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ESAME DI STATO
Anno Scolastico 2009/2010 Soldà Sissy
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S
O M
M A R I
O
INTRODUZIONE ...................................................................................... 2
DA UNA CRISI IMMOBILIARE A UNA CRISI FINANZIARIA .......................... 3
I mutui subprime .................................................................................................... 3
La cartolarizzazione ................................................................................................ 4
Abs, Cdo e Cds ....................................................................................................... 5
L’andamento del mercato immobiliare ................................................................... 6
DA UNA CRISI FINANZIARIA A UNA CRISI ECONOMICA ........................... 7
Lo scoppio della bolla immobiliare ......................................................................... 7
Gli effetti della crisi economica ............................................................................... 8
I rimedi contro la crisi ............................................................................................. 9
LA CRISI DEL 1929 E LA CRISI DEL 2007 ................................................... 10
Analogie e differenze ............................................................................................ 10
Quando la storia insegna non si ripetono gli errori del passato .............................. 11
IL PUNTO DI VISTA DELLE PICCOLE IMPRESE:
LA CRISI ECONOMICA NEL VENETO ....................................................... 12
La percezione della crisi ........................................................................................ 12
Il grado di fiducia nelle principali istituzioni .......................................................... 14
Il cambiamento del business .................................................................................. 15
GLI EFFETTI DELLA CRISI SUL LAVORO NEL VENETO ............................... 18
FONTI .................................................................................................... 20
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I N
T R O D U
Z I
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E
L’economia mondiale sta vivendo una fase di profonda crisi sulla quale, ogni giorno, i
quotidiani e i telegiornali ci forniscono precise e abbondanti notizie; sappiamo dunque se le
borse sono salite o scese, se il Governo ha emanato nuovi provvedimenti, se ci sono nuovi
licenziamenti dovuti a situazioni di crisi occupazionale.
Tuttavia non è semplice capire che cosa stia veramente accadendo, anche perché spesso
vengono usati termini specialistici, di difficile comprensione.
Per cercare di comprendere che cosa stia succedendo nell’economia nazionale e mondiale,
può dunque essere utile ripercorrere come si sia giunti a questo punto, quali sono state le
premesse e i fattori scatenanti e quali azioni siano state intraprese per mantenere sotto
controllo la situazione e favorire la ripresa dello sviluppo economico.
Nel 2002, a seguito degli effetti negativi di ampia portata che non potevano più essere
ignorati dal Governo americano (tra cui gli attentati alle Torri gemelle dell’11 settembre
2001), il presidente George W. Bush propose un piano per rilanciare l’economia,
ridistribuire la ricchezza e accrescere i consumi aumentando il credito erogato alle famiglie.
Con il denaro offerto facilmente a prestito dalle banche, dunque, si inducevano i cittadini
americani ad aumentare i propri consumi, al di là delle effettive possibilità di reddito,
sostenendo così lo sviluppo dell’economia nazionale.
In questo modo, ad esempio, fu più facile per i lavoratori acquistare una casa,
cambiare l’auto, permettersi uno stile di vita superiore ai redditi percepiti.
Il meccanismo così attivato produsse effetti positivi
sull’economia americana, assicurando agli USA un periodo
di espansione economica, ma allo stesso tempo pose le
premesse della grave situazione di crisi che, a un
certo punto, si avviò in modo
inarrestabile.
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I m u t u i s u b p r i m e
È importante partire proprio dai mutui subprime perché è da questi mutui che è nata tutta
la crisi finanziaria che sta impattando oggi sui mercati finanziari e sull’economia reale.
Tutto è iniziato in Gran Bretagna, a Londra, dove venne ideata la cartolarizzazione dei
mutui subprime, che poi fu adottata per la prima volta dagli Stati Uniti.
I mutui subprime sono mutui che furono erogati dalle banche, soprattutto banche
americane, a persone con un reddito basso e/o instabile.
