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Mometto Nicola Butterflies and Hurricanes
Attrattori e attrattori strani
Abbiamo detto che i sistemi dinamici, anche quelli non lineari, per quanto potenzialmente caotici,
non sono casuali: il loro studio, ha infatti portato alla definizione di un elemento che ne
caratterizza l’andamento in modo più generale e meno vincolante di quello che può essere il
concetto di limite.
In matematica, un attrattore è un insieme verso il quale evolve un sistema dinamico dopo un
tempo sufficientemente lungo. Perché tale insieme possa essere definito attrattore, le traiettorie
che arrivano ad essere sufficientemente vicine ad esso devono rimanere vicine anche se
leggermente perturbate. In parole povere, l’attrattore è l’area dello spazio del grafico del sistema
verso dove convergono le perturbazioni causate dalle condizioni. Esistono attrattori d’ogni
genere: possono essere punti, curve, varietà,
insiemi…
Qui accanto è rappresentato l’attrattore che
mostra velocità e posizioni di un pendolo
attaccato ad un sostegno elastico. Risulta
evidente come le orbite descritte dal sistema
sono del tutto imprevedibili, ma è allo stesso
modo evidente come vi sia nello spazio una
zona dove le variazioni convergono,
dimostrando così di non essere
completamente caotiche. Figura 2 Attrattore di un pendolo attaccato ad un sostegno
Quando si parla di Butterfly Effect, però, elastico
sembra difficile poter parlare di un elemento
che lasci prevedere l’andamento del sistema come l’attrattore. Tuttavia, spesso anche i sistemi
dinamici caotici possiedono particolari tipi di attrattori con caratteristiche peculiari, definiti
1
attrattori caotici, o attrattori strani . La differenza di tali attrattori sta nel fatto che, seppur
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osservabili empiricamente, sono totalmente incalcolabili. Inoltre mentre in un attrattore
tradizionale si descrive la probabilità di presenza del sistema in un punto in un determinato
istante di tempo, in un attrattore strano non si può assolutamente conoscere analiticamente dove
il sistema si sarà posizionato al dato istante di tempo, in quanto l’attrattore strano è di per sé
instabile: infatti coppie di orbite che si originano da punti arbitrariamente vicini uno all’altro
sull’attrattore, si separano esponenzialmente con il passare del tempo. Ciò significa che anche un
minuscolo errore nella determinazione delle condizioni iniziali del sistema viene ingigantito
esponenzialmente col passare del tempo; ovvero, gli attrattori strani sono soggetti ad una
dipendenza sensibile dalle condizioni iniziali: Butterfly Effect.
1 Attrattore caotico e attrattore strano non coincidono come concetti: infatti con attrattore caotico si intende un
attrattore tipico di un sistema caotico, non-lineare, sottolineandone l’aspetto matematico. Invece con attrattore
strano si definisce un attrattore a dimensione non intera, ovvero, che non è né bidimensionale, né tridimensionale
etc. ma ha una dimensione frazionari, mettendo in luce una caratteristica geometrica. Quasi sempre gli attrattori
strani sono caotici, e quelli caotici sono strani, per questo i due concetti finiscono spesso per essere sovrapposti.
Tuttavia sono ipotizzabili anche attrattori strani non caotici, e viceversa.
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Mometto Nicola Butterflies and Hurricanes
L’attrattore di Lorenz
Vediamo ora degli esempi concreti di come, nella matematica e nella fisica degli ultimi tempi, il
Butterfly Effect si sia rivelato un elemento fondamentale nello studio dei fenomeni legati ai
sistemi complessi.
Il primo esempio è, si può dire, il padre dell’Effetto Farfalla stesso, il fenomeno dal quale Lorenz
stesso ha preso ispirazione per la sua celebre conferenza del 1979: l’attrattore di Lorenz.
Esso è un attrattore strano, derivato dagli studi eseguiti da Lorenz stesso sul sistema idraulico di
cui abbiamo precedentemente parlato.
Tale studio, ha prodotto una serie di equazioni differenziali che, ha ammesso Lorenz stesso, non
sono sufficienti a descrivere con precisione il comportamento del fluido, ma ne rappresentano
solo un modello semplificato, ma soddisfacente.
Figura 3 L'attrattore di Lorenz, rappresentazione 3d
Studiando l’attrattore derivato dal sistema di equazioni da egli stesso formulato, Lorenz si
accorse che il comportamento di
esso presentava una dipendenza
sensibile dalle condizioni iniziali:
bastava infatti un minuscolo errore
di rilevamento degli stati di partenza
per rendere le equazioni totalmente
inaffidabili nella descrizione del
fenomeno, e provocare
nell’attrattore dei cambiamenti di
traiettoria assolutamente
imprevedibili.
