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"Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si
convincono e vedono finalmente la luce, quanto piuttosto perché alla
fine muoiono e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti
diventano familiari"
Max Planck
INDICE 2
1. Indice pag. 2
2. Premessa pag. 3
Matematica pag. 4
3. Geometrie Non Euclidee pag. 5
4. Le dimostrazioni di Saccheri pag. 5
5. La Geometria Iperbolica pag. 6
6. La Geometria Ellittica pag. 6
7. La Geometria Sferica pag. 6
Fisica pag. 7
8. La Meccanica Quantistica pag. 8
9. Il principio d’Indeterminazione pag. 8
Geologia pag. 10
10.Wegener e la teoria della deriva dei continenti pag. 11
11.Prove a favore della teoria pag. 11
12.Teoria della Tettonica delle Placche pag. 11
13.Atlantide: continente sommerso? Pag. 12
Filosofia pag. 13
14.Karl Popper pag. 14
15.Il Criterio d Falsificabilità pag. 14
16.Il Falsificazionismo pag. 14
Letteratura Italiana pag. 15
17.Giovanni Pascoli pag. 16
18.I poemi conviviali pag. 16
19.“L’Ultimo Viaggio” pag. 16
20.Conclusioni pag. 17
21.Bibliografia e Sitografia pag. 18
INDICE DELLE IMMAGINI
Quadrilatero birettangolare isoscele di Saccheri pag. 5
1. Esempio del principio di indeterminazione di Heisenberg pag. 9
2. Illustrazione del continente di Atlantide pag. 12
3. Tabella criterio di verificabilità pag. 14
4. Tabella criterio di falsificabilità pag. 14
5. PREMESSA 3
Nel corso dell’Ottocento filosofi e scienziati iniziarono a
dubitare delle basi delle varie scienze, a partire dalla
Matematica per arrivare alla Fisica e alla Geologia. Anche la
Letteratura e la Filosofia subirono le conseguenze di questa
crisi scientifica..
Ho scelto di esporre questo argomento poiché sono rimasta
affascinata dalle lezioni e dai vari testi che mi sono stati
consigliati.
È stupefacente come il concetto di verità possa cambiare
facilmente correggendo così i pensieri e le ideologie che nel
passato si credevano indiscutibili.
MATEMATICA 4
“Dubitare di tutto o credere a tutto sono due
soluzioni ugualmente comode che ci
dispensano, l'una come l'altra, dal riflettere”
Jules Henri Poincaré
LE GEOMETRIE NON EUCLIDEE
LIBRO I
Nel degli Elementi, Euclide inserisce le definizioni e i postulati di base della
geometria piana.
Al termine del primo libro seguono nel testo originale i 5 postulati:
1. "Si ammette di poter condurre da qualsiasi punto ad ogni altro punto una linea
retta ;"
2. "e che ogni retta terminata si possa prolungare continuamente per dritto;" 5
3. "e che con ogni centro e con ogni distanza si possa descrivere un circolo;"
4. "e che tutti gli angoli retti siano uguali tra di loro;"
5. "e che se una retta, incontrandone altre due, forma angoli interni da una
stessa parte minori di due angoli retti, le due rette prolungate
continuamente si incontrano dalla parte in cui sono gli angoli minori di
due retti".
Il postulato n. 5 noto come il QUINTO POSTULATO DI EUCLIDE è quello caratteristico
della geometria euclidea e da esso segue la dimostrazione dell'esistenza di almeno una
parallela per un punto ad una retta data e l’unicità di questa parallela.
Euclide utilizza questo postulato solo nella proposizione 29, anche se avrebbe potuto
usarlo prima; questo probabilmente poiché già ai suoi tempi erano state poste critiche
verso questo postulato e lui stesso lo trovava poco evidente.
Le controversie attorno al quinto postulato si possono dividere in 3 fasi:
si cerca di ridefinire il postulato, arrivando alla sua sostituzione, con uno
equivalente.
si cerca di dimostrare il quinto postulato. La presenza del quinto postulato che
lasciava delle perplessità, sembrava un difetto gravissimo degli Elementi ed era
liberare, emendare, purificare
necessario l'opera di Euclide da tale macchia, da
tale neo; significativo a tal riguardo il titolo dell'opera di Gerolamo Saccheri:
Euclides ab omni naevo vindicatus.
