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Estratto del documento

T esina

E d M

same i aturità

La crisi

A 2009-2010

S

NNO COLASTICO

Spaccarotella Sofia

I ntroduzione

L'analisi più comune sulla crisi che stiamo attraversando è questa. Oggi

come nel '29 il capitalismo, soprattutto quello anglosassone, rivela di

essere profondamente instabile. I mercati, non solo quelli finanziari

ma anche di altri settori, sono scarsamente regolati e per tanto

provocano gravi danni. Come Franklin Delano Roosevelt salvò

l'America dalla crisi del '29 con un forte intervento pubblico

nell'economia, e con stringenti regolamentazioni, così oggi bisogna

ristabilire il controllo politico sui mercati, regolandoli fortemente sia a

livello nazionale che internazionale. La crisi di oggi porterà a una

svolta interventista e dirigista.

C'è bisogno di qualcosa di simile a un nuovo New Deal.

M C

appa oncettuale

Inglese

Storia Educazione fisica

Gran Bretagna

Crisi a confronto L’educazione e la crisi

negli anni 20 – 30

Italiano Matematica

Neorealismo Le scorte

V. Pratolini La crisi

Scienze delle Finanze Tecnica bancaria

Ruolo dello Stato Basilea 2

Diritto

Attività finanziaria

New deal Fallimento

Conclusioni

C

risi a confronto

C risi del 1929

C risi del 2009

Mappa C risi del 1929

Settantuno anni fa la borsa di New York conobbe un colossale

crack che mandò sul lastrico milioni di individui, dando inizio

alla cosiddetta “grande depressione”. Nel martedì 29 ottobre

1929, le quotazioni di 50 titoli persero quasi 40 punti nel

corso di una frenetica giornata di contrattazioni.

Gli sbagli di Herbert Hoover, predecessore di Roosevelt, e quelli

della Federal Reserve causarono la crisi. nel '29, ai primi

segnali di recessione e deflazione convocò i maggiori

industriali americani e impose loro di non abbassare i salari

nominali per mantenerne il potere d'acquisto e sostenere i

consumi, facendo in modo da accelerare le chiusure e

incrementare la disoccupazione.

Poi, Hoover si scagliò contro la finanza, spaventando gli

investitori e accelerando il crollo del Dow Jones. Infine,

preoccupato per il deficit in aumento, Hoover aumentò, e di

molto, le imposte, dando un'altra batosta alla domanda

aggregata.

Hoover consegnò a Roosevelt all'inizio del 1933 un'economia

C risi del 1929

Roosevelt attuò una parte di scelte politiche ottime:

• i sussidi alla disoccupazione limitarono i danni sociali della

depressione;

• il sistema pensionistico pubblico tranquillizzò i consumatori

sul loro futuro;

• l'assicurazione sui depositi bancari e la creazione di un

regolatore dei mercati stessi (la Sec) contribuirono a

stabilizzare i mercati finanziari;

• il forte aumento della spesa pubblica, soprattutto per opere

pubbliche.

Di fatto, il suo estremo dirigismo nella regolamentazione

dell'economia, fece gravi danni. I teorici del New Deal erano

convinti che il capitalismo andasse gestito e diretto dal centro

della politica. Questa legge voleva fissare (o influenzare)

prezzi e salari, impedire la concorrenza e promuovere

monopoli centralizzati.

Molti potenziali investitori cessarono di investire peggiorando

Musica Arte

cosi la depressione. Alla fine lo stesso presidente riconobbe

A M

rte usicale

Da quel martedì 29 ottobre 1929, il paese entrò

in una profonda crisi, che interessò tutti gli strati

sociali e tutte le professioni, anche quella dei

jazz man.

Dal 1925 al 1929, infatti, la musica jazz

attraversò il suo primo periodo d’oro. Paul

Withman suonava con la sua orchestra di archi

e di fiati attingendo alla tradizione eurocentrica,

offuscando così la vera origine del jazz, il blues.

I cantanti blues cessarono di brillare il 29

ottobre 1929, quando Wall Street travolse nel

suo crollo milioni di americani. Se il jazz seppe

riprendersi, il blues uscì di scena per sempre.

