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I BAMBINI

DELL’OTTOCENTO

INTRODUZIONE: l’importanza del bambino e della sua educazione

Fin dall’antichità la figura del bambino è stata ritenuta importante, in quanto essa rappresenta il futuro della

civiltà e della società in generale. Non sempre, però, il ruolo del bambino è stato visto e considerato allo

stesso modo.

Uno dei primi autori che ha scritto sull’importanza dei bambini e della loro educazione è stato Quintiliano

con la sua “Institutio Oratoria”, un’opera di 12 libri, che illustrano i precetti ideali per l’educazione

dell’oratore fin dall’infanzia, fornendo un corso completo di istruzione.

L’opera di Quintiliano è assolutamente originale, anche perché le riflessioni ivi contenute comprendono ben

tre campi culturali di rilievo: la retorica ( per l’educazione dell’oratore), la pedagogia e la critica letteraria.

Egli concepisce nobilmente la funzione dell’insegnante, il quale dovrebbe assumere il ruolo di genitore nei

confronti degli allievi; rivela la sua profonda diffidenza per i cosiddetti ragazzi-prodigio; ammette il valore dei

giochi per l’infanzia con scopo educativo.

È con il suo stile talora ricercato, talora breve e sintetico che l’ “Institutio Oratoria” offre metodi di

insegnamento molto saggi e validi ancora oggi: “Quintiliano , infatti, appare attento alla realtà del bambino e

del fanciullo, di cui si prende cura dalla sua più tenera età. Egli era convinto del fatto che lo studio fosse utile

in ogni caso per il miglioramento di tutti gli uomini, per questo, occorre agire nell’opera educativa sempre

partendo da questo principio. Nei primi anni d’età lo studio deve avere carattere di gioco, il maestro userà

spesso la lode per stimolare l’allievo e farà ricorso anche allo spirito di emulazione. Quintiliano sosteneva

inoltre che tutti i ragazzi dovevano frequentare scuole pubbliche e non essere educati da maestri privati,

perché il fututo oratore deve abituarsi fin dai più teneri anni a vivere in mezzo alla gente, entrando in

rapporto con i coetanei. Egli è contrario alle punizioni corporali (diffuse nella scuola antica) soprattutto

perché umiliano il punito e lo spingono a comportamenti deplorevoli”.

(di Italo Lana, da “Quintiliano, in Dizionario degli scrittori greci e latini”)

FILOSOFIA: “il bambino come un essere perverso e polimorfo”

La figura del bambino,intesa come parte integrante della società umana,fu studiata approfonditamente nel

corso dell’Ottocento dal filosofo tedesco Sigmund Freud (1856-1939).

Egli, infatti,giunse a dichiarare che molto importante e essenziale nella vita di un individuo è il suo sviluppo

psicosessuale: la vita sessuale infantile può avere influssi sul futuro comportamento dell’adulto.

La nuova concezione di Freud è, quindi, non identificare più la sessualità con l’attività genitale dell’individuo

adulto, ma scoprire che essa esiste anche nel bambino.

Da tali affermazioni, Freud elaborò un’originale dottrina della sessualità infantile: è così che egli giunse a

definire il bambino come un “essere perverso e polimorfo”, cioè un individuo capace di perseguire il piacere

indipendentemente da scopi riproduttivi.

Lo sviluppo psicosessuale del soggetto avviene attraverso diverse fasi,legate l’una all’altra:

 Fase orale: caratterizza i primi mesi di vita fino ad un anno e mezzo. Essa ha come zona erogena la

bocca, ossia il mezzo attraverso il quale il bambino compie la sua principale attività: il poppare.

Infatti, l’unica relazione che il bambino ha con il mondo esterno è di tipo nutritivo, attraverso la

madre: la bocca diventa il tramite che lo lega al mondo e alla realtà circostante.

 Fase anale: che va da un anno e mezzo a circa tre anni, è collegata alle funzioni escrementizie: il

bambino acquisisce il controllo degli sfinteri, che per luisono oggetto di particolare interesse e

piacere.

