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Estratto del documento

And now, dear Margaret, do I not deserve to accomplish some great purpose? My life

might have been passed in ease and luxury; but I preferred glory to every enticement

that wealth placed in my path. Oh, that some encouraging voice would answer in the

affirmative! My courage and my resolution is firm; but my hopes fluctuate and my spirits

are often depressed. I am about to proceed on a long and difficult voyage, the

emergencies of which will demand all my fortitude: I am required not only to raise the

2

spirits of others, but sometimes to sustain my own, when theirs are failing.

Veniamo dunque a conoscenza anche di un desiderio particolarmente sentito del

giovane capitano, cioè quello di avere accanto a sé una persona fidata, che condivida

con lui lo slancio verso la scoperta e l’avventura.

But I have one want which I have never yet been able to satisfy; and the absence of the

object of which I now feel as a most severe evil. I have no friend, Margaret: when I am

glowing with the enthusiasm of success, there will be none to participate my joy; if I am

assailed by disappointment, no one will endeavour to sustain me in dejection. […] I desire

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the company of a man who could sympathise with me; whose eyes would reply to mine.

Nella quarta lettera di Walton troviamo il primo contatto tra lui e Victor: da subito

s’instaura un profondo legame tra i due, complice l’affinità caratteriale ed esistenziale.

Fatta conoscenza, però, Walton viene messo presto in guardia a proposito delle sue

aspirazioni:

Unhappy man! Do you share my madness? Have you drank also of the intoxicating

draught? Hear me--let me reveal my tale, and

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you will dash the cup from your lips!

2. Victor Frankenstein – Un

emarginato modello

Inizia la storia della vita di Victor Frankenstein,

nella quale si svelano molti particolari della sua

persona, ma anche i retroscena delle vite delle

persone che hanno avuto un ruolo importante

per lui: si scopre come ognuno abbia sofferto, a

proprio modo, per via dell’impossibilità di vivere

una vita normale. Come si vedrà, sono

comunque persone che riescono a recuperare il

proprio rapporto con il mondo e a superare le

difficoltà impostegli dal caso.

2.1. Personaggi importanti nel

processo di formazione

Caroline Beaufort trova lavoro da giovanissima per far fronte ai seri problemi

economici di suo padre, un tempo ricco mercante ora caduto in povertà. La morte del

Ibid.,

2 p. 65

Ibid.,

3 p. 67

Ibid.,

4 p. 77 8

suo unico familiare la lascia orfana e nullatenente: grazie però alla bontà del padre di

Victor, il quale prima le fa da tutore, e in seguito la sposa, ha un’occasione di riscatto e

dimostra, nonostante le vicende passate, grande determinatezza e sensibilità. È lei a

far crescere Victor con un carattere allo stesso tempo sensibile e testardo, che lo

renderà in seguito un fuoriclasse, un outsider: questo fattore influenzerà

pesantemente i suoi rapporti con le persone, definendo la sua emancipazione. Il suo

carattere è attivo, rivoluzionario, teso alla ricerca di conoscenze non ancora in mano

all’uomo:

My temper was sometimes violent, and my passions vehement; but by some law in my

temperature they were turned, not towards childish pursuits, but to an eager desire to

learn, and not to learn all things indiscriminately. […] It was the secrets of heaven and

earth that I desired to learn; and whether it was the outward substance of things, or the

inner spirit of nature and the mysterious soul of man that occupied me, still my inquiries

were directed to the metaphysical, or, in its highest sense, the physical secrets of the

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world.

Questo comportamento però pregiudica possibili contatti e amicizie che si sarebbero

potuti creare con nuove persone. Dopotutto, è ammissione dello stesso Victor di

essere una persona schiva, lontana dalla società e dai rapporti con gli altri.

It was my temper to avoid a crowd, and to attach myself fervently to a few. I was

indifferent, therefore, to my schoolfellows in general; but I united myself in the bonds of

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the closest friendship to one among them.

