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Questa tesina maturità liceo classico verte sul tema del destino. L’uomo, in quanto essere razionale, si pone delle domande sul senso della propria vita, soprattutto su quelle cose delle quali non è in grado nemmeno con la ragione di trovare una certezza assoluta: una di queste riguarda il suo futuro, il suo destino, egli infatti potrà fare delle previsioni, consultare oracoli, astri o carte, ma in base a cosa potrà mai dedurre ciò che il fato ha in serbo per lui? Fin dall’antichità questo è stato uno dei dubbi che ha tormentato l’uomo senza mai trovare una risposta esaustiva e certa, e varie sono state le ipotesi, scaturite da culture, religioni e movimenti di pensiero differenti tra loro.
In questa tesina si è cercato in particolare di analizzare alcune delle correnti di pensiero di diverse epoche storiche, trattenendo alcuni spunti riguardanti la concezione del destino e il rapporto tra la determinazione degli avvenimenti e il libero arbitrio dell’uomo; viviamo secondo un piano prestabilito o sono le nostre scelte a fare la differenza?
Essendo una tematica impegnativa e alla quale si possono dare diverse interpretazioni risolutive, non si è cercato in questo scritto di imprimere una propria e soggettiva opinione definitiva, quanto piuttosto di confrontare alcune concezioni analoghe e contrastanti tra loro. Per effettuare questa tesina si è partiti da testi o riferimenti di alcuni scrittori, filosofi e scienziati, riportando nello scritto le opportune citazioni e procedendo all’analisi e al commento di queste con l’aggiunta di spunti personali. È interessante notare come alle diverse correnti di pensiero che verranno prese in considerazione facciano capo altrettanti diversi principi immanenti, in mano ai quali sta l’ordine dell’universo e di conseguenza l’accadere degli avvenimenti nel mondo terreno, ma su questo se ne discuterà ampliamente in seguito. Si è cercato di approfondire la tematica del destino in alcuni argomenti trattati nel corso dell’anno scolastico, ai quali poi è conseguita una conoscenza più approfondita di alcuni concetti attraverso la lettura personale di opere e di saggi inerenti a questo tema. In queste pagine verrà presa in considerazione la tragedia greca a partire da un opera di Socrate e la figura dello stoico attraverso un trattato di Seneca; sarà inoltre considerata la teoria filosofica riguardante lo storicismo di Hegel e a queste supposizioni verrà contrapposto il pensiero cristiano attraverso le parole di Dante. Infine sarà presa brevemente in esame la teoria deterministica scientifica che prese luogo alla fine del diciannovesimo secolo con l’avvento del positivismo, nella quale si credeva che l’uomo stesso sarebbe potuto arrivare a conoscere le leggi che determinano ogni agire naturale, persino quello umano.
Greco- Tragedia (Edipo re).
Latino- Stoicismo (Seneca - De Providentia).
Filosofia - Hegel e lo storicismo.
Italiano- Dante e la Divina Commedia.
Scienze- La teoria deterministica.
I
NDICE
I. Prefazione………………………………………………………………………………….. 4
II. L’ Edipo re: la ragione dell’uomo nulla può nei confronti del destino…………................ 5
- La volontà di indagare……………………………………………………………………... 6
- Il sorgere dei primi dubbi e lo scetticismo di Giocasta……………………………………...9
- La storia di Edipo: la profezia, le prime verità……………………………………………...10
- La luce della verità: la misera condizione dell’uomo e l’accecamento di Edipo…………...12
- Conclusioni………………………………………………………………………………….14
III. Seneca e lo Stoicismo:
- lo Stoicismo: il logos e il destino…………………………………………………………...16
- l’apparenza della libertà………………………………………………………………….....16
- Seneca: un cenno sulla vita e sulla filosofia………………………………………………...17
- il De providentia : ………………………………………………………………………….18
Gli dei sono clementi con gli uomini buoni………………………………...19
Il vir fortis…………………………………………………………………...20
L’uomo ha bisogno di prove per affermare la propria virtù………………...21
La soluzione etica come unica risposta al problema del male………………22
IV. Hegel e lo storicismo……………………………………………………………………….23
- Lo spirito del popolo: tassello fondamentale per la manifestazione dello spirito………….23
- Lo spirito del mondo: universale e conforme allo spirito assoluto…………………………25
- L’astuzia della ragione……………………………………………………………………...25
- Lo
stato…………………………………………………………………………………………26
- Ciò che è razionale è reale, ciò che è reale è razionale……………………………………..27
- 2 -
V. Hegel e Dante
- Analisi sul libero arbitrio……………………………………………………………………28
- Dante : l’uomo è responsabile del male che compie………………………………………..29
VI. Hegel e Darwin……………………………………………………………………………...32
VII. Il determinismo scientifico
- la teoria di Laplace………………………………………………………………………….33
- Heisenberg e il principio di indeterminazione……………………………………………...34
VIII. Conclusione ……...…………………………………………………………………………38
IX. Bibliografia……………………………………………………………………………….....40
In copertina
Secondo la legge del caso, Hans Arp, 1916-1917, collage con carte colorate, Museum of Modern
Art , New York - 3 -
P REFAZIONE
L’uomo, in quanto essere razionale, si pone delle domande sul senso della propria vita, soprattutto
su quelle cose delle quali non è in grado nemmeno con la ragione di trovare una certezza assoluta:
una di queste riguarda il suo futuro, il suo destino, egli infatti potrà fare delle previsioni, consultare
oracoli, astri o carte, ma in base a cosa potrà mai dedurre ciò che il fato ha in serbo per lui?
