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Arte: Futurismo
Scienze e tecnologia: Storia della fotografia
Storia: Fascismo
Italiano: Campo di concentramento di Terezin e poesie
Geografia: Giappone
Inglese: Pollution
Spagnolo: Riciclare la carta
Ed. Fisica: Doping
MUSICA
Andrés Segovia Torres, Primo Marchese di Salobreña (Linares, 21 febbraio 1897 –
Madrid, 2 giugno 1987) è stato un chitarrista spagnolo.
Fu un maestro spagnolo della chitarra classica, generalmente considerato come il
più importante sviluppatore della tecnica e dello studio della chitarra classica di tutti
i tempi.
La sua prima apparizione in pubblico avvenne in Spagna all'età di sedici anni, e pochi
anni dopo tenne il suo primo concerto professionistico a Madrid, suonando
una trascrizione per chitarra di Francisco Tárrega ed alcune altre, che aveva
sviluppato per proprio conto, di Johann Sebastian Bach.
La figura di Segovia è fondamentale per la storia della chitarra classica, in quanto ha
portato questo strumento all'uso anche nel campo della musica classica, dove era
stato in precedenza ignorato perché considerato "troppo popolare" e strumento di
solo accompagnamento.
Per mezzo della sua popolarità ottenne che molti compositori a lui coevi scrivessero
molti pezzi originali, di cui fu dedicatario: dopo una tournée in America nel 1928,
divenne ben presto famoso come "il chitarrista", e musicisti come Heitor Villa-
Lobos,Mario Castelnuovo-Tedesco, Joaquin Rodrigo, Manuel Ponce, Joaquin
Turina e Manuel de Falla iniziarono a scrivere per lui (e per la chitarra). Nella storia
dello strumento a questi compositori si dà infatti il nome di compositori segoviani.
Contribuì inoltre alla realizzazione delle odierne corde in nylon, in grado di produrre
un suono più forte e costante rispetto a quelle di budello usate fino ad allora. La
tecnica veniva raffinata anche grazie al suo tocco brillante, corposo e dolce al tempo
stesso, con particolare attenzione al portamento. Un tocco inimitabile che rimane
ancora oggi un termine di paragone. ARTE
Il futurismo è il primo movimento d’avanguardia Italiano.
Il suo fondatore è uno scrittore, Filippo Tommaso Marinetti (1876-1944) che nel
1909 pubblica il manifesto teorico del Futurismo, un movimento che ha influenzato
molte discipline: l’arte, la poesia, la letteratura, la musica, la danza, il teatro.
Il futurismo svolge in tutta Europa un’intensa attività di propaganda, diffondendo le
sue idee, fortemente provocatorie, attraverso articoli su quotidiani e riviste.
Secondo i futuristi vanno distrutti i musei, le accademie, le biblioteche e intere città
storiche, perché, per loro, bisogna cancellare il passato e lodare, in qualche modo, il
futuro tecnologico, alla nuova bellezza che nasce dal progresso, dalle città
industriali, dalle macchine, dalla velocità.
Per i futuristi, il protagonista è la realtà in movimento, nel suo continuo
trasformarsi. I soggetti più usati sono le automobili, i treni, gli aerei, che sfrecciano, i
cavalli che galoppano.
Influenzati dalla Cronofotografia e dal Cinema che consentono di registrare,
momento per momento, lo svolgersi di un’azione, i futuristi scompongono il
movimento in fasi successive che poi vengono montate, parzialmente sovrapposte
nell’immagine.
Étienne-Jules Marey è nato a Beaune il 5 marzo nel 1830.
È stato un fisiologo e inventore francese, studioso dei movimenti, ideò strumenti e
tecniche per la loro registrazione per cui è considerato anche un precursore della
cinematografia.
Marey si interessò soprattutto al movimento in tutte le sue forme: ciclo
cardiaco, respirazione, contrazione muscolare, Coordinazione motoria, ecc. Lo
studio minuzioso dei movimenti spinse Marey a inventare numerosi strumenti
scientifici.
La fisiologia gli deve l'introduzione dei metodi di registrazione grafica, e l'invenzione
di numerosi apparecchi (sfigmografo, pneumografo, cardiografo, cronofotografo).
