccanismi inautentici della società borghese, egli preferisce essere un uomo-abbozzo, aperto a possibilità e strade diverse; senza mai intraprenderne una in maniera seria.
La vita può essere difesa solamente dall'inetto, dall'ammalato e dal nevrotico. Quest'ultimi sono diversi dal resto dalla società, scelgono di non scegliere lo stile di vita borghese ed alienante che reprime le pulsioni, bensì preferiscono rimanere in bilico (un abbozzo appunto), salvaguardando quelli che sono i desideri e le passioni che altrimenti sarebbero soffocate.
"La Coscienza di Zeno" è suddiviso in 7 capitoli in cui il narratore è Zeno preceduti da una prefazione, e si presenta come una memoria inviata da Zeno stesso allo psicanalista che lo ha in cura, il dottor S. Nella prefazione è il dottor S. che parla, ed afferma di aver provato a curare la nevrosi di Zeno inducendolo a scrivere una storia della sua malattia; ma il paziente abbandona la terapia ed il dottore pubblica le memorie scritte da Zeno fino a quel momento per "vendetta".
Questo senso di incertezza ed incapacità di scegliere che caratterizzerà l'intera vicenda di Zeno, si abbatte subito sul lettore fin dalla prefazione in cui ci rendiamo conto di come entrambi i punti di vista, quello del dottore e quello di Zeno stesso, siano inattendibili.
Secondo il dottor S. il diario di Zeno è un cumulo di menzogne e verità, a causa della nevrosi di quest'ultimo. Nel soggetto nevrotico opera in maniera fortissima la rimozione: gli eventi più traumatizzanti vengono allontanati dalla coscienza e sepolti nell'inconscio; riemergono solo tramite i sintomi, i sogni, i lapsus. Il nevrotico non è dunque di certo un testimone attendibile.
Anche il punto di vista del dottor S. non è attendibile, visto che piuttosto che un vero e serio professionista appare come un deliberato rovesciamento ironico della figura dello psicanalista. Lo dimostra nella sua scarsa conoscenza della dottrina freudiana, nel suo palese carattere vendicativo, e nel suo dichiarato interesse economico. E non si può dire che Svevo non conoscesse come opera realmente uno psicanalista, anche perché il cognato Bruno Veneziani si era recato a Vienna per farsi curare da Freud. Inoltre Italo Svevo stesso conosceva Stekel, allievo di Freud che si occupava del rapporto tra poesia ed incoscio.
Manca anche un narratore oggettivo ed onnisciente che possa fare chiarezza. Dunque il lettore non ha garanzie o certezze, deve affidarsi unicamente al suo senso interpretativo per scegliere qual è la verità.
Dovendo raccontare la storia della propria malattia, Zeno prosegue tramite una successione di temi. Il filo conduttore di tutti gli avvenimenti narrati, non è solo il loro diretto o indiretto collegamento con la nevrosi, ma anche il costante tentativo di "deresponsabilizzarsi" e trovare una giustificazione per il proprio comportamento.
Nella stragrande maggioranza dei casi Zeno non è felice di scegliere autonomamente: aspetta che le circostanze gli impongano di prendere una decisione.
Il fumo
L'incapacità di prendere una decisione definitiva si manifesta essenzialmente nella dilazione, il continuo rinviare. Zeno ha il buon proposito di smettere di fumare, ma in realtà la dilazione gli permette di assaporare meglio quella che ogni volta dovrebbe essere la "ultima sigaretta". Ed è nel vizio del fumo che egli riversa tutte le sue colpe: Zeno comprende che la nicotina è stata per tutta la vita un alibi per non essere diventato l’uomo ideale e forte che avrebbe voluto essere.
..."che io forse abbia amato tanto la sigaretta per poter riversare su di essa la colpa della mia incapacità? Chissà se cessando di fumare io sarei divenuto l’uomo ideale e forte che m’aspettavo? Forse fu tale dubbio che mi legò al mio vizio perché è un modo comodo di vivere quello di credersi grande di una grandezza latente"...
