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Tesina Esame di Stato Anno Scolastico 2008/09
Migliaccio Alessandro
Di
Storia: Le Dittature con maggior approfondimento sullo Stalinismo
Storia Dell’ Arte: Astrattismo
Geografia: L’isola di Cuba
Tecnica della comunicazione e relazione: La propaganda
Italiano: Romanzo “1984” dello scrittore contemporaneo George
Orwell
Economia Turistica: La legge quadro
Tedesco: Das Deutschland
Matematica: Gli Intorni
Educazione Fisica: La pallavolo
Storia
La dittatura è una forma autoritaria di governo in cui il potere è accentrato in un solo
organo, se non addirittura nelle mani del solo dittatore, non limitato da leggi, costituzioni,
o altri fattori politici e sociali interni allo stato.
In senso lato, dittatura ha quindi il significato di predominio assoluto e perlopiù
incontrastabile di un individuo o di un ristretto gruppo di persone che detengono di un
potere imposto con la forza. In questo senso la dittatura coincide spesso con
l'autoritarismo e con il totalitarismo. Sua caratteristica è anche la negazione della libertà
di espressione e di stampa.
Le dittature si classificano in base a due variabili: l'intensità e l'ideologia. L’intensità
prende in considerazione la raffinatezza e l’efficacia del potere, il rapporto tra forza e
consenso, il grado di pluralismo, il ricorso alla mobilitazione di massa. L’ideologia
prende in considerazione l’atteggiamento sociale e i valori di fondo della dittatura,
l’atteggiamento verso l’ordine politico-sociale esistente, il tipo di rappresentanza di
classe.
In base all'intensità generalmente si distingue tra autoritarismo, cesarismo e totalitarismo.
Nell'autoritarismo il mantenimento e consolidamento del potere si basa in via prevalente
o esclusiva sulla repressione, poiché, instaurandosi in società tradizionali, il regime non
vive la necessità di coinvolgere le masse tramite ricorso frequente e costante alla
propaganda. Lascia quindi una certa libertà e autonomia, non avvertendo l’esigenza di
controllare tutti gli aspetti della società. Talvolta rappresenta il tentativo di alcune élite
conservatrici di bloccare il processo di modernizzazione, talaltra il tentativo del ceto
dominante di favorire la modernizzazione traghettando la società verso un nuovo ordine.
Il cesarismo è la categoria in cui Max Weber e Antonio Gramsci facevano ricadere le
dittature del loro tempo. Questi regimi non si basano solo su strumenti di repressione, ma
anche sul consenso. Sono incentrati sulla figura di un capo carismatico e su un forte
apparato statale. All’ideologia si sostituisce il carisma del capo. Caratteristica di questa
dittatura è la mediazione tra interessi contrastanti. Il termine deriva dalla dittatura di
Cesare nell’antica Roma.
Il totalitarismo è il tipo più moderno di regime
dittatoriale. Il totalitarismo necessita di tre fattori per
potersi sviluppare: una società industriale di massa, la
persistenza di un’arena mondiale divisa e lo sviluppo
della tecnologia moderna. Gli elementi distintivi del
totalitarismo sono l’ideologia e l’uso del terrore, e la
massima espressione del medesimo il lager (Germania
nazista) e il gulag (Unione Sovietica), dove avviene la
cancellazione dell’individualità tramite un dominio
assoluto sulle persone. STALINISMO
Il termine stalinismo, in senso stretto, indica la politica di Stalin nel periodo in cui fu a
capo dell'URSS, dal 1924 al 1953. In parte questo termine è stato usato impropriamente
come sinonimo di comunismo ma di fatto ebbe alcune profonde peculiarità che lo
distinguono dalla linea politica di altri teorici comunisti stranieri, sia dal suo predecessore
Lenin, dal quale pure lo stalinismo ha avuto origine. Mentre la direzione del partito
comunista russo fino alla morte di Lenin era a carattere collegiale, sia pure nell'ambito di
un partito fondamentalmente autocratico e basato su meccanismi cooptativi e continue
epurazioni, sotto Stalin si caratterizzerà come "dittatura di un uomo solo", dittatura di un
uomo sull'apparato, sul partito, e infine sul paese e su tutto il movimento operaio
internazionale. La destalinizzazione, dovuta principalmente all'opera di Nikita Khruščёv,
intendeva ripristinare la "legalità socialista" violata da Stalin, e cioè il ritorno ai metodi
collegiali anteriori, e che effettivamente Khruščёv mise in atto.
