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Essere donna: tra storie, diritti e quotidianità
Sintesi strutturale
Ho scelto, di iniziare il mio percorso da una scrittrice dei giorni nostri, Oriana
Fallaci. Per la verità, non è da molto tempo che mi sono avvicinata a questa
scrittrice, ma un giorno comprai un suo libro “lettera a un bambino mai nato”, e
quando iniziai a leggerlo, rimasi colpita da alcune frasi, con le quali dava molta
importanza alla donna, e alla sua condizione durante la maternità. Da qui, ho
scelto di collegarmi al profilo femminile che emerge in Italia negli anni ’70 del
XX secolo, in corrispondenza con la nascita e lo sviluppo del movimento
femminista . Nello stesso periodo, anche negli USA ed in Inghilterra, si stava
diffondendo il movimento suffragista, dove, alcune associazioni, iniziarono ad
organizzare manifestazioni e proteste, al fine di rivendicare i propri diritti.
Successivamente, possiamo dire che in Italia, come in molte altre parti del
mondo, le donne iniziarono ad ottenere i primi cambiamenti, soprattutto per
quanto riguarda la concessione dei diritti fondamentali e la tutela in campo
lavorativo e personale. Per quanto concerne il lavoro, ho scelto di analizzare
dapprima le condizioni lavorative del passato, i vantaggi e gli svantaggi, per
collegarmi poi, allo sviluppo dell’imprenditoria attuale ed ai finanziamenti che
vengono concessi sull’intero territorio nazionale. Chiaramente ho cercato di fare
un’analisi ed un approfondimento generale, sulla condizione delle donne nel
mondo, su ciò che le accomuna, e ciò che le differenzia, dall’origine della
subordinazione della donna, agli interventi di politica internazionale, grazie ai
quali furono tenute le conferenze mondiali sulla condizione femminile. Inoltre,
non poteva mancare, un accenno alla conferenza internazionale di Copenaghen,
con la quale fu istituita la giornata internazionale delle donne, per commemorare
il giorno in cui, delle operaie di un industria tessile di New York, scioperarono
come forma di protesta contro le terribili condizioni in cui si trovavano a
lavorare. Ma fu proprio l’otto marzo che, i proprietari dell’azienda bloccarono
le uscite della fabbrica impedendo alle operaie di uscire dalla stessa. Lo scoppio
di un incendio ferì mortalmente molte di loro. Infine, ho fatto un breve
approfondimento sulla statistica, ed in particolare sulla violenza e sui
maltrattamenti dentro e fuori la famiglia. 3
I.T.C. “Leonardo Da Vinci” Classe V sez. B – Igea
Essere donna: tra storie, diritti e quotidianità
SOMMARIO
1. Oriana Fallaci pag. 4
Il Femminismo italiano negli anni ’70 – ’80 pag. 8
2. pag. 12
3. The Suffragist Movement
I diritti delle donne pag. 14
4.
5. La tutela della donna pag. 18
L’imprenditoria femminile pag. 23
6.
7. Le donne nel mondo pag. 27
8. Le 8 mars: la journée internationale des femmes pag. 32
9. La statistica pag. 34
4
I.T.C. “Leonardo Da Vinci” Classe V sez. B – Igea
Essere donna: tra storie, diritti e quotidianità Capitolo 1
Oriana Fallaci
1.1 Biografia
Nata a Firenze, il 29 Giugno del 1929.
La prima di tre sorelle, è cresciuta in una famiglia con idee liberali. Il
padre, un attivo antifascista coinvolse la figlia a soli dieci anni, nella
resistenza, con compiti di vedetta, vivendo in prima persona i drammi
della guerra di quel periodo.
Nel 1943, all’età di soli 14 anni, ricevette un riconoscimento d’onore
dall’esercito Italiano.
Conseguiti gli studi classici, si iscrisse alla facoltà di medicina, che
abbandonò poco dopo per dedicarsi agli studi di giornalismo alla
Columbia College di Chicago dove ottenne la laurea di honoris causa in
letteratura.
Il 2 Ottobre del 1968 alla vigilia dei Giochi Olimpici , durante una
manifestazione di protesta degli studenti universitari, contro l’occupazione
militare del Campus dell’UNAM, rimase ferita, e la polizia messicana
senza scrupoli la spedì direttamente all’obitorio, ancora viva.