 Fase genitale: inizia alla fine del terzo anno. Il bambino assume la certezza di essere maschio o

femmina giungendo, dopo un periodo di latenza, durante il quale il bambino sviluppa amicizie con

individui dello stesso sesso e focalizza l’attenzione sul suo sviluppo fisico, alla fase genitale in senso

stretto (o dell’adolescenza), ossia alla piena consapevolezza della propria sessualità.

In questa ultima fase il bambino può essere soggetto al cosiddetto “complesso di Edipo”

(“complesso di Elettra” se si tratta di una femmina), consistente in un “attaccamento” eccessivo

verso il genitore di sesso opposto e in un atteggiamento ambivalente verso il genitore di egual

sesso, cioè il bambino contende con il padre l’amore per la madre.

INGLESE: “ci pensavano i ragazzi armati di cucchiai a ripulire le scodelle, finchè

non tornavano a splendere”.

One of the most important autor in English 19th century literature is Charles Dickens.

Since the beginning of his career his main interest was writing social novels where he could present the

reality of his society, with all contraddictions of the Vicotiran Compromise (coexistence of two different

aspects within the same society: the working class and the middle calsse).

Some of his pieces were called “Social or Humanitarian Novels” as he used “fiction” to denounce the vices

and the corruption of his own time, even though in an ironic and critical way.

Coming from a poor and diseased family, he was forced to work in a factory by the age of twelve: this difficult

past was to become the inspiration for his masterpieces. In fact, we can find this aspect of his childhooh for

example in “Oliver Twist”.

This was the first english novel to have a boy as the main character and one of the first examples of social

novel: it analyzes the evils of the Victorian society such as poverty, children’s working, urban criminality and

middle class hipocrisy. Oliver Twist is a boy raised in a workhuose, after his mother died while giving him; his

childhood is a constant suffering , he goes to violence and he is forced to take starvation and humiliations.

No one can help him as every other kid in the workhouse can only try to survive that miserable and

dishuman existence. At the age of nine the chooser to run away, walking until London: in the city suburbs ,

tired and hungry, he meets a boy who introduces him to a crook band, lead by the old Fagin. At the beginning

he is not aware of the people he’s living with, but little by little we will know the truth.

Oliver is kind and easy and, no matter all of his troubles, he’s not capable of hating.

He represents the Innocence war against the Evil: in his childs’s view, the adult’s world is incomprensible.

After robbing some citizies, Oliver gets caught by the Police. He then gets free thanking to a good

observation of a tester and he is noticed by on old man who works in a library and who lets him into his

house. After going to other terrible situations, he definitely is adopted by the rich man who will raise him like a

father.Thus, the idea of childhood as a golden Age, promoted by Victorian literature, is a cover to the harsh

reality in which children were forced to work-houses. Separated from their families and neglected, as their

existence had no importance at all.

ITALIANO: “il padrone mi manda spesso lontano, dove gli altri hanno paura d’

andare. Ma io sono Malpelo, e se non torno più, nessuno mi cercherà”.

Anche nella letteratura italiana di metà Ottocento è molto importante la descrizione della realtà così come è

e come viene vissuta dalla popolazione, soprattutto dai bambini.

Fu così che Giovanni Verga assunse sempre più importanza con le sue opere veriste.

Il Verismo che si diffuse in Italia, fu quello dello “scrittore sociale”, in lotta contro le piaghe della società in

nome del progresso e dell’umanità. La rappresentazione deve conferire al racconto l’impronta di cosa

realmente avvenuta; per far questo deve riportare “documenti umani” e deve essere raccontato in modo da

porre il lettore “faccia a faccia con il fatto nudo e schietto”. Per questo lo scrittore deve “eclissarsi”, cioè non

deve comparire nel narrato con le sue reazioni soggettive, le sue riflessioni, le sue spiegazione. In tal modo

la sua mano “rimarrà assolutamente invisibile”, tanto che l’opera sembrerà “essersi fatta da sé”. Il lettore

avrà l’impressione non di sentire un racconto di fatti, ma di assistere a fatti che si svolgono sotto i suoi occhi.

