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La seguente tesina di terza media descrive gli eventi e i personaggi più importanti del 1900, con collegamenti ai seguenti argomenti: in Italiano viene analizzata la produzione letteraria di Alberto Moravia, in Storia viene analizzata la Seconda guerra mondiale, in Geografia vi è la descrizione degli Stati Uniti, in Scienze viene descritto un evento molto importante come l'uomo sulla Luna.
La tesina prende in esame in Matematica la sfera, in Musica le origini del jazz, in Educazione fisica si prende in esame il baseball. Tra gli argomenti che vengono trattati vi sono: i combustibili fossili in Tecnica, in Inglese l'olocausto e infine in Francese viene descritta la città di Parigi.
Italiano - Alberto Moravia.
Storia- La Seconda guerra mondiale.
Geografia- Stati Uniti.
Scienze - Lo spazio e l'uomo sulla Luna.
Matematica- La sfera.
Musica - Le origini del jazz.
Educazione fisica - Il baseball.
Tecnica- I combustibili fossili.
Inglese- The Holocaust.
Francese- Paris.
Storia dell'Arte - Futurismo.
a riorganizzare i loro paesi dopo averli liberati dal nazismo, rovesciando i vecchi regimi. In Italia questi
comitati si chiamarono C.L.N.( comitati di liberazione nazionale).
Benchè clandestini, come veri organi di governo popolare, essi emanavano leggi e decreti e davano ordini ai
comandi militari. Dei C.L.N. fecero parte principalmente questi partiti: Partito d’Azione, Partito Comunista,
Democrazia Cristiana, Partito Liberale e Partito Socialista.
La forza più organizzata e numerosa fu quella dei comunisti, che ebbero il più alto numero di combattenti.
Un apporto decisivo alla lotta contro i fascisti e i tedeschi fu dato in Italia dagli operai , che diedero vita a
imponenti scioperi, ostacolando la produzione bellica e rendendo difficile il controllo tedesco delle città e
delle fabbriche. Naturalmente i nazisti reagirono alla Resistenza, in ogni parte d’Europa, con tremende
rappresaglie, massacri di popolazioni civili, incendi e distruzioni di paesi interi. Poiché il nazismo aveva
rappresentato una specie di nuova e immane barbarie, era naturale che la Resistenza si presentasse agli
occhi dei protagonisti, di là dalle differenze nazionali e sociali, come una lotta universale della libertà e della
giustizia contro la bestialità e il terrore, della democrazia contro l’imperialismo. Per questo, oltre che per la
sua estensione geografica, essa fu un fatto essenzialmente internazionale. Ma le aspirazioni e le speranze
dei protagonisti non riuscirono a influire completamente sul corso degli avvenimenti: sia perché al di là del
loro slancio giocavano le esigenze delle grandi potenze, interessate a garantirsi un controllo sul futuro
assetto del mondo, sia perché nuove contraddizioni erano destinate ad aprirsi. Infatti le tradizionali classi
dirigenti tentarono di mantenere il dominio della società, oltre la bufera della guerra e della sollevazione
popolare, e vi riuscirono spesso. Gli scioperi degli operai italiani contro le insopportabili condizioni di vita e
contro lo sfruttamento e il terrorismo tedesco furono un fattore decisivo della lotta antinazista. L’episodio
più clamoroso fu quello dello sciopero generale del marzo 1944, che durò più giorni con la partecipazione
dell’intera classe operaia del nord Italia: oltre 200.000 furono gli scioperanti secondo i nazifascisti, oltre un
milione secondo le fonti partigiane. In nessun altro paese dell’Europa occupata dai nazisti il proletariato
diede prova di una tale forza organizzata né portò un colpo così duro al regime di occupazione.
ALBERTO MORAVIA
Alberto Moravia, il cui vero nome era Alberto Pincherle nacque a Roma il 28 novembre 1907 da
una famiglia benestante, il padre era di origine ebrea ma non praticante , la madre di religione
cattolica. Moravia era il cognome della nonna materna. Era il secondo di quattro figli, il padre era
architetto e pittore, Alberto trascorre la sua infanzia nel villino progettato dal padre in Via
Donizetti 6, all’età di circa 9 anni si ammala di coxite tubercolare, un’infiammazione
dell’articolazione dell’anca di natura infettiva, causata da una tubercolosi ossea. Per questa sua
malattia è costretto a studiare a casa, nonostante le cure il giovane Alberto non migliorava e per
questo motivo venne portato a Bologna dal prof. Putti un famoso medico, che diagnosticò la vera
malattia e avvio Alberto ormai sedicenne in una casa di cura di Cortina d’Ampezzo specializzata nel
trattamento della tubercolosi ossea. Dopo sedici mesi viene dismesso dalla clinica completamente
ristabilito e si reca a Bressanone in provincia di Bolzano per trascorrere altri due mesi di
convalescenza. Per il suo diciottesimo compleanno è di nuova a casa guarito del tutto. Nel 1927
pubblica il suo primo scritto ufficiale , una novella per una rivista chiamata Novecento ed anche un
articolo su La Fiera Letteraria, dal titolo “C’è una crisi del romanzo” e lo firma con il suo nome:
Alberto Pincherle.