Fin dall’antichità questo è stato uno dei dubbi che ha tormentato l’uomo senza mai trovare una
risposta esaustiva e certa, e varie sono state le ipotesi, scaturite da culture, religioni e movimenti di
pensiero differenti tra loro.
In questa tesina si è cercato in particolare di analizzare alcune delle correnti di pensiero di diverse
epoche storiche, trattenendo alcuni spunti riguardanti la concezione del destino e il rapporto tra la
determinazione degli avvenimenti e il libero arbitrio dell’uomo; viviamo secondo un piano
prestabilito o sono le nostre scelte a fare la differenza?
Essendo una tematica impegnativa e alla quale si possono dare diverse interpretazioni risolutive,
non si è cercato in questo scritto di imprimere una propria e soggettiva opinione definitiva, quanto
piuttosto di confrontare alcune concezioni analoghe e contrastanti tra loro.
Per effettuare questo lavoro si è partiti da testi o riferimenti di alcuni scrittori, filosofi e scienziati,
riportando nello scritto le opportune citazioni e procedendo all’analisi e al commento di queste con
l’aggiunta di spunti personali.
È interessante notare come alle diverse correnti di pensiero che verranno prese in considerazione
facciano capo altrettanti diversi principi immanenti, in mano ai quali sta l’ordine dell’universo e di
conseguenza l’accadere degli avvenimenti nel mondo terreno, ma su questo se ne discuterà
ampliamente in seguito.
Si è cercato di approfondire la tematica del destino in alcuni argomenti trattati nel corso dell’anno
scolastico, ai quali poi è conseguita una conoscenza più approfondita di alcuni concetti attraverso la
lettura personale di opere e di saggi inerenti a questo tema.
In queste pagine verrà presa in considerazione la tragedia greca a partire da un opera di Socrate e la
figura dello stoico attraverso un trattato di Seneca; sarà inoltre considerata la teoria filosofica
riguardante lo storicismo di Hegel e a queste supposizioni verrà contrapposto il pensiero cristiano
attraverso le parole di Dante. Infine sarà presa brevemente in esame la teoria deterministica
scientifica che prese luogo alla fine del diciannovesimo secolo con l’avvento del positivismo, nella
quale si credeva che l’uomo stesso sarebbe potuto arrivare a conoscere le leggi che determinano
ogni agire naturale, persino quello umano. - 4 -
L’ E DIPO RE
’
LA RAGIONE DELL UOMO NULLA PUÒ NEI CONFRONTI DEL DESTINO
Edipo e la Sfinge, Jean-Auguste-Dominique Ingres, 1808. Parigi, Musèe du Louvre
“La tragedia greca rendeva onore alla libertà umana, facendo lottare il
suo eroe contro lo strapotere del destino: per non andare al di là di tutti i
confini dell'arte doveva farlo soccombere, ma per riparare nuovamente a
questa umiliazione della libertà umana, imposta dall' arte, doveva farlo
espiare anche per il delitto commesso dal destino. E' un grande pensiero
quello di essere disposti ad affrontare anche la punizione per un delitto
inevitabile per dimostrare così, attraverso la perdita della propria libertà,
questa libertà, e proclamare, nell'atto stesso di perire, il proprio libero
1 ”
volere. 2
(Schelling )
1 Citazione da: “Lettere sul dogmatismo e il criticismo” (1795).
2 Friedrich Wilhelm Joseph von Schelling ( 1775 – 1854) , filosofo tedesco.
- 5 -
Edipo, protagonista dell’ Edipo Re, è l’esempio più celebre dei personaggi tragicamente lacerati con
3
cui Sofocle raggiunge l’apice dell’arte tragica greca.
Nella struttura della tragedia i colpi di scena e i personaggi si dispongono al di fuori del normale
fluire degli eventi, e sono volti a mettere in risalto la figura e il destino del protagonista. L’intero
dramma è formulato in base all’enigma: la vicenda ha inizio con la vittoria dell’ingegno di Edipo
sul quesito della Sfinge, e si conclude con la sua rovina nel momento in cui riesce a svelare un
secondo enigma, quello della sua identità.
