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Sintesi
Estratto del documento

TOTALITARISMI

Ponendosi in questo modo polemicamente nei confronti del regime,

in quanto totalitarismo è un termine per indicare quei regimi politici

che si propongono di occupare in maniera totale le istituzioni e la

monopolio

società. Li caratterizza il dei mezzi di comunicazione di

massa e del sistema formativo; si differenzia perciò

dall’autoritarismo: mentre quest’ultimo consente una certa

possibilità di dissenso, il primo impedisce l’esistenza di ogni

opposizione. Ad un certo punto, l’espressione cominciò ad essere

usata per designare tutte le dittature monopartitiche, nonostante le

sostanziali differenze di fondo. Infatti rimangono tutta una serie di

differenze di base sociale e di ideologia che rendono fascismo e

comunismo due fenomeni chiaramente e decisamente contrapposti.

Tuttavia, non bisogna dimenticare che sulla base di ideologie aventi

prassi di dominio politico

contenuti diversi si possono costruire

sostanzialmente analoghe . E nella Germania hitleriana e nella

Russia di Stalin si è verificato proprio questo fenomeno: sopra diverse

basi sociali e diverse ideologie si è innescata una prassi politica

fondamentalmente simile. È legittimo quindi parlare di totalitarismo

fascista e di totalitarismo comunista, nel senso appena indicato; ma

ne segue anche che è illegittimo usare quelle espressioni se con esse si

vuole affermare che il comunismo ed il fascismo sono per loro natura

dei fenomeni necessariamente totalitari.

D’altra parte le differenze tra fascismo e comunismo producono

effetti rilevanti sulla stessa prassi totalitaria. Questa assume nei

caratteri parzialmente diversi

differenti sistemi , in relazione

all’indirizzo politico generale del sistema politico; e acquista inoltre

diversa dinamica evolutiva

nei differenti sistemi una . L’indirizzo

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politico generale del comunismo è l’industrializzazione e la