L’America della crisi era in continua ricerca di

evasione. Nei 3 anni che seguirono i disoccupati

divennero 12 milioni, soprattutto neri. La

situazione si risollevò nel 1932, con

l’introduzione del New Deal (intervento statale).

Fra gli effetti positivi, si riscontrò la possibilità da

parte dei neri di fruire della tutela sindacale (che Artisti del Jazz

in precedenza era loro negata).

A f

rti igurative

I manifesti litografici del 1929 fanno parte di una più ampia serie sul tema del lavoro.

l’agenzie pubblicitarie avevano come oggetto unico ed esclusivo l’ottimizzazione del

lavoro, in particolare manageriale, per fornire una sorta di guida esemplare di come si

deve lavorare, di cosa fare per diventare un perfetto manager, quali rapporti tenere

con i superiori, quale atteggiamento avere per trovare, migliorare e incentivare il

lavoro.

Frasi tipiche sono ad esempio:

• “Hai un’idea? Non tenertela per te…”

• “Stai in guardia: quel che dici e come lo dici può farti degli amici e farteli perdere. Sii

prudente”

• “Un dettaglio dimenticato può rovinare una giornata di lavoro”.

Lo spirito dell’efficientismo americano e il culto della competizione si rispecchiano nei

manifesti creati dall’equipe dei grafici pubblicitari dello studio, come Frank Beatty e

Willard Elmes. Sorte per celebrare i ruggenti anni Venti e le speranze di prosperità

americana, queste serie di manifesti non potranno che interrompersi nell’anno del

venerdì nero di Wall Street che mette fine a tutte le illusioni. I

mmagini

M anifesti

di Frank Beatty di Williard Elmes

C ‘29

onfronto fra la crisi del e del

2009

La crisi del 29 è stata derivata dal settore primario e secondario, mentre oggi la crisi trova

le sue radici nel settore terziario.

Da un punto di vista storico la crisi del ‘29 era sicuramente più gestibile, in quanto il

mercato colpito era quello statunitense e quindi l’area di interesse sicuramente meno

ampia di quella attuale. Gli stati uniti a quel tempo erano il maggiore creditore

dell’Europa e di molti altri paesi, oggi invece sono costretti a importare. Inoltre il

controllo e l’intervento dello stato erano molto più liberi e il mercato era molto più

trasparente. Nel contesto attuale cioè quello di un’economia globale dove i mercati

finanziari ed economici si incontrano, ove sopra l’economia nazionale vigono le regole

di altri organismi, dove le forze trainati dell’economie non sono più rivolte in un’unica

area geografica (America), l’intervento nazionale e il controllo sul mercato finanziario è

diventato molto complicato. Non è più il singolo stato a produrre la crisi ma è l’intero

sistema globalizzato. Quindi le due crisi si possono definire come crisi diretta quella

del 29 e indiretta quella del 2009.

Riassumendo i fattori di diversità sono la globalizzazione, la presenza di organismi

sovrannazionali, cambio del andamento del mercato americano prima fortemente in

credito con gli altri mercati ora costretto all’indebitamento, nascita di altre potenze

economiche (Cina, India, Giappone), difficile controllo dei mercati finanziari. La crisi

odierna è causata principalmente dalla forte speculazione nel campo della finanza

mentre quella del '29, è stata causata proprio dall'economia reale: eccessiva

produzione di beni di consumo rispetto alla capacità d'acquisto dei consumatori.

R uolo dello Stato: attività

finanziaria

L’Attività finanziaria pubblica è l’attività svolta dallo Stato e dagli enti pubblici per

acquisire, gestire e impiegare i mezzi occorrenti a soddisfare i fini di pubblico

interesse.

Le scelte pubbliche consistono innanzitutto nell’individuazione degli obiettivi di interesse

pubblico che lo stato si prefigge di raggiungere, nello stabilire quali interventi

economici effettuare, determinando quindi il fabbisogno finanziario, ovvero la quantità

di moneta necessaria.

I soggetti dell’attività finanziaria sono:

- Stato;

- enti territoriali;

- enti istituzionali;

Il libero gioco delle forze economiche non riesce sempre a realizzare automaticamente

l’equilibrio nel mercato e può portare a notevoli squilibri fra offerta e domanda, fra i

fattori produttivi esistenti e le loro possibilità di impiego.

