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Estratto del documento

Eveline, the protagonist, is a girl who hasn't a mother and his older brother is dead; she lives with

her father (always drunk). One day she meet a kind boy, Frank and she falls in love with him; when

he has to leave to Buenos Aires, where he works, he asks her if she would go with him and she

accepts. But the day of sailing, just before to getting on she decides to stay with her father and

brothers eliminating the possibility to have an happy life with her boyfriend in south America.

Buenos Aires represents the freedom and the possibility to break the ties as religion, political,

cultural ties (paralysis) and her family represents the tradition and the impossibility to leave.

M. Spiazzi M. Tavella "Now and then" Zanichelli

http://www.literaturecollection.com/a/james-joyce/dubliners/4/

http://it.wikipedia.org/wiki/The_Dubliners

Psicologia dell'età evolutiva

Studia il processo di sviluppo e organizzazione dell'individuo dalla nascita fino a circa 25 anni di

vita. Durante questo periodo la personalità va acquistando attraverso processi evolutivi biologici e

psicologici , una maggiore ed efficiente armonizzazione delle energie di cui dispone, con crescente

possibilità di autonomia e di modi nuovi e più maturi di comprensione, partecipazione affettiva e

socializzazione.

Il riferimento all'età cronologica consente di distinguere in prima infanzia(0-1), infanzia(2-3),

puerizia(3-6), fanciullezza(6-10), preadolescenza(10-13), adolescenza(13-20), giovinezza(20-25).

Naturalmente sono suddivisioni convenzionali e possono essere accolte solo se si concede elasticità

data dalle differenze personali, ambientali, di maturazione e apprendimento personali.

Il passaggio da un' età all'altra avviene solitamente secondo periodi di crisi, per adattare la propria

visione del mondo a forme più complesse della realtà.

-5-

ERIK ERIKSON:UNO SVILUPPO PSICOSOCIALE

Gli studi di E. Erikson (1902-1994), uno psicoanalista di origine tedesca poi trasferitosi in America,

sullo sviluppo psicosociale costituiscono un riferimento di primaria importanza. Partendo da un

approccio psicosessuale di Freud (lavora con Anna Freud e ha come insegnante il padre, Sigmund

Freud), Erikson aggiunge la dimensione psicosociale e ritiene che la strutturazione degli impulsi

individuali avvenga, sulla base del rapporto con l'ambiente sociale, secondo otto stadi che si

ripetono in tutti gli individui anche se appartenenti a diverse culture, ciascuno contrassegnato da

una crisi e da due successive possibili alternative (ciclo vitale).

I problemi che la persona incontra e che non riesce a risolvere nel corso dello sviluppo si

accumulano presentandosi poi nello stadio di sviluppo successivo. Il superamento più o meno

completo delle varie fasi di sviluppo, la soluzione o non soluzione completa delle numerose crisi e

dei problemi d'identità, caratterizzano l'individuo nella sua interezza.

Egli affida particolare importanza al ruolo del gioco che diviene strumento di conoscenza dei

problemi psicologici dei bambini e mezzo terapeutico che consente loro di esprimere e risolvere le

proprie angosce.

Vi sono due concetti che per Erikson hanno particolare importanza: il sé e l’identità dell’io.

Il sé indica come l’individuo vede se stesso;tale immagine ha un origine sociale in relazione ai vari

ruoli occupati dalla persona ed è perciò connessa con il tipo di immagine che viene rimandata dagli

altri in risposta al suo comportamento.

L’identità dell’Io è quella dimensione psicologica che consente di realizzarsi, di diventare e

rimanere sé stessi, in relazione alle altre persone, nell’ambiente sociale e culturale dove si vive.

Per garantire la socializzazione, le società elaborano degli ambiti deputati alla socializzazione (le

agenzie di socializzazione) degli individui. Nella contemporanea società occidentale di Erikson, gli

agenti di socializzazione principali sono: la famiglia, la scuola, il gruppo dei pari, i mass-media.