La morte del padre
Il secondo tema riguarda la morte del padre, che fu per Zeno una vera e propria catastrofe. Prima della morte di quest'ultimo egli era passato da una facoltà universitaria ad un'altra con indistruttibile fiducia nelle sue capacità; la scomparsa del padre fa crollare questa e molte altre sicurezze. Zeno piange non solo il padre, con cui ha avuto un rapporto difficile e di cui spesso ha sperato la morte, ma soprattutto sé stesso perché con la morte del padre scompare la possibilità di scaricare su questi la propria incapacità di operare scelte.
Il matrimonio di Zeno
Morto il padre, ritrova una figura paterna (da odiare) in Giovanni Malfenti. Si innamora della più bella delle sue tre figlie, Ada, e le chiede la mano. La ragazza rifiuta, dunque Zeno ripiega prima su Alberta, ma dopo un altro rifiuto si mette con la più brutta, Augusta.
..."voi, Zeno, avete bisogno di una donna che voglia vivere per voi e vi assista. Io voglio essere quella donna"…
Zeno così afferma: "Non avevo più da risolvere niente, perché tutto era stato risolto. Questa era la vera chiarezza."
Ancora una volta il protagonista è contento di non aver dovuto impegnarsi per proseguire una strada intrapresa, ed essere stato semplicemente travolto dagli eventi. Lui non ha scelto, è stato il contesto ad imporgli una decisione.
La moglie e l'amante
Zeno instaura un rapporto intimo con Carla, una povera ragazza a cui faceva beneficenza. Nonostante voglia trattare la ragazza come un oggetto, al fine di non rovinare il rapporto con la moglie; capisce che proseguire un rapporto di quel genere avrebbe leso alla "sanità" che Augusta aveva portato nella sua vita. Così sente il bisogno di allontanare Carla, ma l'ultimo abbraccio con quest'ultima viene sempre rimandato, come gli accadeva per l'"ultima sigaretta".
L'abbandono di Carla non avviene per esplicita iniziativa di Zeno, ma per volontà di lei e per le circostanze (L'atteggiamento di Zeno è sempre quello infantile di non decidere). La ragazza vuole conoscere la moglie di Zeno
La fanciulla si innamora del suo insegnate di musica ed accetta di sposarlo, ed è in quel momento che Zeno reagisce come "un cane cui venga conteso un saporito pezzo di carne", ma senza mai impegnarsi seriamente.
Storia di un'associazione commerciale
Zeno si dimostra inetto e contradditorio anche in occasione del suicidio del cognato Guido, marito di Ada e dunque suo rivale in amore. Cosini faceva da contabile nell'attività di Guido in crisi. Ma nonostante dicesse che la rivalità in amore fosse sparita da tempo, sembrava voler dimostrare la sua superiorità e far cadere ancora più in rovina il cognato.
Ma senza fare nulla di decisivo, ancora una volta scegliendo di non scegliere, assiste al suicidio di Guido che ingerisce una massiccia dose di sonnifero.
Psicoanalisi
Nell'ultimo capitolo Zeno decide di abbandonare la terapia psicanalitica, perché consapevole che l'uomo non può in alcun modo guarire dalla malattia. Anche nel momento in cui avvicinandosi all'economia di guerra, si sente guarito, riflettendo meglio si rende conto che la vita attuale è inquinata alle radici.
Afferma che non può esserci sanità nella civiltà degli ordigni. La saluta potrebbe essere raggiunta nel momento in cui un "uomo infinitamente malato" produca un ordigno incomparabile che distrugga la terra, facendola tornare alla forma di una nebulosa che erra nei cieli priva di parassiti e di malattie.
Fisica (Scegliere le energie rinnovabili)
E' presente una chiara critica nei confronti del progresso tecnologico, che se portato all'esasperazione dei suoi aspetti negativi porterà senz'altro all'auto-distruzione dell'umanità e della Terra che la ospita.
E' il caso degli effetti causati dall'inquinamento da combustibili fossili.
Il carbone è responsabile della metà delle emissioni di gas serra a livello globale. Nella combustione, libera anche una grande quantità di polveri sottili, altamente nocive per l'uomo.
