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H.A.C.C.P.
Quali sono i vantaggi del sistema HACCP?
L’autocontrollo effettuato all’interno dell’azienda tutela il
consumatore dai danni alla salute causati dall’assunzione
di alimenti; il responsabile dell’azienda stessa può
dimostrare con l’ausilio della documentazione scritta che i
rischi rilevanti per la salute vengono tenuti sotto controllo
nel miglior modo possibile.
Cos’è l’HACCP?
L’autocontrollo (secondo il modello HACCP: ingl. Hazard
Analysis and Critical Control Points) rappresenta l’insieme
di tutte le misure che il “responsabile dell’industria alimentare” deve adottare per garantire la
sicurezza igienica e l’integrità dei prodotti alimentari (il modello HACCP non riguarda la sicurezza
sul lavoro, la prevenzione antincendio, ecc.).
È di fondamentale importanza in quest’ambito rilevare all’interno dell’azienda i rischi igienico-
sanitari e adottare misure idonee per tenere sotto controllo questi rischi o almeno per ridurli ad un
livello accettabile.
Il modello HACCP si limita esclusivamente alla prevenzione di rischi rilevanti per la salute e non
riguarda espressamente gli aspetti qualitativi, anche se salute e qualità sono strettamente
collegate.
Il sistema di autocontrollo specifico dell’azienda deve riferirsi all’intero processo aziendale e non
solo al controllo del prodotto finale.
Il sistema deve essere documentato da un “piano di autocontrollo HACCP”. La documentazione
non deve essere necessariamente voluminosa, ma comunque adattata alla singola azienda.
Qual è il riferimento legislativo di questi adempimenti?
La normativa dell’UE prevede che ogni azienda, in cui si lavorano, depositano,
confezionano/imballano o somministrano generi alimentari, debba elaborare e attuare un sistema
di autocontrollo secondo il modello HACCP.
Con l’entrata in vigore del Decreto del Presidente della Provincia n. 18 del 12/05/2003 sono
state previste delle semplificazioni per numerose aziende.
Quali sono i compiti e i doveri del responsabile per l’applicazione del piano
HACCP?
Il responsabile per l’applicazione del piano HACCP è il titolare della licenza o il legale
rappresentante dell’azienda; c’è però la possibilità di delegare la responsabilità ad un’altra
persona. In tal caso deve essere rilasciata una delega scritta che deve essere datata e sottoscritta
per accettazione sia dal delegante sia dalla persona delegata. Il responsabile deve comunque
disporre di autonomia decisionale e gestionale anche sotto il profilo finanziario.
Il responsabile dell’azienda alimentare deve garantire che l’attività aziendale si svolga nel
rispetto delle norme igieniche; egli deve inoltre elaborare i documenti sull’autocontrollo secondo le
istruzioni del D.P.P. 18/2003 e tenerli a disposizione degli organi di vigilanza; egli deve ovviamente
provvedere anche alla loro attuazione in azienda.
In caso di inosservanza delle disposizioni in materia di sistema di autocontrollo il responsabile
è soggetto a sanzioni amministrative in cui incorre dopo preventiva diffida.
Quali passi sono necessari
per la redazione di un
piano di autocontrollo?
Nelle aziende preposte alla
produzione, lavorazione e
preparazione di generi alimentari,
destinati alla vendita o alla
somministrazione in loco (per
esempio, aziende di ristorazione),
la documentazione di
autocontrollo deve contenere i
seguenti elementi:
a) Deve essere redatta una
documentazione scritta da cui
siano chiaramente desumibili le
generalità del responsabile dell’attuazione del sistema HACCP in azienda;
b) Devono essere rilevati i possibili rischi per la salute e identificati i cosiddetti punti critici di
controllo (CCP), anche riunendo prodotti affini in gruppi merceologici (cosiddetta analisi dei rischi);
Questa analisi dei rischi (= analisi dei pericoli) nell’ambito del processo lavorativo rappresenta il
nucleo del sistema HACCP.
Cosa s’intende con analisi dei rischi?