Dopo la pubblicazione arrivò in redazione la lettera di smentita di un certo Professor Alberto
Pincherle che negava di essere l’autore dello scritto. Fu allora che Alberto decise di chiamarsi
Moravia, che era il cognome della nonna materna .Sempre nel 1927 pubblica sulla rivista
Novecento “ Cortigiana stanca”, che viene tradotta anche in francese. Nel 1929 a solo 22 anni
riesce a far pubblicare “Gli Indifferenti”, il romanzo entusiasma il direttore della casa editrice
Alpes, Cesare Giardini, che però chiede allo scrittore di sostenere le spese di stampa, dal
momento che era uno sconosciuto. Cominciò così la sua fortunata carriera di scrittore, perché il
romanzo ebbe un enorme successo. Nel 1930 inizia la collaborazione con il giornale “ La Stampa”,
e si reca come inviato in Inghilterra dove rimase fino all’anno seguente. Nel 1935 viene pubblicato
da Mondadori un altro romanzo, “ Le Ambizioni Sbagliate” , che però non ottiene molto successo.
Intanto la censura fascista inizia ad occuparsi di lui ed anche per questo che decise di recarsi in
America, inviato dal direttore della casa italiana La Columbia University di New York, a tenere
varie conferenze sul” romanzo italiano”. Dopo cinque mesi torna in Italia e pubblica vari articoli
sull’esperienza americana. Intanto la censura del regime fascista si abbatte su di lui in quanto
scrittore di origine ebraica. Nel 1940 il romanzo “ La Mascherata” non supera i controlli del regime
e viene ritirato dalla stampa. Nel 1941 si sposa a Roma con Elsa Morante, mentre nel 1942 scrive
un altro romanzo anch’esso bloccato dalla censura “Agostino”. Dopo l’armistizio dell’8 settembre
1943 , la situazione per Moravia si fece pericolosa e dovette scappare verso il sud, si rifugiò a S.
Agata di Fondi. Qui a contatto con gli abitanti di Vallecorsa e dalle loro storie e racconti, iniziò a
scrivere “ La Ciociara”, romanzo che vedrà la luce molti anni più tardi nel 1957.Nel dopoguerra
inizia la sua fortuna letteraria e cinematografica. Nel 1947 scrive “La Romana” un altro romanzo
di successo, successivamente altri romanzi ,ma è nel 1951 che i suoi racconti e romanzi iniziano a
diventare dei films , tra cui ricordiamo “ La Provinciale” nel 1952 con la regia di Mario Soldati,” La
Romana” di Luigi Zampa, “ La Ciociara” di Vittorio De Sica. Nel 1952 gli viene assegnato il premio
strega per “ I Racconti”. Appena pubblicati però, tutte le sue opere sono messe all’indice dalla
chiesa, cioè in un elenco di opere che la chiesa cattolica non approvava. Negli anni ’50 , Moravia si
avvicina anche alla scrittura teatrale e scrive “La Mascherata” e “Beatrice Cenci”. L’uscita del
1960 del romanzo “ La Noia” riporta nella carriera di Moravia un altro strepitoso successo, come
quello ottenuto con “Gli Indifferenti”. Cresce la sua fama di scrittore e di intellettuale impegnato a
sinistra e contemporaneamente la sua persona diviene sempre più bersaglio dei conservatori e dei
conformisti. Nel 1962 si separa da Elsa Morante e va a vivere con la giovane scrittrice Dacia
Maraini, nello stesso anno esce “Un’ idea per l’India” , a seguito del viaggio effettuato nel 1961 in
India. Nel 1965 pubblica” L’Attenzione”, nel 1978 dalla penna di un Moravia profondamente
colpito dagli avvenimenti di quegli anni nasce “ La vita interiore”. All’inizio degli anni 80 pubblica “
La Cosa”. Gli ultimi anni vedono lo scrittore impegnato nell’attività giornalistica e nella campagna
dell’abolizione degli armamenti atomici. Muore a Roma nel 1990. Un po’ dimenticato dopo la
morte, saranno i decenni futuri ad indicarci in vero valore letterario di questo scrittore, uno dei
pochi ad essere stato conosciuto ed apprezzato anche fuori dai confini nazionali.