Vediamo qui accanto, due traiettorie
tridimensionali dell’attrattore di
Lorenz, il cui stato iniziale differisce
-5
per un errore di ordine 10 , in un
intervallo di tempo di 30 secondi.
Figura 4 Le due diverse traiettorie dell'attrattore, con 0< t< 30s Dalla rappresentazione grafica,
risulta particolarmente evidente come le due traiettorie inizino il loro percorso in modo analogo,
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Mometto Nicola Butterflies and Hurricanes
convergendo nelle figure circolari concentriche in basso, ma che poi, con il passare del tempo, la
differenza nelle condizioni iniziali le porti a prendere percorsi radicalmente diversi, come si può
notare osservando la parte superiore dell’attrattore
Quest’altro grafico mostra il valore medio
dell’attrattore sull’asse z confrontato con la
differenza delle due traiettorie precedenti : per
buona parte dell’intervallo, la differenza è
pressoché nulla; dall’istante 23s, si può notare come
la differenza tra la traiettoria gialla e la traiettoria
blu cominci ad aumentare e raggiunga
improvvisamente valori molto alti, anche di gran
lunga superiori al valore medio riportato nel grafico
superiore. Inoltre, l’andamento del grafico
rappresentante z(t) – z(t) presenta caratteristiche
caotiche: il valore della differenza dei due valori
infatti oscilla senza un’ampiezza e un periodo
costanti, rendendo impossibile ogni previsione a
riguardo.
Figura 5 Grafico rappresentante l'andamento della
differenza dei due attrattori
L’equazione logistica
Vediamo ora un altro esempio concreto di Caos Deterministico ed effetto farfalla negli studi
moderni, che si presta ancora meglio allo studio del Butterfly Effect, in quanto più semplice da
determinare numericamente: l’equazione logistica, o mappa logistica.
Partendo dalle osservazioni di Malthus (1766 – 1834) riguardanti la crescita della popolazione di
una specie, il belga Verhulst nel 1838 determino la legge di accrescimento di una qualsiasi
popolazione animale. Le ipotesi assunte furono che la popolazione tende ad aumentare secondo
una progressione geometrica, e che l’ambiente esterno eserciti un freno, detto fattore di
retroazione, proporzionale alla popolazione stessa. Tale legge fu verificata da Pearl e Reed, due
scienziati americani, che constatarono sperimentalmente che la popolazione statunitense era
cresciuta dal 1790 al 1910 secondo la legge di crescita logistica. Mentre però è risultata efficace
per la descrizione delle specie a bassa natalità e a vita considerevolmente lunga come quella
umana, nelle specie ad elevatissima natalità e vita breve, come quelle di molti insetti, la curva
logistica presenta un comportamento caotico di dipendenza dalle condizioni iniziali. La legge per
questo tipo di specie e la seguente:
P (t+1) = R . P(t) . ( 1 – P(t) )
Con 0<P(0)<1
dove con P si è indicato la numerosità della popolazione all’istante t e con R il fattore di crescita
logistica. Il fattore (1 – P(t) )rappresenta il fattore di retroazione e indica ciò che può frenare, o
meglio regolare, la crescita della popolazione degli insetti, come ad esempio la mancanza di cibo,
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Mometto Nicola Butterflies and Hurricanes
condizioni climatiche poco favorevoli, l’azione di animali predatori. Il fattore, per popolazioni
ancora prossime allo 0 è vicino all’uno, ed è quindi ininfluente. Per popolazioni più grandi, esso
frena realisticamente la crescita della popolazione globale, in quanto una popolazione già grande
è in maggiore competizione per sopravvivere.
La funzione dimostra fin subito di avere una caratteristica: possiede attrattori.
Infatti, per R=2, essa presenta un comportamento che converge in fretta al valore 0.5, per
qualsiasi valore dato alla popolazione iniziale, come vediamo dal grafico.
t P(t) P(t) P(t)
t=0 0,2 0,3 0,9
t=1 0,32 0,42 0,18
t=2 0,4352 0,4872 0,2952
t=3 0,491602 0,499672 0,416114
t=4 0,499859 0,5 0,485926
t=5 0,5 0,5 0,499604
t=6 0,5 0,5 0,5
t=7 0,5 0,5 0,5
t=8 0,5 0,5 0,5
t=9 0,5 0,5 0,5
Se cambiamo il valore di R, la curva mantiene il medesimo comportamento: cambia solo il valore
dell’attrattore. Infatti, per R= 2.5 si ottiene come attrattore x=3/5
Molto più interessante è però l’andamento della curva se si prova con valori di R superiori al 3.2.