Questa è un’operazione rischiosa per la banca, in quanto non è sicuro se i mutuatari
riusciranno a pagare il debito.
Nonostante ciò, dal 2000 molte banche concessero una grande quantità di mutui, molti
anche a persone considerate poco affidabili dal punto di vista della solvibilità.
Venivano fatti mutui ipotecari addirittura a persone definite “ninja” (No Income, No Job or
Assets) ovvero persone che non hanno un lavoro, un reddito fisso e particolari garanzie.
Il processo è stato facilitato da una serie di motivi, in particolare:
- Il meccanismo finanziario della cartolarizzazione
- L’andamento del mercato immobiliare
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L a c a r t o l a r i z z a z i o n e
La cartolarizzazione (securitisation) è la possibilità di dare origine a titoli (securities) a partire
da “debiti” di tipo finanziario come ad esempio i mutui.
In Italia la legge che regola e permette la cartolarizzazione dei crediti è abbastanza recente
(Legge 130 del 1999).
La cartolarizzazione può essere attuata su diversi tipi di crediti dando origine a svariati tipi
di titoli. Molto diffuse sono le cartolarizzazioni dei mutui con produzione di titoli
denominati ABS (Asset Backed Securities).
Attraverso la cartolarizzazione le banche potevano rivendere i mutui subprime a un’altra
istituzione finanziaria specializzata (società veicolo) liberandosi del rischio d’insolvenza da
parte del mutuatario e recuperando immediatamente l’intero ammontare di quanto
prestato.
La banca incassava così un profitto e con la liquidità recuperata, poteva offrire nuovi mutui.
Le Società Veicolo, a loro volta, emettevano obbligazioni e si rivolgevano ai mercati
finanziari chiedendo in prestito dei soldi con la garanzia di ripagare gli interessi con le rate
dei mutui che avrebbero incassato in futuro.
Le obbligazioni emesse dalle Società Veicolo intanto, favorite dal fenomeno della
globalizzazione, raggiungevano tutti gli angoli del mondo.
Il processo è stato facilitato dal fatto che le agenzie di rating (che devono analizzare questi
titoli e misurarne il rischio) hanno sottovalutato la rischiosità di questi investimenti e li
hanno promossi “molto sicuri”.
Uno dei difetti della globalizzazione, però, è
che i problemi di un solo Stato riescono a
diffondersi nel resto del mondo come un
virus. E così è stato.
Se la cartolarizzazione è fatta in maniera
corretta, tutte le entità coinvolte hanno il
loro tornaconto: in un libero mercato gli
scambi avvengono perché sia chi compra
che chi vende ritiene di avere interesse a
farlo.
Quando le cose vanno male, però, a pagare
sono per la maggior parte gli investitori finali.
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A b s , C d o e C d s
I mutui subprime sono stati quasi tutti cartolarizzati. Questo significa che le banche li hanno
"impacchettati" in obbligazioni (denominate asset-backed securities, Abs) che sono state
vendute agli investitori.
La Federal Reserve riteneva che questo
avrebbe spalmato e ridotto i rischi.
Ma si stava sbagliando.
I rischi sono stati infatti moltiplicati, non
ridotti.
Gli Abs sono state a loro volta in gran
parte rimpacchettate in altre obbligazioni
(i cosiddetti Cdo).
Così il rischio dei subprime è arrivato in tutto il mondo e nessuno sa in quante Abs e in
quanti Cdo sia effettivamente finito.
Questa incertezza manda in poco tempo in tilt il mercato delle cartolarizzazioni anche
quelle che non hanno nulla a che fare con i subprime. Le banche sono le prime a soffrire
poiché sono tra i principali acquirenti di Cdo.
Intervengono inoltre le compagnie di assicurazione con i Credit default swap (Cds).
Si tratta di "polizze" che vengono usate dagli investitori per assicurarsi contro l'insolvenza di
qualunque obbligazione: pagando un "premio" a una controparte (per esempio una banca)
ci si copre dal rischio.