Il carattere di esclusività nella scelta dei rapporti fa comprendere come possa crearsi

un legame così solido tra Victor e Henry Clerval, il suo unico amico, il quale pure

conduce un’esistenza conflittuale con il mondo intorno a sé. A dispetto di un padre

soffocante e autoritario, Henry è un ragazzo di talento amante del pericolo, anche a

rischio della propria incolumità; tende, però, a perdere il contatto con la realtà,

giacché amante dei romanzi cavallereschi e delle gesta eroiche. Mary Shelley intende

quindi caratterizzarlo come personaggio al di fuori del proprio contesto sociale,

proiettato verso un passato ormai perso; Victor, al contrario, proietta le proprie

aspettative nel futuro della scoperta. Ognuno, pertanto, perde il proprio contatto con

la realtà presente e con l'ambiente in cui è inserito, in un progressivo processo di

alienazione.

Nel momento in cui Caroline adotta la piccola Elizabeth Lavenza, probabilmente

rivede in lei il proprio miserabile passato di sofferenza: la madre della giovane morì

quando era molto piccola, mentre il padre la lasciò in custodia a una famiglia di

contadini, senza alcuna eredità.

Entrambe queste figure femminili sono accomunate dal fatto che, anche dopo essere

tornate a vivere in condizioni normali (o persino agiate), conservino la propria purezza,

semplicità e innocenza.

This child was thin and very fair. Her hair was the brightest living gold, and despite the

poverty of her clothing, seemed to set a crown of distinction on her head. Her brow was

clear and ample, her blue eyes cloudless, and her lips and the moulding of her face so

expressive of sensibility and sweetness that none could behold her without looking on her

Ibid.,

5 p. 86

Ibid.,

6 p. 85 9

as of a distinct species, a being heaven-sent, and bearing a celestial stamp in all her

7

features.

Da questa descrizione si vede in che modo Mary Shelley incarni nelle figure femminili

del libro i massimi valori positivi della società ottocentesca, come calma,

concentrazione, sensibilità, determinatezza, lealtà: donne forti ma angeliche, che

offrono la possibilità di redenzione a chi soffre per i peccati commessi. La donna

diventa simbolo dell’equilibrio, che conserva in sé ed è capace di offrire agli altri: si

spiegherà quindi l’atto di distruzione della creatura femmina, perché simbolo della

perduta possibilità di salvezza per la creatura.

L’adozione di Elizabeth è però anche uno dei fattori causa del graduale processo di

alienazione di Victor dalla società: lei entra a far parte della famiglia e diventa cugina

di Victor, almeno di nome. Così il sentimento d’amore che nasce tra di loro viene

soffocato, perché percepito quale incestuoso e immorale. È

importante ricordare come ci sia stato un cambiamento

dalla prima versione del romanzo, dove Elizabeth era

veramente presentata nel ruolo di cugina di Victor; in

seguito Mary Shelley ha modificato l’impostazione, forse

perché ritenuta scandalosa.

3. Il percorso di decadenza – Osare come

peccato contro la morale di Dio (o senso

comune)

Al momento della partenza per l’Università di Ingolstadt,

Victor ha il primo accostamento all’esperienza della morte:

Caroline scompare a causa della scarlattina, contratta da

Elizabeth per esserle stata accanto durante la malattia. Anche la sofferenza derivante

dalla perdita concorre ad aumentare l’anelito del ragazzo alla scienza, vista come

possibilità di trascendere la morte e recuperare ciò che si è perso. Si può evincere dal

comportamento di Victor come non intenda metabolizzare gli eventi a cui la vita lo

sottopone, bensì la sua intenzione di trovare una soluzione, anche a costo di subire

delle perdite. Come ci si può aspettare, Elizabeth rinuncia persino al proprio dolore per

offrire conforto alla famiglia, e in qualche modo per sviare implicitamente Victor dai

suoi propositi; ancora una volta si vede come le due donne siano disposte a dare

anche parte di se stesse per chi amano.