modernizzazione forzate in vista della costruzione di una società

senza classi; l’indirizzo politico generale del fascismo è l’instaurazione

della supremazia assoluta e permanente della razza eletta. Perciò

nei due tipi di sistemi, il totalitarismo è collegato per esempio con

una diversa politica economica: da un lato si procede a una

statalizzazione completa delle attività economiche, dall’altro si

mantiene la massima parte dell’economia nella sfera privata. È da

collegarsi anche a un diverso tipo di violenza: in un caso il risultato

più caratteristico è il campo di lavoro forzato, espressione della

violenza come mezzo per costruire un nuovo ordine, nell’altro caso il

risultato è il campo di sterminio, espressione della volontà di

distruzione, pura e semplice, di una razza considerata inferiore. I

sistemi comunisti sono meno vulnerabili, perché distruggono la

vecchia classe dirigente e riplasmano interamente la struttura

sociale. Al contrario, i sistemi fascisti sono più vulnerabili perché

lasciano intatte - in larga misura – la vecchia classe dirigente e la

stessa struttura economico-sociale; perciò essi vanno probabilmente

incontro a crisi ricorrenti dalle quali non possono uscire vittoriosi se

non per mezzo di una nuova intensificazione della violenza di massa

e della politica totalitaria 5

AVVENTO DEL FASCISMO Benito

I Fasci Italiani vennero istituiti il 23 Marzo 1919, a Milano da

Mussolini , ex-socialista e direttore

dell’ "Avanti! " espulso dal partito

socialista per essersi schierato tra gli

interventisti nel dibattito politico

interno italiano concernente la

partecipazione alla Prima Guerra

Mondiale (1915).Il loro successo,

prima limitato, crebbe col passare

degli anni di pari passo con la crisi

dello stato liberale dovuta anche alla Guerra del ‘15-’18. Essi

apparvero subito come un movimento molto violento, addirittura le

loro squadre venivano pagate dalla confederazione degli Agrari e

poi degli Industriali per sedare le rivolte dei movimenti operai e

contadini, che puntualmente corrispondevano a devastazioni delle

sedi dei sindacati, intimidazioni dei capi sindacali e addirittura

eliminazioni fisiche dei più pericolosi rivoltosi. Il Fascismo era anche

caratterizzato da ideologie avanzatissime come il passaggio da

monarchia a Repubblica e la convocazione di un assemblea

costituente, ed era abilmente impostato come un movimento

ambivalente che, ad esempio, durante l’ultimo ministero Giolitti

(1920-1921) si presentò inizialmente come spalla subordinata

all’uomo politico liberale, per poi impostare una campagna

elettorale rivolta contro lo stesso Giolitti nelle elezioni del 1921. In

realtà Giolitti aveva forse sottovalutato questo nuovo partito

illudendosi di poterlo utilizzare a suo piacimento nello scacchiere

della politica interna italiana. Giolitti si dovette dimettere nel 1921 e

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gli succedettero prima Bonomi (luglio 1921-febbraio 1921) e poi Facta

(febbraio-ottobre 1921), sotto i quali ministeri il fascismo crebbe

enormemente nei consensi. Mussolini però era abilmente attento a

non apparire troppo legato alle squadre d’azione che agivano

nell’illegalità, e voleva a tutti i costi creare un apparenza legale, e

perciò trasformò il movimento dei Fasci in PNF, Partito Nazionale

Fascista. Sempre più influente in campo politico, il partito si accosta

anche alla monarchia in un discorso molto ambiguo pronunciato il

20 settembre 1922. Dopo questa crescita e presentazione, il 28

ottobre 1922 i fascisti decidono di agire organizzando la famigerata

"Marcia su Roma" che portò il re ad affidare l’incarico di formare un

nuovo governo a Benito Mussolini

come se fosse stato un normale

avvicendamento al potere tra

Mussolini e il Facta. Furbescamente

Mussolini dichiarò inizialmente che,

pur potendo formare un governo

solamente fascista, avrebbe

tuttavia lasciato spazio ad altri

partiti come quello liberale, quello

popolare e quello dell’esercito.

Tutto ciò fu proclamato nel famoso

"Discorso del Bivacco" al quale seguirono alcune riforme volte a

trasformare il governo fascista in vero e proprio regime: dalla fine

del 1922 le decisione del Gran Consiglio del Fascismo divennero più

importanti di quelle dello stesso governo, nello stesso periodo nacque

la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, che consisteva in un

esercito di partito completamente illegale nella realtà, ma ora

assolutamente normale e anzi adeguato all’andamento del regime.

Nel 1924 il Fascismo approvò le Legge Acerbo, che sarebbe stata

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determinante nelle successive elezioni, assegnando un vastissimo

numero di seggi ai vincitori, prevedibilmente fascisti. E così fu: i

fascisti, grazie alle intimidazioni, alle sopraffazioni e alle minacce,

stravinsero le elezioni del 1924, ma il regime fu sul punto di crollare

sotto i colpi della denuncia alla Camera di Giacomo Matteotti,

deputato Socialista, che contestò la validità delle elezioni fornendo

un ampio e documentato elenco delle violenze fasciste e accusandoli

dell’omicidio di un candidato "pericoloso". La Camera rimase

sconvolta e molti esponenti del governo, anche fascisti, decisero di

abbandonare la seduta. Mussolini allora rispose proclamando, il 3

Gennaio 1925 la fine della libertà di opposizione al governo,

dichiarando l’illegalità di ogni forma di disapprovazione nei

confronti governo: era il famoso Colpo di Stato che portò al Regime

vero e proprio. Da questo momento il fascismo fece in modo di

controllare tutte le strutture dello stato annullando qualsiasi

possibile reazione avversa, fondando organizzazione volte

all’esaltazione nazionale e quindi facendo leva sullo spirito

nazionalista e sulla coscienza nazionale di ciascun italiano. La scuola

venne conformata al regime, in modo da formare provetti fascisti,

nuove riforme modificano progressivamente tutte le strutture statali,

nacque uno Stato Corporativo nel 1927 con l’approvazione della

Carta del Lavoro, e in questo Stato Corporativo si sostituiscono alla

Camera dei deputati la Camera dei Fasci e delle Corporazioni,

vengono istituiti il confino di polizia e un Tribunale Speciale per la

Difesa dello Stato. Per quanto riguarda i rapporti con la Chiesa, fino

ad allora non proprio idilliaci (si ricordi il non-expedit), il fascismo

capì che era necessario stabilire dei confini tra i due poteri, e infatti

nel 1929 firmò i Patti Lateranensi che stabilivano a prezzo di

pericolose confusioni, l’istituzione della Città del Vaticano con,

teoricamente, sovranità della Chiesa sia in campo giuridico normale

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che religioso, ma in realtà questa sovranità veniva intaccata da