I pozzi petroliferi presenti negli oceani e nei nostri mari rischiano di inquinare completamente le acque e di provocare la scomparsa di molte specie marine. Il problema è che il petrolio, ancor più che il carbone, è al centro di interessi commerciali e politici ed è stato anche più volte responsabile di guerre.
Il metano, seppur sia il meno inquinante trai tre, nel momento in cui brucia produce ugualmente una notevole quantità di diossido di carbonio nel caso di combustione in abbondanza di ossigeno, (CO2 – gas serra) o anche monossido di carbonio in condizioni di deficit di ossigeno, (CO – pericolosissimo per l'uomo perché si lega all'emoglobina al posto dell'ossigeno).
Per questo motivo scegliere le energie rinnovabili sarebbe un passo enorme per il miglioramento della salubrità dell'aria.
Attualmente la fonte di energia rinnovabile più redditizia e diffusa, anche trai privati, è quella fotovoltaica.
Un modulo fotovoltaico (detto anche pannello fotovoltaico) è un dispositivo, composto da celle fotovoltaiche, in grado di convertire l'energia solare incidente in energia elettrica mediante effetto fotovoltaico, tipicamente impiegato come generatore di corrente in un impianto fotovoltaico.
Cella fotovoltaica
La corrente che producono le celle fotovoltaiche è piccolissima: per questo motivo quest'ultime sono sempre montate su pannelli di grandi dimensioni.
La diffusione delle energie rinnovabili è limitata dalla tendenza umana a rimanere nello stato di apparente quiete in cui si trova. Seppur investire in questo settore gioverebbe tantissimo sia alla salute umana che alla Terra; le persone preferiscono non tentare nemmeno, a volte per paura, altre per ignoranza.
Inglese (The paralysis of choice)
This paralysis of choice and will is typical of James Joyce's characters.
He considers Dublin, his home town, the center of paralysis and for this reason he decides to leave Ireland and go to Europe. But at the same time he's still linked to Ireland, in fact in his works he describes in detail and objectively Dublin with its people, steeets, houses, languages.
But according to his idea that "In the particular is contained the universal": telling about the life of particular dubliners he describes at the same time the universal condition of men.
Dubliners
The paralysis of will, courage and self-knowledge is the main theme in "Dubliners", a collection of fifteen short stories, in which the failure of self-realization of inhabitants of Dublin is examined through realism and symbolism.
• It is realistic in the descriptions full of details of characters, places, streets of the contemporary Dublin
• It is also symbolic because even common objects have a deep meaning. It is clear in the "epiphany" - which means 'manifestation' - when an ordinary object or fact refers to the past and makes a person realize his miserable present condition.
The Dead
The Dead is the climax to all other stories, but at the same time it is a counterpart of them. In fact here the narrator's detachment (typical of other stories) is replaced by a compassionate view of the people of Dublin.
Joyce thinks that if he had stayed in Dublin he would have become like Gabriel, the main character, who represents perfectly the inability to choose which leads ordinary people to accept the limitations imposed by the society.
He's an intelligent journalist who would like to travel around Europe and express his opinion about Ireland's Home Rule without filters. But his "paralysis of will" stops him, so he doesn't expose himself and continue his usual life.
He has got also a difficult relationship with his wife Gretta. This is clear in the last section "I think he died for me".
I think he died for me
A song heard at a Christmas party brings an epiphany to Gretta. She remembers about a love story of her youth which brings her a new awareness of her poor relationship with Gabriel, and makes her reflect about her past choices.
When she was young his young lover, though he was sick to the lungs, he went out during a rainy night to greet her. This worsened his conditions and killed him. In a rare moment in which Gabriel is certain about his wife's affection, he seems her crying on the bed. So he asks for the reason, and she answered that she was thinking about the guy who "died for her".
But Gabriel doesn't get angry and he shows compassion for his wife. He left her alone, and went to the window. There he abandoned every frustation and watching the falling snow, he felt elevated to the reign of the dead.