Nell’analisi dei rischi vengono individuati i possibili pericoli per la salute nel processo produttivo
aziendale (dalla materia prima al prodotto finito).
Il responsabile dell’industria deve garantire che tutti i passaggi (preparazione, trasformazione,
fabbricazione, confezionamento, deposito, trasporto, distribuzione, manipolazione, vendita e
fornitura) siano effettuati in modo igienico.
In questo ambito il responsabile dell’azienda alimentare deve riflettere sui danni alla salute che
possono essere causati al consumatore da un alimento. Nella preparazione dei pasti devono
essere considerati soprattutto i rischi microbiologici.
Cosa sono i punti critici di controllo (CCP)?
Si tratta di punti critici nel processo lavorativo di un’azienda in cui è possibile e necessario
evitare un rischio per la salute o ridurlo in misura accettabile.
Per poter parlare di punto critico di controllo deve essere possibile:
• Stabilire valori limite che possano essere monitorati (per esempio, misurazione della
temperatura nell’ambito della refrigerazione);
• In caso di superamento dei valori limite adottare misure correttive;
• Documentare tali punti critici di controllo.
S’intendono con misure correttive quelle misure che vengono adottate ogni volta che venga
superato il valore limite di un CCP (per esempio, come comportarsi quando in una cella frigorifera
si misura una temperatura troppo elevata?). Le misure correttive devono poter essere adottate
immediatamente o in brevissimo tempo (per esempio, controllo dello stato di conservazione degli
alimenti interessati, regolazione della temperatura della cella frigorifera, ecc.), allo scopo di
garantire la sicurezza degli alimenti.
A volte i punti critici di controllo (CCP) vengono confusi con l’osservanza delle “regole sulle
buone pratiche igieniche di lavorazione e di produzione“ che rappresentano in ogni caso la
premessa di una gestione igienica di un’azienda alimentare. Esempi in questo ambito sono
rappresentati dall’igiene personale, dalla pulizia e disinfezione delle attrezzature ed utensili da
lavoro, dalla lotta ai parassiti e dai requisiti strutturali.
Le misure adottate nell’ambito delle “buone pratiche igieniche e della produzione“ non devono
essere documentate per iscritto.
Per elaborare un sistema HACCP efficace, un’azienda deve disporre di idonei requisiti
strutturali di base; devono essere inoltre rispettate le regole generali sulle buone pratiche igieniche
di lavorazione e di produzione.
Rappresentano esempi di buone pratiche igieniche di lavorazione e di produzione:
L’utilizzo di materie prime di un buon livello qualitativo, fresche ed acquistate da
produttori di fiducia;
Il controllo a campione delle condizioni di trasporto della merce fornita (per esempio,
controllo della merce in entrata);
Il controllo prima dell’uso dei prodotti in deposito per verificarne la data di scadenza e
l’eventuale deterioramento;
Il collocamento dei cibi non a contatto diretto con il pavimento;
La conservazione di detersivi, disinfettanti, medicinali ed insetticidi in luogo nettamente
separato da alimenti, attrezzi da lavoro e materiali d’imballaggio;
La conservazione di alimenti sfusi in contenitori chiusi contrassegnati come idonei a
venir a contatto con gli alimenti;
La rapida collocazione in frigorifero di alimenti facilmente deperibili da conservare
refrigerati;
La completa separazione nei frigoriferi dei cibi già cotti e pronti per il consumo dagli
alimenti crudi, in modo da evitare un nuovo inquinamento degli stessi; soprattutto le
uova e il pollame possono contenere germi patogeni;
Lo scongelamento rapido (forno a microonde) oppure in frigorifero di alimenti surgelati;
in questo caso il liquido prodotto dallo scongelamento non deve venire a contatto con
altri alimenti;
L’uso per la preparazione dei cibi di superfici o strumenti di lavoro diversi a seconda del
tipo di alimento (per esempio, non mettere a contatto anche indirettamente pollame
crudo e insalata).
La buona pratica igienica:
Un ruolo importante è dato dall’igiene aziendale e personale.