La tragedia ha inizio quando Edipo è già da tempo re di Tebe, ma il motivo che l’ ha portato ad
assumere l’importante carica, viene svelato per gradi, attraverso velate allusioni. La vera storia di
Edipo ha in realtà inizio in un tempo molto più lontano, ed è caratterizzata da un andamento ciclico,
che lo vede nascere a Tebe, per poi lasciare la città e farvi ritorno solo in età adulta, inconsapevole
delle proprie origini.
La volontà di indagare
Diventato re di Tebe dopo aver liberato la città dalla Sfinge, Edipo sposa la regina Giocasta,
rimasta vedova del re Laio che era stato ucciso. La città viene afflitta da un tremenda pestilenza e
per debellarla i cittadini chiedono aiuto al sovrano, cosi Edipo invia il cognato Creonte a consultare
l’oracolo di Apollo. All’arrivo di Creonte, vedendo avvicinarsi il cognato, il sovrano spera che sia
portatore di buone notizie ed è pronto ad obbedire in tutto e per tutto al volere divino, obbedienza
che inconsapevolmente lo sta portando alla sua stessa rovina.
Οἰδίπους Edipo
ὅταν δ᾽ ἵκηται, τηνικαῦτ᾽ ἐγὼ κακὸς ma una volta che sia giunto, allora io sarei malvagio
4
μὴ δρῶν ἂν εἴην πάνθ᾽ ὅσ᾽ ἂν δηλοῖ θεός. se non facessi tutto quanto manifesti il dio.
Ma egli inconsapevolmente sta già compiendo la volontà divina fin dalla nascita, è già andato
incontro a tutti quegli appuntamenti che il destino serbava per lui senza che se ne rendesse conto e
ora da buon sovrano è coscientemente pronto a seguire le istruzioni dell’oracolo.
Creonte rivela che la pestilenza avrà termine soltanto quando verrà trovato e poi esiliato l’assassino
di Laio, che era stato ucciso da uno sconosciuto lontano dalla patria.
3 Sofocle, tragediografo greco nato nel 497 a.C. da famiglia molto agiata, in età avanzata partecipò alla vita politica
ateniese e venne eletto più volte tra gli strateghi. Non si allontanò mai da Atene dove mori nel 406 a.C.
4 vv.76-77; periodo ipotetico della possibilità - 6 -
Appreso il volere del dio, Edipo esce dal palazzo e lancia un appello agli abitanti di Tebe: chiunque
conosca l’uomo che uccise Laio, ha l’obbligo di rivelare ogni cosa al re. Se l’assassino sia di un
altro paese, chiunque lo conosca non deve tacere, e avrà così una ricompensa. Ma se qualcuno, per
paura di nuocere a se stesso o ai propri cari, non volesse parlare, verrà punito severamente.
5
ἐξερευνᾶν
In questo discorso Edipo mette tutta la sua volontà nell’ , è pronto a tutto per trovare al
più presto il colpevole della pestilenza e cacciarlo dalla città.
Egli si impegna subito nella ricerca convocando l’indovino Tiresia, il quale però non vuole saperne
di rivelare il nome del colpevole, e si lamenta della sua arte che l’ha messo in una terribile
situazione. Edipo lo prega, lo supplica, ma Tiresia parla per enigmi e non vuole riferire ciò che sa.
Τειρεσίας Tiresia
φεῦ φεῦ, φρονεῖν ὡς δεινὸν ἔνθα μὴ τέλη ahi, ahi, com’è terribile sapere, quando
λύῃ φρονοῦντι· ταῦτα γὰρ καλῶς ἐγὼ non giovi a chi sa! Io ne ero ben consapevole,
6
εἰδὼς διώλεσ᾽· οὐ γὰρ ἂν δεῦρ᾽ ἱκόμην. ma l’ho dimenticato; altrimenti non sarei venuto qui.
Tiresia vuole celare la verità, ma dopo tante suppliche si trova costretto a rivelargli che l’assassino è
proprio lui, quell’ Edipo che tempo prima aveva salvato la città dal giogo della Sfinge.
Questi, stupito da tanta impudenza, non crede alle parole di Tiresia, che continua a rivolgergli
accuse: a suo parere il re, senza saperlo, ha i rapporti più turpi con le persone più care.
Nel discorso si affrontano due saperi opposti: Tiresia è un indovino e grazie al dono divino conosce
già la verità e vede tutto chiaramente, al contrario Edipo pensa di sapere, ma in realtà è ignaro della
sventura che soccombe su di lui fin dalla nascita e non riesce ad accettare le parole pronunciate
dall’indovino.
Da questo momento Edipo comincia ad essere turbato e confuso, questa accusa pesa sul suo animo:
mentre da una parte continua a interrogare Tiresia per scoprire la verità, dall’altra lo maledice e lo
offende per la sua cecità dandogli del bugiardo e del cospiratore.
55 exeuren£w, ™x-eØr…skw)
vv. 268, < indagare (vedi
cfr. Vincenzo Di Benedetto, Sofocle, La nuova Italia, Firenze 1991. pp 87
6 vv. 316-318 - 7 -
Τειρεσίας Tiresia