Nel corso dei suoi studi a Ingolstadt, ci è fornito un chiaro esempio di discriminazione

nell’ambiente di studio: mister Krempe, professore tradizionalista, lo deride per la sua

passione per alchimisti come Paracelso e Cornelio Agrippa, e gli intima di lasciare stare

quelle che etichetta come sciocchezze. Un intero sistema di credenze viene minato

alla base dall’atteggiamento dell’insegnante, ma è l’occasione per Victor di

considerare da un’altra prospettiva i propri studi, e di considerare gli alchimisti come

predecessori della scienza moderna, quindi senza rinnegare il proprio percorso, ma

portandolo a una svolta. Anche l’interesse di Victor per figure come queste, che hanno

da sempre cercato di superare i limiti del mondo conosciuto (basti pensare alle

Ibid.,

7 p. 83 10

ricerche sulla pietra filosofale e

sull’immortalità), è indicativo dello spirito

con cui egli si accosta allo studio della

philosophia naturalis.

Conoscendo un altro insegnante, mister

Waldman, Victor trova un vero amico: al

nome degli alchimisti egli sorride, ma con

affetto e comprensione, poiché consapevole

del loro contributo al progresso scientifico.

Da qui trapela il messaggio di Mary Shelley

sulla negatività dei comportamenti

discriminatori come quello di mister Krempe,

offrendo in contrapposizione la figura di

Waldman, nella quale si vede l’effetto della

comprensione e dell’apertura verso ciò che

per senso comune può essere considerato

come inutile e sterile: esse possono rendere

le persone più complete e apprezzabili.

Il percorso nello studio della vita e della

morte in funzione della scienza è segnato da

una discesa negli incubi della mente umana

e nella follia derivante dall’incessante e violento alternarsi di speranza e fallimento;

egli vive giorno e notte immerso in una dimensione di decadimento e putrefazione,

vagando tra mattatoi e cimiteri alla ricerca di materie prime per creare una nuova vita.

L’esistenza di Victor è di nuovo segnata da un atto giudicato peccaminoso secondo il

senso comune; il suo sentimento d’amore è macchiato dall’incesto, mentre ora le sue

aspettative vertono verso una meta tradizionalmente proibita, quella di oltrepassare i

limiti che dividono la vita dalla morte. Questo è un segno rivelatore della coincidenza

tra l’allontanamento dai canoni, comunemente accettati, di normalità, e il processo di

distanziamento dalla società civile.

Le scelte di vita e il carattere del protagonista segnano la sua strada verso una totale

incomunicabilità con il mondo intorno, al termine della quale la cesura diventerà così

netta da permettergli di compiere un’unica scelta, cioè quella di inseguire la creatura

quale causa dei suoi mali, mentre in realtà essa è solo prodotto delle sue aspirazioni.

Già dall’inizio i legami tra l’uomo e la realtà cominciano a spezzarsi, come quelli

familiari:

The summer months passed while I was thus engaged, heart and soul, in one pursuit. It

was a most beautiful season; never did the fields bestow a more plentiful harvest, or the

vines yield a more luxuriant vintage: but my eyes were insensible to the charms of

nature. And the same feelings which made me neglect the scenes around me caused me

also to forget those friends who were so many miles absent, and whom I had not seen for

8

so long a time.

Ibid.,

8 p. 102 11

Victor si rende conto della natura corrotta

della situazione in cui si trova, ma il suo

entusiasmo soffoca ogni senso critico,

impedendogli di valutare il peso e il

significato della sua indagine.

4. La nascita della creatura –

Ritorno alla realtà e recupero dei

legami

All’apparente successo dell’esperimento

corrisponde in realtà un totale fallimento

delle aspettative di Victor: il corpo che ha

generato è orribile alla vista, e il senso

comune, facendosi strada in lui, gli mostra la

peccaminosità del suo atto. C’è un

immediato ritorno al piano della razionalità,

che gli fa comprendere le possibili

conseguenze del suo gesto, e si rende conto

del prezzo che ha pagato per poi ottenere

una delusione, cioè la stessa salute fisica e

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