La famiglia si occupa della socializzazione dalla prima infanzia sino almeno all'adolescenza. La

scuola ha il compito istituzionale di socializzare i giovani addestrandoli all'apprendimento di

particolari abilità e alla condivisione di valori comuni. Il gruppo dei pari è costituito da coetanei in

rapporto di amicizia; esercita particolare influenza nella tarda infanzia e nell'adolescenza,

proponendo nuove norme e valori all'interno della dinamica tra eguali. I mass-media e le altre

agenzie, sempre più importanti, veicolano non solo informazioni, ma anche modelli di

comportamento e valori. Tra le altre agenzie di socializzazione ricordiamo inoltre i gruppi religiosi,

le associazioni, i gruppi di lavoro, i partiti politici.

Dalla nascita ad un anno: fiducia o sfiducia di base, i bambini imparano ad aver fiducia/sfiducia

nel fatto che chi si prende cura di loro soddisferà i loro bisogni fondamentali, che comprendono il

nutrimento, il calore, la pulizia, il contatto fisico; se vi è la conquista della fiducia il bimbo sarà poi

portato gradualmente ad estenderla anche a tutti gli altri, e viceversa. Lo sviluppo della fiducia è

applicato anche a sé stesso in quanto, il piccolo si rende conto di essere capace di incidere con il

proprio comportamento sulle azioni della madre. -6-

1-3 anni: autonomia o vergogna e dubbio, in tale fase le energie del bambino sono rivolte al

raggiungimento di abilità motorie che lo rendono più indipendente dal controllo degli adulti ma

anche più soggetto a situazioni potenzialmente pericolose; l’adulto deve così raggiungere una

situazione di equilibrio: incoraggiare il bambino all’attività autonoma e proteggerlo dai pericoli. Se

va incontro a fallimenti, il piccolo sviluppa un senso di vergogna e dubbio sulle proprie capacità.

3-6 anni: iniziativa o senso di colpa, i bambini vogliono intraprendere molte attività da “grandi” in

vista di uno scopo, travalicando, a volte, i limiti imposti dai genitori e comportando così dei conflitti

con gli adulti, i quali, rimproverandolo possono farlo sentire in colpa (importante per la formazione

della responsabilità morale). Nascono le prime amicizie ma anche le prime rivalità tra fratelli e

compagni.

7-12 anni: operosità o senso d’inferiorità, i bambini imparano ad essere competenti e produttivi

nel padroneggiare nuove abilità; sviluppa molti interessi e si rispecchia con i coetanei. In questa

fase vi è l’acquisizione dell’autostima,fondamentale per un sano sviluppo della persona, grazie al

riconoscimento dei successi ottenuti. Può comparire un senso d’inferiorità nel caso in cui gli adulti

non lo stimano o quando, nel confronto con i coetanei prova un senso di disagio per una presunta

inferiorità.

13-18 anni: identità o confusione dei ruoli, il ragazzo deve raggiungere il senso della propria

identità nel campo dei ruoli sessuali, occupazionali e sociali; in primo luogo vi è il rifiuto

dell’identità infantile e l’identificazione con gli eroi del mondo dello spettacolo, della musica, dello

sport distanziandosi dai genitori e sperimentando nuovi modelli di comportamento, trovando

sicurezza nel gruppo. In una seconda fase sono elaborate e interiorizzate forme di comportamento

più stabili che consentiranno poi di operare delle scelte e di assumere impegni e responsabilità

importanti per sé e per gli altri. Secondo Erikson il pericolo che minaccia lo sviluppo dell’identità

nell’adolescente è la confusione per il proprio ruolo (sessuale, professionale…).

19-25 anni: intimità o isolamento, i giovani adulti cercano compagnia e amore con un’altra

persona, oppure si isolano dagli altri per paura di essere rifiutati o rimanere delusi. E’ questa la fase

in cui si consolidano le amicizie e avviene la scelta professionale.

26-40 anni: generatività o stagnazione, gli adulti danno il loro contributo alla generazione

successiva impegnandosi in un lavoro significativo, in attività creative e/o allevando una famiglia

oppure, diventando stagnanti e inattivi.