Per es., nel 1881 Marey sostituì, come strumento di registrazione dell'attività
elettrica del cuore, il chimografo di Carl Ludwig con uno strumento di sua
invenzione, il cronofotografo, che permetteva di fissare fotograficamente le varie
fasi di un movimento a scopo di studio. Come conseguenza di tale invenzione, e di
altre simili riguardanti tecniche di registrazione fotografica dei movimenti, Marey è
considerato uno dei principali pionieri del cinema e della fotografia.
Nel 1888 inventò la prima macchina fotografica, con pellicola in rulli di carta
sensibilizzata, e nel 1893 costruì il primo proiettore cronofotografico.
Diventò famoso per i suoi studi fotografici sul movimento dei cavalli e degli uccelli.
Trovandosi, dunque, di fronte al problema di dover catturare immagini nel minor
tempo possibile (quali appunto un cavallo al galoppo o un uccello in volo) ideò e
realizzò il fucile fotografico. Questo strumento funzionava come un normale fucile
da caccia, ma dotato di lastre fotografiche circolari od ottagonali poste in una
piccola camera oscura, mentre la canna fungeva da mirino e all'interno di essa era
collocato l'obiettivo. Le sue esperienze furono di fondamentale importanza per la
progettazione aeronautica in quanto il volo degli uccelli era finalmente descritto nei
minimi particolari. SCIENZE
L'attuale modello di macchina fotografica è frutto di una evoluzione tecnica iniziata
circa 200 anni fa, che ha portato quasi tutte le macchine ad essere dotate di
microcomputer.
Molte sono le date cui si fa risalire la nascita della fotografia, ma la prima volta in cui
si trattò di fotografia fu nel 350 a.c. quando, nel “Problemata”, Aristotele parlò della
sensibilità alla luce di alcune sostanze.
Devono trascorrere altri 400 anni circa (70 d.c.) prima che Plinio il Vecchio scriva :
“quattuor coloribus solis immortalia ilia opera ...” (quattro colori soltanto
immortalarono quest'opera ...).
Ed è solo nel 1500 c.a. che Leonardo Da Vinci descrive in modo particolareggiato il
principio della camera oscura: da questa data i pittori iniziano a ritrarre i paesaggi
grazie a questa scoperta .
Con Galileo Galilei nel 1609 viene perfezionata la visione telescopica della ripresa e
nel 1657 Kaspar Schott ,grazie a due "cassette scorrevoli" che permettevano il
variare della distanza fra la lente ed il piano in cui si formava l’immagine, riesce a
perfezionare la messa a fuoco della "camera obscura".
Ora si può affermare che sia nata la macchina fotografica.
Passano circa altri due secoli prima che Nicépore Niepce nel 1826, utilizzi di fatto il
primo apparecchio usato per produrre fotografie realizzando le prime immagini
stabili in Bianco e Nero ottenute utilizzando "bitume di giudea" come materiale
sensibile, steso su di una lastra in peltro.
Sarà comunque con il XIX secolo che invaso da un fermento di idee e scoperte e
grazie alle nuove conoscenze della chimica, che la tecnica fotografica si perfezionò
fino ad arrivare a fissare le immagini prodotte sul moderno supporto di carta.
L'evoluzione dell'ottica da un lato e della tecnica costruttiva dall'altro (ad esempio
grazie al soffietto) portarono le macchine fotografiche ad essere sempre più
compatte e trasportabili.
Il miglioramento delle tecniche di sviluppo e stampa va di pari passo con le
invenzioni dei vari aggiuntivi: nel 1859, grazie a Cooke, nasce il primo “flash” con
l’impiego del magnesio.
Nel 1880 nasce la prima pellicola fotografica e otto anni più tardi nel 1888 George
Eastman escogita il nome Kodak per la sua prima fotocamera.
Il XX secolo si apre con un altro passo importante: nel 1907 i fratelli Lumiere
mettono a punto il procedimento per lo sviluppo della pellicola a colori. Per tutto
questo secolo si faranno passi importanti nel perfezionare la macchina fotografica e
nello sperimentare nuovi materiali di sviluppo e stampa.
Nel 1913 Oscar Barnak, capo di un dipartimento di una ditta ottica tedesca, costruisce il
primo prototipo della Leica, nel 1935 la Cnopm (USSR) brevetta la prima reflex per
pellicola a 35 mm. e nel 1948 Edwin Land inventa la Polaroid.
Nel 1959 la Nippon Kogaku produce la Nikon F e, l’anno successivo, la Konica F è la prima
reflex con otturatore a tendine metalliche che raggiunge tempi di otturazione più veloci di
1/2000 di secondo.