Per R=3.2, gli attrattori, diventano due!
t P(t) P(t) P(t)
t=0 0,2 0,2 0,6
t=1 0,512 0,512 0,768
t=2 0,799539 0,799539 0,570163
t=3 0,512884 0,512884 0,784247
t=4 0,799469 0,799469 0,541452
t=5 0,513019 0,513019 0,794502
t=6 0,799458 0,799458 0,52246
t=7 0,51304 0,51304 0,798386
t=8 0,799456 0,799456 0,515091
t=9 0,513044 0,513044 0,799271
t=10 0,799456 0,799456 0,513398
t=11 0,513044 0,513044 0,799426
t=12 0,799455 0,799455 0,513102
t=13 0,513044 0,513044 0,799451 13
Mometto Nicola Butterflies and Hurricanes
I risultati ottenuti aumentando ulteriormente i valori di R sono sorprendenti: gli attrattori si
sdoppiano continuamente e sempre più rapidamente, finchè, giunti al R=4, gli attrattori
sfuggono al controllo, diventando imprevedibili.
t P(t) P(t) P(t)
t=0 0,2 0,4 0,7
t=1 0,64 0,96 0,84
t=2 0,9216 0,1536 0,5376
t=3 0,289014 0,520028 0,994345
t=4 0,821939 0,998395 0,022492
t=5 0,585421 0,006408 0,087945
t=6 0,970813 0,025467 0,320844
t=7 0,113339 0,099273 0,871612
t=8 0,401974 0,35767 0,447617
t=9 0,961563 0,918969 0,989024
t=10 0,147837 0,29786 0,043422
t=11 0,503924 0,836557 0,166146
t=12 0,999938 0,546917 0,554165
t=13 0,000246 0,991195 0,988265
Figura 6 La curva logistica: valori degli attrattori dell'equazione logistica al variare del parametro R
Queste tabelle evidenziano una cosa importantissima: per R=4, la funzione è soggetta ad una
sensibile dipendenza dalle condizioni iniziali. Cambiando, anche di pochissimo, il valore iniziale,
si ottiene una differenza tra i valori ottenuti che cresce esponenzialmente.
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t P(t) P(t)
t=0 0,2 0,2001
t=1 0,64 0,64024
t=2 0,9216 0,921331
t=3 0,289014 0,289921
t=4 0,821939 0,823467
t=5 0,585421 0,581477
t=6 0,970813 0,973446
t=7 0,113339 0,103396
t=8 0,401974 0,37082
t=9 0,961563 0,93325
t=10 0,147837 0,249178
t=11 0,503924 0,748353
t=12 0,999938 0,753283
t=13 0,000246 0,743391 Figura 7: Differenze tra i valori degli attrattori per Po = 0.2 e Po= 0.2001
Ecco quindi un altro esempio di Effetto Farfalla, e di dipendenza sensibile dalle condizioni iniziali.
Riassumendo, abbiamo notato come spesso, anche nei modelli matematici più semplici si annidi
il caos: in particolare, ci siamo accorti di come, nelle equazioni soggette all’Effetto Farfalla, non è
possibile avere risultati credibili a lungo termine, in quanto lo scorrere del tempo farà pesare in
modo esponenziale l’inevitabile errore iniziale. 15
Mometto Nicola Butterflies and Hurricanes
II
L’Effetto Farfalla nella società
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Economia ed effetto farfalla: la crisi del ‘29
Lo studio della teoria del caos (da cui deriva il nostro Butterfly Effect) e dei modelli di sistemi
dinamici non lineari e caotici ha trovato numerosi sbocchi e applicazioni di vario genere: la
meteorologia, per esempio, per quanto riguarda lo studio e il tentativo di previsione dei fenomeni
meteorologici; oppure la biochimica, nello studio degli ecosistemi e i meccanismi dell’evoluzione;
la sociologia, nello studio delle dinamiche di crescita-decrescita di popolazioni. Anche l’economia
ha visto applicate le concezioni e i metodi emersi dalla formulazione e teorizzazione della teoria
del caos: infatti, gli studi statistici basati su di essa sono stati fondamentali per comprendere