Stalinisti furono anche definiti alcuni regimi di paesi socialisti che si opposero alla
destalinizzazione, quali la Cina di Mao, la Corea del Nord, l'Albania, che modificarono
intiepidendo i loro rapporti con l'URSS a seguito della destalinizzazione.
In un senso più largo il termine stalinismo indica spesso una visione, o se si vuole, una
trasformazione delle idee del marxismo e del movimento operaio in modo da creare una
rigida, e piuttosto elementare, dottrina del mondo e della storia, una visione
filosoficamente platonica ("oggettiva") del realismo.
Sotto Stalin, cresciuto in un seminario ortodosso, anche l'ateismo viene esercitato come
una religione, che si contrappone in modo incompatibile alle altre religioni (demolizioni
di chiese, messa fuori legge dei sacerdoti e delle pratiche religiose). In questa accezione il
termine stalinismo acquista una connotazione più culturale che politica. Questo è ad
esempio il significato con il quale il termine viene applicato talvolta anche a partiti, idee,
personalità, che in senso stretto, politico, tali non possono definirsi.
In questa accezione stalinista è spesso usato come un epiteto negativo, con un senso
politico e culturale più che storico.
All'ascesa di Stalin nel controllo totale del Partito comunista russo l'unico che si oppose
con continuità e coerenza, sia pure inefficacemente, fu il principale rivale alla
successione di Lenin, cioè Lev Trockij. A differenza di Trockij, che riteneva che la
rivoluzione socialista avesse senso solo in una prospettiva planetaria e globale e con una
democrazia totale dei lavoratori diretta e partecipata, Stalin riteneva che si dovesse
accettare l'idea di un "socialismo in un solo paese", anche se capitalisticamente arretrato
come la Russia, guidato da un apparato di partito autocratico e totalmente fuori del
controllo democratico della società civile.
Trockij costituisce quella che verrà poi definita "opposizione di sinistra" a Stalin, in
seguito prenderà la via dell'esilio per finire assassinato per mano di un sicario di Stalin in
Messico nel 1940.
In seguito Stalin si produsse in una sistematica eliminazione di tutto ciò che potesse in
qualche modo mettere in discussione il suo ruolo, o semplicemente - anche solo
potenzialmente - fargli ombra. Inoltre, per assicurarsi sicuri appoggi, eliminò
progressivamente ogni rappresentante di quella che di volta in volta poteva essere
considerata una "vecchia guardia", sia politica sia professionale, allo scopo di sostituirla
con elementi nuovi, da lui promossi, e pertanto a lui grati e fedeli. Per questo procedette
ad una epurazione massiccia della stessa Armata Rossa, promuovendo giovani quadri ed
ufficiali, sulla base di requisiti di fedeltà più che di capacità, a scapito degli elementi più
esperti, ma per questo motivo potenzialmente autonomi. È condivisa l'opinione che agli
esiti di questa operazione, oltre a specifici errori di Stalin, si debba la relativa facilità con
la quale le armate tedesche penetrarono profondamente nel territorio sovietico nel corso
dell'Operazione Barbarossa.
Allo scopo di allestire i processi (purghe) venivano utilizzate false accuse (spionaggio
verso paesi stranieri, trockijsmo, deviazionismo, ecc.) che spesso venivano confermate
dagli stessi interessati, per un malinteso senso di fedeltà alla causa e al partito, o nella
speranza di essere giustiziati ponendo così rapidamente fine alle sofferenze date dalle
torture.
Altro elemento che caratterizza il corso politico di Stalin è il recupero del nazionalismo
pan russo, l'ostilità verso il "cosmopolitismo".
Sotto il governo di Stalin la Čeka, poi trasformata in NKVD (Commissariato del popolo
per gli affari interni), la temuta polizia segreta sovietica, raggiunse l'apice del suo potere.