Oltre i 40 anni: integrità dell’io o disperazione, gli anziani cercano di dare un senso alla loro

esistenza, in quanto o riescono a vedere la vita come un tutto dotato di significato, o si disperano per

le mete mai raggiunte e per le domande rimaste senza risposta.

-7-

Talcott Parsons: Famiglia e socializzazione

Il congiungimento tra l'individuo e la società avviene tramite aspetti materiali (artefatti prodotti

dalla società) e aspetti immateriali come il linguaggio, le norme, i valori. Talcott Parsons (1902-

1979), sociologo funzionalista statunitense, riprende da Freud il concetto di interiorizzazione,

ovvero come l'individuo fa proprie le regole e i valori della società attraverso la formazione di

un’istanza psichica (il “Super-Io”) che riproduce l’autorità inizialmente proveniente dal mondo

esterno, poi interiorizzata. Questa interiorizzazione delle norme e dei valori avviene nel corso del

processo di socializzazione, che si realizza nell’infanzia grazie alla famiglia. La socializzazione ha

inizio con la prima infanzia e prosegue per tutta l'esistenza dell'individuo. La vita stessa del neonato

dipende dal rapporto con gli individui che lo accudiscono e al contempo ne soddisfano e regolano i

bisogni; grazie a loro il piccolo accoglie i modelli sociali attraverso cui percepire il mondo e

organizzare gli stessi bisogni organici (fame, sonno ecc.), apprende le forme di comunicazione, i

valori e gli stili di vita del proprio contesto sociale.

Il ruolo della famiglia nell’ambito del sistema sociale è quello di educare i figli e socializzarli.

La visione della famiglia in Parsons (famiglia nel periodo dell'industrializzazione) è nucleare,

composta cioè solo dai due genitori e dai figli, residenti in un’abitazione indipendente

mononucleare. All’interno della famiglia avviene una differenziazione di funzioni e ruoli: la

moglie/madre assume il ruolo di casalinga che cura i figli e la casa; il padre/marito è il male bread-

winner, colui che porta il pane a casa, cioè che si procura di che da vivere, e il leader strumentale

che si occupa dell’interazione tra famiglia e società. Questi due ruoli sono complementari, l’uno

non esiste senza l’altro. I figli e le figlie svilupperanno una personalità che farà propri i valori dei

genitori e la differenziazione dei ruoli tra essi.

Il processo che ha coinvolto la famiglia con l'industrializzazione è stato un processo quasi logico e

tipico di tutti i sistemi: differenziazione delle funzioni e specializzazione. La sua specializzazione

diventa quella della "socializzazione primaria dei figli" ("affinché essi possano veramente diventare

membri della società" attraverso "l'interiorizzazione della cultura" e dei "modelli di valore" della

società). La prima funzione, quella della socializzazione, concerne i piccoli, la seconda, la

stabilizzazione della personalità adulta, riguarda i membri adulti.

Secondo il sociologo, il ruolo della famiglia all’interno della società moderna rischia di perdere la

sua importanza a seguito dell’espansione dei mezzi di comunicazione e della pluralità delle fonti a

cui vanno quotidianamente incontro i bambini. All’interno del processo educativo: la scuola, i

media e il gruppo dei pari offrono infatti molti più stimoli per il bambino a discapito del ruolo della

famiglia.

Avalle Maranzana "Pensare ed educare" Paravia

Fossali Seiffarth "Individuo, società, cultura" Hoepli

D'Isa "psicologia generale evolutiva e sociale" Hoepli

E. Erikson "Infanzia e società" Armando editore

“Considero la riforma Gentile come la più fascista fra tutte quelle approvate dal mio Governo."

Benito Mussolini,circolare ai prefetti nelle università a seguito della riforma

"Bimbi italiani tutte le mattine elevate un pensiero per il Duce. Oh buon Dio, benedici il nostro

Duce! Ora e sempre difendilo dal male e aiuta la sua opera ora e sempre. Per la pace d’Italia e del

mondo benedici il nostro Duce!". (“il libro della prima classe”,pag. 79)

“La riforma Gentile ha il grave torto di separare la scienza dalla tecnica,il lavoro intellettuale da

quello manuale” Antonio Gramsci

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