Moravia e il proletariato urbano
I Racconti romani e i Nuovi racconti romani sono le opere in cui meglio si esprime il neorealismo di
Moravia, cioè l’intento di rappresentare la realtà storica e sociale del suo tempo. Moravia descrive
la vita del dopoguerra nelle borgate di Roma dove bottega, ladruncoli, camerieri, pataccari,
operai… vivono con difficoltà, con magri proventi o, disoccupati, sono alla continua ricerca di un
lavoro, di una raccomandazione, di un mezzo qualsiasi per campare alla giornata. La condizione di
precarietà e l’indifferenza del mondo esterno li dispensa dal guardare oltre l’immediato vantaggio.
I racconti, affreschi di vita semplice, veloci sceneggiature in sé concluse, possiedono una chiarezza
e una vivacità che li rende piacevolmente leggibili. Vivace e concreto è anche il linguaggio di
Moravia che, sebbene gergale, non è dialettale, ma un italiano colorito di espressioni e modi
sintattici romaneschi. Moravia faceva parte del gruppo degli scrittori neorealisti.
Gli Indifferenti
Carla, la giovane figlia di Mariagrazia Ardengo, è insidiata da Leo Merumeci, amante della madre, il
quale mira ad impadronirsi del patrimonio di famiglia. Merumeci è facilitato nel suo proposito
dalla particolare situazione in cui si trova la ragazza, desiderosa di uscire da un’esistenza mediocre:
tenta l’approccio una prima volta nel salotto della villa, ma ne è impedito a causa dell’arrivo della
madre di lei, gelosa di ogni gesto e atteggiamento dell’amante, assolutamente ignara della
situazione. Leo, dopo tanti tentativi, invita Carla a casa sua. Questi consumano momenti molto
forti che lasciano la ragazza in una depressione ancor più dolente. Il tradimento di Leo è scoperto
da Lisa, amica di famiglia degli Ardengo, innamorata respinta di Michele, fratello di Carla e vecchio
amore di Leo, contro la quale si rivolge ogni gelosia di Mariagrazia. Lisa rivela a Michele il nuovo
imbroglio amoroso di Leo: il giovane, incline a una vita fondata più sui sogni e le fantasticherie, che
su un’effettiva partecipazione al corso degli eventi concreti dell’esistenza, tenta di ribellarsi a
questa assurda novità, affrontando ripetutamente Leo Merumeci fino a tentare di ucciderlo. Ma
questo suo tentativo non si conclude. Il romanzo si chiude con l’entrata di Carla nella vita
borghese, culminante nel matrimonio con Leo, con il rifiuto rassegnato di Michele e il pieno
successo di Merumeci.
La Ciociara
Narra di una ragazza, Cesira, una giovane vedova, forte e risoluta, che vive a Roma insieme alla
figlia di 13 anni, Rosetta, durante la seconda guerra mondiale. Per sfuggire ai bombardamenti e
alle mille insidie di una città allo sbando, affida il proprio negozio a Giovanni, un vecchio amico del
marito, e intraprende un viaggio non semplice per rifugiarsi insieme alla figlia a Vallecorsa in
Ciociaria, paese d'origine della famiglia. Arrivate non senza difficoltà a destinazione, Cesira fa
subito la conoscenza di Michele, un giovane intellettuale comunista che ha trovato rifugio anche
lui in quei posti. Dopo alcuni attriti iniziali Cesira si innamora di Michele, al quale anche Rosetta si
affeziona come se avesse trovato quel padre che non ha mai avuto. Michele però, viene preso da
cinque soldati nazisti proprio pochi giorni prima della liberazione e si incammina con loro sui monti
senza lasciare più sue tracce. Quando il peggio sembra passato Cesira decide di far ritorno a Roma,
ma proprio questo viaggio verso la serenità risulta fatale. Sulla via verso la città le due vengono
incrociate da un gruppo di soldati marocchini che le prendono e le violentano. Rosetta, che era
solo una bambina, ne esce profondamente traumatizzata e Cesira turbata più per la figlia che per
sé, da madre, non sa come poterla aiutare a sciogliere un rancore che sembra dominarla e
prevalere su tutto. Quasi paradossalmente, sarà la notizia della tragica morte di Michele, fucilato
in montagna dai nazisti come si sospettava, a riavvicinare madre e figlia di nuovo unite nel dolore
e in un pianto stavolta benefico.
Gli Stati Uniti d’America sono una Repubblica Federale dell’America Settentrionale, costituita da
quarantotto stati confinanti, più due stati geograficamente non contigui: l’Alaska e le isole Hawaii.