Tuttavia neanche essa era dotata di un potere indipendente, e lo stesso suo capo Nikolaj
Ivanovič Ežov, finì vittima a sua volta di una purga. Vi sono testimonianze che Stalin si
fosse dotato di una rete di informatori del tutto autonoma, personale, che egli utilizzava
contro i dirigenti da lui stesso favoriti e nominati.
Per questi motivi, una volta conosciuta la realtà del suo regime, lo stalinismo è diventato
sinonimo di terrore e oppressione. Fu appunto Nikita Khruščёv, salito al potere dopo la
morte del dittatore dopo essere riuscito a sbarazzarsi dell'erede putativo di Stalin,
Lavrentij Berija, arrestandolo con un trabocchetto, a denunciare per primo i crimini di
Stalin, definendoli "violazioni della legalità socialista".
Il corso politico di Stalin può essere caratterizzato da vari elementi. Anzitutto una feroce
repressione del dissenso politico, reale o anche solo potenziale, iniziata con le Grandi
purghe del 1935-1936, "l'eliminazione dei kulaki (contadini benestanti) come classe",
operazione svolta con mezzi fondamentalmente militari, potenziamento dell'esercito e
deportazioni dei gruppi sociali o nazionali "ostili" o potenzialmente tali nei terribili campi
di concentramento sovietici (Gulag), nei quali confluiranno poi anche molti prigionieri di
guerra.
Un calcolo approssimativo (Deutscher)dice che Stalin assassinò non meno di un milione
e mezzo di comunisti e circa 15 milioni di cittadini sovietici a vario titolo. Tra le vittime
vanno inclusi coloro che furono spinti al suicidio o la cui morte venne ufficialmente
dichiarata per suicidio, fra cui tutta l'intellettualità pre-rivoluzionaria appartenente sia al
campo bolscevico sia ad altri settori della politica, della scienza e della cultura.
“Una singola morte è una tragedia, un milione di
morti è una statistica.“ Stalin
Storia dell’arte
A partire dalla Rivoluzione di ottobre, il lavoro amministrativo per il Commissariato del
Popolo per l'Educazione russa veniva svolto da Vasilij Kandinskij; tra i progetti
Vasil'evič
di questo organismo c'è la fondazione di vari musei e la riforma del sistema scolastico nei
riguardi delle Scuole d'Arte.
Kandinsky nato a Mosca nel 1866 fu il creatore della pittura astratta.
Arte astratta o astrattismo è un'esperienza artistica nata nei primi anni del XX secolo,
in zone d'Europa lontane tra loro, dove si sviluppò senza intenti comuni. Il termine indica
quelle opere pittoriche e plastiche che esulano dalla rappresentazione oggettiva della
realtà.
Vasilij Kandinsky, tra il 1910 e il 1912, approfondì la sperimentazione sul colore
raggiungendo per primo risultati importanti.
L'astrattismo nasce dalla scelta degli artisti di negare la rappresentazione della realtà per
esaltare i propri sentimenti attraverso forme, linee e colori.
La forma viene intesa come risultato dell'incontro tra uomo e mondo, in un alternarsi di
empatia, ovvero avvicinamento alla realtà, ed astrazione, cioè il rifiuto della realtà.
Con il termine "astrattismo" vengono quindi spesso designate tutte le forme di
espressione artistica visuale non figurative, dove non vi siano appigli che consentano di
ricondurre l'immagine dipinta ad una qualsiasi rappresentazione della realtà, nemmeno
mediata dalla sensibilità dell'artista come nel caso degli impressionisti. Tuttavia in alcune
accezioni con "astrattismo" si intende (in senso restrittivo) solamente la ricerca della
forma pura per tramite di colori e forme geometriche.
Una rappresentazione dell’ astrattismo di Kandinskij è l’opera: Fugue .
– fuga
Geografia
Fino al 1990 uno dei partner commerciali dell’ Unione Sovietica era l’isola di Cuba, che
esportava la maggior parte della produzione di zucchero, in cambio di petrolio, generi
alimentari, beni industriali e capitali.
La fine dell’ URSS comportò l interruzione di questo meccanismo durato quasi mezzo
secolo portando l isola alla crisi e quindi obbligandola ad aprire l economia cubana verso