Lo stato ha assunto quindi il compito di: assicurare lo sviluppo, la stabilità, e l’equilibrio

del sistema economico e di indirizzare l’attività finanziaria. La finanza pubblica

assume un ruolo attivo in funzione dello sviluppo e dell’equilibrio del sistema (finanza

funzionale).

Teoria generale dell’occupazione degli interessi e della moneta

Teoria generale dell’occupazione degli interessi e della

moneta

Nel 1936 Keynes elaborò una nuova teoria: Teoria generale dell’occupazione degli

interessi e della moneta.

Le imprese sono propense ad investire se il costo del capitale è inferiore al rendimento

atteso dall’investimento, mentre le famiglie risparmiano in baso al Reddito di cui

dispongono. Il tasso in interesse quindi non può essere un elemento d’equilibrio. Puo

accadere a tal proposito che non tutto il Reddito venga impiegato per consumi e

investimenti, la domanda effettiva viene cosi a diminuire e rimarrà inferiore all’offerta.

si creerà disoccupazione, basso Reddito, e in tale situazione sarà difficile una ripresa.

Secondo Keynes, infatti, la spesa pubblica ha una fondamentale importanza

nell’equilibrio economico, essa è diretta a soddisfare i i bisogni attuali della società e

a dotare il paese di infrastrutture.

Si avrà la formula:

• Y = C + I + S

( Reddito = consumi + investimenti + spesa pubblica )

New Deal

Nel ‘29 una violenta sproporzione tra crescita reale e speculazione borsistica, il collasso

del credito al consumo, la riduzione dei consumi stessi e il conseguente aumento del

tasso di disoccupazione crearono le premesse per una rapida e profonda crisi che

investì tutti i campi delle attività economiche, costringendo il paese alla recessione.

Vi era la necessità di un nuovo piano di riforma.

Si adottò, infatti, il New Deal (nuovo patto) con cui si intende il piano di riforme

economiche e sociali promosso dal presidente americano Franklin Delano Roosevelt

fra il 1933 e il 1937, allo scopo di risollevare il Paese dalla grande depressione che

aveva travolto gli Stati Uniti d’America a partire dal 1929.

L'opera di Keynes e del suo gruppo, successivamente sintetizzata in “Teoria generale

dell’occupazione, dell’interesse e della moneta”,sosteneva quindi l’incapacità del

mercato di autoregolarsi.

L'intervento dello Stato nell'economia attraverso la realizzazione di infrastrutture,

creazione di un Welfare State (stato assistenziale) in grado di poter sostenere la

forza lavoro disoccupata, conseguente aumento della domanda per riavviare il

processo produttivo furono i cardini dell'opera del primo mandato roosveltiano.

Fallimento

Il

Il fallimento è una procedura concorsuale disposta dall'autorità giudiziaria e diretta a

liquidare il patrimonio dell'imprenditore insolvente al fine di distribuire il ricavato tra i

creditori. La dichiarazione di fallimento richiede il concorso di due presupposti:

Oggettivo e Soggettivo.

L’iniziativa per la dichiarazione del fallimento può essere privata o pubblica.

Il tribunale del luogo dove l’imprenditore ha la sede principale dell’impresa deve

accertare l’esistenza dei presupposti. Se il trasferimento della sede dell’impresa

avviene nell’anno precedente all’inizio della procedura, esso non produce alcun

effetto sulla determinazione del tribunale competente a dichiarare il fallimento.

Gli organi del fallito sono:

• Tribunale Fallimentare: l’organo investito dell’intera procedura concorsuale e ha il

compito di prendere le decisione più importanti riguardo al fallimento.

• Giudice delegato: l’organo di vigilanza e di controllo sullo svolgimento della

procedura concorsuale.

• Curatore: l’organo esecutivo del fallimento, ha il compito di amministrare il patrimonio

fallimentare e di compiere tutte le operazioni della procedura.

• Comitato dei creditori: l’organo che rappresenta gli interessi dei creditori, vigilando

sull’attività del curatore e autorizzando gli atti indicati dalla legge.

Gli effetti del fallimento per il fallito

Il fallito, in seguito alla dichiarazione del fallimento, subirà i seguenti effetti:

- Spossamento: l’imprenditore perde l’amministrazione e la disponibilità giuridica dei

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