Se il bond (titolo a reddito fisso) finisce in default, infatti, la controparte è obbligata a
rimborsarlo al posto dell'emittente.
I principali venditori di Cds, cioè le principali controparti, sono le banche (43% del
mercato), i fondi speculativi: gli hedge fund (31%) e le assicurazioni (17%).
Sulle loro spalle si concentrano quindi i maggiori rischi.
Per annullare i rischi, le Autorità di vigilanza intendono
creare una «controparte centrale» per il mercato dei
Cds. Ma questa proposta non è ancora diventata
realtà.
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L ’ a n d a m e n t o d e l m e r c a t o i m m o b i l i a r e
I mutui subprime prevedevano un tasso d’interesse molto basso per i primi anni e un brusco
aumento nei successivi.
Alcuni economisti misero in guardia riguardo ai rischi che si correvano, ma la maggioranza
non volle interrompere l’atmosfera festosa che regnava nel mercato immobiliare
statunitense.
Così con i tassi molto bassi raggiunti dal 2001 al 2004 (1,5-2% fonte: Federal Reserve), le
famiglie americane s’indebitano oltre le proprie capacità di rimborso, nell’illusione che
comunque riusciranno a restituire i debiti perché l’economia continua a crescere e le
prospettive sono comunque positive.
Sembrava che tutti ci stessero guadagnando: compagnie di costruzione, agenti immobiliari,
istituti bancari e produttori di materiali edili.
I felici consumatori diventavano, spesso per la prima volta nella loro vita, proprietari di una
casa.
Il settore passò praticamente inosservato agli occhi del Governo americano, dopo anni di
deregolamentazione costante per opera del partito repubblicano.
Dal 2004 fino a metà del 2006, però, le banche centrali alzarono i tassi d’interesse e di
conseguenza negli Stati Uniti il prezzo delle abitazioni aumentò moltissimo, creando la
cosiddetta “bolla immobiliare”.
Questo forte aumento dei prezzi delle case permise di coprire i rischi delle banche: infatti, in
caso di mancato pagamento, la banca poteva prendersi la casa e rivenderla a un prezzo più
alto dell’ammontare del mutuo concesso. ~ 6 ~
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L o s c o p p i o d e l l a b o l l a i m m o b i l i a r e
A partire dal 2004, in seguito alla ripresa
dell’economia mondiale, le banche centrali alzano i
tassi d’interesse dei mutui subprime.
A causa di questo, i mutui sottoscritti, in particolare
quelli a tasso variabile, diventano più costosi e
difficili da ripagare.
Ad aggravare questa situazione si aggiunge il fatto
che a partire dal 2006 i prezzi delle case smettono
di crescere e nel 2007 cominciano a cadere.
Molti proprietari americani cominciano a smettere di pagare le rate del mutuo preferendo
lasciare le case alle banche, che in questo modo si sono trovate proprietarie di case di poco
valore e senza avere la restituzione dei soldi concessi.
Con i prezzi delle case in ribasso, le banche che avevano concesso molti mutui subprime ora
iniziano a registrare delle perdite sempre più grandi.
Quando le banche iniziarono ad avere troppi clienti insolventi e non riuscirono più a
coprire le perdite con la vendita degli immobili, le Società Veicolo non ricevettero più le
rate che spettavano loro, le obbligazioni persero valore e tutti coloro che avevano
acquistato quelle obbligazioni persero i loro capitali.
In questo modo la crisi americana si estende all’intero sistema finanziario mondiale.
Gli Stati Uniti, l’economia più grande del mondo, entrano in una grave crisi.
Dopo diversi mesi di debolezza e perdita d’impieghi, il
fenomeno è collassato tra il 2007 e il 2008.
La bolla immobiliare, che aveva continuato a
ingigantirsi in questi anni proprio grazie ai mutui
generosi, ai prestiti facili, è così fragorosamente
esplosa travolgendo un po’ tutto, con un’onda