Scienze (La contraccezione)
L'incognita, oltre che caratterizzare gli atti della vita quotidiana, è un aspetto chiave anche delle scelte cruciali. E' il caso della contraccezione, che a seconda dei metodi e le tempistiche corrisponde ad una vera e propria decisione tra vita e morte. Nonostante la scienza abbia già detto la sua al riguardo, non sono pochi gli interrogativi che gli uomini si pongono in quest'ambito. Rita Levi Montalcini afferma: "«l' embrione non è una persona umana, è un ammasso di cellule indifferenziate per cui per parlare di persona bisogna, quanto meno, che sia avvenuta la differenziazione». Stesso discorso vale, anzi a maggior ragione, per l' ovulo fecondato. «Si può iniziare a parlare di persona umana dopo il quattordicesimo giorno, vale a dire quando è avvenuta la differenziazione, anche se c' è bisogno ancora di molto tempo per la formazione completa e il funzionamento del sistema nervoso ".
[La differenziazione cellulare o differenziamento cellulare, in biologia, indica la maturazione di una cellula o di un tessuto da una forma primitiva o indifferenziata a una forma matura o differenziata, con funzioni specializzate]
Attualmente esistono molti metodi di contraccezione e nuove tecniche sono in fase di sperimentazione. I diversi contraccettivi hanno un differente grado di efficacia e si fondano su differenti principi.
I metodi naturali
Senza l'utilizzo di farmaci e barriere fisiche
Astinenza periodica – Metodo Ogino-Knaus
Prevede che la coppia eviti i rapporti sessuali tra il 10° ed il 20° giorno del ciclo, periodo in cui la fertilità è massima. Si scopre quali sono questi giorni tramite la misurazione della temperatura basale che cala nel giorno dell'ovulazione per poi risalire rapidamente il giorno dopo. Non è affidabilissimo perché gli spermatozoi rimangono vivi per 6 giorni e gli ovuli restano fecondabili per 72 ore.
Coito Interrotto
Consiste nel retrarre il pene dalla vagina prima dell'eiaculazione. Vi è un'alta percentuale di fallimento perché richiede molto auto-controllo e già prima della eiaculazione è possibile che esca del liquido contenente spermatozoi.
I metodi barriera
Creano una barriera fisica tra cellula uovo e spermatozoi.
Profilattico
E' una guaina in lattice da inserire sull'organo riproduttivo maschile in erezione. I profilattici servono anche a prevenire la diffusione di malattie.
Diaframma
Dispositivo a forma di coppa in materiale simile alla gomma da applicare al livello della cervice per evitare che gli spermatozoi raggiungano l'utero.
Creme spermicide
Spesso il diaframma viene cosparso da quest'ultime, che inserite tramite appositi applicatori hanno il compito di uccidere buona parte degli spermatozoi (ma non tutti).
Il blocco dell'ovulazione
Sono i più sicuri dopo la sterilizzazione
Pillola anti-concezionale
Agisce impedendo l'ovulazione, e su basa sul ruolo di feedback negativo che hanno estrogeni e progesterone ne inserisce ad un livello tale che la produzione di GnRH viene soppressa, inibendo conseguentemente la secrezione di LH e FSH.
Impianti sottocutanei, cerotti o anelli vaginali.
Hanno lo stesso compito, ma rilasciano estrogeni e progesterone in maniera lenta attraverso la pelle.
Impedire l'impianto
Agiscono a fecondazione avvenuta, hanno il compito di impedire l'impianto dell'embrione nell'utero.
Dispositivo intrauterino (IUD – Spirale)
E' un filamento in plastica e rame che viene inserito stabilmente nell'utero. Fa sì che l'endometrio si infiammi e non possa ospitare l'embrione.
Pillola del giorno dopo
Contiene alte dosi di estrogeni, ed agendo sulle tube e sull'endometrio impedisce l'impianto entro 72 ore dal rapporto sessuale
RU-486
Inibisce i recettori del progesterone del corpo luteo, che dunque non può più assicurare il mantenimento delle caratteristiche dell'endometrio necessarie per i primi mesi della gravidanza. Se preso subito dopo il rapporto impedisce l'impianto, se preso nel momento della mancata mestruazione è una vera e propria pillola abortiva.