Vari matematici si convincono dell'impossibilità di dimostrare il quinto postulato
perché non dipende dagli altri quattro e costruiscono così le prime geometrie non
euclidee.
Le dimostrazioni di Saccheri
Saccheri tentò di dimostrare l’assioma per assurdo (a contrariis): egli creò un
quadrilatero noto con il suo nome, formato da due lati opposti congruenti tra loro, da
uno perpendicolare ad essi (base) e il suo opposto (sommità). Il quadrilatero ha quindi
due angoli retti alla base e lati verticali uguali si può in questo modo dedurre che anche
gli angoli alla sommità siano uguali.
Poi, pose come punto di partenza due ipotesi negative del quinto postulato:
ipotesi dell’angolo ottuso:entrambi gli angoli interni sono ottusi.
ipotesi dell’angolo acuto: entrambi gli angoli interni sono acuti.
Entrambe le ipotesi si dimostrarono false.
Per verificare la validità della prima ipotesi, considerò che da questa ne derivava che
una perpendicolare e un’obliqua a una stessa retta si incontreranno sempre. Si può
dedurre da questa proprietà il V postulato da cui discende l’ipotesi dell’angolo retto.
Quindi quella dell’angolo ottuso è contraddittoria.
La seconda ipotesi fu un lavoro molto più arduo per Saccheri che alla fine non arriva a
una vera e propria contraddizione così afferma che questa ipotesi va contro la natura
della retta: “l’esistenza di una perpendicolare comune a una coppia di rette asintotiche,
in un punto all’infinito”.
Saccheri avendo rigettato entrambe le sue ipotesi è convinto di aver dimostrato il
Postulato di Euclide. 6
Le sue due ipotesi suggerirono ai matematici dell'Ottocento la via per dimostrare non
solo che il quinto postulato era indimostrabile, ma che era possibile costruire su di esse
delle nuove geometrie "non euclidee".
Nacque così dall’ipotesi dell’angolo acuto, la geometria chiamata "geometria
iperbolica", per la quale, per un punto esterno ad una retta complanare si possono
condurre non una ma più parallele alla retta data. E solo nella seconda metà
dell'Ottocento dall’ipotesi dell’angolo ottuso di Saccheri fu scoperta la "geometria
ellittica" per la quale per un punto esterno e complanare ad una retta non passa alcuna
parallela alla retta data.
La geometria Iperbolica
Lobatchewskij cominciò a costruire il sistema geometrico iperbolico verso il 1830 dopo
aver premesso dei teoremi indipendenti dai vari teoremi di Euclide sulle parallele.
Il famoso V postulato venne sostituito dal postulato iperbolico che afferma:
“data una retta L e un punto A, almeno due rette distinte esistono che passano per A e
sono parallele ad L”
Partendo da questo postulato vennero costruiti più modelli di piano, ma i più famosi
furono; il piano di Klein e il piano a disco di Poincarè.
Il modello di Klein utilizza l’interno di una circonferenza come piano avendo le corde
come rette, ma nonostante sia un modello molto semplice, si ritrova di angoli distorti da
quelli del piano iperbolico.
Il modello a disco di Poincarè utilizza anch’esso l’interno di una circonferenza ma le rette
sono archi di circonferenze che intersecano perpendicolarmente il bordo del piano o
sono diametri. Le rette sono curve poiché secondo la geometria iperbolica la minor
distanza tra due punti è una linea curva.
La geometria ellittica
La geometria ellittica è anche detta la geometria di Reimann, ed è caratterizzata dal
fatto che il piano è la superficie di una sfera, il punto è una coppia di punti
diametralmente opposti appartenenti alla superficie sferica e le rette sono tutte le
circonferenze massime del piano.
In questa geometria il V postulato viene sostituito da un postulato che dice:
“Data una retta L e un punto A non esiste nessuna retta parallela a L passante per A ”
La geometria sferica
La geometria sferica nasce partendo dalla stessa base della geometria ellittica essa si
presenta però come un sistema geometrico che rappresenta una superficie sferica dello
spazio.
In questa nuova geometria le rette sono circonferenze massime che si ottengono
intersecando con la sfera un piano passante per il centro della sfera.