alcuni articoli degli stessi accordi. Il Regime si caratterizzò anche per

la politica volta all’autarchia cioè al raggiungimento

dell’autosufficienza nel maggior numero di settori possibili della

produzione e per il militarismo. 9

ASCESA DEL NAZISMO

La Germania era uscita sconfitta dalla

Prima Guerra Mondiale ed era stata

indicata come l’unica responsabile dello

scoppio del conflitto, infatti le era stato

imposto tramite il famoso Trattato di

Versailles (detto anche Diktat per

l’eccezionale durezza) del 1919 il

pagamento di un ingentissima somma

come risarcimento ai vincitori della

guerra, che, se ipoteticamente fosse

stata pagata immediatamente, avrebbe completamente raso al

suolo la potenza economica della nazione per secoli interi. Trovatasi

quindi in una situazione disastrosa, la Germania seppe avviare una

ricostruzione interna, animata da forte spirito di rivalsa nei confronti

degli autori del Diktat, che si avvalse anche dell’appoggio della

Russia, altra potenza crollata di fronte alla Guerra e ora isolata dal

resto del mondo per il suo comunismo. La Repubblica di Weimar,

fondata nel 1919 e di ispirazione socialdemocratica si avvicinò

decisamente alla Russia comunista firmando il 16 Aprile 1922 il

Trattato di Rapallo col quale si impegnava a intensificare le

reciproche relazioni economiche. I due stati si spalleggiarono nella

reciproca ricostruzione industriale ma anche militare, infatti, i

tedeschi impiantarono nella vicina Russia le fabbriche di armi che la

Società delle Nazioni aveva proibito di ricostruire in territorio

tedesco. Pur dimostrando notevoli capacità di ripresa, nella politica

interna, la Germania era animata da contrasti tra il partito

nazionalsocialista a il partito comunista che erano in opposizione coi

socialdemocratici al governo, rimproverandogli, il primo di avere

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firmato il Diktat nonostante, a loro parere, la Germania avesse

ancora la potenza per vincere la Guerra, e i secondi per aver

rimpastato la vecchia Germania mutandone soltanto le istituzioni

politiche. Nel 1923, Francia e Belgio, non ricevendo ancora i

risarcimenti della guerra dai tedeschi, decidono di occupare il bacino

minerario della Ruhr, maggiore fonte di ricchezza e indispensabile

condizione della rinascita tedesca, privando la Germania della

spinta economica di base. Da qui sprofonda in una grossa crisi,

poiché il governo proclama una resistenza passiva dei lavoratori

della Ruhr finanziata dallo stesso ma che, per ovvii motivi, non può

andare avanti a lungo. La situazione, dalla quale Belgio e Francia

non traggono alcun

vantaggio, viene risolta

parzialmente con

l’intervento degli Stati Uniti

che, col Piano Dawes

(1924), "colonizzano" la

Germania per permetterle

di pagare, almeno

parzialmente, i debiti

sfruttandone l’industria leggera e limitando la manutenzione di tutti

gli impianti al minimo per trarne il massimo profitto. Grazie a

questo sfruttamento in Europa cominciano a circolare quei soldi che

dovevano andare a risarcire non solo i paesi Europei, ma anche e

soprattutto gli Stati Uniti che avevano fatto ingenti prestiti durante

il conflitto Mondiale. Il Piano Dawes termina nel 1929 con un’altra

crisi che porta l’economia tedesca, ma non solo, ad un pericoloso

tracollo e all’avvicendamento al potere dei nazisti sui

socialdemocratici, che nel frattempo avevano fatto entrare nel 1925

11

Adolf Hitler

lo stato nella Società delle Nazioni. Ufficialmente ,

leader del partito Nazionalsocialista, viene eletto cancelliere nel 1933

chiamato dal presidente Hindenburg a formare un governo di

coalizione con altre forze della destra nazionalista. Ma il presidente

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