Nel 1973 conobbe l’Alekos Panagulis, ne diventerà compagna di vita fino
alla morte di lui, avvenuta in un apparente incidente stradale.
Per tutti gli anni ’90 è vissuta a New York, che considerò la sua seconda
patria assieme a Firenze, dove iniziò a scrivere un romanzo sulla sua vita.
Con l’episodio dell’11 settembre, coglie l’occasione per inviare una lettera
all’allora direttore del “Corriere della sera” Ferruccio de Bortoli,
schierandosi contro tutti gli Italiani che espressero un sentimento di gioia
per la caduta delle Torri Gemelle.
Il tumore di cui si era ammalata nel 2001, le tolse la vita nel 2006 all’età
di 77 anni. 5
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Essere donna: tra storie, diritti e quotidianità
1.2 Lei è Oriana:
«Ho sempre amato la vita. Chi ama la vita non riesce mai ad adeguarsi,
subire, farsi comandare. Chi ama la vita è sempre con il fucile alla finestra
per difenderla… Un essere umano che si adegua, che subisce, che si fa
comandare, non è un essere umano»
La Fallaci, da sempre viene ricordata come una donna ed una professionista
come poche. Spesso odiata da molti perché nelle sue interviste riusciva sempre a
far dire cose che l’intervistato avrebbe celato, era invece amata da tanti per il
suo coraggio sfrontato che incuteva timore anche agli uomini più burberi e
potenti della terra. Ha iniziato la sua carriera di giornalista con un articolo di
cronaca, ma le sue doti spiccate le valsero in fretta incarichi importanti.
Cresciuta in una famiglia che era contro
la dittatura, ben presto si oppose al
fascismo,fu la prima donna che si recò
in qualità di corrispondente di guerra
per L’Europeo in Vietnam,e seguì anche
i conflitti tra India e Pakistan in Sud
America e in Medio Oriente. È stata e
sarà sempre un esempio per molte donne
che hanno il timore di esprimere se
stesse. Oriana invece no; in ogni
singolo attimo della sua vita è stata
sempre capace di rivolgersi agli altri con
tono forte e deciso, tutelando la dignità
di ogni donna e scontrandosi delle volte
contro tutti coloro che lei riteneva dei
“buoni a nulla”. Schierata da sempre
contro Mussulmani e Messicani, non
sapeva quali dei due odiasse di più. Le
sue parole, spesso semplici e dirette,
erano la dimostrazione che lei non
temeva il giudizio di nessuno, nel 2002 in Italia si oppose all’autorizzazione
della manifestazione organizzata dai noglobal a Firenze, per il timore che si
potessero ripetere i fatti del G8 di Genova del 2001. Si dichiarò indignata contro
la costruzione di una moschea a Colle Val d’Elsa dichiarando, di esser capace di
farla saltare in aria con degli esplosivi, perché non voleva vedere un minareto
nel paesaggio di Giotto, quando nei loro paesi non poteva neppure indossare una
croce o portare una bibbia. Si schierò contro l’eutanasia ed espose la sua
personale posizione sull’aborto, “a meno che di non essere violentata e messa
incinta da un Osama Bin Landen”. Per lei i politici, o cosiddetti politici, non
avevano molto valore, tantè che alle elezioni politiche del 2006 affermò di non
aver votato, definendo Prodi e Berlusconi come “due fottuti idioti”, definendo la
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Essere donna: tra storie, diritti e quotidianità
gente che li aveva votati, senza un minimo di dignità. Dopo aver espresso per
tutta la vita opinioni anticlericali e dopo essersi dichiarata “atea-cristiana”,
dichiarò pubblicamente la sua ammirazione verso Papa Benedetto XVI, con il
quale ebbe un incontro privato. Oltre alla sua carriera, era molto legata alla
famiglia, soprattutto alla madre ed al compagno, ai quali donava immenso
amore e tenerezza. L’atteggiamento che ha sempre contraddistinto la Fallaci lo si
evince in maniera esemplare in una sua dichiarazione, nella quale disse: “su ogni
esperienza personale lascio brandelli d’anima e partecipo a ciò che vedo o sento
come se riguardasse me personalmente e dovessi prendere una posizione (infatti
ne prendo sempre una basata su una precisa scelta morale)” A partire da questo è
da rilevare come la scrittura della Fallaci nasceva sempre da precise motivazioni
di ordine etico e morale, il tutto filtrato da un tocco di scrittrice come poche il
nostro paese può vantare. Secondo quanto da lei stessa riferito, “l’input” che in
genere la conduce a prendere carta e penna è: “quello di raccontare una storia
con un significato, una grande emozione, un’emozione psicologica, politica ed
intellettuale.