Si può notare come in questo modo venga negato uno dei postulati che tentò di
sostituire al V postulato:
“data una retta r e due perpendicolari a questa, le due perpendicolari a r sono parallele
tra di loro, ”
Infatti se si considera il pianeta terrestre si può notare come i meridiani siano
perpendicolari all’equatore ma allo stesso modo si congiungono ai poli.
Un fatto molto significativo è come la somma degli angoli interni di un triangolo sia
sempre maggiore di 180° poiché prendendo come esempio il triangolo formato da due
7
meridiani e l’equatore, i due angoli alla base sono entrambi di 90°, per il motivo
spiegato precedentemente, e la loro somma è già di 180° senza contare il terzo angolo.
La differenza tra questa e la ellittica è che quest’ultima non accetta neanche il secondo
postulato che dice: “Si può prolungare un segmento oltre i due punti indefinitamente”.
FISICA
“Se credete di aver capito la teoria dei
← quanti,vuol dire che non l'avete capita.”
Richard Feynman
8
LA MECCANICA QUANTISTICA
Dopo la prima guerra mondiale, negli anni Venti, l’attenzione di molti fisici tornò sulla
fisica atomica.
La meccanica quantistica si sviluppò parallelamente alla relatività con la differenza che
quest’ultima agisce soprattutto su fenomeni macroscopici (nel cosmo) mentre la
meccanica quantistica ha come oggetto di ricerca il comportamento dei più piccoli
costituenti della materia come le molecole, gli atomi, gli elettroni e le particelle nucleari.
Questa nuova fisica si basa su due concetti fondamentali: la costante di Planck e il
dualismo onda-particella.
La costante di Planck esprime il valore fisso e non frazionabile in cui l’energia è divisa.
Infatti Planck scoprì come l’energia non viene emessa costantemente ma quantizzata in
pacchetti detti quanti. Questa costante viene chiamata h e vale:
34
h 6
,
626 10 Js
E quindi l’energia E è uguale a: E = h * c / λ
Dove c corrisponde alla velocità della luce e λ è la lunghezza d’onda della radiazione
elettromagnetica.
Il concetto del dualismo onda-particella di De Broglie afferma che una particella possiede
anche caratteristiche ondulatorie (“poiché la luce, che normalmente consideriamo un
onda, può mostrare un comportamento corpuscolare, forse una particella di materia,
come un elettrone, può esibire un comportamento ondulatorio”). Un esempio di questo
fenomeno è la luce in quanto è un’onda ma è anche raggruppata in quantità dette fotoni.
La conseguenza di maggiore importanza del dualismo onda-particella è il principio di
indeterminazione di Heisenberg.
Il principio di indeterminazione
Heisenberg, partendo dall’idea che la fisica deve occuparsi solo di ciò che si riesce ad
osservare empiricamente riuscì a proclamare il principio di indeterminazione.
“Ogni qualvolta vogliamo determinare simultaneamente la posizione x di un corpuscolo
p
lungo una data direzione e la sua quantità di moto lungo la stessa direzione, le
x
p
x
incertezze e delle due grandezze sono legate dalla relazione:
x h
x p
x 2
Similmente, se misuriamo l’energia E di un corpuscolo mentre esso si trova in un
t
determinato stato, impiegando un intervallo di tempo per compiere tale
E
osservazione, l’incertezza sul valore dell’energia è tale che:
h
E t
2
dove h rappresenta la costante di Planck”
Questo principio afferma l’impossibilità di determinare contemporaneamente in modo
rigoroso la posizione e la quantità di moto di un oggetto, oppure l’istante di tempo in cui
un sistema si trova in un particolare stato e la corrispondente energia del sistema, e che
più sapremo con precisione la posizione di una particella, meno informazioni sapremo
sulla sua velocità. 9
Il limite insormontabile che non permette la precisione nel calcolare queste due
caratteristiche di un corpo è la costante di Planck poiché il disturbo provocato a un
sistema dai processi di misura è qualcosa di non completamente eliminabile.
Per misurare la posizione di un elettrone occorre illuminarlo con un raggio di luce e per
avere una maggiore precisione occorre farlo con una luce di lunghezza d’onda delle