Alla base della visione di Verga stanno posizioni pessimistiche: la società umana è per lui dominata dal

meccanismo della “lotta per la vita”, meccanismo crudele per cui il più forte schiaccia necessariamente il più

debole. La generosità, l’altruismo e la pietà sono solo valori ideali, che non trovano posto nella realtà

effettiva. È questa una legge di natura, universale, che governa qualsiasi società in ogni tempo e in ogni

luogo, e domina non solo le società umane, ma anche il mondo animale e vegetale.

Il meccanismo e le caratteristiche sopra elencate possono essere ritrovate in “Rosso Malpelo”,

appartenente alla raccolta “Vita dei campi”. In Verga, in questo periodo, è ancora in atto una contraddizione

tra le tendenze romantiche della sua formazione e le nuove tendenze veristiche, pessimistiche e

materialistiche, che lo inducono a studiare “scientificamente” le leggi del meccanismo sociale e a riconoscere

che anche il mondo rurale è dominato dalla stessa legge della lotta per la vita che regola la società cittadina;

tendenze che sono già perfettamente individuabili in “Rosso Malpelo”.

Il racconto descrive la realtà di povertà e sfruttamento delle classi disagiate in Sicilia (luogo caro al poeta),

viste soprattutto dagli occhi di un bambino, Malpelo. L’opera, infatti, è anche un ritratto, umanissimo e di

grande attualità, di un adolescente, condannato dai pregiudizi e dalla violenza della gente all’emarginazione

e ad una tragica fine.

Rosso Malpelo è un ragazzo dai capelli rossi, che nel pregiudizio popolare indicava il suo modo di essere

“malizioso e cattivo”. A causa di ciò Malpelo è maltrattato da tutti e non trova affetto neanche in famiglia(la

madre non si fida di lui e la sorella lo picchia sempre), viene sfruttato per ottenere i soldi che guadagna a

lavoro. Il ragazzo, infatti, lavora con il padre, Mastro Misciu (la bestia), in una cava; i due sono molto legati,

in quanto il padre sia l’unico ad avergli mai dato affetto.

Accidentalmente, una sera, un pilastro cade addosso a Mastro Misciu, mentre sta lavorando nella cava e,

per lui, non rimane che la morte. Nessuno fa caso al figlio, che inutilmente scava nella rena lacerandosi le

unghie nello sforzo di salvarlo.

Qualche tempo dopo, arriva a lavorare alla cava un ragazzino soprannominato Ranocchio, per il modo in cui

camminava. Egli diventa oggetto di sfogo di Malpelo che lo tormenta: lo picchia, lo insulta e se Ranocchio

non si difende, lui continua perché vuole che impari a reagire. In realtà il motivo di tale cattiveria è dato dal

fatto che Malpelo gli vuole bene e vuole che impari la dura lezione della vita. (”lotta per la vita”)

Dopo qualche tempo viene ritrovato il cadavere di Mastro Misciu: per Malpelo la morte è la liberazione di

tutto, e per i deboli sarebbe meglio non essere mai nato. Ranocchio,invece, gli spiega del Paradiso, dove i

vivi che sono stati brave persone vanno a riposare in eterno.

Più tardi, Ranocchio, si ammala di tubercolosi e muore in breve tempo. Malpelo adesso è effettivamente

solo, dato che la madre ha trovato un nuovo compagno e la sorella ha un marito e nessuno lo vuole più in

casa.

È così che la tragica fine arriva anche per il protagonista: Malpelo, non avendo nessuno che possa

rimpiangerlo, accetta il compito di verificare un tratto di galleria ancora inesplorato. Una volta entrato nella

cava, nessuno seppe più nulla di lui e nemmeno le sue ossa furono mai ritrovate.

È evidente che il ragazzo, pur essendosi formato nell’ambiente disumano della cava, ha conservato alcuni

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