1.3 Bibliografia
Come scrittrice con i suoi 12 libri ha venduto venti milioni di copie in tutto il
mondo.
- I sette peccati di Hollywood;
- Il sesso inutile;
- Penelope alla guerra;
- Gli antipatici;
- Se il sole muore;
- Niente e così sia;
- Qual giorno sulla luna;
- Intervista con la storia;
- Lettera a un bambino mai nato;
- Un uomo;
- Insciallah;
- La rabbia e l’orgoglio;
- La forza della ragione.
“Lettera ad un bambino mai nato”
A chi non teme il dubbio,
a chi si chiede il perché
senza stancarsi e a costo
di soffrire o di morire.
A chi si pone il dilemma 7
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Essere donna: tra storie, diritti e quotidianità
Di dare vita o negarla.
Questo libro è dedicato
Da una donna
Per tutte le donne.
È il tragico monologo di una donna che aspetta un figlio e che si pone il
dilemma se darlo alla luce oppure no. Una donna di cui non si conosce nulla,
l’unico riconoscimento che ci viene dato per immaginarla è che vive nel nostro
tempo, sola, indipendente e lavora. Nel monologo la donna si pone svariate
domande: se basta volere un figlio per costringere alla vita quel figlio? Se è
giusto sacrificare una vita già fatta ad una vita che ancora non è? Sette
personaggi compaiono nel libro, anch’essi senza descrizione, : il padre del
bambino, l’amica femminista, il datore di lavoro, il medico ottuso, la dottoressa
moderna, gli anziani genitori. Tutti testimoni ignari di quel rapporto impossibile,
basato su un’altalena di amore ed odio,incertezze e paure. Infine lei, lancia la
sfida al suo piccolo bambino : a lei il diritto di esistere senza lasciarsi
condizionare da lui, a lui il diritto di decidere se vuole esistere o no. Il bambino
decide, e non solo per se stesso. Il suo rifiuto per la vita, ora che sa quanto sia
faticosa e difficile , coinvolge infatti la madre. Infine è l’allucinante colpo di
scena che spiazza, e il verdetto con cui si conferma che alla fine è sempre lei a
pagare. Il bambino non nascerà mai.
Più che del tema dell’aborto, secondo molti tratta quello della gravidanza. Le
gioie e i dolori che la circondano. Il travaglio,i dubbi, l’accettazione o la
ribellione che ne possono derivare. La fallaci racconta il dramma di una donna,
che ha dovuto affrontare prima il problema della gravidanza in una società
conformista, e poi quello della perdita del figlio. Le reazioni opposte di una
donna,tutto l’amore e tutto l’odio, il desiderio di avere un bambino che si sente
proprio e l’ostilità verso questa vita che cresce dentro e che si sente estranea,ha
raccontato della vita e della morte. Un libro complesso che tocca molte
questioni. Un libro attuale, nonostante siano trascorsi più di 30 anni dalla sua
pubblicazione, perché la vita e la morte sono temi sempre ricorrenti. Alcune frasi
che mi hanno particolarmente colpito riguardano la considerazione che l’uomo
fin dal principio ha avuto della donna, come ad esempio: “ Lo so: il nostro è un
mondo fabbricato dagli uomini per gli uomini, la loro dittatura è così antica che
si estende perfino al linguaggio. Si dice uomo per dire uomo e donna, si dice
bambino per dire bambino e bambina, si dice figlio per dire figlio e figlia. Nelle
leggende che gli uomini hanno inventato per spiegare la vita, la prima creatura
non è una donna: è un uomo chiamato Adamo. Eva arriva dopo, per divertirlo e
combinare guai”. Per me questa frase è molto significativa, fa comprendere il
vero valore che è stato dato alla donna, fin dall’inizio della creazione del mondo.
Capitolo 2
8
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