Sterilizzazione
E' una soluzione definitiva.
Vasectomia –Sterilizzazione maschile
Consiste nel taglio e la chiusura dei vasi deferenti. Dunque lo sperma non contiene più spermatozoi.
Legatura delle tube – Sterilizzazione femminile
Legando le tube, si impedisce all'ovulo di raggiungere l'utero e allo spermatozoo di entrare in contatto con esso.
Educazione fisica
Spesso, il desiderio di sopraffare gli altri, tipico dell'indole umana, porta a scegliere metodi poco
Con il termine doping si intende l'uso (o abuso) di particolari sostanze o medicinali con lo scopo di aumentare artificialmente il rendimento fisico e le prestazioni dell'atleta.
Il termine deriva dalla parola inglese "dope": essa, in principio, indicava una mistura di vino e tè bevuta regolarmente dagli schiavi americani per rimanere attivi e lavorare.
Il doping non è un fenomeno recente, fin dall'antichità si è fatto ricorso a sostanze e pratiche per cercare di migliorare una prestazione sportiva; già nelle Olimpiadi del 668 AC viene riportato l'uso di sostanze eccitanti (quali funghi allucinogeni).
Con lo sviluppo della farmacologia si assiste nel XIX secolo ad una diffusione di sostanze quali alcool, stricnina, caffeina, oppio, nitroglicerina e trimetil (sostanza alla quale si deve la prima morte conosciuta per doping, quella del ciclista Linton nel 1886).
I regolamenti sportivi vietano il doping, regolamentando strettamente le tipologie e le dosi dei farmaci consentiti, e prescrivono l'obbligo per gli atleti di sottoporsi ai controlli antidoping, che si effettuano mediante l'analisi delle urine e in taluni casi anche del sangue. Gli atleti che risultano positivi alle analisi vengono squalificati per un periodo più o meno lungo; nei casi di recidiva si può arrivare alla squalifica a vita.
Sono numerose e variegate le sostanze impiegate per migliorare le prestazioni sportive:
Ormoni steroidei
Gli ormoni steroidei provocano infatti una ipertrofia muscolare con riduzione delle masse adipose, aumento della forza e della capacità di recupero dallo sforzo
Effetti collaterali: l'assunzione di ormoni steroidei risulta nella perdita delle proprietà meccaniche ed elastiche del connettivo (tendini) con facilità di rottura, nell' aumento della facilità alla formazione di trombi, dunque del rischio di infarto, di complicazioni cardiovascolari
Anfetamine ed altri stimolanti del sistema nervoso
le anfetamine e gli altri stimolanti del sistema nervoso centrale migliorano la prontezza di riflessi e la concentrazione.
Effetti collaterali: Le anfetamine, invece, possono provocare ipertensione, aritmie cardiache, crisi convulsive, vomito, dolore addominale, emorragie cerebrali, psicosi, dipendenza e morte; mascherando la fatica fisica possono indurre a sforzi eccessivi con conseguenti danni ai tendini, muscoli ed articolazioni.
Modificazione dell'ematocrito
Ematocrito: percentuale dei globuli rossi nel sangue. L'aumento di quest'ultimo fa sia più efficiente il trasporto di ossigeno.
Inizialmente avveniva tramite l'iniezione di sangue, poi grazie all'assunzione dell'ormone stimolante la produzione di globuli rossi.
Effetti collaterali: possono esitare nella formazione di trombi intravascolari, con necrosi tessutale massiva ed embolia.
GH – Ormone della crescita
anch'esso stimola l'aumento della massa corporea e possiede azione anabolizzante; in aggiunta, il GH aumenta la mobilizzazione dei lipidi dai tessuti adiposi e ne accresce l'ossidazione come fonte di energia, risparmiando il glicogeno muscolare.
Effetti collaterali: RISCHIO DI PATOLOGIE NEURODEGENERATIVE (morbo di Creutzfeld-Jackob o "mucca pazza") in caso di GH estrattivo da cadavere
ELEVATO RISCHIO CARDIOVASCOLARE, DIABETE.
Doping genico
doping genetico nella lista dei metodi proibiti. Per doping genetico si intende "l'uso non terapeutico di cellule, geni, elementi genici o della modulazione dell'espressione genica, che possa aumentare la performance sportiva"
Analogamente all'ideologia kierkegaardiana, anche all'interno dell'opera di Lucio Apuleio è chiaro come la redenzione possa avvenire unicamente tramite il totale affidamento alla divinità.
All'interno de "Le Metamorfosi" le peripezie del giovane Lucio iniziano nel momento in cui egli pecca di "curiositas". Tale aspetto caratterizza anche la vita di Apuleio, e nell'opera sono presenti anche dei riferimenti autobiografici. Innanzi tutto il protagonista trova la pace solo tramite l'iniziazione al culto di Iside ed Osiride, proprio come Apuleio; inoltre durante tutta l'opera Lucio si definisce greco, mentre nell'ultimo libro affermo di essere "Madauriensis", città natale di Apuleio. In questo modo vi è la sovrapposizione dell'io-scrivente e dell'io-narrante.
Egli scopre i Panfila, moglie dell'amico Milone, e piuttosto che impaurirsi, quando vede la trasformazione della donna in uccello grazie ad una pozione, decide di imitarla, ma sbagliando incantesimo si trasforma in un asino. L'ancella Fotide lo rincuora dicendo che l'indomani, mangiando delle rose, avrebbe riacquistato la forma umana. Ma da quel momento in poi inizia per lui un'odissea di problemi che ha fine solo quando, giunto nella spiaggia di Cancree rivolge una preghiera alla luna, affinché lo aiuti a ritornare normale. La dea Iside gli appare in sogno, e lo invita a mangiare le rose che un sacerdote tiene tra le mani. Così Lucio ridiventa uomo, e diventa sacerdote di Iside e Osiride.
All'interno della narrazione ad un certo punto Lucio si ritrova prigioniero in una grotta sorvegliata da una vecchia serva dei briganti, insieme ad una giovane di nome Carite. E' in quest'occasione che inizia la digressione di "Amore e Psiche", narrata dall'anziana schiava.
La figlia minore di un re, a causa della sua straordinaria bellezza, suscita l'invidia di Venere, la quale manda suo figlio Cupido affinché la faccia innamorare dell'uomo più brutto della terra, ma il giovane, vedendola, se ne innamora e la porta con sé in un castello. Alla fanciulla, che ignora l'identità del dio, era vietata la visione dell'amato. Tuttavia Psiche non resiste ed una notte con una lampada ad olio illumina il volto di Amore, quest'ultimo si sveglia e fugge via. Da quel momento Psiche si mette alla ricerca di Cupido, ma è ostacolata dalle prove imposte da Venere. Una di queste consiste nel recarsi nell'Ade e ricevere il vasetto di Persefone, senza mai aprirlo. Psiche ancora una volta non resiste ed aprendo il vasetto entra in uno stato di sonno che sarebbe stato eterno senza l'intervento di Cupido che la salva e chiede a Giove di placare l'ira di Venere.
E' chiaro come nel caso di entrambi i personaggi in questione, Lucio e Amore, senza la divinità non sarebbe mai arrivata la redenzione. Se avessero potuto decidere ancora autonomamente, avrebbero continuato a peccare di tracotanza e curiosità.
L'opera filosofica "De Deo Socratis" è anch'essa fondata sull'idea che gli uomini abbiano bisogno di un aiuto soprannaturale per prendere le decisioni giuste. L'opera è suddivisa in tre parti: la prima esamina separatamente il mondo umano e quello demoniaco; la seconda la posizione di intermediari che svolgono i demoni nel compimento della Provvidenza nel mondo umano; la terza è dedicata al demone del filosofo Socrate. Socrate riferisce di un dàimon o "guida divina" che lo assiste spesso in ogni sua decisione. Si tratterebbe di una sorta di «coscienza morale» che si rivela progressivamente come forma di delirio e di ispirazione divini, una voce identificabile come l'autentica natura dell'anima umana, la sua ritrovata coscienza di sé.
"Ed è come una voce che io ho dentro sin da fanciullo; la quale, ogni volta che mi si fa sentire, sempre mi dissuade da qualcosa che sto per compiere, e non mi fa mai proposte. »
Italiano
L'incapacità di prendere una decisione che possa cambiare radicalmente la propria vita è anche una caratteristica dell'inetto, personaggio principale dell'opera di Svevo.
Egli, nel terzo ed ultimo romanzo, rivaluta l'inettitudine, definendola una forma di resistenza all'alienazione circostante. Rispetto all'uomo efficiente che sceglie di integrarsi nei meccanismi inautentici della società borghese, egli preferisce essere un uomo-abbozzo, aperto a possibilità e strade diverse; senza mai intraprenderne una in maniera seria.
La vita può essere difesa solamente dall'inetto, dall'ammalato e dal nevrotico. Quest'ultimi sono diversi dal resto dalla società, scelgono di non scegliere lo stile di vita borghese ed alienante che reprime le pulsioni, bensì preferiscono rimanere in bilico (un abbozzo appunto), salvaguardando quelli che sono i desideri e le passioni che altrimenti sarebbero soffocate.
"La Coscienza di Zeno" è suddiviso in 7 capitoli in cui il narratore è Zeno preceduti da una prefazione, e si presenta come una memoria inviata da Zeno stesso allo psicanalista che lo ha in cura, il dottor S. Nella prefazione è il dottor S. che parla, ed afferma di aver provato a curare la nevrosi di Zeno inducendolo a scrivere una storia della sua malattia; ma il paziente abbandona la terapia ed il dottore pubblica le memorie scritte da Zeno fino a quel momento per "vendetta".
Questo senso di incertezza ed incapacità di scegliere che caratterizzerà l'intera vicenda di Zeno, si abbatte subito sul lettore fin dalla prefazione in cui ci rendiamo conto di come entrambi i punti di vista, quello del dottore e quello di Zeno stesso, siano inattendibili.
Secondo il dottor S. il diario di Zeno è un cumulo di menzogne e verità, a causa della nevrosi di quest'ultimo. Nel soggetto nevrotico opera in maniera fortissima la rimozione: gli eventi più traumatizzanti vengono allontanati dalla coscienza e sepolti nell'inconscio; riemergono solo tramite i sintomi, i sogni, i lapsus. Il nevrotico non è dunque di certo un testimone attendibile.
Anche il punto di vista del dottor S. non è attendibile, visto che piuttosto che un vero e serio professionista appare come un deliberato rovesciamento ironico della figura dello psicanalista. Lo dimostra nella sua scarsa conoscenza della dottrina freudiana, nel suo palese carattere vendicativo, e nel suo dichiarato interesse economico. E non si può dire che Svevo non conoscesse come opera realmente uno psicanalista, anche perché il cognato Bruno Veneziani si era recato a Vienna per farsi curare da Freud. Inoltre Italo Svevo stesso conosceva Stekel, allievo di Freud che si occupava del rapporto tra poesia ed incoscio.
Manca anche un narratore oggettivo ed onnisciente che possa fare chiarezza. Dunque il lettore non ha garanzie o certezze, deve affidarsi unicamente al suo senso interpretativo per scegliere qual è la verità.
Dovendo raccontare la storia della propria malattia, Zeno prosegue tramite una successione di temi. Il filo conduttore di tutti gli avvenimenti narrati, non è solo il loro diretto o indiretto collegamento con la nevrosi, ma anche il costante tentativo di "deresponsabilizzarsi" e trovare una giustificazione per il proprio comportamento.
Nella stragrande maggioranza dei casi Zeno non è felice di scegliere autonomamente: aspetta che le circostanze gli impongano di prendere una decisione.
Il fumo
L'incapacità di prendere una decisione definitiva si manifesta essenzialmente nella dilazione, il continuo rinviare. Zeno ha il buon proposito di smettere di fumare, ma in realtà la dilazione gli permette di assaporare meglio quella che ogni volta dovrebbe essere la "ultima sigaretta". Ed è nel vizio del fumo che egli riversa tutte le sue colpe: Zeno comprende che la nicotina è stata per tutta la vita un alibi per non essere diventato l’uomo ideale e forte che avrebbe voluto essere.
..."che io forse abbia amato tanto la sigaretta per poter riversare su di essa la colpa della mia incapacità? Chissà se cessando di fumare io sarei divenuto l’uomo ideale e forte che m’aspettavo? Forse fu tale dubbio che mi legò al mio vizio perché è un modo comodo di vivere quello di credersi grande di una grandezza latente"...
La morte del padre
Il secondo tema riguarda la morte del padre, che fu per Zeno una vera e propria catastrofe. Prima della morte di quest'ultimo egli era passato da una facoltà universitaria ad un'altra con indistruttibile fiducia nelle sue capacità; la scomparsa del padre fa crollare questa e molte altre sicurezze. Zeno piange non solo il padre, con cui ha avuto un rapporto difficile e di cui spesso ha sperato la morte, ma soprattutto sé stesso perché con la morte del padre scompare la possibilità di scaricare su questi la propria incapacità di operare scelte.
Il matrimonio di Zeno
Morto il padre, ritrova una figura paterna (da odiare) in Giovanni Malfenti. Si innamora della più bella delle sue tre figlie, Ada, e le chiede la mano. La ragazza rifiuta, dunque Zeno ripiega prima su Alberta, ma dopo un altro rifiuto si mette con la più brutta, Augusta.
..."voi, Zeno, avete bisogno di una donna che voglia vivere per voi e vi assista. Io voglio essere quella donna"…
Zeno così afferma: "Non avevo più da risolvere niente, perché tutto era stato risolto. Questa era la vera chiarezza."
Ancora una volta il protagonista è contento di non aver dovuto impegnarsi per proseguire una strada intrapresa, ed essere stato semplicemente travolto dagli eventi. Lui non ha scelto, è stato il contesto ad imporgli una decisione.
La moglie e l'amante
Zeno instaura un rapporto intimo con Carla, una povera ragazza a cui faceva beneficenza. Nonostante voglia trattare la ragazza come un oggetto, al fine di non rovinare il rapporto con la moglie; capisce che proseguire un rapporto di quel genere avrebbe leso alla "sanità" che Augusta aveva portato nella sua vita. Così sente il bisogno di allontanare Carla, ma l'ultimo abbraccio con quest'ultima viene sempre rimandato, come gli accadeva per l'"ultima sigaretta".
L'abbandono di Carla non avviene per esplicita iniziativa di Zeno, ma per volontà di lei e per le circostanze (L'atteggiamento di Zeno è sempre quello infantile di non decidere). La ragazza vuole conoscere la moglie di Zeno
La fanciulla si innamora del suo insegnate di musica ed accetta di sposarlo, ed è in quel momento che Zeno reagisce come "un cane cui venga conteso un saporito pezzo di carne", ma senza mai impegnarsi seriamente.
Storia di un'associazione commerciale
Zeno si dimostra inetto e contradditorio anche in occasione del suicidio del cognato Guido, marito di Ada e dunque suo rivale in amore. Cosini faceva da contabile nell'attività di Guido in crisi. Ma nonostante dicesse che la rivalità in amore fosse sparita da tempo, sembrava voler dimostrare la sua superiorità e far cadere ancora più in rovina il cognato.
Ma senza fare nulla di decisivo, ancora una volta scegliendo di non scegliere, assiste al suicidio di Guido che ingerisce una massiccia dose di sonnifero.
Psicoanalisi
Nell'ultimo capitolo Zeno decide di abbandonare la terapia psicanalitica, perché consapevole che l'uomo non può in alcun modo guarire dalla malattia. Anche nel momento in cui avvicinandosi all'economia di guerra, si sente guarito, riflettendo meglio si rende conto che la vita attuale è inquinata alle radici.
Afferma che non può esserci sanità nella civiltà degli ordigni. La saluta potrebbe essere raggiunta nel momento in cui un "uomo infinitamente malato" produca un ordigno incomparabile che distrugga la terra, facendola tornare alla forma di una nebulosa che erra nei cieli priva di parassiti e di malattie.