Rappresentano esempi in questo ambito:
• La pulizia e disinfezione dei locali aziendali, degli impianti e degli oggetti utilizzati, azioni
necessarie per eliminare possibili focolai d’infezione in azienda; con la pulizia si elimina la
sporcizia, privando in tal modo i microrganismi del substrato nutrizionale; con la successiva
disinfezione i microrganismi nocivi vengono invece anche eliminati;
• Attenzione all’igiene personale durante la preparazione e la lavorazione degli alimenti. Ciò
presuppone l’uso di indumenti di lavoro puliti e di colore chiaro (grembiuli, copricapo, scarpe), mani
ed unghie pulite, la copertura di ferite e infiammazioni sulle mani con fasciature impermeabili, il
lavaggio delle mani dopo essere stati alla toilette per evitare l’eventuale trasporto di germi in
cucina.
Si mette in evidenza inoltre che la formazione continua del personale addetto alla
manipolazione di alimenti è obbligatoria per legge.
H.A.C.C.P. = Hazard Analysis Critical Control Point (analisi dei rischi e dei punti critici di controllo).
Il decreto legislativo 26 maggio 1997 № 155 ha introdotto anche per i punti vendita di carni fresche
l'obbligo di porre in atto un autocontrollo secondo il modello H.A.C.C.P.
Con il meccanismo dell'autocontrollo il legislatore ha inteso creare, prima ancora che un controllo
di risultato (cioè del prodotto finito come tale), un controllo del processo in cui il prodotto alimentare
resta coinvolto fino alla sua esitazione al consumatore finale.
Tenuto conto che il sistema di autocontrollo deve essere semplice, essenziale, documentato e
documentabile,si ritiene che lo stesso debba essere composto da:
- scheda anagrafica aziendale;
- scheda relativa al personale operante, con descrizione del ruolo ed attività specifica dello stesso
nonché dei corsi di educazione sanitaria e di addestramento sostenuti;
- descrizione delle strutture, delle attrezzature e degli utensili in uso all'attività;
- descrizione delle modalità di vendita degli alimenti (es. previa manipolazione - mondatura,
disosso, spolpo, esclusivamente preconfezionati ecc...);
- analisi dei punti critici individuati e descrizione dei relativi sistemi di monitoraggio e controllo degli
stessi;
- piano di pulizia e sanificazione di locali, attrezzature ed utensili;
- documentazioni.
A titolo esemplificativo, le raccomandazioni sulle modalità di sanificazione delle affettatrici devono
tradursi, per essere di qualche reale utilità nella propria azienda, in una scheda di istruzioni
operative per il proprio dipendente che si adatti almeno:
- al modello di macchina in uso una macchina alimentata elettricamente deve essere scollegata
dalla rete, prima di essere accudita; alcuni modelli dovranno avere smontate, ribaltate o spostate
alcune parti secondo una data sequenza di operazioni, per garantire un’adeguata pulitura;
- alla disposizione delle macchine per pulire adeguatamente una certa parte della macchina senza
far danni, occorre a volte spostare prima un’altra macchina che impedisce l’accesso o che
potrebbe cedere e rovinarsi, se urtata incidentalmente;
- ai prodotti di sanificazione in uso i vari detersivi o disinfettanti devono essere usati ad una data
diluizione e per certi tempi, per essere davvero efficaci;
- alla lingua parlata dall’incaricato chi parla solo arabo non può capire le istruzioni dategli in italiano
e potrebbe quindi non garantire lo svolgimento delle operazioni nei modi corretti, se queste non
sono elementari e potrebbero dar luogo a problemi, se mal eseguite (si valuti la possibilità, nel
caso, di far scrivere direttamente al dipendente la procedura che lo riguardano, anche a mano, ma
nella sua lingua);
Per una macelleria tradizionale, cioè autorizzata esclusivamente ex art. 29 del R.D.20.12.1928 n.
3298, i punti critici di controllo generalmente rilevabili possono identificarsi con le seguenti fasi di
lavoro: