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Introduzione.

Non dimenticando mai l’importanza culturale dei gender studies propongo un breve studio di

eroiche protagoniste del mondo letterario e del melodramma; la polarità che costituisce questa

tesina mette in luce le profonde differenze di rappresentazione di due tipologie femminili: la donna

virginale, la donna sensuale, non senza dimenticare il punto di vista maschile che le ha prodotte, il

contesto storico in cui si affermarono e le protagoniste sfumate al limite tra purezza, fervore

romantico, decadenza.

Presento una parabola non solo letteraria ma anche esistenziale che delinea la percezione del

mondo maschile nei confronti delle donne nel corso del XIX secolo, avendo scelto come punto di

riferimento il mondo classico, e in particolare la figura di Medea.

La scelta di inserire suggestioni “melodrammatiche” vuole essere espressione dell’entusiasmo con

cui ho partecipato per due anni al progetto “all’ opera con filosofia”.

mi ha permesso di conoscere in parte la musica e l’importanza che essa ha assunto nel

Questo corso

corso dei secoli, l’alto valore di Humanitas di cui essa è permeata, la bellezza che lo spettacolo

possiede nella sua integrità, costituita,oltre che dalla musica magistrale, dalla scenografia,dai

costumi,dai cantanti. L’opera inoltre, mi ha portato a comprendere meglio il valore dei momenti

della letteratura, dell’arte, della storia, attraverso collegamenti interdisciplinari guidati dai

durante le lezioni preparatorie alla visione dell’opera stessa.

professori che ci hanno sostenuto

I gender studies: apologia di un piccolo studio.

“L’effigie del mondo ”.

1

L’arte può essere interpretata attraverso delle “lenti” che di fatto non studiano un prodotto artistico in sé;

è il caso questo delle letture marxiste,antropologiche, psicologiche(…).Tra queste, mi interessa

particolarmente la lettura femminista di un fatto storico-culturale, che si inquadra nella prospettiva dei

gender studies. Essi si inseriscono in questo gruppo di studi artistici che si occupano di valutare un

prodotto artistico studiando i possibili fattori culturali che abbiano condotto l’artista alla propria

l’arte figurativa,

creazione. Nella vasta produzione dei gender studies vi è spazio per la letteratura,

il melodramma : donne che parlano di altre donne, archetipi di personalità e sentimenti eternati

attraverso l’arte, che stigmatizzano la “piccola storia” delle donne di ogni tempo, di ogni luogo.

l’esperienza intellettuale della scrittrice francese Chaterine Clèment, la

In particolare risulta interessante del melodramma. L’originalità dei suoi studi

quale propone una lettura femminista, socio-antropologica

è riscontrabile nell’uso di un linguaggio familiare, un’ironia viva e “Mon historie ne te plait

audace.

pas? Attraverso questa interrogativa retorica la scrittrice mette in luce i propri propositi contenutistici e

stilistici : raccontare una storia che esprima la sua propria interpretazione riguardo al melodramma,

ponendosi in dialettica rispetto alla critica musicologia del suo tempo.

Punti questi, che ricordano la Virgina Woolf scrittirce del saggio "a room of owns own". Ironica "why no

women wrote a word of that exstraordinary letterature where every other man,it seemed, was capable of

2

song or sonnet? "e virile nella difesa intellettuale della propria causa "to have lived a free life in Londono

during the XVI century, would have meant for a women-poet a nervous stress and dilemma which might

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have killed her (...)a women,with a gift for poetry, was unhappy,all the life condition wer hostile to her ".

In 200 pagine V.Woolf cammina tra i secoli della letteratura alla ricerca della sensibilità e del punto di

vista femminile, da Medea ad Anna Karenina , tutte così imprevedibili, splendide, eroiche, "grate as man,

4

some ever grater " .Virginia Woolf analizza la produzione artistica di donne messe a tacere o obbligate a

scrivere sotto pseudonimo dalla società misogina e pedante, personificata dal “dottor Treveleyian”. La

sua è una profonda analisi femminista del mondo letterario, facendo pur trasparire lo sdegno e il dolore

per tutte quelle donne del passato e del suo presente (cita ad esempio il regime fascista) cui è stata negata

non solo l’immortalità in arte, ma anche “una stanza tutta per sé” e un lavoro a garanzia dell’ autonomia

personale. Cathrine Clemènt, narratrice delle histoires, scandaglia invece "i diversi celebri melodrammi

sostenendo che, per ragioni di controllo sociale , vi sarebbe messa in scena la repressione e la sconfitta

5

dei personaggi femminili in base a coerenti sviluppi storici. " Di fatto " l'opera ou la defaite des femmes"

6

(1979) risulta essere l'opera "destinata a diventare testo fondamentale per i gender studies e la musica ",

una donna infatti, che osserva e studia la psiche che appartiene al proprio muss es sein nel mondo, non

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senza "l'autorevolezza quando tratta di gender e di musica ".

1 T. Tasso donna, il bel vetro tondo

a room of one ’s own

2 Virginia Woolf, materiale web

a room of one ’s own

3 V.Woolf, cit.

a room of one ’s own

4 V.Woolf, cit.

5 Carolyn Abbate, Musicologia e gender studies ,Enciclopedia della musica Einaudi, Torino, 2002 pp. 778

6 C. Abbate, Musicologia e gender studies, cit., p, 772

7 C. Abbate Musicologia e gender studies, cit., p. 778

. Medea ieri, oggi, sempre

1 Ma tu, tu sei terra.

1

Sei radice feroce .

Non è possibile valutare la Medea di Euripide senza prendere i considerazione il contesto storico-

culturale in cui fu prodotta. Euripide pone il cittadino libero, ateniese innanzi a una questione

urgente e circoscritta alla vita associativa della πόλις. Il sistema legislativo ateniese taceva riguardo

alla questione dell’unione matrimoniale tra uomo e donna. Medea nel corso dell’intera tragedia

ἄπολις, ξ νος,

rivendica dei diritti, urla al riconoscimento del suo valore di moglie e madre resa έ

ἔρημος non tutelata dal νόμος. L’unico modo per compiere giustizia è la vendetta personale (“ma

quando la donna si trova offesa quanto al letto nuziale, non esiste altra sofferenza più micidiale

nell’anima ” , “voglio infatti

2 essere io oggetto di riso per i nemici impuniti?Bisogna osare questo”)

è sola in una terra che non le appartiene più, ha ucciso il fratello per seguire Giasone, fatto che non

l’ αἰδώς. L’uccisone dei figli, indubitabile ai suoi occhi è dunque

le permette di tornare in patria per

un gesto necessario che Euripide propone in scena per destare gli animi, sensibilizzare la città alla

questione femminile e in questo senso si parla di tragedia priva di catarsi.

“ A che tardiamo noi?

Non fare cose terribili e necessarie è da codardo.

Orsù, prendi la spada, o mia mano sfortunata,prendila,

va verso la barriera lamentevole della vitae non avvilirti

e non ricordarti dei figli, come ti sono carissimi,

come li generasti dimentica i figli tuoi per un

breve giorno e inseguito lamentati; poiché anche ”

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se li ucciderai tuttavia ti saranno cari, ma io sono una donna sfortunata.

(…)Ohimè, come sfuggire al furore della madre?

4

Non so, fratello carissimo, poiché siamo morti

l’immagine di Medea risulta essere quella di maga (“a

Tuttavia giovane principessa morì

all’istante. E anche il padre Creonte per effetto dei tuoi veleni ”),sola (“ma

5 io, essendo

”), in preda alla follia(“Zeus

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abbandonata, senza patria sono oltraggiata da un uomo intendi tu

”), donna virile (“terribile

7

quali cose soffiano da questa leonessa abominevole e infanticida con i

”),quasi privata della cum passio collettiva. Questo aspetto è

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nemici e benevola con gli amici

riconducibile alla strategia comunicativa di Euripide secondo cui la tragedia, che deve sensibilizzare

il cittadino ateniese rispetto ad una problematica sociale, non si realizza attraverso un confronto con

la realtà ma piuttosto si trova nel cuore del protagonista che vive in una condizione di alterità.

(straniera, diversa) rispetto al nucleo sociale in cui agisce. Euripide quindi affida ad una donna

barbara il compito di porre il problema sui diritti della donna, rendendo più accettabile al pubblico

ateniese la provocazione sulla discriminazione femminile, scandaglia le pulsioni irrazionali

dell’uomo e rispetto ad esse la luce della ragione, che fortifica le pulsioni che placarle, costituisce

l’esito tragico. Medea, grazie alla “drammaturgia dell’ irrazionale” di Euripide,e alla sua

femminilità primordiale, si eleva nei secoli della letteratura come eroina suscettibile di profonde e

diverse interpretazioni, universali e sempre attuali. E’ dunque un personaggio che si carica di

1 Cesare Pavese, Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, Einaudi, Torino, 1998

2 Euripide, Medea v. 265-266

3 Euripide, Medea v. 1241-1250

4 Euripide, Medea v. 1271-1272

5 Euripide, Medea v.1125-1126

6 Euripide, Medea v. 255-256

7 Euripide, Medea v. 1121-1122

8 Euripide, Medea v. 809-810

significati sempre nuovi, mai anacronistico, viene plasmato dagli autori di secolo in secolo secondo

le esigenze di espressione di un pensiero.

Un’ interpretazione rappresentativa in questo senso è riscontrabile nel teatro senecano : la tragedia

di Seneca mette in luce il παθειν che allontana, inesorabile, l’uomo dal λόγος. (“dove si

frangeranno i flutti di una furia senza argini?Non è un delitto dei soliti quello che tra sé

”) È, quella di Seneca, una Medea di passioni estenuate( se vincit) dell’

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medita:supererà se stessa

modello tragico che mostri un’icastica contrapposizione

anti-humanitas, con i trattati stoici della

“terapia dell’animo ” che insegnano il “se habere”. Viene inoltre accentuato il gusto latino per il

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truce, il macabro, eredità della storia della letteratura latina arcaica ( Accio , Pacuvio) ”a te offro un

su zolle insanguinate (…)con il mio sangue sull’altare abituati mano a snudare la spada.

sacrifico ”.

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A versare il sangue che ti è caro

Il libretto della Medea di Cherubini “i rifà più a Seneca che a Euripide ”, accentuando non tanto

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drammaturgo (e quindi la condanna delle passioni), ma l’elemento

lo stoicismo del Seneca

dionisiaco vibrante nella personalità di Medea. È dunque musica di orrore da parte dell’umanità

intera, espressione della “dialettica del negativo” secondo cui Giasone rappresenta l’eroe egoista,

portatore di sventura. Medea, figura aulica e coturnata, permette il ricorso alla classicità,

esautorando la tragedia dal messaggio socio-culturale, ed accentuando le pulsioni irrazionali della

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protagonista .

Per quanto riguarda i gender studies, è possibile citare una recente (1996) lettura in chiave

femminista della tragedia : Medea di Christa Wolf. La protagonista è una figura innocente, vittima

di equivoci e accuse che la vogliono colpevole delle morti connesse alla sua figura (es. il fratello

Absirto è in realtà stato ucciso dal padre). La struttura del romanzo è costutuita da una serie di

monologhi ( il sottotitolo è “Voci” ) in cui emerge l’estrema sensibilità e umanità di Medea. La

Wolf propone Medea come un’ eroina portatrice dei valori del matriarcato e come tale non avrebbe

mai potuto uccidere i figli, compiere cioè un delitto contro natura (i figli sarebbero stati lapidati

dalla folla inferocita).

Quella di C.Wolf è quindi una Medea che vuole provocare e sensibilizzare il lettore proponendo

una contraposizione tra matriarcato e patriarcato, espressa attraverso la causa femminista.

Questa tesi rispecchia un problema storico-antropologico, materia degli studi contemporanei che fa

capo a Bachofen, secondo cui, prima che si sviluppasse una società caratterizzata dal primato

dell’uomo e dalla soggezione della donna, sarebbe esistita una società in cui dominava la figura

. Il valore di potenza e supremazia maschile, celerebbe in questo senso l’incubo del

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femminile

matrarcato.

. Tra redenzione e cristiana rassegnazione.

2 Sempre con fe’ sincera

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Diedi fiori agli altar .

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