Nel 1981 la Sony presenta la Mavica, la prima macchina fotografica che utilizza un
supporto magnetico al posto della pellicola, e nello stesso anno la Pentax inaugura la
stagione della reflex autofocus.
Il 1999 segna l’era digitale con la nascita della Nikon reflex D1.
Il mercato attuale offre una varietà notevole di macchine fotografiche digitali che arrivano
a risoluzioni fino a 5 milioni di pixel.
LA CAMERA OSCURA
La camera oscura (o camera ottica) è un dispositivo ottico la cui invenzione è alla
base di tutta la tecnica fotografica. Non a caso gli apparecchi per riprese
fotografiche ancora oggi sono chiamati camere: le prime camere oscure erano
infatti delle vere stanze abitabili al cui interno i pittori e gli scienziati lavoravano.
Una camera oscura può essere composta da una semplice scatola chiusa con un
piccolo foro (stenopeico) su un lato che lasci entrare la luce. Questa luce proietta sul
lato opposto all'interno della scatola l'immagine capovolta di quanto si trova avanti
al foro. Più il foro è piccolo e più l'immagine risulta nitida e definita. Il pregio
maggiore di una camera così semplice è che tutti gli oggetti paiono a fuoco (anche
se nessuno lo è), a prescindere dalla loro distanza dal foro: in altre parole il foro
stenopeico si comporta come un obiettivo che non ha una sua lunghezza
focale specifica. L'altro verso della medaglia è che il foro lascia passare pochissima
luce, per cui si possono fotografare solo oggetti immobili.
Nelle fotocamere reali, il foro è sostituito da un obiettivo, corredato di dispositivi
per il controllo dell'apertura e della messa a fuoco: sul piano su cui si proietta
l'immagine è collocata la pellicola fotografica da impressionare o, nel caso di
apparecchi digitali, il sensore.
Lo studio della camera oscura è molto antico: il primo scienziato ad occuparsene,
nell'XI secolo, con largo anticipo sugli studi successivi, fu l'arabo Alhazen. I suoi studi
sui raggi luminosi e sulla teoria della visione furono tradotti dal
monaco Vitellione nell'opera Opticae thesaurus Alhazeni arabis.
La camera oscura fu un fenomeno che Aristotele descrisse nel quarto secolo a.C.
Nel 1292 Guglielmo di Saint-Cloud per le sue osservazioni astronomiche utilizzò la
proiezione dell'immagine del Sole su uno schermo mediante una camera oscura, il
cui funzionamento è spiegato nel prologo della sua opera Almanach planetarum. Il
24 gennaio 1544 Gèmma Rainer, detto Frisius, un fisico olandese, osservò l'eclissi di
Sole proprio per mezzo di una camera oscura.
Anche Leonardo la studiò, anzi arrivò a proporre di dotare il foro di una lente, cosa
che fece Gerolamo Cardano. La camera oscura leonardiana venne usata come
strumento per la pittura, grazie alla quale si potevano copiare paesaggi fedelmente
proiettati (anche se capovolti) su di un foglio appositamente appeso.
Nella sua opera del 1568, Pratica della prospettiva, Daniele Barbaro descrisse una
camera oscura con lente, che permetteva lo studio della prospettiva. Da allora le
camere oscure furono largamente utilizzate dai pittori nell'impostazione di quadri
con problemi prospettici: alcuni quadri delCanaletto pare siano stati dipinti col suo
ausilio. Anche Antonio Vallisneri possedeva una camera ottica nella propria
collezione.
Fin dall'inizio inoltre fu previsto di usare la camera oscura anche come lanterna
magica, cioè come una sorta di proiettore di diapositive.
La fotografia ed il cinema sono stati di grande aiuto per la propaganda del Fascismo.
STORIA
Movimento politico italiano nato a Milano il
23 marzo del 1919 per iniziativa di Benito
Mussolini. Le origini storiche del fascismo
risalgono alla profonda crisi provocata in
tutta l’Europa dalla 1° Guerra mondiale (1915-
1918) e che portò a radicali mutamenti nelle
strutture politiche e sociali dei singoli paesi. In
Italia la crisi assunse proporzioni assai gravi:
insoddisfazione per i risultati della conferenza
della pace che deludevano le speranze di
ingrandimenti territoriali e coloniali, il
peggioramento delle condizioni economiche,
la carovita e la disoccupazione, che pesavano soprattutto sulle classi